lunedì 25 dicembre 2023

AUGURI DI BUONE FESTE

 LA REDAZIONE DEL BLOG AUGURA AI SUOI LETTORI 

 BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO 



mercoledì 29 novembre 2023

I cibi industriali sono legati a tumori, malattie metaboliche e cardiache

 


Sono entrati nelle nostre diete perché saporiti e facili da preparare. Tuttavia i cibi ultra-processati possono avere effetti negativi sulla salute.     L'ultima conferma arriva da uno studio, coordinato dalla International Agency for Research on Cancer (Iarc), pubblicato su The Lancet Regional Health - Europe, che ha osservato che all'aumentare dei consumi di cibi ultra-processati cresce il rischio di sviluppare simultaneamente cancro, malattie cardiovascolari e diabete.    I cibi ultra-processati sono "prodotti fabbricati industrialmente che comprendono componenti alimentari decostruiti e modificati, ricombinati con una varietà di additivi", spiegano i ricercatori. La loro diffusione è aumentata in tutto il mondo e "rappresentano oggi il 50-60% dell'apporto energetico giornaliero in alcuni Paesi ad alto reddito". 

domenica 26 novembre 2023

Cimici dei letti, come evitarle ed eliminarle

 


I consigli degli esperti dell'Ats di Milano Città metropolitana offrono spiegano come ridurre i rischi e prevenire il peggio: cioè che l'ematofago si installi in casa. In Francia è allarme cimici dei letti. Ma questo parassita "infestante molto invasivo e difficile da debellare" c'è anche in Italia. Il posto preferito di queste cimici sono le valigie. E' così che molto spesso si torna a casa con a bordo intere famiglie di piccoli ospiti clandestini. Gli esperti dell'Ats di Milano Città metropolitana offrono qualche consiglio per ridurre i rischi e prevenire il peggio: cioè che l'ematofago si installi in casa. Perché "a quel punto - precisano all'Adnkronos Salute Maira Bonini, direttore Struttura complessa di Igiene e Sanità pubblica, e Vincenzo Celeste, operatore tecnico della stessa struttura - c'è bisogno di personale altamente specializzato che intervenga con delle metodologie specifiche per l'eliminazione e la risoluzione della problematica".

Come evitarle

Prima precauzione suggerita è imbustare le valigie. "Quando si arriva in aeroporto, per esempio, ci sono dei servizi ad hoc e si può provvedere ad avvolgerle bene nel cellophane", spiega Celeste. Poi, una volta arrivati alla meta - viaggiando ben coperti, indicano gli esperti - l'invito è a tenere gli occhi aperti. "Se si va in vacanza in città con infestazioni in corso o comunque frequenti è bene stare in allerta - raccomanda Bonini - e controllare", a cominciare dall'hotel o dalla struttura ricettiva in cui si soggiorna. "Un consiglio - prosegue - è di lasciare i vestiti in una busta di plastica quando li si ripone in armadi e cassetti", scegliendo di collocarli, aggiunge Celeste, "su ripiani alti e ben distanziati dal pavimento. Prima di andare via, è bene controllare sempre se ci sono tracce dell'infestante".

Se si presta attenzione, infatti, "è un fenomeno ben visibile - evidenzia Celeste - Si può rilevare la presenza dell'infestante adulto, ma le valigie possono essere vettori anche con la presenza di uova che poi si schiudono" nei luoghi dove è stata depositata la valigia. La cimice dei letti adulta misura "intorno ai 5 millimetri, mentre le uova circa 1 o 1,5 millimetri".

domenica 29 ottobre 2023

Certificati medici sportivi : quali le norme

 


Nelle settimane scorse  i militari dei NAS dell’Italia centrale – nel corso di un servizio coordinato disposto nella seconda metà di settembre dal Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma – hanno effettuato mirati controlli presso centri e associazioni sportive, palestre, piscine e ambulatori al fine di garantire il rispetto della normativa vigente in merito al rilascio di certificati medici per lo svolgimento di attività sportiva. Nel corso delle numerose ispezioni, finalizzate alla tutela della salute e della sicurezza degli atleti e degli sportivi in generale, è stato verificato il possesso e la regolarità dei certificati di idoneità degli iscritti e frequentatori degli impianti sportivi accertando il rilascio di certificazione medica per l’idoneità all’attività sportiva non agonistica, da parte di medici prescrittori non autorizzati. E’ necessario, dunque, ricordare che se il rilascio del certificato medico per lo svolgimento di attività sportive considerate agonistiche è sempre obbligatorio, non vale altrettanto per quelle non agonistiche. La certificazione medica in ambito sportivo, anche a livello non agonistico, è regolamentata dal Decreto Legge n. 158 del 13 settembre 2012 (il cosiddetto Decreto Balduzzi), nonché dal successivo Decreto Ministeriale del 24 aprile 2013. Il certificato medico per attività sportiva non agonistica è obbligatorio per le persone di età superiore ai 6 anni, per gli alunni che svolgono attività fisico-sportive parascolastiche, organizzate cioè dalle scuole al di fuori dall’orario di lezione, e per coloro che fanno sport presso società affiliate alle Federazioni sportive nazionali e al Coni (purché non siano considerati atleti agonisti). Sono autorizzati a rilasciare questo tipo di certificato, per i propri assistiti, il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, il medico specialista in medicina dello sport, o ancora i medici della Federazione medico sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale italiano.

martedì 19 settembre 2023

10 consigli ai genitori per il ritorno a scuola

 

 


Dai pediatri dell’Istituto per la Salute dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù i consigli per aiutare i genitori ad affrontare nel migliore dei modi, insieme ai propri figli, il ritorno a scuola.

  1. Prepariamo lo zaino insieme. Prepariamo con bambini e ragazzi uno zaino leggero, resistente e ben organizzato, posizionando i libri pesanti vicino alla schiena e indossando entrambe le bretelle in modo comodo e sicuro.
  2.  Incoraggiamo una giusta postura. Spieghiamo ai bambini come sedersi dritti, appoggiati allo schienale, con le braccia sul banco, favorendo così la concentrazione e il comfort durante le lezioni.
  3. Una passeggiata per andare a scuola. Promuoviamo il movimento attraverso piacevoli attività, come camminare a scuola o giocare all’aperto, per mantenere mente e corpo attivi.
  4. Una buona alimentazione per rimanere concentrati. Bilanciamo i pasti principali con spuntini sani, fornendo la giusta quantità di calorie per l’età del bambino e dell’adolescente. Uno spuntino adeguato dovrebbe fornire il 5-10% delle calorie giornaliere, dunque variare – in base all’età – tra le 80-100 calorie di un bambino di 6 anni e le 180-200 calorie di un adolescente. Importante la colazione  e il consumo di frutta e verdura quotidiano (ndR)
  5. La gestione del tempo, tra studio e gioco. Stabiliamo un orario fisso per i compiti a casa, prevedendo momenti di riposo, studio e attività sportive, per una routine equilibrata.
  6. Condividiamo le esperienze scolastiche. Mostriamo interesse per la giornata scolastica, chiedendo non solo delle lezioni ma anche delle amicizie e delle esperienze condivise, creando un dialogo familiare.
  7. Ognuno ha i suoi tempi. Notiamo eventuali difficoltà senza allarmarci, rispettando il ritmo di apprendimento del bambino, specialmente nella lettura e nella scrittura.
  8. Un supporto senza stress. Sosteniamo i ragazzi nel prendersi cura dei propri impegni senza esagerare, rendendo l’apprendimento un’esperienza gratificante, non stressante.
  9. Rispettiamo l’autonomia. Offriamo supporto e dialogo senza invadere la privacy, rispettando la loro autonomia e immagine sociale.
  10. Insieme per crescere. Comunichiamo ai ragazzi che genitori e insegnanti lavorano insieme per comprendere e superare le difficoltà, creando un ambiente di supporto

Tratto da Salute e Sanità 11/09/2023

mercoledì 6 settembre 2023

Covid è meno aggressivo, basta allarmismi

 


“Non c’è motivo di preoccupazione. I casi di Covid “aumentano e forse aumenteranno ancora, sono comunque forme lievi, ma non crescono i ricoveri in ospedale”, il virus “è sempre meno virulento. Provoca febbre, mal di gola, raffreddore. Non polmonite. Si ferma alle vie respiratorie superiori”.

E' quanto ha spiegato Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in un’intervista al ‘Corriere della Sera’: “C’è una relazione inversa tra contagiosità e mortalità - ha detto - il virus non può permettersi oggi di essere più patogeno perché equivarrebbe all’estinzione. Il Sars-CoV-2 ha avuto bisogno di adattarsi all’uomo e diventare endemico. Quindi, finiamola di mettere paura alla gente”, ammonisce.

E sull’ultima variante del virus dice: “Non ci sono indicazioni che Pirola sia più pericolosa o contagiosa tanto che è stata classificata come semplice virus da monitorare da parte dell’agenzia europea Ecdc per il controllo delle malattie infettive. Come dire, seguiamone il suo cammino ma senza patemi”. Da qui l‘invito di Palù a “ricordare che, anche se l’infezione è innocua per noi stessi, può costituire un rischio per anziani e persone debilitate”.

In caso di sospetto sulla possibilità di aver contratto il virus? “La diagnosi prudenziale è sempre l’approccio migliore in medicina, ha concluso invitando quindi a “fare il tampone, in presenza di sintomi respiratori, e regolarsi di conseguenza con senso di responsabilità”.

 

Tratto da INFETTIVOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 31/08/2023 

lunedì 21 agosto 2023

Buone Vacanze

 






LA REDAZIONE  AUGURA  AI SUOI  LETTORI 

BUONE VACANZE 


venerdì 4 agosto 2023

Latti vegetali cosa ne sappiamo ….

 


La maggior parte del latte a base vegetale, da quello di soia a quello di avena o riso solo per fare qualche esempio, ha una quantità inferiore di proteine rispetto al latte vaccino, e in quasi un terzo dei casi è privo anche di calcio e vitamina D rispetto all'opzione lattiero-casearia. Lo rivela uno studio presentato a Nutrition 2023, il congresso della Società Americana di Nutrizione.  Precedenti ricerche hanno dimostrato che i latti a base vegetale sono a basso contenuto di 4 minerali chiave: fosforo, magnesio, zinco e selenio. Ora il team di Abigail Johnson dell'Università del Minnesota ha analizzato le etichette nutrizionali di 237 prodotti alternativi al latte vaccino, come latte di mandorle, avena, riso e semi di soia attualmente molto in voga. Sono stati confrontati i livelli di proteine, calcio e vitamina. E' emerso che solo il 19% dei latti a base vegetale (meno di uno su 5) corrispondeva al latte di mucca per le proteine. In media, i latti a base vegetale contenevano solo 2 grammi di proteine per 240 millilitri, mentre il latte di mucca ha 8 grammi per 240 ml, sia scremato, sia parzialmente scremato o intero. I prodotti a base vegetale che corrispondevano o superavano il contenuto proteico del latte vaccino tendevano ad essere a base di soia, afferma Johnson. "Tuttavia, la maggior parte delle persone riceve molte proteine da altre fonti, come carne, fagioli e legumi, quindi questo potrebbe non essere un problema", spiega la ricercatrice.

giovedì 13 luglio 2023

Aumentato rischio di demenza per terapia ormonale prolungata per la Menopausa

 


La terapia ormonale che si usa per affrontare i disagi della menopausa è stata collegata a maggior rischio di demenza e Alzheimer, specie se assunta per parecchi anni: il rischio è aumentato fino al 74% in più. Lo rivela uno studio condotto da Nelsan Pourhadi dell'Università di Copenaghen e pubblicato sul British Medical Journal.   La terapia ormonale, utilizzata per alleviare i comuni sintomi della menopausa come le vampate di calore, comprende compresse contenenti solo estrogeni o una combinazione di estrogeni e progestinici, nonché cerotti, gel e creme per la pelle. In passato si è visto che l'uso a lungo termine della terapia ormonale in menopausa si associa allo sviluppo di demenza, confermando i risultati del Women's Health Initiative Memory Study, il più grande studio clinico su questo argomento.   Tuttavia mancavano dati sull'effetto dell'uso a breve termine e dei diversi regimi di trattamento sul rischio di demenza.

mercoledì 28 giugno 2023

Covid, in arrivo il vaccino Moderna aggiornato contro Kraken


Sarà pronto per l'autunno, in vista della prossima campagna di immunizzazione contro Covid-19, il vaccino di Moderna aggiornato con la famiglia di varianti Xbb, nel dettaglio Xbb.1.5, Kraken. Lo ha annunciato Chantal Friebertshaeuser, Senior Vice President, Commercial per l'Europa, Medio Oriente, Australia e Canada, in conferenza stampa a Roma con il Ceo Stephane Bancel e il direttore generale di Moderna in Italia, Jacopo Murzi, per l'apertura della sede italiana dell'azienda."Per la campagna vaccinale d'autunno si aspettano le linee guida del ministero della Salute sulle popolazioni target, sicuramente anziani e fragili, e le modalità. Ci sarà una corsa contro il tempo in tutti i Paesi per l'approvazione dei nuovi vaccini da parte delle agenzie regolatorie", ha spiegato Murzi. La procedura di acquisto dovrebbe rimanere centralizzata a livello europeo, come per i primi vaccini anti-Covid. Saranno prodotte fino a 50 milioni di dosi di vaccino anti-Covid aggiornato con la variante Xbb.1.5, la diffusissima Kraken. Il vaccino sarà infialato in Italia, negli stabilimenti della Thermo Fisher Scientific a Monza e Ferentino, partner locale di Moderna. Per i vaccini 'combo' contro diversi virus, compreso Sars-Cov-2, bisognerà "aspettare lo sviluppo dei singoli vaccini - afferma Murzi - quello per il virus respiratorio sinciziale nel 2024 e quello per l'influenza verso la fine del 2024 e l'inizio 2025, poi si potranno sviluppare i vaccini combinati Covid-influenza e Covid-influenza-Rsv". Intenzione di Moderna, attualmente, è continuare a produrre il vaccino contro Covid-19 nei prossimi anni."La pandemia non è più un'emergenza internazionale di sanità pubblica, ma Covid resterà con noi per sempre - avverte Bancel - Il virus è cambiato e sta diventando simile all’influenza, ma continua a causare un tasso elevato di ricoveri e decessi, in particolare fra anziani e fragili. Dobbiamo far capire alle persone che si tratta di una malattia seria per alcuni, contro la quale esistono degli strumenti. Le morti per Covid oggi sono evitabili".

venerdì 9 giugno 2023

LATTE DI CAPRA : PERCHE' E' UTILE ?

 


Da alcuni anni sono sempre più numerose le persone che utilizzano latte di capra , mentre è in calo il consumo di latte vaccino.
Una moda o una dotazione indispensabile alla luce delle patologie emergenti come allergie, ipersensibilità alimentari o altro?

In questo articolo cercheremo di descrivere le caratteristiche e le indicazioni anche alla luce dei dati scientifici presenti.

Il latte di capra sembra innanzitutto  un prodotto sano e sostenibile per l'ambiente infatti le capre ai meno spazio utilizza, meno risorse e meno trattamenti rispetto. Inoltre i caseifici meno si affidano a trattamenti a base di ormoni per aumentare la produzione, inoltre la composizione di questo latte varia a seconda della dieta, della razza, dell'ambiente, della salute dell'animale e della stagione in cui viene prodotto(una differenza del latte vaccino che è stabile). Il contenuto proteico medio del latte di capra può essere più alto di quello del latte vaccino (ma può comunque variare ampiamente). C'è comunque una netta somiglianza (85-95%) tra la composizione aminoacidica delle sei principali proteine ​​del latte vaccino e del latte di capra (quindi chi è veramente allergico alle proteine ​​del latte di mucca lo è anche al latte di capra).

Per quanto riguarda  i lipidi del latte di capra essi sono presenti sotto forma di globuli di grasso più piccoli dei globuli del latte vaccino, questo lo rende più digeribile rispetto al latte di mucca , in quanto è maggiore la superficie  esposta all'azione degli enzimi digestivi . La crema di latte di capra è ricca di  acidi grassi a catena media e corta, importanti per le funzioni immunitarie e metaboliche.

A proposito degli zuccheri, il principale è il lattosio, il principale quale favorisce l'assorbimento intestinale di calcio, magnesio e fosforo e l'utilizzo di vitamina D  . Il contenuto di lattosio nel latte di capra è comunque inferiore dello 0,2-0,5 per cento rispetto al latte vaccino, ma oltre al lattosio il latte di capra contiene oligosaccaridi, glicopeptidi, glicoproteine ​​e zuccheri nucleotidici in maggiore quantità rispetto al latte vaccino , mostrando un profilo oligosaccaridico (con attività prebiotica) similitudine a quello del latte materno.

Per quanto riguarda la concentrazione di minerali e vitamine, nel latte di capra è maggiore in potassio, calcio, magnesio, fosforo e riboflavina , mentre la quantità di selenio, utile per il buon funzionamento del sistema immunitario, è simile a quella del latte materno. Invece vitamina B12 e acido Folico sono in quantità inferiore rispetto a quello vaccino, mentre la vitamina A è superiore nella capra. Sia latte di mucca che capra sono carenti in Vitamina B6, C e D e Ferro, ciò non li rende adatti all'alimentazione del lattante, anche perché entrambi presentano un carico di proteine ​​che un sovraccarico renale .

Pertanto sia il latte di mucca che il  latte di capra andrebbero modificati per poterli utilizzare nei più piccoli. Come sottolineato in un parere scientifico pubblicato nel 2012, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ritiene ci siano prove sufficienti per concludere che le proteine ​​del latte di capra possono essere adatte per l'utilizzo nelle formule per lattanti e nelle formule di proseguimento  . IL latte comunque non va considerato solo come nutriente, infatti se analizziamo il latte materno , vi sono contenute sostanze (glicoproteine, anticorpi, oligosaccaridi) che proteggono il lattante riducendo il numero delle infezioni da parte dei germi patogeni e promuovendo lo sviluppo della parete intestinale e del microbiota (comunità di germi presenti normalmente nell'intestino). Si è visto inoltre, da alcuni studi,  che la composizione del microbiota intestinale del bambino che assume latte di capra è più simile a quella del bambino allattato al seno , ciò potrebbe essere alla base dei disturbi intestinali, in particolare  la stitichezza, a cui vanno soggetti più facilmente i bambini che assumono latte di mucca.

mercoledì 24 maggio 2023

ANTIBIOTICI NEL PRIMO ANNO DI VITA

 


L'uso di antibiotici durante il primo anno di vita del neonato esercita una forte influenza sul suo microbiota intestinale, con un impatto particolarmente negativo sulla componente bifidobatterica. A causa della loro elevata abbondanza in questo periodo di vita, i bifidobatteri rivestono un ruolo importante nello sviluppo generale del bambino, e c'è motivo di credere che l'alterazione del microbiota intestinale neonatale associata agli antibiotici, e soprattutto all’amoxicillina, possa avere conseguenze a lungo termine sulla salute dell’individuo. Lo studio clinico Antibiotics in early life associate with specific gut microbiota signatures in a prospective longitudinal infant cohort, pubblicato su Pediatric Research del gruppo Nature nel 2020, ha analizzato 163 campioni fecali provenienti da 40 neonati di 2,3 mesi di età media, di cui 22 erano stati trattati con amoxicillina o macrolidi nel followup prudenziale dopo un’infezione da virus sinciziale respiratorio.  Un singolo ciclo di amoxicillina o macrolidi ha provocato l'aberrazione del microbiota del neonato caratterizzato dalla variazione dell'abbondanza di bifidobatteri, enterobatteri e clostridi, che è durata diversi mesi.

domenica 14 maggio 2023

PASTI PIU’ LENTI FAVORISCONO IL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA NEI BIMBI


La fretta non è amica della sana alimentazione.
La conferma arriva da uno studio coordinato dal Max Planck Institute for Human Development di Berlino e pubblicato su
Jama Network Open, secondo cui pasti più lunghi di una decina di minuti e rilassati incentivano i bambini a mangiare più frutta e verdura , senza avere ricadute sul consumo di altri alimenti . "Un basso consumo di frutta e verdura aumenta il rischio di malattie croniche non trasmissibili. Eppure i bambini di tutto il mondo mangiano molta meno frutta e verdura rispetto alla quantità raccomandata",scrivi i ricercatori. Il team ha verificato l'impatto della durata dei pasti sull'alimentazione coinvolgendo 50 coppie genitore-bambino. Tutte le coppie sono state osservate nel contesto di due pasti identici in tutto, tranne che nella durata. Nel primo pasto, gli inservienti hanno annunciato che avrebbero sparecchiato dopo un tempo pari alla durata tipica dei loro pasti a casa (in media, circa 20 minuti). Nella seconda, il tempo è stato aumentato del 50% (circa 10 minuti aggiuntivi). Quando c'era più tempo a disposizione i bambini mangiano più frutta senza che aumentasse il consumo degli altri alimenti; inoltre, mangiavano più lentamente e riportavano un maggiore senso di sazietà a fine pasto. Si tratta di risultati importanti, spiegano i ricercatori: l'aumento nei consumi di frutta"Questo risultato ha un'importanza pratica per la salute pubblica perché 1 porzione giornaliera aggiuntiva riduce il rischio di malattie cardiometaboliche dal 6% al 7%", scrivono.

domenica 16 aprile 2023

RITORNA LO STREPTOCOCCO

 


Casi in aumento e boom di richieste di tamponi per lo streptococco in Italia dove in diverse zone e, in particolare, a Roma, le farmacie sono prese d’assalto. Secondo gli ultimi dati. ci sarebbe un boom di contagi da streptococco tra i bambini a Roma e i medici sono d’accordo nel sostenere che, rispetto al 2022, l’infezione è aumentata almeno del 20%. Secondo i farmacisti, però, il dato sarebbe ancora più alto, a fronte delle richieste di test pervenute.

Gianluca De Filippis, titolare della farmacia Portuense, ha spiegato a ‘Il Messaggero’: “Da un mese a questa parte vendiamo gli auto-test dopo che sono tornati in commercio, nel senso che la loro richiesta nei mesi scorsi era molto bassa poi la domanda è aumentata ma le ditte ci hanno impiegato un po’ prima di mandarci il materiale”. La sua farmacia, oltre a vendere i test, li esegue anche. De Filippis ha aggiunto a questo proposito: “Non è semplice come esame. anche se molto rapido poi nel risultato, perché con un tampone si devono raggiungere le tonsille e nei bambini piccoli spesso è difficile”.

In media, in quasi tutte le farmacie di Roma ogni giorno sono venduti o eseguiti, laddove possibile, una decina di test mentre nello stesso periodo del 2022 le richieste erano minime o pari a zero. Teresa Rongai, a capo della Federazione italiana medici pediatri del Lazio, ha dichiarato: “L’infezione da streptococco è sempre esistita ma, con la rincorsa al test in presenza anche solo di un positivo in una classe, possono emergere altri positivi. Attenzione, però, perché molti bambini sono portatori sani e dunque, senza sintomi, non devono assumere in alcun modo gli antibiotici come si prevede invece per i sintomatici”. 

mercoledì 22 marzo 2023

Emicrania : sette rimedi non farmacologici per frenarla

 


Dalla corretta idratazione al magnesio, ci sono vari e semplici modi per contrastare gli attacchi di emicrania - sia che se ne soffra cronicamente (almeno 15 attacchi al mese) sia in maniera episodica, tutti da provare: lo spiega Nada Hindiyeh, membro del comitato media della American Headache Society.

"Molti interventi non farmacologici possono alleviare gli attacchi di emicrania", afferma anche Lauren Natbony della Icahn School of Medicine del Mt. Sinai di New York che ha appena pubblicato una review sull'emicrania sulla rivista Current Pain and Headache reports. Ad esempio

1) il magnesio che, spiega Natbony, svolge un ruolo chiave nella funzione muscolare e nervosa, può anche aiutare a contrastare le attività cerebrali che causano l'emicrania. Alcune ricerche, ad esempio una appena pubblicata sulla rivista Nutriens, suggeriscono che una dieta troppo povera di magnesio può peggiorare l'emicrania e che l'assunzione di questo integratore durante un attacco può aiutare a fermare i sintomi.   "Il magnesio è l'integratore più studiato per l'emicrania", afferma Natbony.

2)un impacco fresco può aiutare, afferma Hindiyeh. "I nervi coinvolti nell'emicrania si estendono alla testa e al collo - spiega. Un impacco freddo può calmare le terminazioni nervose". Sebbene un semplice impacco di ghiaccio premuto sulla testa o sul collo possa essere d'aiuto, le capsule di gel freddo progettate specificamente per l'emicrania sono una scelta migliore. Secondo uno studio pubblicato su Evidenced-Based Complementary and Alternative and Medicine, gli impacchi freddi danno sollievo al dolore alla testa in meno di 30 minuti.

Un altro rimedio utile nel corso di un attacco è l'aria fresca, o uscendo a fare due passi o in casa, spegnendo le luci e usando l'aria condizionata o un ventilatore. 3)"Stare in una stanza fredda, buia e silenziosa spesso aiuta", dice Hindiyeh. E ancora,

4) fare un sonnellino: quando un attacco di emicrania è in atto, si può ottenere un sollievo ancora maggiore se si possono chiudere gli occhi e fare un pisolino, dice Natbony. Infatti i disturbi del sonno e l'emicrania sembrano essere interconnessi, come dimostra una ricerca pubblicata sulla rivista Medicine. I ricercatori notano che più attacchi di emicrania si verificano, peggiore è il sonno di una persona; inoltre, la privazione del sonno è stata collegata a un aumento del dolore percepito. "Un sonnellino, anche breve, può essere utile perché il sonno è un antidolorifico naturale", afferma Natbony.

5)Aromaterapia - Secondo Natbony, alcuni profumi, in particolare la lavanda e la menta piperita, sono un altro rimedio naturale per i sintomi dell'emicrania. È possibile utilizzare questi oli essenziali in un diffusore per aromaterapia a casa o portare con sé spray o roll-on. Alcuni studi hanno dimostrato che l'aromaterapia con una serie di oli essenziali è utile per ridurre il dolore, compreso quello provocato dagli attacchi di emicrania.

6)Bere acqua - La disidratazione può scatenare l'emicrania e rendere gli attacchi più frequenti e gravi, come suggerisce una ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Neuroscience. Secondo esperti della Cleveland Clinic, quando si è disidratati il tessuto cerebrale può restringersi e allontanarsi leggermente dal cranio, esercitando una pressione sui nervi e causando dolore. Bere rapidamente un bicchiere d'acqua al primo segnale di un attacco di emicrania può aiutare a tenere sotto controllo i sintomi, dice Hindiyeh.

domenica 12 marzo 2023

PERCHE’ E’ IMPORTANTE INTEGRAZIONE DI VITAMINA D

 


La vitamina D è entrata prepotentemente nella conoscenza del medico, da alcuni anni, non più solo per la sua nota funzione di favorire la produzione di calcio e conseguentemente la mineralizzazione ossea, ma in ragione di molte altre proprietà, e alcune sono veramente importanti. Vediamo le più significative: La vitamina D contribuisce a trasformare il triptofano in serotonina, garantendo in tal modo un buon tono dell’umore. La vitamina D agisce a livello dell’Ippocampo nella produzione di BDNF (Brain Derived Neurotrofic Factor) migliorando moltissimo le funzioni legate alla memoria e alla gestione delle emozioni a causa del collegamento ippocampo-amigdala. Stimola la produzione di IL 2. Attiva i NK e i linfociti T. Promuove la produzione di IL-4 e l’inibizione delle citochine proinfiammatorie, quindi contrasta le infiammazioni. Attiva la produzione di INF gamma. Ha un’azione antivirale. Inibisce la formazione di placche amiloidee nel cervello (declino cognitivo e malattia di Alzheimer). Ha un’azione antiproliferativa immunosoppressiva con effetti di pro-differenziazione nella cute, quindi utile nelle malattie dermatologiche es.Psoriasi, Vitiligine. È espressione di potenti peptidi antimicrobici e contribuisce all’aumento delle possibilità di azione dei macrofagi (Infezioni) .Importante è la sua azione anti-proliferativa(antitumorale) con pro-differenziazione ed aumento dell’apoptosi e diminuzione dell’angiogenesi in specifiche cellule cancerose.

sabato 25 febbraio 2023

INDAGINE SULL'OMEOPATIA IN ITALIA

 


Oltre la metà degli italiani, il 57%, ha utilizzato l'omeopatia nel corso della vita e si dichiara soddisfatto nell'81% dei casi. I connazionali conoscono l'omeopatia e ne riconoscono il ruolo all'interno della medicina moderna: il 66% ha fiducia della disciplina e il 77% la ritiene complementare alla medicina convenzionale. Sono alcuni dei risultati dell'indagine 'Omeopatia: conoscenza e utilizzo in Italia', condotta a ottobre 2022 per Boiron da Harris Interactive, società di indagini di mercato a livello internazionale. I dati sono stati presentati oggi nel corso di un evento online. Realizzata con l'obiettivo di misurare la consapevolezza, la fiducia e l'utilizzo delle varie opzioni terapeutiche, ma anche per comprendere il posto che l'omeopatia ricopre all'interno della medicina moderna e valutare quale potrebbe essere la sua percezione e il suo ruolo in futuro, l'indagine Harris Interactive per Boiron è stata condotta in Italia su un campione di 1.066 persone, rappresentativo della popolazione di età pari o superiore a 18 anni. "Quanto emerge dall'indagine - commenta Silvia Nencioni, amministratrice delegata e presidente di Boiron Italia - conferma un'evidenza che riscontriamo quotidianamente: sono molti gli italiani che scelgono di affidarsi all'omeopatia, una terapia umana, rispettosa dell'individuo e sicura, per trattare problemi di salute o per migliorare la qualità di vita in alcune specifiche circostanze.

mercoledì 8 febbraio 2023

Studio italiano: i vaccini Covid non hanno aumentato le malattie cardiovascolari......ma .....

 


Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines, coordinato da Lamberto Manzoli dell'Università di Bologna. Nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati  rispetto ai non vaccinati .I vaccini anti Covid-19 non sono associati ad un aumento del rischio di eventi avversi come infarti, ictus, arresti cardiaci, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines, coordinato da Lamberto Manzoli dell'Università di Bologna. Nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Lo studio è al momento l'unico al mondo che ha seguito la popolazione (ma  come è stata scelta la popolazione ...)per più di un anno.  La ricerca – che ha coinvolto anche studiosi dell’Università di Ferrara e dell’Asl di Pescara – ha seguito per diciotto mesi, da gennaio 2021 a luglio 2022, l’intera popolazione della provincia di Pescara. Sono stati raccolti i dati sanitari dei residenti ed è stata analizzata la frequenza di alcune malattie gravi come malattie cardiovascolari, embolie polmonari e trombosi. Al termine dell'indagine, nessuna delle patologie esaminate è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. «I risultati che abbiamo ottenuto mostrano in modo netto che tra i vaccinati non c'è stato un aumento di rischio di malattie gravi», dice Manzoli. «Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo». Lo studio è al momento l'unico al mondo che ha potuto seguire la popolazione per più di un anno, prendendo in considerazione numerosi fattori tra cui l'età, il sesso e il rischio clinico dei partecipanti. I risultati ottenuti mostrano, in particolare, che sia i decessi registrati che l’insorgenza delle patologie prese in esame sono stati meno frequenti tra le persone vaccinate, indipendentemente dal sesso, dall'età e dal profilo di rischio clinico.L’analisi ha anche confermato che le persone vaccinate che hanno contratto il COVID-19 sono più protette contro il coronavirus rispetto a chi è guarito dopo aver contratto la malattia ma non è vaccinato. Una maggiore incidenza delle patologie considerate è invece emersa tra chi non ha contratto il COVID-19 e ha solo una o due dosi di vaccino, rispetto a chi ha tre o più dosi.«Questo dato controintuitivo è dovuto a un bias epidemiologico causato dalle restrizioni attuate durante l'emergenza», spiega Manzoli.

domenica 15 gennaio 2023

IL PLACEBO E’ EFFICACE COME L’AMOXICILLINA NELLA CURA DELLA BRONCHITE ACUTA

 


L’ efficacia della terapia antibiotica
con amoxicillina sulla durata dei sintomi nelle infezioni non complicate delle basse vie respiratorie (con esclusione della polmonite) in età pediatrica è stata confrontata con placebo in questo studio svolto a livello delle cure primarie in UK. I criteri di inclusione corrispondevano a quelli comunemente utilizzati per la diagnosi di bronchite acuta sia nella pratica clinica che in precedenti revisioni Cochrane. 432 bambini sono stati randomizzati al gruppo antibiotico (n=221) o placebo (n=211). I genitori hanno compilato un diario dei sintomi e delle attività quotidiane per almeno una settimana e sino alla persistenza dei sintomi nelle 4 settimane successive alla randomizzazione. La durata media dei sintomi non è risultata significativamente diversa nei 2 gruppi (5 giorni nel gruppo antibiotico vs 6 giorni nel gruppo placebo), e neppure nei soggetti appartenenti a specifici sottogruppi con particolare gravità dei sintomi nei quali l'antibiotico viene comunemente prescritto.