lunedì 27 settembre 2010

Bere acqua per ridurre l'apporto energetico


I risultati di una revisione sistematica suggeriscono che l'acqua possa giocare un ruolo importante nella riduzione dell'apporto energetico e di conseguenza nella prevenzione dell'obesità, anche se il beneficio dovrà essere confermato da nuovi studi randomizzati e controllati. Il ruolo dell'acqua nel controllo del peso corporeo è stato indagato da Melissa C. Daniels e Barry M. Popkin, nutrizionisti della Scuola di salute pubblica dell'università del North Carolina a Chapel Hill, attraverso l'individuazione e l'analisi di trial clinici, studi epidemiologici e d'intervento che si sono posti l'obiettivo di confrontare gli effetti dell'acqua e di altre bevande sull'apporto energetico e il peso corporeo. Gli autori ricordano che le indagini di questo tipo, disponibili in letteratura, sono scarse e a volte non conclusive. In questa circostanza, tuttavia, uno dei risultati più rilevanti ha riguardato il consumo in età adulta di bevande zuccherate rispetto all'acqua dopo un singolo pasto. Dopo aver effettuato questi confronti, gli apporti totali di energia sono risultati maggiori con il consumo di bevande zuccherate. Gli studi che hanno confrontato i dolcificanti non-nutrienti con l'acqua hanno ottenuto risultati abbastanza coerenti, evidenziando la mancanza di impatto sull'apporto di energia fra gli adulti .

Nutr Rev. 2010; 68(9):505-2

mercoledì 22 settembre 2010

L'anti-H1N1 forse utile per un colpo di coda


Riportiamo l’articolo comparso sul giornale on-line "Vaccinare33"
nel quale si prospetta un riutilizzo del vaccino contro il virus H1N1, invenduto e attualmente in procinto di scadere. Riteniamo superfluo ogni commento .
“Il virus pandemico non è scomparso, ma si sta comportando come un normale virus stagionale: non è mutato, non ha sviluppato resistenze e i vaccini si sono rivelati efficaci e con un ottimo profilo di sicurezza. Tuttavia sono in giacenza e prossimi alla scadenza gli 8 milioni di dosi di vaccini contro l'influenza A, pari a 60 milioni di euro, per i quali il destino di essere smaltiti sembra quello più prevedibile. Allo stato attuale, però, come affermano fonti del ministero della Salute, l'indicazione è di conservarli correttamente. Non è d'altra parte archiviata l'ipotesi di un loro utilizzo "in extremis", perché «il virus H1N1 potrebbe ripresentarsi con un colpo di coda» come afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, che ipotizza anche una soluzione alternativa: potrebbe essere opportuna una verifica per accertare se i preparati mantengano la propria attività anche dopo il superamento della data di scadenza.
"Vaccinare33"
14 settembre 2010 - Anno 4, Numero 8
Elena Bosi, pediatra Milano

lunedì 20 settembre 2010

Lo studio, coccole materne fanno crescere meno stressati


Roma, 27 lug. (Adnkronos Salute) - Baci, carezze e coccole dalla persona che ci ha messi al mondo, per vivere più rilassati da grandi. L'amore materno si dimostra scientificamente un antidoto contro lo stress della vita adulta, come conferma uno studio che appare sul 'Journal of Epidemiology and Community Health' a firma di ricercatori della Duke University di Durham (Usa).Gli autori basano i loro risultati sulle valutazioni psicologiche effettuate negli anni '60 su 482 individui che, allora, avevano otto mesi di vita ed erano inclusi nel National Collaborative Perinatal Project. I volontari sono stati ricontattati negli anni '90, all'età di 34 anni, per una nuova valutazione da parte di esperti. Nella prima parte dell'indagine è stata presa in considerazione la qualità dell'interazione del bebè con la mamma, mentre nella seconda gli ormai adulti partecipanti sono stati esaminati per rilevare eventuali problemi psico-sociali, come ansia e ostilità nei confronti del mondo circostante.Durante lo studio sui bambini è emerso che la maggior parte (85%) delle interazioni madre-bimbo era di buona qualità, mentre una su 10 era caratterizzata da bassa qualità e il 6% da altissima qualità. Il confronto di questi dati con il carattere dei bambini cresciuti ha messo in evidenza che coloro che erano stati coccolati e amati dalla propria mamma risultavano anche gli individui meno stressati e più facilitati nei rapporti sociali. Secondo gli autori, dunque, l'amore materno può influire fortemente sulla nostra vita, fin dai primissimi mesi di vita. Anzi, se almeno fino a otto mesi siamo stati coccolati dalla mamma, avremo più chance di affrontare meglio la vita adulta.
"Quotivadis" 28luglio 2010
Elena Bosi, pediatra Milano

venerdì 17 settembre 2010

Brindiamo alla salute …


C’è ancora qualcuno che nutra dubbi sul fatto che l’assunzione di alcol possa comportare una maggiore incidenza di svariate patologie? Nel 2002 l’OMS ha sintetizzato gli effetti dell’alcol nel World Health Report segnalando come la sua assunzione sia alla base del 10% di tutte le malattie, del 10% di tutti i tumori, del 63% delle cirrosi epatiche, del 41% degli omicidi, del 45% di tutti gli incidenti e del 9% delle invalidità e delle malattie croniche.
Ancora di recente l’Oms ha richiamato l’attenzione della Comunità Internazionale sui problemi alcol correlati in Africa, mettendo a punto una strategia di intervento fondata sulla informazione capillare sui rischi derivanti dall'abuso di alcolici e su una migliore risposta terapeutica ed esortando i governi nazionali a promuovere e rafforzare la ricerca e a monitorare costantemente le tendenze in atto e l'impatto delle misure adottate (qui).
Nonostante però la diffusa consapevolezza sulla necessità di prevedere interventi finalizzati alla prevenzione di questa piaga sociale e sanitaria, in letteratura scientifica continuano a essere pubblicati lavori in controtendenza. Colpiscono ad esempio due recenti contributi: “Alcohol consumption is inversely associated with risk and severity of rheumatoid arthritis” pubblicato da James R. Maxwell C. su Rheumatology (qui) e “Late-Life Alcohol Consumption and 20-Year Mortality” pubblicato da Charles J. Holahan C. su Alcoholism (qui). Nel primo articolo si afferma che il consumo regolare di alcol riduce la gravità dell’artrite reumatoide, mentre nel secondo si conclude che gli astemi muoiono prima di chi beve con moderazione.
Non volendo né potendo entrare nel merito della validità scientifica delle affermazioni contenute nei predetti articoli, né tantomeno ritenendo opportuna alcuna censura sulla ricerca scientifica (quando libera da condizionamenti di tipo commerciale), occorrerebbe riflettere sull’opportunità di diffondere senza adeguati commenti e precisazioni articoli scientifici (per quanto correttamente impostati) in una materia così delicata per la quale si sta da tempo investendo in una prospettiva di prevenzione e di promozione alla salute. Un cattivo utilizzo di certa ricerca scientifica potrebbe essere infatti facile preda di interessi economici non allineati agli sforzi dell’intera comunità scientifica.
G. Di Leone – Medico - Bari

giovedì 16 settembre 2010

Prescrizione antibiotici da record europeo


L'Italia ha raggiunto il primato di Paese europeo dove si prescrivono più antibiotici, «dopo che la Francia, precedente detentrice del record, ha abbassato del 20% negli ultimi tre anni il numero di ricette, attraverso campagne di informazione ai cittadini e ai medici». Il quadro della situazione è stato presentato da Nicola Magrini del Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria (Ceveas) delll'Ausl di Modena, intervenendo al convegno per la presentazione del rapporto Osmed 2009 sulla prescrizione farmaceutica in Italia. «Anche l'Italia, da circa un anno - ha aggiunto l'esperto - si è dotata di politiche adatte a contrastare un fenomeno, quello della prescrizione eccessiva di antibiotici, noto ormai da decenni e caratterizzato anche da un'ampia variabilità regionale: in Calabria e in Sicilia, i territori meno virtuosi in questo senso, si arriva a prescrivere una quantità di medicinali doppia o addirittura tripla rispetto alla provincia di Bolzano. Questo significa che, in contesti molto diversi fra loro, è differente anche la prescrizione e soprattutto la richiesta di antibiotici, a causa di motivi culturali». Secondo Magrini, fra le altre cause c'è anche «la pressione commerciale della industrie farmaceutiche, che logicamente cercano di vendere i loro prodotti. Nella nostra Regione, però, la prescrizione di antibiotici per i bambini ha smesso di aumentare: un elemento positivo che indica un cambiamento graduale e che può far ben sperare per il futuro». «In Italia - ha aggiunto Pietro Folino Gallo, dell'ufficio coordinamento Osmed dell'Agenzia italiana del farmaco - il 50% dei bambini ha ricevuto almeno un antibiotico. Un uso più razionale di questi medicinali potrebbe far risparmiare 300 mln di euro, con un impatto positivo su tutta la salute pubblica».
"DoctorNews"

12 luglio 2010 - Anno 8, Numero 127

Elena Bosi, pediatra Milano

domenica 12 settembre 2010

Quando l’aiuto viene dal cibo: PREVENIRE I TUMORI MANGIANDO CON GUSTO


Quali accorgimenti possiamo adottare per aumentare le nostre difese?
Come e perché il cibo può concorrere ad agevolare o ostacolare lo sviluppo delle cellule difettose?
Quanto incide il sovrappeso sul rischio di sviluppare un tumore ?
Esiste una dieta salutare che sia possibile seguire per sempre?
Dalla’acqua minerale alle verdure biologiche , come orientarsi al supermercato?
Ci sono cotture che potenziano gli effetti benefici del cibo?
Dove trovare ricette che “mettano d’accordo tutti” alla stessa tavola?


Coordinato dal dottor Franco Berrino dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Diana è il Progetto che dal 1995 studia le relazioni tra alimentazione e tumore al seno, e che ha coinvolto e coinvolge migliaia di donne in tutta Italia. Questo libro, basato sui risultati di questo importantissimo studio, spiega come, modificando la propria dieta, sia possibile ridurre i fattori di rischio del tumore e delle recidive. Ma non solo: seguendo i suggerimenti del Diana si alleviano gli effetti collaterali delle terapie aumentandone l'efficacia. Più in generale questo stile di vita alimentare combatte il sovrappeso senza dover contare le calorie, e aiuta a prevenire l'osteoporosi, il diabete, l'ipertensione, l'anemia, gli alti tassi di colesterolo e di trigliceridi. Ecco perché si è pensato di raccogliere in un libro, oltre alle indicazioni scientifiche scaturite dal Progetto, anche i molti consigli pratici per modificare le abitudini scorrette e imparare a fare la spesa in modo più consapevole, leggere le etichette, scegliere cibi, cotture, conservazioni più salutari. Il risultato: tante ricette facili e appetitose per comporre menù vari e sfiziosi che faranno evitare i principali errori dell'alimentazione moderna.
( Anna Villarini, Giovanni Allegro : Prevenire i tumori mangiando con gusto, Sperling & Kupfer editore, Milano 2010 )
Elena Bosi, pediatra Milano
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venerdì 3 settembre 2010

Rosmarinus officinalis

L’Olio essenziale di Rosmarinus officinalis , ottenuto a partire dalle sommità fiorite fresche che vengono distillate immediatamente dopo la raccolta e ricco in 1-8 cineolo è stato oggetto di uno studio clinico in doppio cieco, randomizzato, che ha indagato le risposte sensoriali e affettive ad una stimolazione dolorosa indotta. Tale ricerca ha dimostrato che questo olio essenziale, per via olfattiva, diminuisce il dolore senza avere un effetto analgesico diretto
(GEDNEY Jj. et al. Psycosomatic Medicine.2004)

Enrica Campanini, medico, Firenze