domenica 29 maggio 2016

Terapie complementari per i parassiti intestinali (seconda parte)


Oltre alla terapia farmacologica sarà utile modificare  l’alimentazione, ovvero ridurre gli zuccheri  e i carboidrati (soprattutto raffinati ) che sono nutrimento per i parassiti. Una dieta ricca di frutta e vegetali ad alto contenuto di fibra mantiene l’intestino pulito ed evita che i parassiti possano attecchire e proliferare. Oltre alla dieta ci sono terapie  naturali indicate per curare l’infezione. Ecco quelle più usate:
RIMEDI NATURALI (detti  “ della Nonna”)
  • Aglio: è il rimedio naturale più efficace. Si possono arricchire i cibi con molto aglio, per ottenere l’effetto desiderato, oppure tagliare uno spicchio e pestarlo mescolandolo ad una crema tipo vaselina per un uso topico nella zona anale o vaginale.
  • Cipolle: tagliare a fette una cipolla fresca e lasciarla in infusione nell’acqua per una notte. Il liquido va poi bevuto tre volte a giorno per liberare l’intestino dagli ossiuri.
  • Semi di  Zucca : con tali semi può  essere preparata una pasta vermifuga con zucchero o miele da somministrare a cucchiaini. Ai semi di zucca viene da sempre attribuita un’azione antielmintica : il principio attivo è la cucurbitina , aminoacido pirrololidinico presente nei semi che paralizza il verme e ne provoca il distacco dalla parete intestinale . E’ però opportuno far seguire , dopo due o tre ore , l’assunzione di un lassativo in quanto la droga paralizza ma non uccide i parassiti( tratto da Fitopediatria , Enrica Campanini, Ed Tecniche Nuove 2002)

sabato 21 maggio 2016

Parassiti intestinali: gli ossiuri


L'infezione da ossiuri (Enterobius vermicularis) colpisce soprattutto i bambini con particolare riferimento all'età scolare e all'età prescolare. Sia nei bambini che negli adulti può comparire una sintomatologia abbastanza caratteristica, che comprende prurito anale, sintomi intestinali e talvolta disturbi nervosi. L’infestazione avviene di solito per trasferimento delle uova del parassita dalla regione anale a veicoli (vestiario, biancheria da letto, coperte, giocattoli) da qui le uova passano a un nuovo ospite, portate alla bocca e ingoiate . Il succhiarsi il pollice è un fattore di rischio. La re-infestazione (auto infestazione ) può verificarsi facilmente attraverso le dita contaminate che trasportano le uova dalla regione perianale alla bocca . Nel duodeno e nell'ileo le uova si schiudono e così avviene la formazione del verme adulto che da questa zona passa al tratto del ceco. Le uova compaiono a livello anale dopo circa 20-40 giorni dall'inizio dell'infezione. I movimenti del verme femmina e la sostanza gelatinosa, viscosa, in cui deposita le uova causano prurito perianale. Le uova possono sopravvivere per 3 settimane alla normale temperatura domestica.

domenica 15 maggio 2016

I FARMACI ANTIDOLORIFICI (FANS) SONO NEMICI DEL CUORE : quando un medico li prescrive dovrebbe ricordare il rischio di complicanze emorragiche e cardiache

Dopo il clamore suscitato negli anni passati dal ritiro dal mercato di alcuni “coxib” si conoscono i rischi cardiovascolari inerenti all’impiego di questi anti-dolorifici di nuova generazione. Ma adesso, un’ampia revisione di tutti i lavori pubblicati sui vecchi e classici farmaci anti flogistici non steroidei (FANS), dal diclofenac al naprossene, all'ibuprofene , evidenzia come anch’essi siano molto pericolosi per la salute del cuore.
I farmaci anti-flogistici non steroidei (FANS, Farmaci Antiflogistici Non Steroidei o NSAID, Nonsteroidal Anti-Inflammatory Drugs), diversi dall’aspirina, sono impiegati nella pratica clinica da oltre un secolo e sono tra i farmaci di più largo consumo in tutto il mondo per trattare dolore, febbre, stati infiammatori. Ma non sono esenti da pericoli, da molti anni infatti, si sa che questi farmaci possono causare ritenzione idrica e innalzare i livelli pressori, due condizioni che aumentano il rischio cardiovascolare nei soggetti con scompenso cardiaco.   

domenica 8 maggio 2016

Il canto aiuta ad eliminare ansie e pensieri negativi

            
Secondo uno studio condotto da Andreas Larsson dell’istituto Karolinska di Stoccolma e pubblicato su Behavior Modification, canticchiare le proprie paure o dargli la voce di un cartone animato potrebbe aiutare a vederle lontane da sé stessi e disinnescarle. Pertanto la soluzione per liberarsi dai pensieri negativi e l’ansia potrebbe essere proprio il canto.
L’80-99% delle persone sane – praticamente noi tutti – fa esperienza di pensieri negativi che in numerosi studi sono risultati collegati a rischio di psicopatologie. Il problema dei pensieri negativi, spiega Larsson, è che costruiscono una realtà a cui crediamo e che ci domina. ”Se penso in continuazione ‘forse perderò il lavoro’ – spiega – do corpo a questa paura e realmente crederò di correre questo rischio, dimenticando che è solo la mia mente a ‘materializzarlo’ dentro di me”.

domenica 1 maggio 2016

IO E I MIEI ANTIBIOTICI

Uno psicologo che scrive di antibiotici sulle pagine di un blog di medicina omeopatica. Lo ammetto, la cosa può apparire decisamente insolita. Ma vi assicuro che non è come sembra!
Prendo spunto da un articolo (http://27esimaora.corriere.it/articolo/se-non-ce-parita-negli-antibiotici/) che mi è capitato di leggere su un quotidiano nazionale e che mi ha incuriosito. Dai dati di ricerca emerge che le donne assumono più antibiotici degli uomini: hanno in media il 27% in più di probabilità di vederseli prescrivere dai loro medici. Lo studio avanza alcune ipotesi ma quella che più mi ha colpito suona così “alcune ricerche suggeriscono che [le donne] sentano in modo più pressante la necessità di guarire in fretta per non venir meno al ruolo di caregiver”. Naturalmente una persona sana di mente che, dal parrucchiere, leggesse questo articolo probabilmente girerebbe pagina e proseguirebbe oltre. Ma, si sa, gli psicologi fanno questo lavoro proprio per curare se stessi e quindi tanto registrati non sono. E infatti eccomi qui a scrivere. Scherzi a parte, la notizia mi ha fatto riflettere. Negli studi spesso noi psicologi vediamo adulti in ansia e spesso questa ansia è amplificata dal senso di precarietà e di competizione della nostra società.