martedì 25 dicembre 2012

Auguri

La  redazione del Blog augura a tutti i suoi lettori un sereno Natale e un felice Anno Nuovo


lunedì 10 dicembre 2012

Terapia omeopatica della sindrome rino-sinuso-bronchiale


Come abbiamo visto nel precedente articolo, la sindrome rino-sinuso-bronchiale è caratterizzata da infiammazioni croniche delle prime vie aree che sono le responsabili del deterioramento della funzionalità e dello stato immunitario del sistema bronchiale. Questa alterazione della funzionalità bronchiale sfocia nella iperreattività bronchiale che diventa l’elemento dominante del quadro clinico.

Malgrado l’asma sia l’elemento più appariscente e più pericoloso della sindrome, la risoluzione dei foci infiammatori rino-sinusali gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista terapeutico, perché la loro persistenza impedisce un adeguato controllo dell’iperreattività bronchiale.

La sindrome rino-sinuso-bronchiale presenta quindi un quadro clinico complesso e articolato dal punto di vista sintomatologico, che ben si presta ad un approccio terapeutico omeopatico fondato sulla possibilità di usufruire di una vasta gamma di medicinali sia sintomatici sia di terreno.

La terapia omeopatica è prevalentemente individualizzata e offre molte soluzioni per affrontare tale patologia, sia in associazione con i medicinali convenzionali, nell’ambito di una terapia integrata, sia in uno schema terapeutico prevalentemente omeopatico, quando possibile, soprattutto nelle fase di intervallo tra le riacutizzazioni.

 

 

Medicinali del focus sinusale

 

I medicinali omeopatici indicati nel trattamento dell’infiammazione sinusale hanno come comune minimo denominatore la presenza di secrezioni muco purulente nelle cavità naso-sinusali. Si differenziano per le caratteristiche delle secrezioni, per le modalità di miglioramento e peggioramento dei disturbi e per la sintomatologia concomitante. Queste differenze permettono di individualizzare la terapia scegliendo il medicinale più adatto ad ogni singolo paziente.

In questo articolo, per esigenze di spazio, analizzeremo solo i medicinali di più frequente prescrizione.

domenica 9 dicembre 2012

IL RAME CONTRASTA LE INFEZIONI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI


Secondo un nuovo studio della University
of Southampton, la diffusione del rame
puo' prevenire l'aumento del numero
 di infezioni resistenti agli antibiotici nel
mondo, ostacolando la trasmissione
orizzontale dei geni. Il trasferimento orizzontale
dei geni (Hgt) nei batteri e' largamente
responsabile dello sviluppo dell'antibiotico-
resistenza.

giovedì 29 novembre 2012

La sindrome rino-sinuso-bronchiale


SS

Definizione e meccanismi

Con  questo termine si indicano una serie di quadri anatomo-clinici con caratteristiche infiammatorie soprattutto di tipo infettivo e, talora allergiche, caratterizzate da rino-sinusiti croniche  o da poliposi nasali e sinusiti che, nel tempo, si complicano con bronchiti ricorrenti o asma bronchiale.

Si tratta di una patologia di interesse sia otorinolaringoiatrico sia pneumologico, che fa riferimento ad entrambe le discipline. Si definisce quindi sindrome rino-sinusobronchiale (SRB) una affezione che interessa le vie aeree superiori e l’albero tracheo-bronchiale,  le prime quale sede della noxa patogena e il secondo quale organo bersaglio, con compromissione del sistema immunitario di entrambi gli apparati ed iperreattività bronchiale.

E’ quindi chiaro che nella terapia della SRB, il controllo dell’infezione/infiammazione dell’area rino-sinusale è indispensabile per la gestione dell’asma bronchiale che ne consegue.

Possiamo trovare questa correlazione fisiopatologica tra la flogosi delle fosse nasali e l’asma in alcuni quadri clinici: rinite e asma, rino-sinusite e asma, poliposi nasale e asma.

Questa differenziazione è più didattica che fisiopatologica perché spesso, nei diversi pazienti affetti da SRB, i quadri clinici si sovrappongono con differenti sfumature.

In questo articolo mi limiterò a prendere in considerazione la correlazione rino-sinusite o poliposi  nasale e asma.

 

La persistenza  o la recidività  delle infezioni batteriche o virali a carico delle prime vie aeree e la diffusione al tratto respiratorio inferiore determinano l’insorgenza di iperreattività bronchiale aspecifica o l’aumento  del numero delle crisi di broncospasmo associate a deficit delle capacità difensive da parte degli anticorpi  IgA e IgG .

I batteri più comunemente coinvolti sono streptococchi, pneumococchi ed haemophilus nelle forme acute, mentre gli staphilococchi sono più tipici delle forme croniche. Le infezioni virali più frequenti nei bambini sono provocate dal virus sinciziale e dal coronavirus, mentre negli adulti prevalgono i virus influenzali e il Mycoplasma pneumoniae.

L’ elemento principale nel determinismo della sindrome è la discesa di materiale purulento dal naso verso i bronchi, dove le cellule di difesa di primo intervento (macrofagi e polimorfonucleati attivati) presentano gli antigeni dei germi ai linfociti T, che elaborano sostanze (linfochine) che iniziano e mantengono il processo infiammatorio. Sia le secrezioni  purulente sia i mediatori della infiammazione possono esaltare la reattività bronchiale aspecifica già esistente o possono indurla se non si era mai manifestata in precedenza.

L’alterazione  della funzione del muco e delle ciglia vibratili, che diventa deficitaria, è comune sia nelle forme infiammatorie allergiche sia in quelle infettive.

lunedì 19 novembre 2012

Oligoterapia catalitica e prevenzione


Anche attraverso l’uso degli oligoelementi si può attuare una valida terapia di prevenzione nei confronti delle patologie invernali. E’ comunque necessario attenersi ai presupposti fondamentali dell’oligoterapia per cui si parte sempre dalla valutazione dell’ammalato inquadrandolo in uno dei quattro modelli reattivi o diatesi ed appoggiandosi ad un oligoelemento complementare se è necessario. La terapia di prevenzione deve essere proseguita per almeno tre/quattro mesi, a giorni alterni, facendo assumere l’oligoelemento fondamentale al mattino e quello complementare, se necessario, alla sera lontano dai pasti.

Esaminiamo ora come gli oligoelementi dei quattro modelli reattivi possono essere utilizzati nella

terapia di prevenzione :

Manganese: è il rimedio biocatalitico principale della diatesi allergica. Pur non essendo un oligoelemento di elezione nella terapia delle patologie invernali, esso può essere molto utile nei soggetti allergici, soprattutto agli acari che, nel periodo autunno/inizio inverno, più facilmente si ammalano di forme virali. Evitare la somministrazione nella tubercolosi attiva e non stabilizzata.

Complementari da associare:

Zolfo:quando l’individuo tende a presentare contemporaneamente manifestazioni cutanee di tipo allergico: orticaria, dermatite atopica ecc

Iodio:se sono associati eccitabilità spiccata, tendenza all’ipertensione o all’ipertiroidismo.

Manganese-Rame:  è il policatalizzatore della diatesi “ipostenica”. Esso è utile in tutti quei soggetti che presentano tendenza alle infezioni recidivanti delle prime vie aeree superiori, e bronchiti asmatiche.

domenica 11 novembre 2012

Fitoterapia e prevenzione


Parlare di prevenzione in questo periodo può sembrare fuori luogo perché in realtà tali considerazioni avrebbero dovuto essere state fatte a settembre. Comunque non è mai troppo tardi ed anche attualmente si può impostare un buon programma di protezione dall’influenza e dalle malattie invernali. Ovviamente fra l’elenco dei medicinali che proporrò andranno scelti quelli adatti ad ogni organismo seguendo con esattezza le regole posologiche (quelle sottoelencate si riferiscono a soggetti adulti), consigliando una terapia di 3 settimane al mese per 4-6 mesi (maggiori precisazioni si possono trovare nella parte generale della fitogemmoterapia.).E’ necessario tenere presente ogni tipo di allergia accertata nei confronti della droga da consigliare e quindi, se presente, evitarne la somministrazione.

Fitoterapia

Echinacea Angustifolia DC ( fam Asteraceae) TM 25-30 gtt/die in acqua 15’ prima pasto e cicli di terapia di 2 mesi .La TM si ottiene dalla pianta intera. Essa possiede attività immunobiologica (Commissione E 1989) antiinfiammatoria, vulneraria. Da diversi studi, è stato dimostrato che oltre ad una sua azione adiuvante nel trattamento delle infezioni recidivanti delle vie aeree superiori e inferiori, essa riesce a stimolare le difese dell’organismo verso le varie forme febbrili e influenzali delle vie respiratorie per cui può essere utilizzata, in base alla posologia, sia in modo preventivo, sia nella patologia acuta. Non esistono effetti tossici o secondari, comunque il  suo utilizzo è controindicato in caso di malattie autoimmuni E’ stata segnalata una sua possibile epatotossictà negata da studi successivi (Mattocks, Miller). La Commissione E  ne ammette l’uso anche in gravidanza nonostante alcuni ricercatori la sconsiglino per la presenza di polissaccaridi a struttura non ancora totalmente chiarita.

Uncaria tomentosa DC ( fam Rubiaceae): 1DH per macerazione di gemme fresche  15-20 gtt/die. Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza, durante l’allattamento e in caso di malattie autoimmuni.

Possiede un’azione immunostimolante e immunomodulante, antiinfiammatoria, antivirale, antidolorifica.

lunedì 5 novembre 2012

Prevenzione autunno-inverno: omeopatia


Parlare di prevenzione a novembre è essere un pò in ritardo perché, di solito in questo periodo i programmi di prevenzione sono già stati stabiliti ed ogni individuo dovrebbe  seguire sino dal mese di settembre un proprio schema. Settembre è infatti il periodo migliore per iniziare una terapia che protegga in modo completo dalle patologie invernali. Comunque sino a quando non saremo a primavera inoltrata, potremo sempre iniziare una terapia di prevenzione per le malattie da raffreddamento o per lo meno apporre allo schema iniziale, se non soddisfacente, alcune modifiche che lo rendano più consono al caso in esame.

In omeopatia i medicinali vengono utilizzati frequentemente non solo nella terapia delle patologie acute e croniche, ma anche nella prevenzione delle varie malattie stagionali.

giovedì 1 novembre 2012

Menopausa e terapia omeopatica : LACHESIS


E’ un medicinale preparato a partire dal veleno di un serpente brasiliano, il crotalo muto.

E’ un altro medicinale molto utile nel periodo della menopausa e nel periodo di climaterio,

infatti tutti i sintomi sono caratterizzati dal miglioramento significativo con la comparsa di un flusso, in questo caso mestruale.

Le vampate sono molto fastidiose, con sensazione di mancanza d’aria ed intolleranza agli indumenti stretti al collo e in vita, ed al caldo e sono spesso accompagnate da  importante tachicardia

( aumento della frequenza del battito cardiaco).

Il viso è arrossato e talora con vene evidenti, segni di couperose.

Può anche essere presente aumento della pressione sanguigna o mal di testa battente, peggiorato dal caldo.

Il sonno è disturbato dalle vampate ma talora anche da sogni che creano turbamento, il risveglio è di conseguenza faticoso, con cattivo umore.

Può avere anche disturbi della circolazione venosa e capillare: emorroidi e comparsa di ematomi anche per piccoli traumi

 

La donna sensibile a questo medicinale omeopatico è di solito ipersensibile, sia agli stimoli tattili che a quelli emotivi.

Alterna fasi di eccitazione con loquacità anche scherzosa a momenti di depressione con scarsa energia, soprattutto nei riguardi dell’attività lavorativa.

Il suo comportamento è spesso quello di una donna bella e forte che non si riconosce più e nei confronti del compagno può manifestare atteggiamenti di gelosia, talora anche di rabbia.

In alcuni casi può trovare sfogo e consolazione nell’alcool che peggiora però tutti i suoi disturbi.

La somministrazione del rimedio sarà dipendente dalla situazione clinica, utilizzando  medie/ alte diluizioni partendo dalla 15CH .

DR. GABRIELLA MAGGI - Specialista in  OSTETRICIA E GINECOLOGIA & ENDOCRINOLOGIA SPERIMENTALE & OMEOPATA  Milano

 

 

domenica 21 ottobre 2012

MENOPAUSA E TERAPIA OMEOPATICA


SEPIA

 

E’un medicinale preparato a partire dall’inchiostro di seppia.

E’ uno dei maggiori medicinali ginecologici di terreno, utile in molte situazioni legate alla gravidanza ed al puerperio, oltre che al periodo climaterico.

Sul piano fisico la paziente è solitamente freddolosa, talora anemica.

Le vampate di calore si possono accompagnare ad intolleranza agli abiti e soprattutto a quelli troppo stretti al collo.  Compaiono spesso la notte disturbando il riposo con conseguente stanchezza mattutina, con sudorazione anche profusa e  palpitazioni.

E’ spesso presente una secchezza vaginale che rende fastidiosi i rapporti sessuali, già poco desiderati sul piano emotivo.

La paziente può avvertire senso di peso alla parte bassa del ventre ed alla vagina, con sensazione di trazione verso il basso. Questi sintomi sono legati ad un prolasso uterino o vescicale oppure ad una situazione di “ VARICOCELE PELVICO”, ossia la presenza di vene dilatate nel parte bassa del cavo addominale.

domenica 14 ottobre 2012

COMUNICATO :Settimana della Chiropratica 2012


Dal 22 al 27 ottobre in tutta Italia

Check up gratuiti e consigli personalizzati

per misurare e mantenere il benessere

della colonna vertebrale….

… e fare il punto su benefici e tecniche della chiropratica

 

L’Associazione Italiana Chiropratici, di cui fanno parte solo laureati in chiropratica*, promuove dal 22 al 27 ottobre, in tutta Italia, una settimana volta a far conoscere i benefici e le tecniche di questa disciplina, indicata a persone di tutte le età: dai bambini agli anziani.

In programma check up gratuiti per misurare il benessere della colonna vertebrale ovvero il suo corretto equilibrio e consigli personalizzati per mantenerlo, visto che è essenziale per la salute di tutto l’organismo, non solo della schiena. Basta, infatti, anche un leggero disallineamento di una vertebra (sublussazione) per creare tensione su uno o più nervi spinali che passano all’interno della colonna e interferire sul corretto funzionamento del sistema  nervoso. Risultato? A lungo andare se il problema non viene individuato e rimosso diminuiranno l’efficienza dell’organismo in generale e la capacità di movimento in particolare, sino alla comparsa di disturbi che possono essere i più diversi, dal mal di testa al mal di schiena dalla sciatalgia al mal di stomaco e persino al calo del tono dell’umore, a seconda dell’organo o dell’apparato a cui corrisponde il nervo spinale irritato. “Per questo è consigliabile un controllo periodico, anche in assenza di sintomi”, avverte John Williams, presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici, “il dottore in chiropratica ha infatti le competenze necessarie per individuare le sublussazioni e rimuoverle senza farmaci e senza trattamenti invasivi, facendo ricorso a tecniche cosiddette di aggiustamento che non sono mai dolorose e sempre personalizzate al fine di favorire la capacità di recupero e di autoguarigione dell’organismo e la sua efficienza”.  E precisa John Williams: “Oltre al tipo di tecnica anche il numero di sedute necessarie per ripristinare la posizione fisiologica e la naturale mobilità della colonna vertebrale varia da persona a persona, perché dipende da molti fattori come le condizioni di salute del paziente, l’età e la risposta alle cure. Va poi tenuto presente che compiti primari del chiropratico sono anche quelli di individuare le cause alla base del disequilibrio di una o più vertebre (posture scorrette, stress, vita sedentaria, errori alimentari, eccessivo consumo di alcol o di sigarette, malocclusioni dentali), dare consigli di prevenzione e se necessario indirizzare da uno specialista (per esempio dentista, gastroenterologo, dietologo, psicoterapeuta…) con cui collaborare per il recupero e il mantenimento del benessere”. Da sottolineare inoltre che con la settimana della chiropratica l’AIC risponde all’invito della World Federation of Chiropractic rivolto a tutte le Associazioni di chiropratica a livello internazionale di studiare iniziative per celebrare il World Spine Day ovvero il giorno mondiale della colonna vertebrale in programma quest’anno il 16 ottobre.

Per trovare lo studio chiropratico della propria città che aderisce all’iniziativa basta telefonare al numero verde AIC 800017806 dal lunedì al venerdì in orario 9-12,30 e 14,30-17,30: si otterrà il recapito telefonico dove prenotare, già a partire dai primi di ottobre, il check up gratuito nei giorni dal 22 al 27 ottobre.

Per saperne di più: www.chiropratica.it

domenica 7 ottobre 2012

MENOPAUSA E TERAPIA OMEOPATICA


Molti sono i medicinali che si possono proporre per addolcire i sintomi connessi con questo periodo della vita.

Alcuni tra di loro possono essere dati per ridurre l’intensità di alcuni sintomi specifici, ben dettagliati.

Altri potrebbero essere definiti medicinali di terreno, perché possiedono precise indicazione per alcuni disturbi indotti dalla menopausa, ma offrono una azione regolatoria più ampia, su tutti gli aspetti psicofisici.

 

MEDICINALI DI VAMPATA

Vanno assunti in bassa diluizione es. 7 CH tutti i giorni alla dose di 5 granuli.

Se la sintomatologia è frequente e invalidante può essere utile assumere 3 ganuli al ritmo delle caldane, che solitamente non hanno la stessa frequenza nei diversi giorni.

 

BELLADONNA:  il viso si arrossa e si scalda visibilmente nel corso della vampata, in una donna solitamente energica, attiva. Può associarsi qualche rialzo della pressione arteriosa, transitorio o più stabile, che dà senso di pesantezza, di congestione alla testa

 

SANGUINARIA CANADENSIS: caldane sempre accompagnate da rossore al viso, più frequenti durante la notte, talora con calore o bruciore alle mani ed ai piedi, che a volte è necessario scoprire durante la notte. Le caldane possono essere accompagnate da violenti battiti cardiaci. Ipertensione anche qui frequente. Può associarsi emicrania periodica.

 

GLONOINUM vampate violente, evidenti. Accompagnate da un fastidioso senso di pulsazione alla testa.

 

LILIUM TIGRINUM qui i sudori sono più freddi, senza arrossamento. Accompagnati anche da palpitazioni. L’umore alterna fasi di eccitazione a fasi di depressione.

 

AMYLIUM NITROSUM:  sudori freddi, ma violenti, con la sensazione che la testa stia per scoppiare e con intolleranza agli abiti, soprattutto a quanto stringe al collo o alla vita.

Si accompagna molto frequentemente un senso di ansia, di angoscia, talora profondo.

domenica 30 settembre 2012

Menopausa : come affrontarla …


 

Già nel 2003 le North American Menopausa Society ha proposto le linee guida per la prescrizione della terapia ormonale sostitutiva. La Società Italiana si è allineata nel sottolineare che questa terapia resta indicata per il trattamento dei sintomi severi o di intensità media, associati alla menopausa allo scopo di migliorare la qualità di vita delle donne. Tale trattamento dovrebbe essere proseguito alla dose più bassa possibile e per il tempo più breve necessario a sollevare i sintomi nella singola paziente.

 

Queste indicazioni introducono un concetto di personalizzazione del trattamento: anche utilizzando la terapia ormonale, il medico dovrebbe valutare caso per caso quale via di somministrazione degli ormoni (cerotto, compresse) e quale dose. Deve altresì seguire la paziente nel tempo per decidere quale sia la migliore durata del trattamento.

 

Gli approcci naturali (fitoterapia, omeopatia) perfezionano ancor più l’aspetto soggettivo della terapia, valutando quale dei sintomi che abbiamo elencato tra quelli che la menopausa può causare, disturbino maggiormente la paziente.

 

I prodotti vegetali che possiedono azione simil-estrogenica (l’estrogeno è l’ormone principale prodotto dalle donne) sono molti. Vengono divisi in:

 

-          ISOFLAVONI (legumi, soia, cereali)

-          LIGNANI (birra, luppolo)

-          CUMESTANI (germogli di soia, fagioli, trifoglio, semi di girasole, cavoli di bruxelles)

Approfitto ancora una volta per sottolineare l’importanza di inserire questi cibi nella nostra alimentazione in maniera regolare.

Per assimilarli serve un intestino che lavori bene, pertanto in molti casi è utile assumere VACCINIUM VITIS IDAEAE  MG1DH (GEMMOTERAPICO alla dose di 50 gocce al dì) che è un importante regolatore della funzionalità intestinale (colon irritabile, meteorismo) e facilita l’assorbimento degli altri medicinali attraverso l’intestino. Il vaccinium possiede altresì proprietà antiinfiammatorie sulle vie urinarie ed effetti remineralizzanti, contiene cumestani, è utile anche nella prevenzione di osteoporosi.

 

PIANTE  CONTENENTI FITOESTROGENI

domenica 23 settembre 2012

MENOPAUSA E DIETA


SPUNTI DIETOLOGICI  LIBERAMENTE TRATTI DA:

“Prevenire i tumori mangiando con gusto”, A. Villarini, G. Allegro. Ed. Sperling & Kupfer

 

Questo libro parte da una sperimentazione eseguita presso l’istituto dei tumori di Milano che ha dimostrato come giuste regole alimentari possano diminuire la percentuale di recidive di tumori al seno. L’autore approfondisce quindi generali direttive per una sana alimentazione utili anche nell’ambito della menopausa.

Nella prefazione di questo interessante libro, viene citato un medico ebreo del XII secolo per riflettere sugli eccessi nelle nostre abitudini alimentari: “Nessuno dà al suo cavallo troppo fieno , ogni padrone di un cavallo gliene serve una misura adatta a quanto gli necessita e può digerire, ma egli stesso mangia in eccesso”.

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro nel 2007 ha concluso una ampia opera di recensione di tutti gli studi sul rapporto cibo-tumori ed ha stilato una serie di “Regole d’oro”, che sono applicabili con ampio spettro.

-          LIMITARE i cibi con una quantità eccessiva di calorie (troppo ricchi di zuccheri o grassi)

-          EVITARE COMPLETAMENTE LE BEVANDE ZUCCHERATE: infatti esistono numerosi studi che mettono in relazione obesità e il consumo di bibite gasate dolcificate.

-          LIMITARE LE BEVANDE ALCOOLICHE

-           EVITARE LE CARNI CONSERVATE E RIDURRE LE CARNI ROSSE

-          BASARE L’ALIMENTAZIONE soprattutto su cibi di provenienza vegetale non industrialmente raffinati, ampliando le varietà di cereali, legumi, frutta e verdura. Inoltre è altrettanto importante masticare con calma qualsiasi alimento.

Nell’alimentazione, seguendo le regole qui sopra, è importante variare. Bisogna mangiare diversi cereale ogni giorno e preferire i prodotti della terra della stagione in corso.

domenica 16 settembre 2012

OSTEOPOROSI


Definizione

L'osteoporosi è una patologia seria, in genere un po’ sottovalutata, determinata da un progressivo processo di demineralizzazione della struttura scheletrica.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce  come” una malattia caratterizzata da ridotta densità della massa ossea e alterazione microstrutturale del tessuto osseo, responsabili di una incrementata fragilità dello stesso e di un conseguente aumento del rischio di fratture”.
Esistono differenti classificazioni dell’osteoporosi, quella di maggior utilità pratica la distingue in:

·         osteoporosi primaria , che non è associata a malattia particolari e può essere considerata quasi parafisiologica. A sua volta può suddividersi in osteoporosi primaria post-menopausale (o di tipo I), osteoporosi primaria senile (o involutiva o di tipo II)

·         osteoporosi secondaria che si associa a malattie (ad esempioiperparatiroidismo, ipertiroidismo, diabete) o a trattamenti farmacologici (lunghe terapie cortisoniche) che ne causano la comparsa.

Infatti un processo di rarefazione ossea inevitabilmente si accompagna all'invecchiamento e molti individui, superati i 45-50 anni, mostrano un certo grado di osteoporosi. Le donne vengono colpite più precocemente, forse a causa degli squilibri ormonali che accompagnano la menopausa.

Fattori favorenti sono le scorrette abitudini di vita quali il tabagismo, l’alcolismo e la sedentarietà.

 

Le cause

Le principali cause dell'osteoporosi sono le perdite di calcio e di sali minerali e l’alterazione della matrice che fa da collante delle diverse componenti minerali.

È opportuno fare una premessa su come funziona il tessuto osseo. Esso è oggetto, durante la vita, di un continuo rimodellamento, cioè il tessuto osseo è una struttura soggetta a processi continui di distruzione-formazione prodotti da due tipi di cellule: gli osteoclasti, che distruggono l’osso ormai invecchiato, e gli osteoblasti, che ricostruiscono quello nuovo.

Questo processo è ciclico. In situazione di normalità, nei soggetti giovani prevale la formazione di materiale osseo, nell'adulto, fino ai 40-45 anni, i fenomeni distruttivi e ricostruttivi si bilanciano ; dopo i 45 anni circa, i processi distruttivi prevalgono su quelli ricostruttivi e ciò dà inizio alla demineralizzazione ossea.
 
Sintomatologia ed epidemiologia

L'osteoporosi è una malattia che non manifesta sintomi per lunghi periodi di tempo; alcuni individui, pur essendone affetti dall’età matura non manifestano alcun disturbo. Quando, però, la diminuzione della densità ossea è molto marcata si può manifestare una sintomatologia dolorosa diffusa e persistente e possono comparire deformità ossee.

Proprio per la mancanza di sintomi per lungo tempo, la diagnosi e la terapia vengono differite fino a quando non si manifesta la complicanza più classica: la frattura ossea.

Le parti più coinvolte dal processo osteoporotico possono inoltre andare incontro a fratture, sia spontanee sia causate da traumi anche lievi. Le localizzazioni più frequenti delle fratture correlate all’osteoporosi sono: la colonna vertebrale, il collo del femore e il polso.

Alcuni dati epidemiologici:La prevalenza di questa patologia nella popolazione femminile italiana è tra il 20 e il 30 %, quindi circa 1 donna ogni 4. Il 15% dei maschi italiani, di età superiore ai 60 anni, sono osteoporotici. Nella popolazione femminile italiana, a 40 anni, 1 soggetto ogni 10 presenta osteoporosi, a 60 anni, 1 soggetto ogni 3 e, a 70 anni, 1 soggetto ogni 2.

Questi dati mostrano la grande rilevanza sociale di questa patologia.

lunedì 10 settembre 2012

MENOPAUSA


 

 

 

 

MENOPAUSA: la menopausa consiste nella cessazione, per un tempo superiore all’anno, dei flussi mestruali. Ciò è legato all’esaurimento del patrimonio di cellule uovo che le ovaie formano durante lo sviluppo embrionale, e che la donna consuma durante il periodo fertile. Al contrario il maschio produce spermatozoi durante tutto l’arco della vita.

L’età media dell’ultima mestruazione si situa intorno ai 51 anni.

 

MENOPAUSA PRECOCE: la menopausa precoce si verifica quando i cicli mestruali cessano prima dei 45 anni. Questa è una patologia e va pertanto curata come tale.

 

CLIMATERIO: (dal greco climateri, che significa scalino) il climaterio è il periodo di transizione tra il periodo fertile e la menopausa. Può durare alcuni anni ed è caratterizzato da irregolarità sia nel ritmo che nelle caratteristiche dei flussi mestruali. Siccome in questa fase i valori degli ormoni misurati nel sangue  sono variabili quasi di giorno in giorno, risultano inutili alla diagnosi che si deve basare sulla sola sintomatologia. E’ quindi importante abituarsi a tenere un diario delle  mestruazioni, registrando di giorno in giorno le modalità con cui il flusso si presenta ( ad es: A per abbondante, N per normale, S per scarso), eventuali disturbi associati alla mestruazione ( dolore, gonfiore, tensione mammaria…) . Questo è infatti l’unico modo per avere notizie non solo sul ritmo, ma anche sulla durata e sulle caratteristiche del ciclo.

In questa fase si riduce la fecondità: la probabilità di concepire si calcola intorno al 10% tra i 41 e 45 anni, scende al 2-3% dai 46 ai 49 ed è praticamente nulla intorno ai 50 anni. 

 

La progressiva carenza degli ormoni femminili può determinare alcuni disturbi fisici che variano come caratteristiche ed intensità da una donna all’altra. Ciò dipende in parte dalle personali peculiarità fisiche e mentali, in parte dallo stile di vita e dalla capacità di adattamento ai cambiamenti corporei (evocatori di invecchiamento) e situazionali ( crescita dei figli, morte dei genitori…).

giovedì 6 settembre 2012

CEFALEA E TERAPIA OMEOPATICA


Cefalee è il nome collettivo di un ampio raggruppamento di sindromi dolorose del capo, di frequentissima osservazione.

L'interpretazione della fisiopatologia delle cefalee è stato ed è tuttora un campo assai stimolante per gli studiosi, ed anche assai controverso:

moltissime  ipotesi sulle cause delle cefalee sono state costruite, ognuna portatrice di un po' di  “verità” … ma nessuna esplicativa completamente.

Attualmente si ritiene che le cause delle cefalee siano eterogenee e che le strutture cefaliche coinvolte siano moltissime .

 

Sul piano clinico si considerano le cefalee come un disturbo della capacità di adattamento.

 

Da una parte i tratti predisponenti, il “terreno”:
la soglia del dolore,il livello di vigilanza,il tono dell'umore,la reattività autonomica, neuroendocrina e circolatoria.

Dall'altra gli eventi scatenanti, i “triggers”:  situazioni relazionali, eventi climatici, eventi fisiologici, fattori alimentari e “stressors” in generale.

 

Il terreno reagisce ai triggers: ma la sua suscettibilità varia secondo ritmi circadiani, circamensili e anche in modo aritmico o legato a fattori non comprensibili.

I triggers si presentano anch'essi a volte in modo ritmico, a volte in modo casuale.

 

Se il terreno non riesce ad adattarsi al trigger, a neutralizzarne l'impatto, si ha l'accesso doloroso.

 

Le cefalee sono quindi considerabili come malattie croniche a manifestazione accessuale.

 

 

La terapia omeopatica può ben intervenire a modificare la reattività del terreno della persona ottenendo buoni risultati, e questo certamente richiede un approccio tipicamente mirato alla totalità dei sintomi e centrato sulla reattività del paziente, quindi l'intervento di un medico esperto in omeopatia.

 

E' invece un area dove gli interventi sintomatici danno soddisfazioni incostanti:

 è difficile trattare il dolore cefalico in atto con rimedi omeopatici , anche per la difficoltà di ottenere dettagli sintomatici da una persona che ha un dolore acuto e che lei sola può descriverci...

I buoni risultati si ottengono più spesso studiando il tipo di dolore e le sue caratteristiche quando l'episodio si è concluso , preparandosi per il successivo.

 

Vale comunque la pena di segnalare almeno alcuni medicamenti sintomatici:

 

Apis mellifica: dolore ad insorgenza rapida, migliorato da applicazioni fredde.

Belladonna: dolore pulsante, con testa calda, viso arrossato, bocca secca; luce , rumore, movimento aggravano il dolore, che migliora col riposo in luogo tranquillo e applicazioni fredde.

Glonoinum: cefalea simile alla precedente, in particolare se causata da colpo di calore o di sole.

Nux vomica: cefalea a seguito di abuso di alcolici o di abbuffate.

 

Il seguente gruppetto è invece da segnalare nelle situazioni di cefalea connesse a tensioni muscolari nella zona cervico-nucale, più o meno evidenti che siano:

 

Arnica : cefalee post-traumatiche in generale : trauma cervicale, microtraumatismo posturale etc.

Natrum sulfuricum: post-trauma cranico.

Actaea racemosa: cefalea con rigidità nucale, aggravata dal freddo e durante il ciclo mestruale.

Bryonia: cefalea con vertigini aggravate al minimo movimento.

 

Una cefalea di recente insorgenza nella storia di un paziente che non ne ha mai sofferto non va mai trascurata dal punto di vista dell'inquadramento diagnostico, specie se persistente o recidivante sul breve periodo.

 

Dott.Paolo Belli Milano

 

 

 

 

mercoledì 1 agosto 2012

Buone vacanze

La Redazione di Amicomeopatia augura ai suoi lettori
Buone Vacanze

sabato 28 luglio 2012

Dermatite atopica: rimedi utili


La dermatite atopica può essere efficacemente trattata con l'omeopatia. Per una cura più profonda del paziente e nei casi di dermatite importante è necessario rivolgersi ad un omeopata esperto che sappia prescrivere un'adeguata terapia, utilizzando i medicinali di fondo cui abbiamo già accennato.
È comunque possibile affrontare i sintomi acuti grazie all'ausilio della gemmoterapia e di alcuni rimedi omeopatici che andrò a descrivere.

Nelle fasi iniziali di una dermatite, quando prevale un semplice arrossamento della cute (eritema), il primo farmaco cui pensare è  Apis mellifica. La cute appare rossastra, si ha sensazione di bruciore, spesso migliorata da applicazioni fredde. La pelle può essere infiltrata. Posologia  30 CH 4 granuli al bisogno (se i sintomi dopo una prima somministrazione migliorano per poi riacutizzarsi dopo 1 ora è venuto il momento di ripetere la dose). Ricordiamoci sempre che Apis agisce velocemente, ma ha un'azione terapeutica che dura poco.

Quando la dermatite inizia a progredire  compaiono sulla cute delle vesciole, che si presentano come rilievi non superiori ad una capocchia di spillo contenenti liquido sieroso.  A questo punto dobbiamo sceglere tra alcuni rimedi:
-                     Rhus toxicodendrum
-                     Petroleum
-                     Graphites
Il più usato tra essi, in questo stadio, è sicuramente Rhus, il sommaco velenoso. Le vescicole sono piccole 1-2 mm, contengono liquido chiaro e la cute intorno è infiamma e bruciante. Il prurito è insopportabile e grattarsi non arreca beneficio. Spesso si ha miglioramento con applicazioni di acqua molto calda. Posologia: 9-15 CH 4 granuli al dì sino a miglioramento
Se le vescicole compaiono su cute secca e rugosa, sono associate o seguite da croste e fissurazioni profonde e sanguinanti dobbiamo somministrare Petroleum. Posologia 9 CH 4 granuli per 3 volte al dì. Caratteristica del rimedio è il netto peggioramento con il freddo, in inverno.
Un ultimo rimedio utile in questo stadio (anche se viene usato molto anche per curare lo stadio crostoso) è Graphites. Le vescicole sono piene di liquido che velocemente diventa giallastro e vengono ricoperte da croste umide. La loro localizzazione preferenziale è: : pliche di flessione, retroauricolare,  palpebre, intorno alla bocca, cuoio capelluto,  organi genitali. Il paziente lamenta prurito e bruciore insopportabili che lo costringono a grattarsi sino a scorticarsi. Posologia (mai a basse diluizioni per rischio di peggioramenti): 15-30 CH 4 granuli 1-2 volte al giorno.

Se la cute non è adeguatamente trattata la dermatite può evolvere e dare origine a diversi tipi di lesione. Si possono avere complicanze infettive con la formazione di pustole , in cui il liquido trasparente delle vescicole si infetta diventando opaco. Si possono rompere le vescicole o le pustole , anche in seguito al ripetuto grattamento, e dare origine a croste più o meno infette o a piccole ragadi e ulcere. Spesso questi elementi sono presenti contemporaneamente e i rimedi caratteristici per ognuno di essi vano associati durante la terapia.

sabato 21 luglio 2012

Dermatite Atopica



La dermatite atopica (DA) è una patologia ad eziologia multifattoriale, descritta per la prima volta in letteratura medica circa cento anni fa. È caratterizzata da un quadro infiammatorio cutaneo ad andamento cronico, recidivante, in cui si possono presentare eritema, edema, prurito intenso, essudazione, croste e desquamazione.
La sua prevalenza effettiva non è conosciuta. Appare comunque in progressivo aumento nel corso degli ultimi decenni raggiungendo nei paesi industrializzati il 12 –15% in età pediatrica.
Circa l’80% dei bambini presenta i sintomi  entro il primo anno di vita. Il decorso della malattia è variabile e molto soggettivo, con andamento molto lieve, in alcuni casi, in altri grave e permanente fino alla giovinezza.
La DA esordisce solitamente dopo il secondo mese  di età, con lesioni maculo–papulo eritematose, pruriginose, eventualmente essudanti, localizzate alle guance, fronte e capo, con possibile estensione  al tronco e alla superficie estensoria degli arti.
Con il progredire dell’età, la distribuzione della DA si modifica, localizzandosi interamente sugli arti, in particolare nelle regioni flessorie, risparmiando, solitamente fino ai 4-5 anni, il volto. In tale fase la cute appare molto secca ed il prurito è molto variabile, condizionando spesso lesioni da grattamento e superinfezioni batteriche.
Nel corso dell’adolescenza le lesioni tendono a cronicizzare  e coinvolgono frequentemente viso, collo, parte superiore del tronco e superfici flessorie degli arti.
La DA può essere considerata la prima espressione di Atopia, infatti statisticamente il 50-80% dei  bambini affetti soffriranno nel tempo di  allergie respiratorie ed hanno nel 60-80% dei casi familiari allergici.

Non è sempre possibile, tuttavia, riconoscere il fattore eziologico predominante nell’insorgenza e nelle riacutizzazioni della malattia.
Gli allergeni, che spesso  assumono  un ruolo causale, possono essere di natura alimentare, oppure di tipo inalante o microrganismi capaci di iniziare ed amplificare la risposta allergica a livello cutaneo. Probabili cofattori, nelle riacutizzazioni, sono considerati gli agenti ambientali e irritanti oltre ai disagi psicoemotivi.
Il trattamento della DA si avvale, nell’impossibilità di riconoscere nella maggior parte dei casi un fattore causale unico, di terapie sintomatiche (antistaminici, cortisonici topici e sistemici e di un’attenta igiene locale . Poiché  le  terapie non sono esenti da effetti collaterali, in particolare in età pediatrica è possibile un approccio con una terapia integrata che si avvale di medicinali omeopatici, presidi fito-gemmoterapici  e dieta di eliminazione per brevi periodi.

domenica 15 luglio 2012

La varicella

La varicella è una malattia infettiva, acuta causata da un membro di  virus erpetici.
Essa decorre, per la maggiore parte dei casi, con sintomi generali modesti: febbricola, malessere inappetenza.
Clinicamente è caratterizzata dalla comparsa, a mandate successive di macule-papule, che si trasformano rapidamente in vescicole e quindi in croste.
La contagiosità è di 1-2 giorni prima della comparsa delle manifestazioni cutanee sino alla caduta delle croste.
La terapia non convenzionale, se eseguita correttamente, è molto utile nell’approccio alla varicella che in tale modo decorre senza complicanze ed evitando al bambino la maggiore parte della sofferenza.

Omeopatia: periodo esantematico
  • Rhus toxicodendron 15 CH 4 granuli/4h. Si tratta del sommaco velenoso (fam Anarcadiaceae) pianta contenente un lattice irritante e caustico per la pelle. È il rimedio più utile nella varicella. Negli stati iniziali di eruzione vescicolare può essere prescritto in maniera quasi sistematica. È utile nei casi di vescicole piccole (1-2 mm), contenenti un liquido chiaro, la cute è bruciante, infiammata attorno alle vescicole, il prurito è intenso non migliorato dal grattamento, ma lenito da spugnature  calde.
  • Croton tiglium: 7 CH 4 granuli 3v/die (fam Euforbiaceae). Spesso utile come complementare di Rhus toxicodendron. La pelle è calda rossa, ipersensibile,il prurito è intenso, doloroso per cui il bambino non si gratta. Può migliorare con un  leggero sfregamento.
  • Rhus vernix: 15 CH 4 granuli/3h (fam Anarcadiaceae). Vescicole simili a quelle di Rhus toxicodendron ma spesso di colore rosso-viola per presenza di sangue. La sintomatologia è più intensa, prurito intollerabile che peggiora con il grattamento e di notte.
Omeopatia: complicanze
  • Mezereum 15 CH 4 granuli 2-3v/die quando le pustole sono piene di liquido giallastro, dall’aspetto purulento. Esse tendono a seccarsi formando croste sotto  le quali spesso si trova secrezione purulenta, fetida.
  • Antimonium tartaricum 15 CH 4 granuli 1-2 v/die per lungo tempo quando vi sono esiti di cicatrici rosso-bluastre ipertrofiche. Si tratta dell’antimonio tartrato di potassio che in seguito a frizioni sulla cute determina eruzioni pustolose e cicatrici bluastre pressoché permanenti.
Oligoterapia
  • Rame (Cu): 2 dosi al dì per la sua azione antiinfiammatoria.
Gemmoterapia
  • Rosa Canina MG1DH  posologia in base al peso e all’età. In dermatologia è consigliata per la sua azione antivirale e di stimolo delle difese immunitarie.
  • Ribes nigrum MG1DH per la sua azione anti infiammatoria.

Paola Nannei, Pediatra Milano

domenica 8 luglio 2012

Orticaria

L’orticaria è una forma di dermatite che coinvolge solo le parti superficiali del derma
e si presenta sotto forma di lesioni ben circoscritte con margini eritematosi, serpiginosi e rilevati, in genere a  centro più pallido. Gli elementi possono confluire assumendo l’aspetto di lesioni giganti.
Spesso i ponfi sono “evanescenti” per cui compaiono a gettate successive della durata di 24-72 ore poi si appiattiscono, impallidiscono e scompaiono mentre si manifestano altre nuove lesioni. Episodi di orticaria ricorrenti della durata di meno sei settimane sono considerati acuti mentre quelli che persistono oltre questo periodo vengono considerati cronici.
Le lesioni coinvolgono qualsiasi segmento corporeo dal cuoio capelluto alla pianta dei piedi. Solitamente il soggetto presenta anche prurito, più raramente senso di tensione e dolori articolari. Il meccanismo fisiopatologico di tale patologia è complesso, anche perché l’eziologia è di diversa natura. 

Tra i fattori causali più frequenti ricordiamo:
  • Farmaci (penicilline, salicilati ecc)
  • Alimenti (pesce, frutta fresca e secca,semi oleosi tipo noccioline, pomodori, uovo ecc)
  • Coloranti e conservanti ( E102, tartrazina, benzoato di sodio, bisolfito, E127 ecc )
  • Stimoli fisici ( sole, caldo, freddo ecc)
  • Allergeni inalanti ( acari pollini ecc )
  • Piante e animali ( ortiche, punture di insetto, meduse ecc )
  • Infezioni virali
Esiste anche un tipo di orticaria idiopatica.

Con la medicina non convenzionale si può intervenire  in modo vario.

Omeopatia: negli episodi acuti, per scegliere il medicinale adatto, è necessario indagare alcuni punti: causalità stress emotivi (Ignatia ecc), umidità (Dulcamara, Rhus toxicodendron ecc ), sintomi e segni locali, colore della  lesione rosea-rossa (Apis mellifica ecc ), rosa pallido (Urtica urens ), sensazioni associate prurito comunque presente in quasi tutti i rimedi (Apis mellifica, Fagopyrum, Urtica urens ecc) bruciore (Apis mellifica, Urtica urens ecc), modalità principali di peggioramento  acqua fredda (Urtca urens), umidità (Dulcamara, Rhus toxicodendron), calore (Apis mellifica, Bovista ecc), modalità principali di miglioramento applicazioni fredde  (Apis mellifica ecc).

Apis mellifica (fam Apidi ) 15 CH; 4 granuli anche ogni ora o due. La tintura madre ottenuta dall’ape intera ha un’azione patogenetica complessa per la presenza di numerosi componenti: enzimi, fosfolipasi A2, ialuronidasi, mellitina.apamina peptidi,istamina, dopamina, noradrenalina serotonina ecc. Sulla cute determina  edema rosa-rosso, pruriginoso, bruciante che migliora con applicazioni fresche. Fosfolipasi A2 e mellitina sono dotate di azione immunizzante per cui è necessario essere prudenti nell’uso con soggetti allergici al veleno di ape.