sabato 25 febbraio 2023

INDAGINE SULL'OMEOPATIA IN ITALIA

 


Oltre la metà degli italiani, il 57%, ha utilizzato l'omeopatia nel corso della vita e si dichiara soddisfatto nell'81% dei casi. I connazionali conoscono l'omeopatia e ne riconoscono il ruolo all'interno della medicina moderna: il 66% ha fiducia della disciplina e il 77% la ritiene complementare alla medicina convenzionale. Sono alcuni dei risultati dell'indagine 'Omeopatia: conoscenza e utilizzo in Italia', condotta a ottobre 2022 per Boiron da Harris Interactive, società di indagini di mercato a livello internazionale. I dati sono stati presentati oggi nel corso di un evento online. Realizzata con l'obiettivo di misurare la consapevolezza, la fiducia e l'utilizzo delle varie opzioni terapeutiche, ma anche per comprendere il posto che l'omeopatia ricopre all'interno della medicina moderna e valutare quale potrebbe essere la sua percezione e il suo ruolo in futuro, l'indagine Harris Interactive per Boiron è stata condotta in Italia su un campione di 1.066 persone, rappresentativo della popolazione di età pari o superiore a 18 anni. "Quanto emerge dall'indagine - commenta Silvia Nencioni, amministratrice delegata e presidente di Boiron Italia - conferma un'evidenza che riscontriamo quotidianamente: sono molti gli italiani che scelgono di affidarsi all'omeopatia, una terapia umana, rispettosa dell'individuo e sicura, per trattare problemi di salute o per migliorare la qualità di vita in alcune specifiche circostanze.

mercoledì 8 febbraio 2023

Studio italiano: i vaccini Covid non hanno aumentato le malattie cardiovascolari......ma .....

 


Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines, coordinato da Lamberto Manzoli dell'Università di Bologna. Nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati  rispetto ai non vaccinati .I vaccini anti Covid-19 non sono associati ad un aumento del rischio di eventi avversi come infarti, ictus, arresti cardiaci, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines, coordinato da Lamberto Manzoli dell'Università di Bologna. Nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Lo studio è al momento l'unico al mondo che ha seguito la popolazione (ma  come è stata scelta la popolazione ...)per più di un anno.  La ricerca – che ha coinvolto anche studiosi dell’Università di Ferrara e dell’Asl di Pescara – ha seguito per diciotto mesi, da gennaio 2021 a luglio 2022, l’intera popolazione della provincia di Pescara. Sono stati raccolti i dati sanitari dei residenti ed è stata analizzata la frequenza di alcune malattie gravi come malattie cardiovascolari, embolie polmonari e trombosi. Al termine dell'indagine, nessuna delle patologie esaminate è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. «I risultati che abbiamo ottenuto mostrano in modo netto che tra i vaccinati non c'è stato un aumento di rischio di malattie gravi», dice Manzoli. «Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo». Lo studio è al momento l'unico al mondo che ha potuto seguire la popolazione per più di un anno, prendendo in considerazione numerosi fattori tra cui l'età, il sesso e il rischio clinico dei partecipanti. I risultati ottenuti mostrano, in particolare, che sia i decessi registrati che l’insorgenza delle patologie prese in esame sono stati meno frequenti tra le persone vaccinate, indipendentemente dal sesso, dall'età e dal profilo di rischio clinico.L’analisi ha anche confermato che le persone vaccinate che hanno contratto il COVID-19 sono più protette contro il coronavirus rispetto a chi è guarito dopo aver contratto la malattia ma non è vaccinato. Una maggiore incidenza delle patologie considerate è invece emersa tra chi non ha contratto il COVID-19 e ha solo una o due dosi di vaccino, rispetto a chi ha tre o più dosi.«Questo dato controintuitivo è dovuto a un bias epidemiologico causato dalle restrizioni attuate durante l'emergenza», spiega Manzoli.