tag:blogger.com,1999:blog-26838861531087068392024-03-27T09:23:40.950+01:00AMICOMEOPATIAIl Blog della Associazione per la Medicina Integrata e la Cultura OmeopaticaHelenehttp://www.blogger.com/profile/03777387139795581673noreply@blogger.comBlogger836125tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-46119335988435414582024-03-27T09:22:00.001+01:002024-03-27T09:22:44.561+01:00Funghi Intestinali e Comunicazione Intestino-Cervello<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 10.2pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 10.2pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: black; font-family: Montserrat; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGvWKdrC85iFeQfz8zGnq6d9wU0d57pmwwhxb0KLgh5msXRptj3zc9O8nomQfe3wUU02COIqPxbuRovXotnYmH5AKO0jZjISHywSwJi-brnYlSDrt8O4-CMDKGlRe0Y6cnSHM63U7c39tPJ_LjNfN2A_pIJ4AfxlJaD8hu9lnO5Wk4O2B9CzrpiESB50KM/s301/download%20(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="167" data-original-width="301" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGvWKdrC85iFeQfz8zGnq6d9wU0d57pmwwhxb0KLgh5msXRptj3zc9O8nomQfe3wUU02COIqPxbuRovXotnYmH5AKO0jZjISHywSwJi-brnYlSDrt8O4-CMDKGlRe0Y6cnSHM63U7c39tPJ_LjNfN2A_pIJ4AfxlJaD8hu9lnO5Wk4O2B9CzrpiESB50KM/s1600/download%20(1).jpg" width="301" /></a></div><br />Nel
vasto panorama della ricerca sul microbiota intestinale, aspetto particolare <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che ha catturato l’attenzione degli studiosi è
il ruolo dei funghi intestinali nella comunicazione bidirezionale tra
l’intestino e il cervello. Questo sistema intricato, noto come <b>l’asse
intestino-cervello</b>, è fondamentale per la salute generale e può essere
influenzato in modi sorprendenti dai funghi residenti nell’intestino. Ricerche
preliminari suggeriscono che alcuni funghi, come Saccharomyces cerevisiae e
Candida albicans, potrebbero sintetizzare neurotrasmettitori che hanno un
impatto sulla funzione cerebrale. Un esempio è <b>la norepinefrina</b>, una
molecola coinvolta nella regolazione <b>dell’umore e dello stress</b>. La
fermentazione del lievito, presente in funghi come S. cerevisiae, può anche
produrre acidi grassi a catena corta che, trasportati attraverso il flusso
sanguigno, possono raggiungere il cervello influenzando diversi processi, tra
cui l’appetito e i cicli sonno-veglia. Allo stesso tempo, alcuni
neurotrasmettitori prodotti dall’ospite possono influenzare l’equilibrio dei
funghi intestinali, creando un intricato sistema di interazioni reciproche tra
cervello e micobioma. <b>La modulazione del sistema immunitario intestinale da
parte dei funghi ha conseguenze che si estendono ben oltre l’intestino</b>. S.
cerevisiae e C. albicans contribuiscono al corretto sviluppo dell’equilibrio <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>immunitario, ma in alcune condizioni, si può
verificare un<b>’attivazione eccessiva di componenti immunitari antifungini</b>.
Questo fenomeno è stato osservato in pazienti con <b>malattie infiammatorie
intestinali come la malattia di Crohn</b>. È interessante notare che le
interazioni tra il micobioma intestinale e il sistema immunitario possono avere
impatti su organi al di fuori dell’intestino. Ad esempio, la composizione
alterata del micobioma intestinale è stata collegata alla gravità della <b>malattia
allergica delle vie aeree.</b> Il rapporto simbiotico tra funghi e batteri
nell’intestino riveste un ruolo fondamentale nella modulazione dell’asse
intestino-cervello. <span><a name='more'></a></span>Studi su topi hanno dimostrato che la somministrazione di
funghi esogeni può mitigare gli squilibri microbiotici causati da cicli di
antibiotici. Le implicazioni di queste scoperte aprono nuovi orizzonti nella
comprensione delle relazioni tra il <b>micobioma intestinale e la salute
mentale e neurologica</b>. Sebbene sia ancora presto per delineare con certezza
la direzione causale di tali interazioni, la correlazione tra un micobioma
intestinale alterato e disturbi neurologici come il <b>morbo di Parkinson
suggerisce la possibilità di sviluppare strategie preventive e terapeutiche
innovative. </b>In sintesi, mentre il ruolo dei funghi intestinali nella
comunicazione intestino-cervello sta emergendo come un campo di studio
affascinante, è evidente che le interazioni complesse tra funghi, batteri,
sistema immunitario e cervello siano fondamentali per la salute globale. La
ricerca continua su questo argomento potrebbe aprire nuove vie per la gestione
dei disturbi gastrointestinali e neurologici attraverso l’ottimizzazione del
micobioma intestinale. I professionisti sanitari dovrebbero considerare
attentamente il ruolo cruciale dei funghi nel mantenimento della salute
intestinale e nella modulazione della comunicazione con il cervello.
L’ottimizzazione del micobioma intestinale potrebbe rappresentare una nuova
frontiera nella gestione e nella prevenzione di disturbi gastrointestinali e
neurologici<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal">Tratto da Probiotica e Nutrizione 12 Marzo 2024<o:p></o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-13681694696926655172024-03-06T12:51:00.000+01:002024-03-06T12:51:13.803+01:00Possibili effetti sulla salute mentale da farmaco per asma <p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm_wqoYwvxSF27o9E4ZHmHiVDQxFzjmD-yOkK_k-AB7Xps3pR3cu4L1CPAElhvFFDCuR2SYEfbVe9LJJUr61xEDdOX6-utei9ScLzkQ-vRD6Spt841YLYzqWJMzYTVtNt_r3h_zMKozVopaLGtloZ21R7lit740ENOtZ9f1AHWL511W2LkRA1kKTun07Oo/s305/download%20%20montel%20-%20Copia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="165" data-original-width="305" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm_wqoYwvxSF27o9E4ZHmHiVDQxFzjmD-yOkK_k-AB7Xps3pR3cu4L1CPAElhvFFDCuR2SYEfbVe9LJJUr61xEDdOX6-utei9ScLzkQ-vRD6Spt841YLYzqWJMzYTVtNt_r3h_zMKozVopaLGtloZ21R7lit740ENOtZ9f1AHWL511W2LkRA1kKTun07Oo/s1600/download%20%20montel%20-%20Copia.png" width="305" /></a></div><br />Il procuratore
generale dello Stato di New York, Letitia James, ha invitato la Food and Drug Administration
statunitense a "<b>intraprendere azioni urgenti per affrontare i
potenziali pericoli del farmaco per l'asma e l'allergia montekulast</b>". Il
farmaco, segnala James, "è stato collegato a comportamenti dannosi e a
problemi di salute mentale tra i bambini". Il medicinale è stato associato
a diversi disturbi, compresi "aggressività, depressione e persino suicidio",
aggiunge il procuratore. <b>Montekulast è sul mercato
da quasi un trentennio. Già nel 2020, l'Fda era intervenuta suggerendo
indicazioni più restrittive al suo uso come conseguenza della segnalazione di
effetti collaterali.</b> Tuttavia, secondo il procuratore generale, "le segnalazioni
di eventi avversi tragici sulla salute mentale dei pazienti pediatrici restano
numerose". Da qui la richiesta all'Fda di valutare se il <b>profilo rischi
benefici del farmaco negli under 18 è effettivamente favorevole e di inviare
una comunicazione a medici e farmacisti per prendere in considerazione anche
l'uso di altri farmaci per l'asma e la rinite allergica negli under 18.<span><a name='more'></a></span><o:p></o:p></b><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;">Tratto da <a href="https://www.dottnet.it/topic/Farmaci"><span style="color: windowtext; font-family: "Noto Sans",sans-serif; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-transform: uppercase;">FARMACI</span></a><span style="font-family: "Noto Sans",sans-serif; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-transform: uppercase;"> REDAZIONE DOTTNET <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>26/02/2024 <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-70682879924219593862024-02-21T12:15:00.001+01:002024-02-21T12:15:28.132+01:00 Cosa fare per contrastare l’uso dei cibi ultra-processati <p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHALjLHFB1t7wRnzBf6_cNhrdJSOw3DWChymD5opULs5GFsJPi5WXyzqSJCzr_JR5Zrhdg5IYxACRcsDgOA8Zbgl5N-J7rzI6uBVy8IA0RcoYvVBUuHTjFU90AzLtMC0VewkYXGu1MMfoRrG7gUjsxG_lJ-OPMXAAP-KyeNbJwfE4g1QSToArD1qOygDTQ/s275/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHALjLHFB1t7wRnzBf6_cNhrdJSOw3DWChymD5opULs5GFsJPi5WXyzqSJCzr_JR5Zrhdg5IYxACRcsDgOA8Zbgl5N-J7rzI6uBVy8IA0RcoYvVBUuHTjFU90AzLtMC0VewkYXGu1MMfoRrG7gUjsxG_lJ-OPMXAAP-KyeNbJwfE4g1QSToArD1qOygDTQ/s1600/download.jpg" width="275" /></a></div><br />Il consumo
di cibi ultra-processati (CUP) è in rapido aumento in tutto il mondo da 2-3
decenni. In alcun<b>i paesi (USA, UK) rappresenta
già oltre il 50% della dieta</b>, in altri, tra cui l’Italia, si avvia a
superare questo limite in pochi anni. Ciò è accompagnato da un <b>aumento
dell’incidenza di molte malattie non trasmissibili (obesità, diabete, malattie
cardio e cerebro-vascolari, depressione, ecc.) e della mortalità precoce.</b>
Le prove scientifiche tendono a classificare come causale (in realtà
multi-causale) l’associazione tra CUP e danni alla salute individuale e
collettiva. <b>Sia il consumo di CUP, sia i conseguenti danni per la salute,
sono distribuiti in modo diseguale, con prevalenze più elevate nelle classi
sociali più svantaggiate</b>. Infine, è molto probabile che i CUP causino<b>
dipendenza</b>, associata all’alto contenuto di <b>alcuni zuccheri, grassi e additivi.</b>
Dal punto di vista clinico, se si vuole ridurre il consumo di CUP e mitigarne
le conseguenze dannose, bisognerebbe adottare gli stessi principi che si usano
per le dipendenze da altre sostanze (tabacco, alcol, ecc.). Dal punto di vista <b>sociale
e politico,</b> sono necessari <b>interventi urgenti</b> per:<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">1)<b>
incentivare, anche economicamente</b>, e non solo con educazione per una dieta
sana, il consumo di cibi poco o per nulla processati, frutta, verdura, legumi e
noci d’albero in primis<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"> 2) <b>regolare, se non proibire, tutte le
forme di marketing</b> dei CUP( in particolare nei canali dedicati ai bambini)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">3) <b>imporne
una riformulazione</b>, riducendo o proibendo gli ingredienti che creano
dipendenza<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"> 4)<b>escludere la lobby e la presenza di
rappresentanti dell’industria</b>, e di esperti con conflitti di interessi, dai
gruppi e dalle commissioni che <b>sviluppano leggi, regolamenti e linee guida</b>.
Il tutto usando una lente di equità per proteggere soprattutto le famiglie meno
abbienti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> <span></span></o:p></p><a name='more'></a><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Tratto da °
Gearhardt A et al. Social, clinical, and policy implications of ultrapro-<o:p></o:p></span></p>
<p><span style="font-size: 14pt;">cessed food
addiction. BMJ 2023;383:e075354</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPeGEf7UtuCRtmxFanlVKGToYI8sk2ylUuL_bLo3BZBG5uh5TVYPRKUaPMmU71w8vScs4AFUITd2ss8NNWffx1LUoqCY9veXX0J9j2DegOPs3JBQpZ6VJDBWX1-gvM0ptn2Iuxjx-u8okwZEg-uBp2mXgDjbEZPV8q4R_8tz7nVchkTMr5HjsMEdLA8qZe/s275/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPeGEf7UtuCRtmxFanlVKGToYI8sk2ylUuL_bLo3BZBG5uh5TVYPRKUaPMmU71w8vScs4AFUITd2ss8NNWffx1LUoqCY9veXX0J9j2DegOPs3JBQpZ6VJDBWX1-gvM0ptn2Iuxjx-u8okwZEg-uBp2mXgDjbEZPV8q4R_8tz7nVchkTMr5HjsMEdLA8qZe/s1600/download.jpg" width="275" /></a></div><br /> <p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-72739462717916890302024-01-28T20:47:00.000+01:002024-01-28T20:47:00.651+01:00COME PROTEGGERE IL CERVELLO DALL’INVECCHIAMENTO <p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaxFbk_KpY0wzn_4w1BNsfroW_NH-_LX3gtSM-3v_G17HL64Slykve3uFDpxAgw-PzK1VsiZE2wdVc9979Qqdokq2JK-atfx6fdm5cF3Zj6Sx57QLUsZQgDi1PAW050jBYroANvM-2FO_Q5W6xYTQxBXvSBi9cWIQVEAmnQqnFFH3zsaEm2sknUDGLNLi0/s300/downloadcibo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaxFbk_KpY0wzn_4w1BNsfroW_NH-_LX3gtSM-3v_G17HL64Slykve3uFDpxAgw-PzK1VsiZE2wdVc9979Qqdokq2JK-atfx6fdm5cF3Zj6Sx57QLUsZQgDi1PAW050jBYroANvM-2FO_Q5W6xYTQxBXvSBi9cWIQVEAmnQqnFFH3zsaEm2sknUDGLNLi0/s1600/downloadcibo.jpg" width="300" /></a></div><br />Negli
ultimi decenni si è diffusa la tendenza a consumare sempre più frequentemente
alimenti ultraprocessati o UPF (in inglese <i>Ultra Processed Food</i>).
Questa tendenza non riguarda solo gli adulti ma <span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://www.eurosalus.com/steatosi-epatica/Fruttosio-ai-bambini-No-grazie" target="_self"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-decoration: none; text-underline: none;">coinvolge anche bambini e adolescenti</span></a></span><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">, che sempre
più spesso consumano merende e pasti a base di prodotti
confezionati. Secondo </span><span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35896436/" target="_blank"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-decoration: none; text-underline: none;">diversi stud</span><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">i</span></a></span><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> questa
tendenza si traduce in un maggiore rischio a sviluppare diverse patologie
metaboliche, ma soprattutto in un invecchiamento precoce del cervello, causando
un<b> </b></span><span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://www.eurosalus.com/alzheimer/Inizia-la-scuola-ecco-i-cibi-che-abbassano-i-voti-e-contribuiscono-al-declino-cognitivo" target="_self"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-decoration: none; text-underline: none;">prematuro declino cognitivo</span></b></a></span><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">. La
classificazione di alimenti ultraprocessati deriva da uno studio del professor
Carlos Monteiro di San Paolo, che insieme ai suoi collaboratori ha coniato
il </span><span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://archive.wphna.org/wp-content/uploads/2016/01/WN-2016-7-1-3-28-38-Monteiro-Cannon-Levy-et-al-NOVA.pdf" target="_blank"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">metodo
Nova</span></a></span><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">.
Questo metodo determina la classificazione degli alimenti in 4 gruppi in base
al grado di trasformazione. <o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Gruppo
1: alimenti non trasformati o minimamente trasformati. </span></b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">A questo
gruppo appartengono alimenti non trasformati, quindi alimenti freschi, oppure
minimamente trasformati, quindi sottoposti a trattamenti come refrigerazione,
congelamento, essiccazione, conservazione sotto vuoto o fermentazione non
alcolica, che ne prolungano la conservazione ma senza l’aggiunta di altri
ingredienti. Alcuni esempi sono: frutta, verdura, semi, cereali, uova,
latte, yogurt al naturale, legumi, tè, caffè, acqua. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Gruppo
2: ingredienti culinari. </span></b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Di questo gruppo fanno parte
sostanze che sono ottenute dagli alimenti del gruppo 1 mediante processi quali
spremitura, raffinazione, macinazione, per ottenere ingredienti utili nella
creazione di piatti. Fanno parte di questa categoria alimenti come pane,
aceto, olio, dolci semplici, zuppe, brodi, insalate.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Gruppo
3: alimenti processati. </span></b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Questo gruppo comprende alimenti
del gruppo 1 addizionati con elementi del gruppo 2 e sono solitamente <b>costituiti
da 2-3 ingredienti</b>. I processi a cui sono sottoposti gli alimenti hanno lo
scopo di prolungare la conservazione e possono essere la cottura o la
fermentazione analcolica. Esempi di alimenti trasformati sono: verdure o
legumi in scatola, frutta secca zuccherata o salata, pesce in scatola, carne
essiccata, formaggi, pane da panetteria, ma anche bevande alcoliche come vino e
birra. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Gruppo
4: alimenti ultraprocessati. </span></b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">A questo gruppo appartengono
alimenti che hanno <b>5 o più ingredienti</b>. Contengono solo in minima parte
gli ingredienti del gruppo 1 e contengono additivi, edulcoranti, emulsionanti,
addensanti per esaltare o nascondere alcune caratteristiche nel prodotto
finale. Sono alimenti prodotti industrialmente e che non possono essere
riprodotti in modo casalingo; sono molto palatabili e attirano il consumatore
oltre che per il gusto anche perché si tratta di alimenti pronti al consumo. Nella
lista degli ingredienti di questi prodotti possiamo trovare: maltodestrine,
sciroppo di glucosio/fruttosio, grassi idrogenati. Appartengono a questo
gruppo tutti gli alimenti confezionati come barrette, cereali da colazione
zuccherati, prodotti dolci confezionati, gelati, salsicce, würstel, salse
pronte. <span></span></span></p><a name='more'></a><span><!--more--></span><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Cosa
fare nella pratica? <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">La
prima raccomandazione è quella di fare il possibile per avere un’alimentazione
basata principalmente sugli alimenti del gruppo 1, a cui aggiungere alimenti
del gruppo 2 e del gruppo 3.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Riassumendo
possiamo dire di preferire il più possibile alimenti che abbiano la lista degli
ingredienti corta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Vediamo
quindi le differenze tra i pasti con e senza alimenti
ultraprocessati. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">A
colazione</span></b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">NO
yogurt aromatizzato con cereali zuccherati e frutta secca zuccherata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">NO
brioche con bevanda vegetale zuccherata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">SI
yogurt greco bianco al naturale con semi e frutta secca non tostata, frutta
fresca e cereali soffiati o fiocchi di avena.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">SI
pane integrale (niente olio tra gli ingredienti) con uova strapazzate, frutta e
caffè.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">A
merenda</span></b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">NO
merendine, brioche, yogurt dolcificati, budini confezionati, biscotti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">SI
pane integrale con olio o creme 100% di frutta secca, yogurt bianco al naturale
con frutta fresca/cioccolato, pane integrale con cioccolato fondente, frutta
fresca con frutta secca, pane di segale con ricotta e cacao amaro/cannella.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">A
pranzo e/o cena</span></b><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">NO
zuppe pronte solo da scaldare, pizze surgelate, hamburger con verdure surgelate
già cotte e condite e cracker, pane al latte e würstel.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">SI
zuppe di legumi e cereali ancora da cuocere, piatto di pasta con verdure
congelate senza altri ingredienti + mozzarella, pane integrale con pollo e
insalata, farro con verdure + insalata mista con ceci e noci.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Chiaramente
è <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la dose a fare il veleno, quindi se
nelle occasioni capita di consumare alimenti elaborati non si hanno grosse
conseguenze sulla salute, ciò che fa realmente la differenza è ciò che <b>si
consuma quotidianamente.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">A
piccoli passi è possibile iniziare ad inserire modifiche nella propria
alimentazione, per esempio sostituendo lo yogurt alla frutta con uno bianco al
naturale, oppure scegliendo cereali non zuccherati.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Tratto
da Eurosalus (dic2023)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; mso-margin-bottom-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "PT Serif",serif; font-size: 15.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-68131242516025696952024-01-13T18:29:00.001+01:002024-01-13T18:29:28.018+01:00BAMBINI ALL'APERTO...<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrZD2H4d-lwui540dLNT8z6XuHFuTJnQ7_PfAJd12b828QR-iFdp53iSVsqwKe1oXg_zHjbldYBQsc9Ojw1L_e5fNbS00xVd35CC9jaaldwPGSU3tfyrbTAlkoSLU6UdkNiOmYqFUaQJ6xXgUsozMAf_Z8Q7RZ1A-tUhgPQUXv8b_ycL7p2kxuxA5-xMOJ/s275/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrZD2H4d-lwui540dLNT8z6XuHFuTJnQ7_PfAJd12b828QR-iFdp53iSVsqwKe1oXg_zHjbldYBQsc9Ojw1L_e5fNbS00xVd35CC9jaaldwPGSU3tfyrbTAlkoSLU6UdkNiOmYqFUaQJ6xXgUsozMAf_Z8Q7RZ1A-tUhgPQUXv8b_ycL7p2kxuxA5-xMOJ/s1600/download.jpg" width="275" /></a></div><br />L'arrivo di
temperature più rigide non è un problema per i bambini più piccoli che, con le
giuste precauzioni, "<b>devono poter fare le loro passeggiate: non è certo
una controindicazione farli uscire quando è più freddo fuori</b>. Mi spaventa
di più che i piccoli siano tenuti lungamente in un ambiente chiuso, magari con
una temperatura che va abbondantemente sopra i 20 gradi, che è una cosa non
fisiologica nel periodo invernale". Lo spiega all'Adnkronos Salute <b>Rino
Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip),</b>
mentre le previsioni meteo annunciano l'inverno 'vero' in arrivo in Italia nei
prossimi giorni. Quindi i piccoli, "coperti bene rispetto al clima, devono
poter assolutamente andare fuori all'aria aperta. In questo periodo <b>non ci
si ammala perché si è preso un po' freddo, ma perché, nelle forme respiratorie,
qualche altro essere umano ci trasmette l'agente infettivo.</b> Vediamo che
spesso i genitori hanno questi timori. 'Coprilo altrimenti si ammala', 'tienilo
dentro casa per non farlo raffreddare'. Sono frasi che sentiamo spesso rispetto
al bambino. Ma non è così che ci si ammala. Il problema è il contagio. <b>Quindi
tenerlo a lungo in posti chiusi è più rischioso".</b> <span><a name='more'></a></span>Agostiniani ricorda
che, in ogni caso, "noi siamo un Paese mediterraneo, non abbiamo
temperature estreme e anche le modalità con le quali devono essere coperti i
bambini deve essere adeguata". L'esperienza del pediatra, però, evidenzia
che i genitori italiani - "ma soprattutto le nonne" - tendono a
coprire molto. "A volte, scherzando, dico ai genitori: 'ma voi andreste a
giro in città vestiti da sci?' Lo dico quando vedo dei bambini completamente
rinchiusi in quelle tute in cui si vedono solo gli occhi ed è assolutamente un
eccesso. In questo modo - conclude - si crea una situazione sfavorevole. Il
bambino suda e allora invece di proteggerlo dal freddo lo metto nella
condizione di disagio dovuto al troppo caldo".<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Tratto da</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> </span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><a href="https://www.dottnet.it/topic/Pediatria"><span style="color: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-transform: uppercase;">PEDIATRIA</span></a></span><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-transform: uppercase;"> REDAZIONE
DOTTNET | 09/01/2024</span><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-64946637864358936402023-12-25T18:00:00.000+01:002023-12-25T18:00:12.386+01:00AUGURI DI BUONE FESTE <p> LA REDAZIONE DEL BLOG AUGURA AI SUOI LETTORI </p><p> BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHQ1CVxAnjw-qcdQpbWKnjFmN1-3CvBa9P7IXriTnofj5Sc5Ig61pTT2R8cZIBSHsxUshH1fdRYyHOJbRT5utCzv9TMS8BUs9g3fGoqeCygcXXNGnKNaF-ENIl9hzRLiHb6fBTOD8hRYsd6FZUWvjokHT6Pp1yvz7d8ZKQN7nUaHR0Vku3SP4Q2LLKAUSJ/s259/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="259" data-original-width="194" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHQ1CVxAnjw-qcdQpbWKnjFmN1-3CvBa9P7IXriTnofj5Sc5Ig61pTT2R8cZIBSHsxUshH1fdRYyHOJbRT5utCzv9TMS8BUs9g3fGoqeCygcXXNGnKNaF-ENIl9hzRLiHb6fBTOD8hRYsd6FZUWvjokHT6Pp1yvz7d8ZKQN7nUaHR0Vku3SP4Q2LLKAUSJ/s1600/download.jpg" width="194" /></a></div><br /><p><br /></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-74109099245665087762023-11-29T09:37:00.002+01:002023-11-29T09:37:21.959+01:00I cibi industriali sono legati a tumori, malattie metaboliche e cardiache<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHCLDWuD8CvCLHgF0-gLKXz-lVJtwvC0n4m1Fgj9oD-JZajQQNnXCR3aO2seOrvOd_EJM0pEifwB8-1IEwFSfmi3BfcK52288Kr8y0Qq-huC2ueO9cmIrZD6nP8a8R6V6TirafilCQMVHL88Mcz6SIgrM9WtGCadmxbIaX5336rbGQFugcgUc-jeeL-MQi/s275/images%20-%20Copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHCLDWuD8CvCLHgF0-gLKXz-lVJtwvC0n4m1Fgj9oD-JZajQQNnXCR3aO2seOrvOd_EJM0pEifwB8-1IEwFSfmi3BfcK52288Kr8y0Qq-huC2ueO9cmIrZD6nP8a8R6V6TirafilCQMVHL88Mcz6SIgrM9WtGCadmxbIaX5336rbGQFugcgUc-jeeL-MQi/s1600/images%20-%20Copia.jpg" width="275" /></a></div><br />Sono entrati nelle nostre diete
perché saporiti e facili da preparare. Tuttavia i cibi ultra-processati
possono avere effetti negativi sulla salute. <b>L'ultima
conferma arriva da uno studio, coordinato dalla International Agency for
Research on Cancer (Iarc), pubblicato su The Lancet Regional Health - Europe,
che ha osservato che all'aumentare dei consumi di cibi ultra-processati cresce
il rischio di sviluppare simultaneamente cancro, malattie cardiovascolari e
diabete</b>. I cibi ultra-processati sono "prodotti
fabbricati industrialmente che comprendono componenti alimentari decostruiti e
modificati, ricombinati con una <b>varietà di additivi</b>", spiegano i
ricercatori. La loro diffusione è aumentata in tutto il mondo e
"rappresentano oggi il <b>50-60% dell'apporto energetico giornaliero in
alcuni Paesi ad alto reddito</b>". <span><a name='more'></a></span> La ricerca ha analizzato i
dati di un grande progetto di ricerca europeo denominato Epic (European
countries in the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition)
per verificare se esiste una relazione tra consumo di questi alimenti e
multimorbilità, vale a dire la comparsa di almeno due malattie croniche: nello
specifico, almeno due tra cancro, malattie cardiovascolari e
diabete. Dalla valutazione dei dati di 266 mila partecipanti
seguiti per oltre 11 anni è emerso che per ogni aumento di 260 grammi al giorno
di cibi ultra-processati si registra una crescita del 9% di malattie multiple. <b>Il
rischio, però, non è lo stesso per tutti i prodotti: i prodotti e le salse di
origine animale e le bevande dolci aumentano le probabilità di ammalarsi</b>.
Al contrario, nessun rischio è stato osservato per chi consuma prodotti
ultra-processati di origine vegetale. Tra i Paesi coinvolti
nello studio<b>, l'Italia è, dopo la Spagna, quello in cui il consumo di cibi
ultra-processati è più basso:</b> in media 207 grammi al giorno per gli
uomini e 183 per le donne. I consumi più alti si registrano invece in Olanda
per gli uomini e in Germania per le donne.<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Tratto da </span><a href="https://www.dottnet.it/topic/Nutrizione"><span style="font-size: 9.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; text-transform: uppercase;">NUTRIZIONE</span></a><span style="font-size: 9.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; text-transform: uppercase;"> REDAZIONE
DOTTNET | 15/11/2023</span><span style="font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-34143143916896365792023-11-26T19:47:00.000+01:002023-11-26T19:47:40.535+01:00Cimici dei letti, come evitarle ed eliminarle<p> </p><p style="margin-bottom: 22.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt;"><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIBSDX6NrPydOuq1SGi0e3ndKinsWB-XGq-8u_eUtJZRwQHQMb_jk5iQjp3aZZVYvj7sFdUFmr_cE5weVyVW5swjOv3vH3ISA63u_4rCgd_BzVQ_MRjYfZnuuIRBzwpFsAvTTtnGDLhGoo3ztqBrcnSEezrY-PHYV4bwZ24u77caNOcduFXQM9I0pIldh-/s269/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="188" data-original-width="269" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIBSDX6NrPydOuq1SGi0e3ndKinsWB-XGq-8u_eUtJZRwQHQMb_jk5iQjp3aZZVYvj7sFdUFmr_cE5weVyVW5swjOv3vH3ISA63u_4rCgd_BzVQ_MRjYfZnuuIRBzwpFsAvTTtnGDLhGoo3ztqBrcnSEezrY-PHYV4bwZ24u77caNOcduFXQM9I0pIldh-/s1600/download.jpg" width="269" /></a></div><br />I
consigli degli esperti dell'Ats di Milano Città metropolitana offrono spiegano
come ridurre i rischi e prevenire il peggio: cioè che l'ematofago si installi
in casa. In Francia è allarme cimici dei letti. Ma questo <strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">parassita
"infestante molto invasivo e difficile da debellare" c'è anche </span></strong>in
Italia. Il posto preferito di queste cimici sono le valigie. E' così che molto
spesso si torna a casa con a bordo intere famiglie di piccoli ospiti
clandestini. Gli esperti dell'Ats di Milano Città metropolitana offrono qualche
consiglio per ridurre i rischi e prevenire il peggio: cioè che l'ematofago si
installi in casa. Perché "a quel punto - precisano all'Adnkronos Salute
Maira Bonini, direttore Struttura complessa di Igiene e Sanità pubblica, e
Vincenzo Celeste, operatore tecnico della stessa struttura - c'è bisogno di
personale altamente specializzato che intervenga con delle metodologie
specifiche<strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">
per l'eliminazione e la risoluzione della problematica".</span></strong><o:p></o:p><p></p>
<p><strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Come evitarle</span></strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></p>
<p><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Prima
precauzione suggerita è imbustare le valigie. "Quando si arriva in
aeroporto, per esempio, ci sono dei servizi ad hoc e si può provvedere ad
avvolgerle bene nel cellophane", spiega Celeste. Poi, una volta arrivati
alla meta - viaggiando ben coperti, indicano gli esperti - l'invito è a tenere
gli occhi aperti. "Se si va in vacanza in città con <strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">infestazioni
in corso o comunque frequenti è bene stare in allerta - raccomanda Bonini - e
controllare", a cominciare dall'hotel o dalla struttura ricettiva in </span></strong>cui
si soggiorna. "Un consiglio - prosegue - è di lasciare i vestiti in una
busta di plastica quando li si ripone in armadi e cassetti", scegliendo di
collocarli, aggiunge Celeste, "su ripiani alti e ben distanziati dal
pavimento. Prima di andare via, è bene controllare sempre se ci sono tracce
dell'infestante".<o:p></o:p></span></p>
<p><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Se
si presta attenzione, infatti, "è un fenomeno ben visibile - evidenzia
Celeste - Si può rilevare la presenza dell'infestante adulto, ma le valigie
possono essere vettori anche con la presenza di uova che poi si schiudono"
nei luoghi dove è stata depositata la valigia. La cimice dei letti adulta
misura "intorno ai 5 millimetri, mentre le uova circa 1 o 1,5
millimetri".<span></span></span></p><a name='more'></a><o:p></o:p><p></p>
<p><strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Come eliminarle</span></strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></p>
<p><strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Se una persona viene 'colpita', "potrà notare la presenza di
punture simultanee</span></strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">", segnalate da macchiette
rosse, "che possono essere a grappolo" perché l'insetto "a
distanza di pochi centimetri si stacca e si riattacca da un'altra parte".
Un altro consiglio riguarda i mezzi di trasporto. "Suggerisco - dice
Bonini - di usare degli indumenti coprenti in viaggio, che proteggono di più
quando si va per esempio sui mezzi pubblici come la metro e altri mezzi di
trasporto", treni, autobus e così via. "Anche in estate è bene in
queste situazioni non lasciare esposta troppa superficie corporea". A
bordo è consigliabile dare un'occhiata a braccioli e sedili.<o:p></o:p></span></p>
<p><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">E
al ritorno a casa? "L'ideale - conclude Celeste - sarebbe far 'decantare'<strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"> le valigie
un po' nel box", fuori quindi dalle stanze di casa. Una sorta di
'quarantena'. "E magari togliere il cellophane all'indomani. Poi
controllare minuziosamente </span></strong>la valigia per vedere se ci sono
evidenze della presenza di questo infestante, quindi la cimice adulta che
cammina o le uova. Dopodiché lavare gli indumenti in lavatrice a 60 gradi e,
prima di conservare le valigie nel ripostiglio (all'interno di buste di
plastica), dare una spruzzata di insetticida spray".<o:p></o:p></span></p>
<p><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">"In
Italia, dai nostri dati, non ci sono indicazioni di una crescita delle
infestazioni da cimici <strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">dei letti, come sta accadendo in Francia. Non abbiamo avuto un
aumento delle </span></strong>segnalazioni né dei campioni analizzati. Ma è
anche vero che si tratta di un problema diffuso che i disinfestatori conoscono
bene. E se vengono chiamati ad intervenire risolvono rapidamente, senza che
arrivi la segnalazione. Si tratta comunque di un problema noto: i casi nel
nostro Paese ci sono, come sempre, ma non vediamo picchi". A dirlo
all'Adnkronos Salute è Fabrizio Montarsi, biologo ed entomologo del Laboratorio
di parassitologia, micologia ed entomologia dell'Istituto zooprofilattico
sperimentale delle Venezie (IzsVe), in merito all'allarme per la crescita delle
infestazioni oltralpe.<o:p></o:p></span></p>
<p><strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">In Italia nessun allarme</span></strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></p>
<p><strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">"In Italia, dai nostri dati, non ci sono indicazioni di una
crescita delle infestazioni </span></strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">da cimici dei letti, come sta
accadendo in Francia. Non abbiamo avuto un aumento delle segnalazioni né dei
campioni analizzati. Ma è anche vero che si tratta di un problema diffuso che i
disinfestatori conoscono bene. E se vengono chiamati ad intervenire risolvono
rapidamente, senza che arrivi la segnalazione. Si tratta comunque di un
problema noto: i casi nel nostro Paese ci sono, come sempre, ma non vediamo
picchi", ha affermato all'Adnkronos Salute Fabrizio Montarsi, biologo ed
entomologo del Laboratorio di parassitologia, micologia ed entomologia
dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IzsVe), in merito
all'allarme per la crescita delle infestazioni oltralpe.<o:p></o:p></span></p>
<p><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">"Le
cimici dei letti si diffondono perché vengono <strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">portati da viaggiatori che
tranquillamente utilizzano alberghi di diversa tipologia,</span></strong>
spostandosi magari da un 4 stelle a un ostello con condizioni igieniche non al
top. Oggi questo tipo di viaggi è ancora più diffuso che in passato",
sottolinea l'esperto che esclude l'influenza dei cambiamenti climatici anche
perché si tratta di insetti "che vivono all'interno delle case, dove il
clima è più controllato. Ciò che ne influenza di più l'aumento è<strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"> la
globalizzazione, la possibilità di spostarsi rapidamente </span></strong>e in
luoghi diversificati a livello igienico".<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Tratto da </span><a href="https://www.dottnet.it/topic/Infettivologia"><span style="color: windowtext; font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; text-transform: uppercase;">INFETTIVOLOGIA</span></a><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; text-transform: uppercase;"> REDAZIONE
DOTTNET | 16/10/2023 </span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-57828641979609525922023-10-29T18:19:00.002+01:002023-10-29T18:26:58.067+01:00Certificati medici sportivi : quali le norme <p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 22.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzs_Ke4SElmO0nRh0IGIB57GvgsW8v2_BVempjZJtHYOElf-Rv3uiLkTUuAoJHBMdkhb4cqnTihaAs6qmg4Oyhu-d8-mFP1scpEQMqi4pUNoscp1KH-4CFgorxpj05aIe4gwdm1PjwMUIzD4lFYeGq5J8lKf-knCIhN6HrjDPdQorxrGqFz0draYvzz2_F/s336/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="125" data-original-width="336" height="119" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzs_Ke4SElmO0nRh0IGIB57GvgsW8v2_BVempjZJtHYOElf-Rv3uiLkTUuAoJHBMdkhb4cqnTihaAs6qmg4Oyhu-d8-mFP1scpEQMqi4pUNoscp1KH-4CFgorxpj05aIe4gwdm1PjwMUIzD4lFYeGq5J8lKf-knCIhN6HrjDPdQorxrGqFz0draYvzz2_F/s320/download.jpg" width="320" /></a></div><br />Nelle
settimane scorse i militari dei NAS dell’Italia centrale – nel corso di
un servizio coordinato disposto nella seconda metà di settembre dal Gruppo
Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma – hanno effettuato mirati
controlli presso centri e associazioni sportive, palestre, piscine e ambulatori
al fine di garantire il rispetto della normativa vigente in merito al rilascio
di certificati medici per lo svolgimento di attività sportiva. Nel corso delle
numerose ispezioni, finalizzate alla tutela della salute e della sicurezza
degli atleti e degli sportivi in generale, è stato verificato il possesso e la
regolarità dei certificati di idoneità degli iscritti e frequentatori degli
impianti sportivi accertando il rilascio di certificazione medica per
l’idoneità all’attività sportiva non agonistica, da parte di medici
prescrittori non autorizzati. E’ necessario, dunque, ricordare che se il
rilascio del certificato medico per lo svolgimento <b>di attività
sportive considerate agonistiche è sempre obbligatorio, non vale
altrettanto per quelle non agonistiche</b>. La certificazione medica
in ambito sportivo, anche a livello <b>non agonistico, è regolamentata dal
Decreto Legge n. 158 del 13 settembre 2012 </b>(il cosiddetto Decreto
Balduzzi), nonché dal successivo Decreto Ministeriale del 24 aprile 2013. Il certificato
medico per attività sportiva non agonistica è <b>obbligatorio
per le persone di età superiore ai 6 anni, per gli alunni che svolgono attività
fisico-sportive parascolastiche, organizzate cioè dalle scuole al di fuori
dall’orario di lezione, e per coloro che fanno sport presso società affiliate
alle Federazioni sportive nazionali e al Coni</b> (purché non siano considerati
atleti agonisti). <b>Sono autorizzati a rilasciare questo tipo di certificato,
per i propri assistiti, il medico di medicina generale e il pediatra di libera
scelta, il medico specialista in medicina dello sport, o ancora i medici della
Federazione medico sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale italiano.<span><a name='more'></a></span></b>
<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 22.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt;"><b><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Per quali attività è obbligatorio<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">L’obbligo del certificato
medico dipende dalla tipologia di attività fisico-sportiva che si
intende intraprendere. Ci sono infatti differenze tra chi si reca in una
struttura per praticare attività non agonistica, ma “guidata”, e chi invece vi
pratica un’attività ludico-motoria, finalizzata semplicemente al raggiungimento
e al mantenimento del proprio benessere psico-fisico. <b>Teoricamente, il
certificato medico sportivo non è richiesto per chi voglia iscriversi
in palestra o in piscina, praticare un’attività individuale o collettiva, e non
sia tesserato a Federazioni sportive nazionali</b>, o a enti di promozione
sportiva riconosciute dal Coni. <b>Tuttavia, la palestra o il centro sportivo,
può comunque chiedere di presentarlo a fini assicurativi, nell’eventualità di
infortuni anche per attività ludico-motorie.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Esiste invece <b>un obbligo
vero e proprio a presentare un certificato sportivo non agonistico per
quanti vogliano: praticare uno sport (a livello non agonistico) presso un
ente/organizzazione Coni o da esso riconosciuto,</b> come Csi, Pgs, Uisp, Cusi;
presso società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali come
Figc, Fin, Fit, Fipav; praticare discipline associate Fasi come l’arrampicata
sportiva, o presso gli organi scolastici nell’ambito delle attività parascolastiche.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><b><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Validità del
certificato e altre prescrizioni, costo<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Il controllo si effettua con cadenza
annuale e il certificato vale un anno a decorrere dalla data di rilascio.
Per <b>ottenere il certificato è necessaria una visita presso un medico,
appunto, che consta di anamnesi, esame obiettivo con misurazione della
pressione, elettrocardiogramma a riposo. </b>Per gli ultrasessantenni,
maggiormente soggetti a rischio cardiovascolare, è necessario un elettrocardiogramma
basale, debitamente refertato annualmente; lo stesso tipo di esame è richiesto
per chi, a prescindere dall’età, presenti patologie croniche conclamate che
comportano un aumento del rischio cardiovascolare. Qualora lo ritenga
necessario, il medico può prescrivere altri esami, come una prova da
sforzo massimale, o altri accertamenti mirati, così come decidere di avvalersi
della consulenza del medico specialista in medicina dello sport o, secondo il
giudizio clinico, dello specialista di branca.<b> </b>Il medico certificatore
conserverà poi copia dei referti di tutte le indagini diagnostiche
eseguite, nonché della documentazione in conformità alle disposizioni vigenti e
comunque per la validità del certificato. Per quanto riguarda i medici di
medicina generale e i pediatri di libera scelta, l’obbligo di conservazione dei
documenti può essere assolto anche dalla registrazione dei referti nella scheda
sanitaria individuale informatizzata, quando questa risulti attivata.<b> </b>Stando
a quanto disposto nel 2018 da un decreto del Ministero della Salute di concerto
col Ministero dello Sport, relativo allo sport praticato in età prescolare, per<b>
l’attività sportiva svolta dai bimbi da 0 a 6 anni, non c’è l’obbligo di
presentare il certificato medico </b>ad eccezione dei casi segnalati dal
pediatra.<b><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></b>I certificati per
l’attività non agonistica sono a pagamento (costo 40 euro) se
rilasciati dai medici sportivi, sono invece gratuiti se
rilasciati dai medici di famiglia o dai pediatri di libera scelta
convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale, ma solo nei casi di attività
sportive parascolastiche, su richiesta del Dirigente Scolastico. La gratuità
riguarda la visita e la certificazione, mentre l’eventuale esame strumentale
(elettrocardiogramma), è a carico del richiedente.<b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><b><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Attività
“esonerate”<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Come detto, il certificato
medico sportivo non agonistico è ritenuto obbligatorio per chi si iscriva ad
una palestra o ad una piscina affiliata alla rispettiva Federazione sportiva o
a un Ente di promozione sportiva. Spetterà ai centri sportivi stessi far
compilare e firmare un apposito modulo, nel quale venga specificato che per
potersi iscrivere è necessario il certificato, oltre a federazione sportiva ed
ente cui si risulterà poi iscritti. Per quanti invece si rechino in
palestra o in piscina una volta ogni tanto, il certificato medico
sportivo non è necessario. L’obbligo di presentare il certificato medico,
anche se appartenenti a delle Federazioni o ad Enti regolarmente iscritti al
Coni, non sussiste neanche per quegli sport che richiedono un impegno
fisico ridotto, come ad esempio le discipline di tiro (tiro con l’arco, al
volo, etc.), il golf o la pesca sportiva di superficie<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Tratto da </span><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><a href="https://www.dottnet.it/topic/Professione"><span style="color: windowtext; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-transform: uppercase;">PROFESSIONE</span></a></span><span style="font-size: 9.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-transform: uppercase;"> REDAZIONE DOTTNET |
19/10/2023 <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><o:p> </o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-63335176288762346052023-09-19T19:06:00.000+02:002023-09-19T19:06:12.747+02:0010 consigli ai genitori per il ritorno a scuola <p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 15.0pt; mso-outline-level: 3;"><span style="color: #202020; font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu4TUQ1CjCuTU7wmEsD0fhh9kqL8jB6BwUwdVdgZS-AzOZ18Lc7gVbTePaAsxQfn-GpLhlMMSkzMk_KRkgPafyJAi7gD26auD-3eZVyIih5LHj7cyoDINZjAyGb7v7X1QRzN3LAgRonFxauCR5kx1k9Z_ati_CStSxtrealjgz4C1v9aTlfH6klOZy9p_7/s284/images.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="177" data-original-width="284" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu4TUQ1CjCuTU7wmEsD0fhh9kqL8jB6BwUwdVdgZS-AzOZ18Lc7gVbTePaAsxQfn-GpLhlMMSkzMk_KRkgPafyJAi7gD26auD-3eZVyIih5LHj7cyoDINZjAyGb7v7X1QRzN3LAgRonFxauCR5kx1k9Z_ati_CStSxtrealjgz4C1v9aTlfH6klOZy9p_7/s1600/images.png" width="284" /></a></div><br />Dai pediatri dell’<span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://www.ospedalebambinogesu.it/bambino/istituto-per-la-salute/" target="_blank"><span style="color: black; font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; text-decoration: none; text-underline: none;">Istituto per la Salute</span></a></span><span style="color: #202020; font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù i consigli
per aiutare i genitori ad affrontare nel migliore dei modi, insieme ai propri
figli, il ritorno a scuola.</span><b><span style="color: #202020; font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 18.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></b><p></p>
<ol start="1" type="1">
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Prepariamo lo zaino insieme. </span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Prepariamo con bambini e ragazzi uno zaino leggero, resistente e ben
organizzato, posizionando i libri pesanti vicino alla schiena e indossando
entrambe le bretelle in modo comodo e sicuro.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> Incoraggiamo una giusta postura. </span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Spieghiamo ai bambini come sedersi dritti, appoggiati allo schienale,
con le braccia sul banco, favorendo così la concentrazione e il comfort
durante le lezioni.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Una passeggiata per andare a scuola.</span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> Promuoviamo il movimento attraverso piacevoli attività, come
camminare a scuola o giocare all’aperto, per mantenere mente e corpo
attivi.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Una buona alimentazione per rimanere
concentrati. </span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Bilanciamo
i pasti principali con spuntini sani, fornendo la giusta quantità di
calorie per l’età del bambino e dell’adolescente. Uno spuntino adeguato
dovrebbe fornire il 5-10% delle calorie giornaliere, dunque variare – in
base all’età – tra le 80-100 calorie di un bambino di 6 anni e le 180-200
calorie di un adolescente. Importante la colazione <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e il consumo di frutta e verdura
quotidiano (ndR)<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">La gestione del tempo, tra studio e
gioco. </span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Stabiliamo un orario fisso per i compiti a
casa, prevedendo momenti di riposo, studio e attività sportive, per una
routine equilibrata.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Condividiamo le esperienze
scolastiche. </span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Mostriamo
interesse per la giornata scolastica, chiedendo non solo delle lezioni ma
anche delle amicizie e delle esperienze condivise, creando un dialogo
familiare.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Ognuno ha i suoi tempi.</span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> Notiamo eventuali difficoltà senza allarmarci, rispettando il
ritmo di apprendimento del bambino, specialmente nella lettura e nella
scrittura.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Un supporto senza stress.</span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> Sosteniamo i ragazzi nel prendersi cura dei propri impegni senza
esagerare, rendendo l’apprendimento un’esperienza gratificante, non
stressante.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Rispettiamo l’autonomia</span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">. Offriamo supporto e dialogo senza invadere la privacy, rispettando
la loro autonomia e immagine sociale.<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="background: white; color: #202020; line-height: normal; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Insieme per crescere. </span></b><span style="font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Comunichiamo ai ragazzi che genitori e insegnanti lavorano insieme per
comprendere e superare le difficoltà, creando un ambiente di supporto<o:p></o:p></span></li>
</ol>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #202020; font-family: "Open Sans",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Tratto da
Salute e Sanità 11/09/2023<o:p></o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-7026077567848413022023-09-06T11:09:00.000+02:002023-09-06T11:09:02.629+02:00Covid è meno aggressivo, basta allarmismi<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD2kH757q8S8ZF3pBrUCHJ4RzxsvfNxmwM9qiIqT2FHmt8pHsHZtcivGng1PqcqIyAwAhitNH6nsDS4g4ey94vR8xyfKhOzzWdtLuad2Nxt1Khy0gCsLymtfCAFCybkUEIMpRjD_xJ86K9DoC1QJlpSPKyRaljO3bRaewPNhFw0p6d-2ObXh08ikjlFLLW/s360/png-transparent-virus-coronavirus-corona-covid-19-covid-thumbnail.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="360" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD2kH757q8S8ZF3pBrUCHJ4RzxsvfNxmwM9qiIqT2FHmt8pHsHZtcivGng1PqcqIyAwAhitNH6nsDS4g4ey94vR8xyfKhOzzWdtLuad2Nxt1Khy0gCsLymtfCAFCybkUEIMpRjD_xJ86K9DoC1QJlpSPKyRaljO3bRaewPNhFw0p6d-2ObXh08ikjlFLLW/s320/png-transparent-virus-coronavirus-corona-covid-19-covid-thumbnail.png" width="320" /></a></div><br />“Non c’è
motivo di preoccupazione. I casi di Covid “aumentano e forse aumenteranno
ancora, sono comunque forme lievi, ma non crescono i ricoveri in
ospedale”, il virus “è sempre meno virulento. Provoca febbre, mal di gola,
raffreddore<b>. Non polmonite. Si ferma alle vie respiratorie superiori”.<o:p></o:p></b><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">E' quanto ha
spiegato Giorgio Palù, virologo e presidente <b>dell’Agenzia italiana
del farmaco (Aifa),</b> in un’intervista al ‘Corriere della Sera’: <b>“C’è una
relazione inversa tra contagiosità e mortalità -</b> ha detto - il virus non
può permettersi oggi di essere più patogeno perché equivarrebbe all’estinzione.
Il Sars-CoV-2 ha avuto bisogno di adattarsi all’uomo e diventare endemico.
Quindi<b>, finiamola di mettere paura alla gente”</b>, ammonisce.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">E sull’ultima variante <strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">del virus
dice: “Non ci sono indicazioni che Pirola sia più pericolosa </span></strong>o
contagiosa tanto che è stata classificata come semplice virus da monitorare da
parte dell’agenzia europea Ecdc per il controllo delle malattie infettive. Come
dire, seguiamone il suo cammino ma senza patemi”. Da qui l‘invito di Palù a
“ricordare che, anche se l’infezione è innocua per noi stessi, può costituire
un rischio per anziani e persone debilitate”.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">In caso di sospetto sulla possibilità di aver <strong><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">contratto il
virus? “La diagnosi prudenziale è sempre l’approccio migliore </span></strong>in
medicina, ha concluso invitando quindi a “fare il tampone, in presenza di
sintomi respiratori, e regolarsi di conseguenza con senso di responsabilità”.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Tratto <span style="color: black; mso-themecolor: text1;">da </span></span><a href="https://www.dottnet.it/infettivologia"><span style="background: white; color: black; font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-themecolor: text1; text-transform: uppercase;">INFETTIVOLOGIA</span></a><span style="background: white; color: black; font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-themecolor: text1; text-transform: uppercase;"> | REDAZIONE DOTTNET | 31/08/2023 </span><span style="color: black; font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-themecolor: text1;"><o:p></o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-23240227128842488442023-08-21T09:45:00.000+02:002023-08-21T09:45:04.375+02:00Buone Vacanze<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZKT6whLWOP_5llCcxCSNLHSFL4n27ealyb4-UfcuAya-G0Xy3YdUEsZfRc3Xglwpc3l5dQA7DCsP2-1FIzqKScmdp2eWjHeQnCTOKRihhx7vz_ss_7Gz4iqQPT63oprAn872VkRgYupHDLJhO2cuSaT4Y1LUqOB7TKLiJcZYKCrVZQ7HP1Z9cWGNUuXXz/s213/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="120" data-original-width="213" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZKT6whLWOP_5llCcxCSNLHSFL4n27ealyb4-UfcuAya-G0Xy3YdUEsZfRc3Xglwpc3l5dQA7DCsP2-1FIzqKScmdp2eWjHeQnCTOKRihhx7vz_ss_7Gz4iqQPT63oprAn872VkRgYupHDLJhO2cuSaT4Y1LUqOB7TKLiJcZYKCrVZQ7HP1Z9cWGNUuXXz/s1600/download.jpg" width="213" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p>LA REDAZIONE AUGURA AI SUOI LETTORI </p><p>BUONE VACANZE </p><p><br /></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-52944818461562233042023-08-04T19:52:00.001+02:002023-08-04T19:52:48.086+02:00Latti vegetali cosa ne sappiamo ….<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4P57nzq5SO2HtmVy6Kvzw1OlaKGUBZY09ytRs8F-MxWNZStZCYoh_0uQCuvzt0pYffl4zjsSzV26lQvux9ayY-46QYq1_o7zxXCJ0vTXaNvWEymLbpWrdjkLKAmX-6UL_8TtoS_HheEn-ngk54bXblOVY9j3scOc6zZxmN_g4afJtHfjyts4OMC6pSH6T/s166/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="130" data-original-width="166" height="130" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4P57nzq5SO2HtmVy6Kvzw1OlaKGUBZY09ytRs8F-MxWNZStZCYoh_0uQCuvzt0pYffl4zjsSzV26lQvux9ayY-46QYq1_o7zxXCJ0vTXaNvWEymLbpWrdjkLKAmX-6UL_8TtoS_HheEn-ngk54bXblOVY9j3scOc6zZxmN_g4afJtHfjyts4OMC6pSH6T/s1600/images.jpg" width="166" /></a></div><br />La maggior parte del latte a base vegetale, da
quello di soia a quello di avena o riso solo per fare qualche
esempio, ha una quantità inferiore di proteine rispetto al latte vaccino,
e in quasi un terzo dei casi è privo anche di calcio e vitamina D rispetto
all'opzione lattiero-casearia. Lo rivela uno studio presentato a Nutrition
2023, il congresso della Società Americana di Nutrizione. Precedenti
ricerche hanno dimostrato che i latti a base vegetale sono a basso contenuto di
4 minerali chiave: fosforo, magnesio, zinco e selenio. Ora il team di Abigail
Johnson dell'Università del Minnesota ha analizzato le etichette nutrizionali
di 237 prodotti alternativi al latte vaccino, come latte di mandorle, avena,
riso e semi di soia attualmente molto in voga. Sono stati confrontati i livelli
di proteine, calcio e vitamina. E' emerso che solo il 19% dei latti a base
vegetale (meno di uno su 5) corrispondeva al latte di mucca per le proteine. In
media, i latti a base vegetale contenevano solo 2 grammi di proteine per 240
millilitri, mentre il latte di mucca ha 8 grammi per 240 ml, sia scremato, sia
parzialmente scremato o intero. I prodotti a base vegetale che
corrispondevano o superavano il contenuto proteico del latte
vaccino tendevano ad essere a base di soia, afferma Johnson.
"Tuttavia, la maggior parte delle persone riceve <b>molte proteine da
altre fonti, come carne, fagioli e legumi, quindi questo potrebbe non essere un
problema",</b> spiega la ricercatrice.<span><a name='more'></a></span> Inoltre, è emerso che il 69% dei
latti a base vegetale (due su tre) era fortificato con calcio e vitamina D, il
che significa che a questi venivano aggiunti nutrienti a concentrazioni che non
si trovano naturalmente in questi alimenti<b>. In questi prodotti, quindi,
i livelli di calcio e vitamina D corrispondono a quelli del latte vaccino</b>.
Tuttavia, non è così nelle alternative non fortificate e di questo va
tenuto conto visto che sia il calcio sia la vitamina D aiutano a rafforzare le
ossa, e la vitamina D rafforza anche il sistema immunitario. I risultati dello
studio sono importanti perché le alternative al latte vaccino sono scelte da un
numero crescente di consumatori e spesso offerte anche ai più piccoli, conclude
Johnson.<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Tratto da <span style="color: black; mso-themecolor: text1;"><a href="https://www.dottnet.it/nutrizione"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; mso-themecolor: text1; text-decoration: none; text-transform: uppercase; text-underline: none;">NUTRIZIONE</span></a></span><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none; mso-themecolor: text1; text-transform: uppercase;"> | REDAZIONE DOTTNET | 25/07/2023</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal;"><span style="color: #333333; font-family: "Lato",sans-serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-45960632034358929592023-07-13T09:44:00.002+02:002023-07-13T09:44:31.241+02:00Aumentato rischio di demenza per terapia ormonale prolungata per la Menopausa<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFwj2MaaPW_cdifUjdU0GeS9qdj8dvLm6fJ3b5Xz1PWmWd_XrSnChwlN2PEVBGzAFnGLnPCFMr-ADTP53wWJ1dWCXI-40sEx1WtXBk2HUfxVq4GLnxMqR-p7cX66KPLWCDktyYYTUoNOo9myF2FXwAdgjCOjetREroGpo-L7Gn03AglgHrhHWvbRuy_Qsx/s262/IMG_2277.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="172" data-original-width="262" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFwj2MaaPW_cdifUjdU0GeS9qdj8dvLm6fJ3b5Xz1PWmWd_XrSnChwlN2PEVBGzAFnGLnPCFMr-ADTP53wWJ1dWCXI-40sEx1WtXBk2HUfxVq4GLnxMqR-p7cX66KPLWCDktyYYTUoNOo9myF2FXwAdgjCOjetREroGpo-L7Gn03AglgHrhHWvbRuy_Qsx/s1600/IMG_2277.JPG" width="262" /></a></div><br />La terapia ormonale che si usa per affrontare i disagi della menopausa
è stata collegata a maggior rischio di demenza e Alzheimer, <b>specie se
assunta per parecchi anni: il rischio è aumentato fino al 74% in più. Lo
rivela uno studio condotto da Nelsan Pourhadi dell'Università di Copenaghen e
pubblicato sul British Medical Journal. </b> La terapia ormonale,
utilizzata per alleviare i comuni sintomi della menopausa come le vampate di
calore, comprende compresse contenenti solo estrogeni o una combinazione
di estrogeni e progestinici, nonché cerotti, gel e creme per la pelle. In
passato si è visto che l'uso a lungo termine della terapia ormonale in
menopausa si associa allo sviluppo di demenza, confermando i risultati del
Women's Health Initiative Memory Study, il più grande studio clinico su questo
argomento. <b>Tuttavia mancavano dati sull'effetto dell'uso a breve
termine e dei diversi regimi di trattamento sul rischio di demenza</b>.<span><a name='more'></a></span>
Per colmare queste lacune, i ricercatori danesi hanno valutato l'associazione
tra l'uso di una terapia combinata di estrogeni e progestinici e lo sviluppo di
demenza in base al tipo di trattamento ormonale, alla durata dell'uso e all'età
di assunzione. Attingendo ai dati del registro nazionale danese, hanno
identificato 5.589 casi di demenza e 55.890 controlli privi di demenza, da una
popolazione di tutte le donne danesi di età compresa tra i 50 e i 60 anni nel
2000. La durata media dell'uso era di 3,8 anni per le donne che hanno
sviluppato demenza e di 3,6 anni per le altre. I risultati mostrano che,
rispetto alle donne che non avevano mai usato il trattamento, quelle che
avevano preso la terapia estrogeno-progestinica avevano un rischio del 24%
maggiore di sviluppare la demenza e la malattia di Alzheimer<b>. Il rischio
cresce con l'uso prolungato, dal 21% in più per un anno o meno al 74% per più
di 12 anni di uso</b>. L'aumento del tasso di demenza era simile tra i regimi
di trattamento continuo (estrogeni e progestinici assunti quotidianamente) e
ciclico (estrogeni e progestinici assunti quotidianamente per 10-14 giorni al
mese). L'uso di una terapia a base di solo progestinico e di soli
estrogeni vaginali non è stato associato allo sviluppo di demenza.<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Tratto da </span><span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://www.dottnet.it/medicina-interna"><span style="background: white; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; text-transform: uppercase;">MEDICINA INTERNA</span></a></span><span style="background: white; color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; text-transform: uppercase;"> |
REDAZIONE DOTTNET | 30/06/2023 13:27</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><o:p> </o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-57045470808083052892023-06-28T10:50:00.000+02:002023-06-28T10:50:24.130+02:00Covid, in arrivo il vaccino Moderna aggiornato contro Kraken<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 22.5pt;"><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuz77zZLGDkwlJmNMwuETltyKHBoCYCarHAE2vPcITd5ntgCAwzZ7TZpU1DvsAie79N34f8byTs5DFnthOwBCDSTN3ISa0wtr2cR2Itm8BkpS16jyjWQSzKSf2mRS0Y-fN-az8y_IuVMDXxijPpF-I7MS37TjfEJkxh666tsTx1wSsoZe6JlaFSnM0qpzx/s612/gettyimages-1253358164-612x612%20-%20Copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="422" data-original-width="612" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuz77zZLGDkwlJmNMwuETltyKHBoCYCarHAE2vPcITd5ntgCAwzZ7TZpU1DvsAie79N34f8byTs5DFnthOwBCDSTN3ISa0wtr2cR2Itm8BkpS16jyjWQSzKSf2mRS0Y-fN-az8y_IuVMDXxijPpF-I7MS37TjfEJkxh666tsTx1wSsoZe6JlaFSnM0qpzx/s320/gettyimages-1253358164-612x612%20-%20Copia.jpg" width="320" /></a></div><br />Sarà pronto
per l'autunno, in vista della <b>prossima campagna di immunizzazione
contro Covid-19, il vaccino di Moderna aggiornato con la famiglia di varianti
Xbb, nel dettaglio Xbb.1.5, Kraken</b>. Lo ha annunciato Chantal
Friebertshaeuser, Senior Vice President, Commercial per l'Europa, Medio
Oriente, Australia e Canada, in conferenza stampa a Roma con il Ceo Stephane
Bancel e il <b>direttore generale di Moderna in Italia, Jacopo Murzi, per
l'apertura della sede italiana dell'azienda.</b>"Per la campagna vaccinale
d'autunno si aspettano <b>le linee guida del ministero della Salute sulle
popolazioni target, sicuramente anziani e fragili, e le modalità</b>. Ci sarà
una corsa contro il tempo in tutti i Paesi per l'approvazione dei nuovi vaccini
da parte delle agenzie regolatorie", ha spiegato Murzi. La procedura
di acquisto dovrebbe rimanere centralizzata a livello europeo, come per i
primi vaccini anti-Covid. Saranno prodotte fino <b>a 50 milioni di dosi di
vaccino anti-Covid aggiornato con la variante Xbb.1.5, la diffusissima
Kraken. Il vaccino sarà infialato in Italia, negli stabilimenti della Thermo
Fisher Scientific a Monza e Ferentino</b>, partner locale di Moderna<span style="color: #4d4d4d; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">. </span><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Per i vaccini 'combo' contro diversi virus,
compreso Sars-Cov-2, bisognerà "aspettare lo sviluppo dei singoli vaccini
- afferma Murzi - quello per il <b>virus respiratorio sinciziale nel 2024 e
quello per l'influenza verso la fine del 2024 e l'inizio 2025, poi si potranno
sviluppare i vaccini combinati Covid-influenza e
Covid-influenza-Rsv". Intenzione di Moderna, attualmente, è
continuare a produrre il vaccino contro Covid-19 nei prossimi anni.</b>"La
pandemia non è più un'emergenza internazionale di sanità pubblica, <b>ma
Covid resterà con noi per sempre - avverte Bancel - Il virus è cambiato e
sta diventando simile all’influenza, ma continua a causare un tasso elevato di
ricoveri e decessi</b>, in particolare fra anziani e fragili. Dobbiamo far
capire alle persone che si tratta di una malattia seria per alcuni, contro la
quale esistono degli strumenti. Le morti per Covid oggi sono evitabili".<span><a name='more'></a></span></span><b><span style="color: #4d4d4d; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> </span></b><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Ma Moderna "non è soltanto una 'Covid
Company'. Grazie alla piattaforma <b>a mRna, stiamo lavorando su tanti altri
fronti, dai tumori alle altre malattie respiratorie e alle patologie
cardiovascolari</b>. Se fino a qualche anno fa poteva sembrare fiction, oggi è
realtà: l’mRna è un messaggero che ti permette di fornire direttamente nelle
cellule le istruzioni per produrre quello che serve. L'informazione diventa
farmaco", sottolinea il Ceo Stèphane Bancel.</span><b><span style="color: #4d4d4d; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></b><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">L'azienda è
'esplosa', nel giro di pochi anni, grazie al vaccino per il Covid, realizzato
in tempi record con l'innovativa piattaforma a mRna. Una rivoluzione
tecnologica che segna il passo "da una farmaceutica analogica alla
farmaceutica digitale", spiega Bacel. Ma Moderna, come ha subito affermato
il Ceo, non è solo l'azienda del vaccino anti-Covid. "Abbiamo 48
farmaci e 30 vaccini in sviluppo per tumori, malattie infettive, rare,
auto-immuni e patologie cardiovascolari. Disponiamo di una piattaforma per
trattare malattie diverse: il trucco, in pratica, è capire come funziona la
patologia e poi fare in modo che quello che serve finisca al posto giusto
all’interno della cellula, con un prodotto su misura per il singolo paziente,
per esempio nel caso dell'oncologia leggendo il Dna del tumore". Nel 2023
Moderna "ha investito 4,5 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, per
farmaci e vaccini con la tecnologia mRna - prosegue Bancel - nel 2019, prima
della pandemia, erano meno di 500mila dollari. Non abbiamo ancora il budget per
il prossimo anno, ma certo gli investimenti in R&D non diminuiranno". Intanto,
Moderna s'insedia in Italia, con l'apertura di un nuovo ufficio a Roma, che
sarà la sede centrale italiana. "Vogliamo essere sempre più presenti e
continuare a costruire e consolidare le nostre attività in Italia, un Paese che
rappresenta una parte fondamentale del nostro business e delle nostre
operazioni in Europa", spiega Murzi. La sede romana è, dunque, un primo
passo. "Cominciamo con 20 dipendenti, ma il piano è di raddoppiarli,
triplicarli nel prossimo futuro. Puntiamo inoltre a sviluppare farmaci in
Italia grazie alla nuova legislazione che ha semplificato la materia, favorendo
gli investimenti e la conduzione degli studi clinici in Italia. Il terzo ambito
di investimento - racconta Murzi - è manufatturiero. Gran parte della nostra
produzione per l'Europa attualmente viene fatta in Italia, con il nostro
partner locale, Thermo Fisher a Monza e Ferentino per la produzione di vaccini
mRna, a cui si aggiungeranno altri partner. Ma puntiamo a essere presenti con
stabilimenti e ambiti produttivi interamente di Moderna".<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">La sede romana
avrà un ruolo chiave "per sviluppare e sostenere - conclude Murzi -
le relazioni con gli stakeholder privati e istituzionali, la comunità
scientifica e l'ecosistema locale dell'innovazione e della ricerca".<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; letter-spacing: 3.75pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Tratto da </span><a href="https://www.dottnet.it/farmaci"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #b90007; font-size: 14pt; text-transform: uppercase;">FARMACI</span></a><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #545454; font-size: 14pt; text-transform: uppercase;"> | REDAZIONE DOTTNET |
22/06/2023</span><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; letter-spacing: 3.75pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p> </p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-78894882104061603882023-06-09T09:37:00.002+02:002023-06-09T09:37:44.444+02:00LATTE DI CAPRA : PERCHE' E' UTILE ?<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1tpYETQRB8ur8Akon7jmpKFQPXlUfwcw_OzEVifdFeah7-lVaLbdrANYGWBx29qwxSnk9o1cFe9T5JTDnu4eBiuvwHJrAwDBAjpfR7nJ3qP8VEnmTAzJ4xszjf7ENcYwRUflMpjOZTR7iAflb8iIHoaX9r36vCqhVFgq3R7-e5DISNfJxkJzPxEhZlA/s275/capra.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1tpYETQRB8ur8Akon7jmpKFQPXlUfwcw_OzEVifdFeah7-lVaLbdrANYGWBx29qwxSnk9o1cFe9T5JTDnu4eBiuvwHJrAwDBAjpfR7nJ3qP8VEnmTAzJ4xszjf7ENcYwRUflMpjOZTR7iAflb8iIHoaX9r36vCqhVFgq3R7-e5DISNfJxkJzPxEhZlA/s1600/capra.jpg" width="275" /></a></span></span></div><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"><br />Da alcuni anni sono sempre più numerose le persone che utilizzano latte di capra , mentre è in calo il consumo di latte vaccino. </span><span style="vertical-align: inherit;">Una moda o una dotazione indispensabile alla luce delle patologie emergenti come allergie, ipersensibilità alimentari o altro?</span></span><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">In questo articolo cercheremo di descrivere le caratteristiche e le indicazioni anche alla luce dei dati scientifici presenti.</span></span></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Il latte di capra sembra innanzitutto </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">un prodotto sano e sostenibile per l'ambiente infatti le capre ai meno spazio utilizza, meno risorse e meno trattamenti rispetto. </span><span style="vertical-align: inherit;">Inoltre i caseifici meno si affidano a trattamenti a base di ormoni per aumentare la produzione, inoltre la composizione di questo latte varia a seconda della dieta, della razza, dell'ambiente, della salute dell'animale e della stagione in cui viene prodotto</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">(una differenza del latte vaccino che è stabile). </span><span style="vertical-align: inherit;">Il contenuto proteico medio del latte di capra può essere più alto di quello del latte vaccino (ma può comunque variare ampiamente). </span><span style="vertical-align: inherit;">C'è comunque una netta somiglianza (85-95%) tra la composizione aminoacidica delle sei principali proteine del latte vaccino e del latte di capra (quindi chi è veramente allergico alle proteine del latte di mucca lo è anche al latte di capra).</span></span></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Per quanto riguarda </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">i lipidi del latte di capra essi sono presenti sotto forma di globuli di grasso più piccoli dei globuli del latte vaccino, questo lo rende più digeribile rispetto al latte di mucca , in quanto è maggiore la superficie</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> esposta all'azione degli enzimi digestivi . </span><span style="vertical-align: inherit;">La crema di latte di capra è ricca di </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">acidi grassi a catena media e corta, importanti per le funzioni immunitarie e metaboliche.</span></span></b></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">A proposito degli zuccheri, il principale è il lattosio, il principale quale favorisce l'assorbimento intestinale di calcio, magnesio e fosforo e l'utilizzo di vitamina D </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">. </span><span style="vertical-align: inherit;">Il contenuto di lattosio nel latte di capra è comunque inferiore dello 0,2-0,5 per cento rispetto al latte vaccino, ma oltre al lattosio il latte di capra contiene oligosaccaridi, glicopeptidi, glicoproteine e zuccheri nucleotidici in maggiore quantità rispetto al latte vaccino , mostrando un profilo oligosaccaridico (con attività prebiotica) similitudine a quello del latte materno.</span></span></b></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><a name="more"></a><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Per quanto riguarda la concentrazione di minerali e vitamine, nel latte di capra è maggiore in potassio, calcio, magnesio, fosforo e riboflavina , mentre la quantità di selenio, utile per il buon funzionamento del sistema immunitario, è simile a quella del latte materno. </span><span style="vertical-align: inherit;">Invece vitamina B12 e acido Folico sono in quantità inferiore rispetto a quello vaccino, mentre la vitamina A è superiore nella capra. </span><span style="vertical-align: inherit;">Sia latte di mucca che capra sono carenti in Vitamina B6, C e D e Ferro, ciò non li rende adatti all'alimentazione del lattante, anche perché entrambi presentano un carico di proteine che un sovraccarico renale .</span></span></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Pertanto sia il latte di mucca che il </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">latte di capra andrebbero modificati per poterli utilizzare nei più piccoli. </span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Come sottolineato in un parere scientifico pubblicato nel 2012, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ritiene ci siano prove sufficienti per concludere che le proteine del latte di capra possono essere adatte per l'utilizzo nelle formule per lattanti e nelle formule di proseguimento </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">.</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> IL latte comunque non va considerato solo come nutriente, infatti se analizziamo il latte materno , vi sono contenute sostanze (glicoproteine, anticorpi, oligosaccaridi) che proteggono il lattante riducendo il numero delle infezioni da parte dei germi patogeni e promuovendo lo sviluppo della parete intestinale e del microbiota (comunità di germi presenti normalmente nell'intestino). </span><span style="vertical-align: inherit;">Si è visto inoltre, da alcuni studi, </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">che la composizione del microbiota intestinale del bambino che assume latte di capra è più simile a quella del bambino allattato al seno</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , ciò potrebbe essere alla base dei disturbi intestinali, in particolare </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">la stitichezza, a cui vanno soggetti più facilmente i bambini che assumono latte di mucca.<span></span></span></span></b></span></p><a name='more'></a><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Per quanto riguarda invece l'allergia alimentare e in particolare l'allergia al latte vaccino , che colpisce il 2-3%dei bambini , esiste la possibilità , per la presenza di epitopi comuni che vi possa essere cross-reattività con il latte di capra (reazione allergica simile ), tuttavia alcuni studi hanno suggerito che il latte di capra potrebbe essere meno allergenico del vaccino.</span></span></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Un altro aspetto positivo è la </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">ricchezza di aminoacidi solforati, in particolare la taurina, nel latte di capra, questa è essenziale per la funzionalità del sistema nervoso.</span></span></b></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Da quanto esposto possiamo dedurre come possa essere utile nelle forme lievi di allergia al latte di mucca , possa essere più digeribile, più protettivo per le infezioni e per certi versi con una composizione più simile al latte materno, ciò lo renderebbe adatto anche al lattante, purtroppo in Italia non sono ancora disponibili preparazioni formulate per l'infanzia.</span></span></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: #E3DFDF; line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Tratto da Mondo Pediatrico n°1 gennaio-febbraio2015(Latte di Capra : proprietà e prospettive di utilizzo)</span></span></span><span style="color: #333333; font-family: "Arial",sans-serif; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-39985638523653791662023-05-24T10:49:00.000+02:002023-05-24T10:49:31.887+02:00ANTIBIOTICI NEL PRIMO ANNO DI VITA <p> </p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_vhON76loR9BmGqBGfNZaEOVrVswWusk_GGMbXgOLwNvpgse04qSoqzJD5M70qwPp8gDvwgiuoZSzzibLoLHs2SJUwqP2JJ4Bt-QBaQpcf3f3XWj8Lsr9Pve18CMFAJhcvtzSwmLcq9PptTqAe13edBFJaRql5ysX-UL9byA5vEQtlS3J6q_3XPxCGg/s360/png-transparent-assorted-medication-tablet-tablet-candidiasis-pharmaceutical-drug-antibiotics-therapy-pills-miscellaneous-image-file-formats-medicine-thumbnail%20-%20Copia.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="235" data-original-width="360" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_vhON76loR9BmGqBGfNZaEOVrVswWusk_GGMbXgOLwNvpgse04qSoqzJD5M70qwPp8gDvwgiuoZSzzibLoLHs2SJUwqP2JJ4Bt-QBaQpcf3f3XWj8Lsr9Pve18CMFAJhcvtzSwmLcq9PptTqAe13edBFJaRql5ysX-UL9byA5vEQtlS3J6q_3XPxCGg/s320/png-transparent-assorted-medication-tablet-tablet-candidiasis-pharmaceutical-drug-antibiotics-therapy-pills-miscellaneous-image-file-formats-medicine-thumbnail%20-%20Copia.png" width="320" /></a></div><br />L'uso di
antibiotici durante il primo anno di vita del neonato esercita una forte
influenza sul suo microbiota intestinale, con un <b>impatto particolarmente
negativo sulla componente bifidobatterica.</b> A causa della loro elevata
abbondanza in questo periodo di vita, i bifidobatteri rivestono un ruolo
importante nello sviluppo generale del bambino, e c'è motivo di credere che <b>l'alterazione
del microbiota intestinale neonatale associata agli antibiotici, e soprattutto
all’amoxicillina, possa avere conseguenze a lungo termine sulla salute
dell’individuo</b>. Lo studio clinico Antibiotics in early life associate with
specific gut microbiota signatures in a prospective longitudinal infant cohort,
pubblicato <b>su Pediatric Research</b> del gruppo Nature nel 2020, ha
analizzato 163 campioni fecali provenienti da 40 neonati di 2,3 mesi di età
media, di cui 22 erano stati trattati con amoxicillina o macrolidi nel followup
prudenziale dopo un’infezione da virus sinciziale respiratorio.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b>Un singolo ciclo di amoxicillina o
macrolidi ha provocato l'aberrazione del microbiota del neonato caratterizzato
dalla variazione dell'abbondanza di bifidobatteri, enterobatteri e clostridi,
che è durata diversi mesi</b>.<span><a name='more'></a></span> Il recupero dagli antibiotici è stato associato
ad un aumento dei clostridi; inoltre, l'uso di antibiotici ha indotto
alterazioni dei profili microbiotici associate <b>a condizioni infiammatorie</b>.
Si ritiene che i bifidobatteri neonatali guidino il corretto sviluppo del
sistema immunitario, attraverso il contatto diretto con le cellule dell’ospite
all'interfaccia della mucosa intestinale. Infatti, <b>l'uso di antibiotici
durante il primo anno di vita è stato collegato ad un aumento del rischio di
allergia al latte vaccino, asma, eczema, raffreddore da fieno, respiro
sibilante, atopia e malattie infiammatorie intestinali.</b><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Oltre agli effetti immunologici, <b>il
microbiota intestinale della prima infanzia sta emergendo come un fattore
importante nella regolazione della fisiologia generale dell'ospite, in
particolare del metabolismo; è stato riscontrato che la scarsa abbondanza di
bifidobatteri durante i primi mesi di vita è associata a un aumento indice di
massa corporea nella tarda infanzia, aumentando la suscettibilità al sovrappeso
e all’obesità indotte dalla dieta in età più avanzata.</b><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Esistono delle ipotesi di trattamento di
sostegno alla disbiosi da antibiotici. Gli studi indicano che il microbiota
infantile può essere più fragile di quello dei bambini più grandi in relazione
agli effetti degli antibiotici, poiché sia l'amoxicillina che i macrolidi hanno
avuto effetti simili e molto persistenti.<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Tratto da
MedNews Care Aprile 2023<o:p></o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-78870199157053792022023-05-14T18:55:00.001+02:002023-05-14T18:55:36.647+02:00PASTI PIU’ LENTI FAVORISCONO IL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA NEI BIMBI<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie3NjeClVWQiSIV9rHCydCD_GzsuPz88PvglOY1eo4OiPZ2Ne_rnVCJcgRlIYvlk0hLYsihH_pknNNFzae2Bqw2V0RZuvLkhaAigOWw2sMo6yLP8npf9BqvU1qQrub_sMAI_rEylOLlN8mTASLgdIL-w5ywwbcljUKH_So22rVeclV5Lz3d9xhdgHS8g/s275/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie3NjeClVWQiSIV9rHCydCD_GzsuPz88PvglOY1eo4OiPZ2Ne_rnVCJcgRlIYvlk0hLYsihH_pknNNFzae2Bqw2V0RZuvLkhaAigOWw2sMo6yLP8npf9BqvU1qQrub_sMAI_rEylOLlN8mTASLgdIL-w5ywwbcljUKH_So22rVeclV5Lz3d9xhdgHS8g/s1600/download.jpg" width="275" /></a></span></span></div><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"><br />La fretta non è amica della sana alimentazione. </span><span style="vertical-align: inherit;">La conferma arriva da uno studio coordinato dal Max Planck Institute for Human Development di Berlino e pubblicato su </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Jama Network Open,</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> secondo cui </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">pasti più lunghi di una decina di minuti e rilassati incentivano i bambini a mangiare più frutta e verdura</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> , senza avere ricadute sul consumo di altri alimenti </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">. </span><span style="vertical-align: inherit;">"Un basso consumo di frutta e verdura aumenta il rischio di malattie croniche non trasmissibili. Eppure i bambini di tutto il mondo mangiano molta meno frutta e verdura rispetto alla quantità raccomandata",</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">scrivi i ricercatori. </span><span style="vertical-align: inherit;">Il team ha verificato l'impatto della durata dei pasti sull'alimentazione coinvolgendo 50 coppie genitore-bambino. </span><span style="vertical-align: inherit;">Tutte le coppie sono state osservate nel contesto di due pasti identici in tutto, tranne che nella durata. </span><span style="vertical-align: inherit;">Nel primo pasto, gli inservienti hanno annunciato che avrebbero sparecchiato dopo un tempo pari alla durata tipica dei loro pasti a casa (in media, circa 20 minuti). </span><span style="vertical-align: inherit;">Nella seconda, il tempo è stato aumentato del 50% (circa 10 minuti aggiuntivi). </span><span style="vertical-align: inherit;">Quando c'era più tempo a disposizione i bambini mangiano più frutta senza che aumentasse il consumo degli altri alimenti; </span><span style="vertical-align: inherit;">inoltre, mangiavano più lentamente e riportavano un maggiore senso di sazietà a fine pasto. </span><span style="vertical-align: inherit;">Si tratta di risultati importanti, spiegano i ricercatori: l'aumento nei consumi di frutta"</span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Questo risultato ha un'importanza pratica per la salute pubblica perché 1 porzione giornaliera aggiuntiva riduce il rischio di malattie cardiometaboliche dal 6% al 7%", scrivono.<span><a name='more'></a></span> Inoltre, "</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">
i pasti familiari più lunghi sono stati associati a una </span></span><b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">velocità di alimentazione più lenta , a un aumento della sazietà ea minor rischio di obesità nei bambini",</span></span></b><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> concludono i ricercatori.</span></span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="font-size: 14pt; text-transform: uppercase;"> <span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Tratto da </span></span></span><a href="https://www.dottnet.it/nutrizione"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">NUTRIZIONE</span></span></span></a><span style="font-size: 14pt; text-transform: uppercase;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"> | </span><span style="vertical-align: inherit;">REDAZIONE DOTTNET | </span><span style="vertical-align: inherit;">05/04/2023 </span></span></span></p>
<p> </p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-40968543631057550582023-04-16T17:07:00.000+02:002023-04-16T17:07:01.818+02:00RITORNA LO STREPTOCOCCO <p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbf3N1J9Q4NUIkluFCbkhPWHZqTE_6PiOq_1YCJZKVSLIls_F7adqGFTd5_IhyB7sthkCLjG4UPCFEQLBPPL5an521Xi4zCKl531k12nqr3bxSEtoaIVqr9UJ7U3f4Rxtq02jYnxsyraxq4xq5hnWIzhaZTlcb1XE5P7yI-2XXjUY_-jEanB6euJZh7A/s259/IMG_1104.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbf3N1J9Q4NUIkluFCbkhPWHZqTE_6PiOq_1YCJZKVSLIls_F7adqGFTd5_IhyB7sthkCLjG4UPCFEQLBPPL5an521Xi4zCKl531k12nqr3bxSEtoaIVqr9UJ7U3f4Rxtq02jYnxsyraxq4xq5hnWIzhaZTlcb1XE5P7yI-2XXjUY_-jEanB6euJZh7A/s1600/IMG_1104.JPG" width="259" /></a></div><br />Casi in aumento e boom di
richieste di tamponi per lo streptococco in Italia dove in diverse zone e,
in particolare, a Roma, le farmacie sono prese d’assalto. Secondo gli
ultimi dati. ci sarebbe un boom di contagi da streptococco tra i bambini
a Roma e i medici sono d’accordo nel sostenere che, <b>rispetto
al 2022, l’infezione è aumentata almeno del 20%. Secondo i farmacisti, però, il
dato sarebbe ancora più alto, a fronte delle richieste di test pervenute.</b><b><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></b><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Gianluca De Filippis,
titolare della farmacia Portuense, ha spiegato a ‘Il Messaggero’: “Da un mese a
questa parte vendiamo gli auto-test dopo che sono tornati in commercio, nel
senso che la loro richiesta nei mesi scorsi era molto bassa poi la domanda è
aumentata ma le ditte ci hanno impiegato un po’ prima di mandarci
il materiale”. La sua farmacia, oltre a vendere i test, li esegue anche.
De Filippis ha aggiunto a questo proposito: “Non è semplice come esame. anche
se molto rapido poi nel risultato, perché con un tampone si devono raggiungere
le tonsille e nei bambini piccoli spesso è difficile”.</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In media, in quasi tutte le
farmacie di Roma ogni giorno sono venduti o eseguiti, laddove possibile, una
decina di test mentre nello stesso periodo del 2022 le richieste erano minime o
pari a zero. Teresa Rongai, a capo della Federazione italiana medici
pediatri del Lazio, ha dichiarato: <b>“L’infezione da streptococco è sempre
esistita ma, con la rincorsa al test in presenza anche solo di un positivo in
una classe, possono emergere altri positivi. Attenzione, però, perché molti
bambini sono portatori sani e dunque, senza sintomi, non devono assumere in
alcun modo gli antibiotici come si prevede invece per i sintomatici</b>”. <span></span></span></p><a name='more'></a>Stando
a quanto si evince dal numero delle assenze a scuola, lo streptococco avrebbe
colpito non solo il target 2 mesi-6 anni, ma anche i bambini più
grandi. Antonino Reale, pediatra dell’Istituto per la Salute dell’ospedale
Bambino Gesù, ha fatto chiarezza sull’argomento streptococco, rilasciando
alcune dichiarazioni a ‘Fanpage’: <b>“Sicuramente abbiamo registrato
un netto aumento dei casi di streptococco da un mese, circa il 30% in più
rispetto agli ultimi 3 anni.</b> Sono dati, però, su cui non facciamo molto
affidamento, in quanto a limitarli c’erano il lockdown, le mascherine e il
distanziamento sociale. Per quanto riguarda gli accessi in ospedale c’è un
aumento degli accessi per tonsilliti da streptococco, ma questo non ci
meraviglia, perché come tutte le infezioni c’è una ciclicità”.<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il pediatra ha poi spiegato
perché “<b>non bisogna creare allarmismi</b>“: “I sintomi sono febbre
alta, gola arrossata, a volte vomito, linfonodi della gola ingrossati. In caso
di epidemia e il medico sa che in una classe ci sono vari casi di streptococco,
il bambino ne presenta i sintomi, allora è utile fare un tampone<b>. In rari
casi lo streptococco può provocare otiti, polmoniti, ascessi tonsillari,
scarlattina, ma le complicazioni gravi sono rare”. </b></span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://www.dottnet.it/infettivologia"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-decoration: none; text-transform: uppercase; text-underline: none;">INFETTIVOLOGIA</span></a></span><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;"> | REDAZIONE DOTTNET |
17/03/2023 </span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;"><o:p></o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-52649980207489764432023-03-22T12:13:00.001+01:002023-03-22T12:13:30.565+01:00Emicrania : sette rimedi non farmacologici per frenarla<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh46LBJyHN6KKQngYdS1N-mSwDe5DjqUaB-94sWx_hGfaeAGGMapzEX8ugTnKgfXtR4bY2uz-3gvtjFqIS-WXCWvKz5frIHzEXArN3uaNty_zvQMY7XHUTinwjZAjFtgLm_Ej5-nQPNUYMupnHUWZGo07jP-joH8Ua5fXaLQmnbv0ttlDkzIGZc3Pifwg/s225/IMG_1028.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh46LBJyHN6KKQngYdS1N-mSwDe5DjqUaB-94sWx_hGfaeAGGMapzEX8ugTnKgfXtR4bY2uz-3gvtjFqIS-WXCWvKz5frIHzEXArN3uaNty_zvQMY7XHUTinwjZAjFtgLm_Ej5-nQPNUYMupnHUWZGo07jP-joH8Ua5fXaLQmnbv0ttlDkzIGZc3Pifwg/s1600/IMG_1028.JPG" width="225" /></a></div><br />Dalla corretta
idratazione al magnesio, ci sono <b>vari e semplici modi per contrastare gli
attacchi di emicrania - </b>sia che se ne soffra cronicamente (almeno 15
attacchi al mese) sia in maniera episodica, tutti da provare: lo spiega Nada
Hindiyeh, membro del comitato media della American Headache Society.<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">"Molti interventi <b>non
farmacologici</b> possono alleviare gli attacchi di emicrania", afferma
anche Lauren Natbony della Icahn School of Medicine del Mt. Sinai di New
York che ha appena pubblicato <b>una review sull'emicrania sulla rivista
Current Pain and Headache reports. </b>Ad esempio</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">1)</span></b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <b>il magnesio</b> che, spiega Natbony, svolge un
ruolo chiave nella <b>funzione muscolare e nervosa</b>, può anche aiutare a
contrastare le attività cerebrali che causano l'emicrania. Alcune ricerche, ad
esempio una appena pubblicata sulla rivista Nutriens, suggeriscono che una <b>dieta
troppo povera di magnesio può peggiorare l'emicrania e che l'assunzione di
questo integratore durante un attacco può aiutare a fermare i sintomi. </b>
"Il magnesio è l'integratore più studiato per l'emicrania", afferma
Natbony.</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">2)un impacco fresco</span></b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> può aiutare, afferma Hindiyeh. "I nervi
coinvolti nell'emicrania si estendono alla testa e al collo - spiega. Un
impacco <b>freddo può calmare le terminazioni nervose". </b>Sebbene un
semplice impacco di ghiaccio premuto sulla testa o sul collo possa essere d'aiuto,
le capsule di gel freddo progettate specificamente per l'emicrania sono una
scelta migliore. Secondo uno studio pubblicato su Evidenced-Based Complementary
and Alternative and Medicine, gli impacchi freddi danno sollievo al dolore alla
testa <b>in meno di 30 minuti</b>.</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Un altro rimedio utile nel
corso di un attacco è l'aria fresca, o uscendo a fare due passi o in casa,
spegnendo le luci e usando l'aria condizionata o un ventilatore. <b>3)"Stare
in una stanza fredda, buia e silenziosa</b> spesso aiuta", dice Hindiyeh.
E ancora,</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">4)</span></b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <b>fare un sonnellino</b>: quando un attacco di
emicrania è in atto, si può ottenere un sollievo ancora maggiore se si possono
chiudere gli occhi e fare un pisolino, dice Natbony. Infatti i <b>disturbi del
sonno e l'emicrania sembrano essere interconnessi</b>, come dimostra una
ricerca pubblicata sulla rivista Medicine. I ricercatori notano che più
attacchi di emicrania si verificano, peggiore è il sonno di una persona;
inoltre, la privazione del sonno è stata collegata a un aumento del dolore
percepito. "Un sonnellino, anche breve, può essere utile perché il sonno è
un antidolorifico naturale", afferma Natbony.</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">5)Aromaterapia - Secondo
Natbony, alcuni profumi, in particolare la lavanda e la menta piperita, sono un
altro rimedio naturale per i sintomi dell'emicrania</span></b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">. È possibile utilizzare questi oli essenziali in un
diffusore per aromaterapia a casa o portare con sé spray o roll-on. Alcuni
studi hanno dimostrato che l'aromaterapia con una serie di oli essenziali è
utile per ridurre il dolore, compreso quello provocato dagli attacchi di
emicrania.</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">6)Bere acqua -</span></b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> La disidratazione può scatenare l'emicrania e rendere
gli attacchi più frequenti e gravi, come suggerisce una ricerca pubblicata sul
Journal of Clinical Neuroscience. Secondo esperti della Cleveland Clinic,
quando si è disidratati il tessuto cerebrale può restringersi e allontanarsi
leggermente dal cranio, esercitando una pressione sui nervi e causando dolore. <b>Bere
rapidamente un bicchiere d'acqua al primo segnale di un attacco di emicrania </b>può
aiutare a tenere sotto controllo i sintomi, dice Hindiyeh.<span></span></span></p><a name='more'></a><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">7)Dispositivi indossabili per
l'emicrania</span></b><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> - Un'altra
opzione per fermare gli attacchi di emicrania senza farmaci è l'uso di
dispositivi indossabili che utilizzano una leggera corrente elettrica per stimolare
e <b>desensibilizzare i nervi coinvolti nel dolore dell'emicrania,</b> spiega
Natbony. Esistono diverse opzioni di questo tipo che hanno ricevuto l'ok della
Food and Drug Administration (FDA), tra cui Nerivio, Cefaly, Gammacore, SAVI
Dual e Relivion. "Sono <b>un'eccellente opzione non farmaceutica e possono
essere utilizzati in combinazione con i farmaci o al loro posto</b>",
afferma Natbony, aggiungendo che molti di questi dispositivi sono abbastanza
piccoli da poter essere portati con sé e utilizzati facilmente in viaggio.</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tratto da Neurologia,
Redazione Dottnet 13/03/2023</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-60126119174745239212023-03-12T22:34:00.001+01:002023-03-12T22:34:48.723+01:00PERCHE’ E’ IMPORTANTE INTEGRAZIONE DI VITAMINA D<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 15.0pt; text-align: justify;"><span style="color: black; font-size: 14.0pt; letter-spacing: 1.5pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN_tP1u028yJ6Z4KLcFA_yYQcEfsIUVAEvROs0J3tJxkFBwHGjvOizaXEtXaxA8udIlUzyA0fU8NcSeE0b0P7hDrhKXxUlUfGgtSGzYfKDOP1A-i24xIqqwPXD9-b_ReJ-x54cnRQmmfCE8mN95zaYF14i86bjRX64-9mJVcqUADrLsHPt3YGiit8ZNg/s612/IMG_1019.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="459" data-original-width="612" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN_tP1u028yJ6Z4KLcFA_yYQcEfsIUVAEvROs0J3tJxkFBwHGjvOizaXEtXaxA8udIlUzyA0fU8NcSeE0b0P7hDrhKXxUlUfGgtSGzYfKDOP1A-i24xIqqwPXD9-b_ReJ-x54cnRQmmfCE8mN95zaYF14i86bjRX64-9mJVcqUADrLsHPt3YGiit8ZNg/s320/IMG_1019.JPG" width="320" /></a></div><br />La vitamina D è entrata prepotentemente nella conoscenza del medico, da
alcuni anni, non più solo per la sua nota funzione di favorire la produzione di
calcio e conseguentemente la mineralizzazione ossea, ma in ragione di molte
altre proprietà, e alcune sono veramente importanti. Vediamo le più
significative: La vitamina D contribuisce a trasformare il triptofano in
serotonina, garantendo in tal modo un <b>buon tono dell’umore</b>. La vitamina
D agisce a livello dell’Ippocampo nella produzione di BDNF (Brain Derived
Neurotrofic Factor) migliorando moltissimo le funzioni legate alla <b>memoria e
alla gestione delle emozioni</b> a causa del collegamento ippocampo-amigdala. Stimola
la produzione di IL 2. Attiva i NK e i linfociti T. Promuove la produzione di
IL-4 e l’inibizione delle citochine proinfiammatorie, quindi contrasta le
infiammazioni. Attiva la produzione di INF gamma. Ha un’azione <b>antivirale</b>.
Inibisce la formazione di placche amiloidee nel cervello (<b>declino cognitivo
e malattia di Alzheimer)</b>. Ha un’azione antiproliferativa immunosoppressiva
con effetti di pro-differenziazione nella cute, quindi utile nelle malattie
dermatologiche es.Psoriasi, Vitiligine. È espressione di potenti peptidi <b>antimicrobici</b>
e contribuisce all’aumento delle possibilità di azione dei macrofagi
(Infezioni) .Importante è la sua azione anti-proliferativa(antitumorale) con
pro-differenziazione ed aumento dell’apoptosi e diminuzione dell’angiogenesi in
specifiche cellule cancerose.<span><a name='more'></a></span> Nel tessuto cerebrale sono stati trovati
recettori per la vitamina D a livello della glia e degli astrociti, ricordiamo
che la microglia produce fagociti che migrano in situazioni di lesione, infiammazione,
infezione. La vitamina D viene sintetizzata nel corpo grazie ai raggi solari ma
solo nei mesi <b>da giugno a settembre a causa dell’inclinazione dei raggi UVA.
</b>Come descritto, quindi, le funzioni della vitamina D sono veramente tante e
molto importanti, ne consegue che l’integrazione di questa vitamina è
indispensabile.<b><span style="font-size: 14.0pt; letter-spacing: 1.5pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></b><p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-57514381164956845622023-02-25T10:47:00.000+01:002023-02-25T10:47:12.921+01:00INDAGINE SULL'OMEOPATIA IN ITALIA <p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf4Ek6pPl3uKbMnXCZ0mx7dodg8QFGuM_LOWQF8ZjS4DSruadRXOvtnn4yGwp2uW_Sj_WGQhzpbNAkpz5sIbuBipxR0bqJLjrERzxW8fk6hVoqMe4tE0G2mcGhzryuEy4uPjjbbk50bfZZ6Yc8GMtw2RUHbHLWR8aF3zDkFtuu1y7Od23OeqGY6aOy7A/s1000/IMG_0936.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="667" data-original-width="1000" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf4Ek6pPl3uKbMnXCZ0mx7dodg8QFGuM_LOWQF8ZjS4DSruadRXOvtnn4yGwp2uW_Sj_WGQhzpbNAkpz5sIbuBipxR0bqJLjrERzxW8fk6hVoqMe4tE0G2mcGhzryuEy4uPjjbbk50bfZZ6Yc8GMtw2RUHbHLWR8aF3zDkFtuu1y7Od23OeqGY6aOy7A/s320/IMG_0936.JPG" width="320" /></a></div><br /><b><span style="font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 14pt;">Oltre la metà degli </span></b><strong><span style="font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 14pt; font-weight: normal;">italiani, il 57%, ha utilizzato
l'omeopatia nel corso della vita e si dichiara </span></strong><b><span style="font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 14pt;">soddisfatto nell'81% dei casi</span></b><span style="font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 14pt;">. I connazionali conoscono l'omeopatia e ne
riconoscono il ruolo all'interno della medicina moderna: il <b>66% ha fiducia
della disciplina e il 77% la ritiene complementare alla medicina convenzionale</b>.
Sono alcuni dei risultati dell'indagine 'Omeopatia: conoscenza e utilizzo in
Italia', condotta a ottobre 2022 per Boiron da Harris Interactive, <strong><span style="font-weight: normal;">società di
indagini di mercato a livello internazionale. </span></strong>I dati sono
stati presentati oggi nel corso di un evento online. Realizzata con<strong><span style="font-weight: normal;"> l'obiettivo
di misurare la consapevolezza, la fiducia e l'utilizzo delle varie </span></strong>opzioni
terapeutiche, ma anche per comprendere il posto che l'omeopatia ricopre
all'interno della medicina moderna e valutare quale potrebbe essere la sua
percezione e il suo ruolo in futuro, l'indagine Harris Interactive per Boiron è
stata condotta in Italia su un campione <b>di 1.066 persone, rappresentativo
della popolazione di età pari o superiore a 18 anni</b>. "Quanto
emerge <strong><span style="font-weight: normal;">dall'indagine - commenta Silvia Nencioni, amministratrice
delegata e presidente </span></strong>di Boiron Italia - conferma
un'evidenza che riscontriamo quotidianamente: sono molti gli italiani che
scelgono di affidarsi all'omeopatia, una terapia umana, rispettosa
dell'individuo e sicura, per trattare problemi di salute o per migliorare la
qualità di vita in alcune specifiche circostanze. <span><a name='more'></a></span>Questa indagine, inoltre,
sottolinea alcuni elementi distintivi dell'omeopatia. E' opinione condivisa che
gli omeopatici siano medicinali sicuri ed efficaci, di cui viene anche
apprezzata la naturalità e l'assenza di effetti collaterali<strong><span style="font-weight: normal;">.
Un'opportunità terapeutica che consente, </span></strong>da parte dei
professionisti della salute, una presa in carico globale di tutti i
pazienti". <b>La survey, condotta in 5 Paesi (</b><strong><span style="font-weight: normal;">Italia,
Francia, Spagna, Usa e Canada), mostra che "quasi 7 connazionali </span></strong><b>su
10 hanno una fiducia incondizionata sull'omeopatia; solo uno su 10 non si fida.
L'Italia sulla fiducia è al 66%, subito dopo la Francia (73%), ma prima di
Spagna (61%), Usa (60%) e Canada (50%) </b>- sottolinea nel suo intervento
Andrea Ladina, direttore marketing Boiron Italia - E' quindi una soluzione
terapeutica apprezzata e non di nicchia. <strong><span style="font-weight: normal;">Il questionario segnala inoltre che, per raggiungere un
buon livello di consapevolezza</span></strong>, è ancora necessario fare corretta
informazione: se l'86% degli italiani dichiara di conoscere l'omeopatia,
infatti, solo il 26% sarebbe in grado di parlarne e spiegarla nel modo
corretto. "I dati evidenziano il bisogno di una maggiore comunicazione
sull'omeopatia, importante affinché ci sia consapevolezza e quindi aderenza
alla terapia - afferma Bruno Galeazzi, <strong><span style="font-weight: normal;">presidente Fiamo (Federazione
italiana associazioni e omeopati italiani</span></strong>) - Oggi i pazienti
sono molto più informati e consapevoli rispetto al passato; per questo ritengo
sia doveroso, da parte del professionista della salute, trovare il giusto
approccio per informarli in modo adeguato. Noi, come omeopati italiani, assieme
alle altre associazioni che rappresentano questa categoria, stiamo lavorando
insieme sulla comunicazione dell'omeopatia, per renderla comprensibile e
accessibile a molte più persone". <strong>Il
sondaggio rileva che 6 italiani su 10 pensano di ricorrere all'omeopatia in
futur</strong>o. Tale scelta si basa su vari punti di forza riconosciuti
ai medicinali omeopatici, tra i quali si ricordano il fatto che sono naturali e
quindi senza rischio di effetti collaterali (57%), che consentono di non
utilizzare farmaci chimici (45%), che rappresentano un trattamento efficace
(26%) e un'alternativa migliore per la propria salute (24%). Tra coloro che ne<strong><span style="font-weight: normal;"> ipotizzano
l'utilizzo in futuro - si legge tra i risultati dell'indagine </span></strong>-
<b>il 45% afferma che si rivolgerebbe prima a un medico omeopata o a un medico
generico, mentre il 40% chiederebbe direttamente al proprio farmacista.</b> E'
infatti emerso che il 72% degli italiani riconosce la farmacia come il luogo
più adatto per l'acquisto dei medicinali omeopatici. Infine, il 38% degli
italiani vorrebbe che l'omeopatia fosse proposta più spesso dagli specialisti
della salute e circa il 40% vorrebbe associare l'omeopatia alle terapie
convenzionali.</span><p></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="color: black; font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 14.0pt; mso-color-alt: windowtext;">Realizzata con<strong><span style="font-family: "Source Serif Pro",serif; font-weight: normal;"> l'obiettivo
di misurare la consapevolezza, la fiducia e l'utilizzo delle varie </span></strong>opzioni
terapeutiche, ma anche per comprendere il posto che l'omeopatia ricopre
all'interno della medicina moderna e valutare quale potrebbe essere la sua
percezione e il suo ruolo in futuro, l'indagine Harris Interactive per Boiron è
stata condotta in Italia su un campione di 1.066 persone, rappresentativo della
popolazione di età pari o superiore a 18 anni.</span><span style="font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Tratto da <a href="https://www.dottnet.it/farmaci"><span style="color: black; font-family: "Noto Sans",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;">FARMACI</span></a></span><span style="color: black; font-family: "Noto Sans",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-color-alt: windowtext; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;"> | REDAZIONE DOTTNET | 17/02/2023 </span><span style="font-family: "Noto Sans",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="occhiello" style="background: white; margin-bottom: 22.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 13.5pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 13.5pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-67010798030145892562023-02-08T12:16:00.000+01:002023-02-08T12:16:01.588+01:00Studio italiano: i vaccini Covid non hanno aumentato le malattie cardiovascolari......ma .....<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 22.5pt;"><span style="color: #4d4d4d; font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlnn4ou9tA5rfxuWGMa5vH6MX6ZU4YuQ1iwT3ybuonyKq64zIXDjx1zBmtDWNyTrqe8PKdgtv0vXDsRLnS4YYRimX_yZ28yPZdCBfoM6n_6E5z8vd5oPWm6xX7Cf-4FqamO5CbrTeEcqAYkjh9t64RNGj958saeQ9djYJlobzmLQcrNlMRLBYi3ChTtA/s525/istockphoto-1359314170-170667a%20-%20Copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="328" data-original-width="525" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlnn4ou9tA5rfxuWGMa5vH6MX6ZU4YuQ1iwT3ybuonyKq64zIXDjx1zBmtDWNyTrqe8PKdgtv0vXDsRLnS4YYRimX_yZ28yPZdCBfoM6n_6E5z8vd5oPWm6xX7Cf-4FqamO5CbrTeEcqAYkjh9t64RNGj958saeQ9djYJlobzmLQcrNlMRLBYi3ChTtA/s320/istockphoto-1359314170-170667a%20-%20Copia.jpg" width="320" /></a></div><br />Lo rivela uno studio pubblicato sulla
rivista Vaccines, coordinato da Lamberto Manzoli dell'Università di Bologna.
Nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non
vaccinati .<span style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 13.5pt;">I vaccini anti Covid-19 non
sono associati ad un aumento del rischio di eventi
avversi come infarti, ictus, arresti cardiaci, miocarditi,
pericarditi e trombosi venose profonde. </span><span style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 13.5pt;">Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines, coordinato da
Lamberto Manzoli dell'Università di Bologna. Nessuna patologia è risultata
più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Lo studio è al momento
l'unico al mondo che ha seguito la popolazione (ma come è stata scelta la popolazione ...)per più di un anno.
La ricerca – che ha coinvolto anche studiosi dell’Università di Ferrara e
dell’Asl di Pescara – ha seguito per diciotto mesi, da gennaio
2021 a luglio 2022, l’intera popolazione della provincia di Pescara. Sono
stati raccolti i dati sanitari dei residenti ed è stata analizzata la frequenza
di alcune malattie gravi come malattie cardiovascolari, embolie polmonari
e trombosi. Al termine dell'indagine, nessuna delle patologie esaminate è
risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. </span><span style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 13.5pt;">«I risultati che abbiamo ottenuto mostrano in modo netto che tra i
vaccinati non c'è stato un aumento di rischio di malattie gravi»,
dice Manzoli. «Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di
sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà
ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo». </span><span style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 13.5pt;">Lo studio è al momento l'unico al mondo che ha potuto seguire la
popolazione per più di un anno, prendendo in considerazione numerosi fattori
tra cui l'età, il sesso e il rischio clinico dei partecipanti. I risultati
ottenuti mostrano, in particolare, che sia i decessi registrati che
l’insorgenza delle patologie prese in esame sono stati meno frequenti tra le
persone vaccinate, indipendentemente dal sesso, dall'età e dal profilo di
rischio clinico.L’analisi ha anche confermato che le persone vaccinate che
hanno contratto il COVID-19 sono più protette contro il
coronavirus rispetto a chi è guarito dopo aver contratto la malattia
ma non è vaccinato. Una maggiore incidenza delle patologie considerate è invece
emersa tra chi non ha contratto il COVID-19 e ha solo una o due dosi di
vaccino, rispetto a chi ha tre o più dosi.«Questo dato controintuitivo è dovuto
a un bias epidemiologico causato dalle restrizioni attuate durante l'emergenza»,
spiega Manzoli. <span><a name='more'></a></span>«I dati raccolti mostrano che l’83,2% delle persone
vaccinate che non ha contratto il Covid-19 ha ricevuto almeno tre
dosi di vaccino: </span><b style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro", serif; font-size: 13.5pt;">chi ha ricevuto solo una o due dosi non ha completato
il ciclo vaccinale o perché è deceduta o perché è stata scoraggiata
dall’insorgenza di una malattia». Ma
guarda ! QUESTA E’ LA SERIETA’ DEGLI
STUDI ….SELEZIONO LA POPOLAZIONE DA STUDIARE !</b><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lo studio è stato pubblicato sulla
rivista Vaccines con il titolo «Covid -19 Vaccination Did Not
Increase the Risk of Potentially Related Serious Adverse Events: 18-Month
Cohort Study in an Italian Province». L’indagine è stata coordinata da Lamberto
Manzoli, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche
dell’Università di Bologna. Hanno inoltre partecipato Maria Elena Flacco e
Cecilia Acuti Martellucci dell’Università di Ferrara, insieme a Graziella
Soldato, Giuseppe Di Martino, Roberto Carota, Marco De Benedictis, Graziano Di
Marco, Giustino Parruti, Rossano Di Luzio e Antonio Caponetti della Asl di
Pescara.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #545454; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 8.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;">Tratto da | REDAZIONE DOTTNET
| 18/01/2023 <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.5pt;"><span style="color: #333333; font-family: "Source Serif Pro",serif; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-36425188803782597792023-01-15T19:21:00.000+01:002023-01-15T19:21:10.006+01:00IL PLACEBO E’ EFFICACE COME L’AMOXICILLINA NELLA CURA DELLA BRONCHITE ACUTA <p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 19.5pt; margin-bottom: 0cm;"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; padding: 0cm;"></span></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4Mkcd8u_7qty5C06hanQFVsj1TdgV0Pd2QyPEH37b5fpfuiroN9XKNU1V3_03DOeMTC8YsrzSmcsJbUctIFYsc-k2hSfEZ6UuLDWa1e7Hf2_2a91d_GcmYSkSP3wCeZl8gULtlwWG2IjJb86tMUEpFyCqVaRSIYND5HT0hMTMxVII280nTu0AVaykYw/s275/images%20(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4Mkcd8u_7qty5C06hanQFVsj1TdgV0Pd2QyPEH37b5fpfuiroN9XKNU1V3_03DOeMTC8YsrzSmcsJbUctIFYsc-k2hSfEZ6UuLDWa1e7Hf2_2a91d_GcmYSkSP3wCeZl8gULtlwWG2IjJb86tMUEpFyCqVaRSIYND5HT0hMTMxVII280nTu0AVaykYw/s1600/images%20(1).jpg" width="275" /></a></b></div><b><br />L’
efficacia della terapia antibiotica</b><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; padding: 0cm;"> con amoxicillina
sulla durata dei sintomi nelle infezioni non complicate delle basse vie
respiratorie (con esclusione della polmonite) in età pediatrica è stata <b>confrontata
con placebo</b> in questo studio svolto a livello delle cure primarie in UK. I
criteri di inclusione corrispondevano a quelli comunemente utilizzati per la
diagnosi di bronchite acuta sia nella pratica clinica che in precedenti
revisioni Cochrane. 432 bambini sono stati randomizzati al gruppo antibiotico
(n=221) o placebo (n=211). I genitori hanno compilato un diario dei sintomi e
delle attività quotidiane per almeno una settimana e sino alla persistenza dei
sintomi nelle 4 settimane successive alla randomizzazione<b>. La durata media
dei sintomi non è risultata significativamente diversa nei 2 gruppi</b> (5
giorni nel gruppo antibiotico vs 6 giorni nel gruppo placebo), e neppure nei
soggetti appartenenti a specifici sottogruppi con particolare gravità dei
sintomi nei quali l'antibiotico viene comunemente prescritto.<span><a name='more'></a></span> Pur con i limiti
legati alla valutazione soggettiva degli esiti, lo studio permette di
concludere che, in assenza di sospetto clinico di polmonite, nella maggior
parte dei bambini con infezioni delle basse vie respiratorie i medici
dovrebbero fornire spiegazioni sul decorso della malattia e <b>non prescrivere
antibiotici.<o:p></o:p></b></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 19.5pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; padding: 0cm;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; padding: 0cm;">Tratto da </span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">DOI: </span></span><a href="https://doi.org/10.53141/PEQACP.2022.5.n1" target="_blank" title="DOI: 10.53141/PEQACP.2022.5.n1"><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: windowtext; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">10.53141/PEQACP.2022.5.n1</span></a><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 19.5pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #848484; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 11.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2683886153108706839.post-91891633574928565462022-12-29T19:43:00.000+01:002022-12-29T19:43:28.905+01:00BUONE FESTE !<p> LA REDAZIONE DEL BLOG AUGURA AI SUOI LETTORI </p><p> BUONE FESTE E FELICE ANNO NUOVO </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjGvkaYw3fjOsAVxQJragqj8lb9GJdlPHYH_ajoPZnvTfwj8F7QtVJUUGO9EWpM_alQwXDj-O1vPOJRmkYK8E9ZJQX2hZOeBXSCoF1c7eG84xmjAdTolMQSUv2gxydB8zJAFTSEJu-_52VQLHVan6N6QmqWlHe5aCqv5q5UA7WrfbqK7gjqQJNTnV9NVw" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="188" data-original-width="268" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjGvkaYw3fjOsAVxQJragqj8lb9GJdlPHYH_ajoPZnvTfwj8F7QtVJUUGO9EWpM_alQwXDj-O1vPOJRmkYK8E9ZJQX2hZOeBXSCoF1c7eG84xmjAdTolMQSUv2gxydB8zJAFTSEJu-_52VQLHVan6N6QmqWlHe5aCqv5q5UA7WrfbqK7gjqQJNTnV9NVw" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p>elena bosihttp://www.blogger.com/profile/03513210257529438379noreply@blogger.com0