Come abbiamo visto nel
precedente articolo, la sindrome rino-sinuso-bronchiale è caratterizzata da infiammazioni
croniche delle prime vie aree che sono le responsabili del deterioramento della
funzionalità e dello stato immunitario del sistema bronchiale. Questa
alterazione della funzionalità bronchiale sfocia nella iperreattività bronchiale
che diventa l’elemento dominante del quadro clinico.
Malgrado l’asma sia
l’elemento più appariscente e più pericoloso della sindrome, la risoluzione dei
foci infiammatori rino-sinusali gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista
terapeutico, perché la loro persistenza impedisce un adeguato controllo
dell’iperreattività bronchiale.
La sindrome rino-sinuso-bronchiale
presenta quindi un quadro clinico complesso e articolato dal punto di vista
sintomatologico, che ben si presta ad un approccio terapeutico omeopatico
fondato sulla possibilità di usufruire di una vasta gamma di medicinali sia
sintomatici sia di terreno.
La terapia omeopatica è
prevalentemente individualizzata e offre molte soluzioni per affrontare tale
patologia, sia in associazione con i medicinali convenzionali, nell’ambito di
una terapia integrata, sia in uno schema terapeutico prevalentemente omeopatico,
quando possibile, soprattutto nelle fase di intervallo tra le riacutizzazioni.
Medicinali del
focus sinusale
I medicinali omeopatici
indicati nel trattamento dell’infiammazione sinusale hanno come comune minimo
denominatore la presenza di secrezioni muco purulente nelle cavità
naso-sinusali. Si differenziano per le caratteristiche delle secrezioni, per le
modalità di miglioramento e peggioramento dei disturbi e per la sintomatologia
concomitante. Queste differenze permettono di individualizzare la terapia
scegliendo il medicinale più adatto ad ogni singolo paziente.
In questo articolo, per
esigenze di spazio, analizzeremo solo i medicinali di più frequente
prescrizione.
Hydrastis canadensis (pianta della famiglia delle ranuncolacee): le secrezioni
nasali sono dense, muco-purulente, di colore giallastro, aderiscono alla parete
posteriore della faringe e danno origine a concrezioni attorno alle narici.
L’ostruzione nasale peggiora con il caldo ambientale.
Kalium bichromicum (bicromato di potassio): è prescritto in soggetti più robusti rispetto
a quelli con la tipologia di Hydrastis. È presente secchezza del tessuto che
riveste la parte interna del naso e pressione dolorosa alla radice nasale;
l’ostruzione è notevole e la secrezione è molto vischiosa, giallo-verdastra,
aderente, striata di sangue; spesso sono presenti croste nella parte anteriore
del naso; il miglioramento con il caldo umido è evidente.
Kalium sulfuricum (solfato di potassio): ecco un diverso sale di potassio in cui sono
presenti secrezioni muco-purulente, ostruzione nasale, che però peggiora col
calore e migliora all’aria aperta, e incapacità di percepire gli odori; la
tosse catarrale completa il quadro clinico e ne fa un medicinale
particolarmente indicato per la sindrome rino-sinuso-bronchiale.
Cinnabaris (sulfuro
rosso di mercurio): in questo caso, le secrezioni muco purulente sono
posteriori, ma sono presenti dolori, a fitte; al dorso del naso e alla regione
attorno agli occhi che appaiono particolarmente rossi e congesti.
Pulsatilla (pianta
della famiglia delle Ranuncolacee): il quadro clinico è caratterizzato da secrezione
muco-purulenta fluida associata a tosse catarrale, durante il giorno, e da
ostruzione congestizia con tosse secca, di notte.
Tutti questi medicinali sono
prescritti a media diluizione più volte al giorno in funzione della valutazione
del quadro sinusale eseguita dal medico.
I medicinali
della flogosi e dell’iperreattività bronchiale
Spesso la flogosi e
l’iperreattività bronchiale richiedono la prescrizione dei medicinali
convenzionali (antibiotici, cortisonici, broncodilatatori) che abbiano
analizzato nell’articolo precedente.
I medicinali omeopatici,
però, trovano indicazione sia in associazione ad essi, al fine di ridurne i
dosaggi e quindi gli effetti collaterali, sia nei periodi in cui la componente
asmatica è subliminale e
quindi controllabile con una
terapia prevalentemente omeopatica.
Hepar sulfur (fiori
di zolfo e calcare d’ostrica): rappresenta uno dei medicinali più importanti
della sindrome rino-sinuso-bronchiale perché è indicato nelle sinusiti
purulente e nelle tracheo-bronchiti con tosse secca e roca che diventa poi
catarrale; il peggioramento è notturno e con l’aria fredda. Come è ben evidente
il quadro clinico del medicinale copre sia la componente sinusale sia quella
bronchiale. È prescritto, in genere, ad alta diluizione, più volte al dì.
I medicinali omeopatici
utilizzabili per la componente bronchiale sono numerosi e, anche in questo
caso, è necessario fare una selezione fra quelli più frequentemente indicati.
Antimonium tartaricum (antimonio tartrato di potassio): quando prevale l’ipersecrezione e vi è ingombro
bronchiale con rantoli grossolani; la tosse procura dolore toracico e l’espettorazione è difficoltosa; il
malato è astenico e poco reattivo.
Ipecacuanha (pianta della famiglia delle
Rubiacee): sono presenti contemporaneamente ipersecrezione e broncospasmo, con
tosse ad accessi che procura vomito; l’espettorazione è scarsa e difficoltosa
per la costrizione bronchiale; può associarsi ad epistassi.
Kalium carbonicum (carbonato di potassio): in
questo medicinale prevale nettamente il broncospasmo, l’espettorato, molto
scarso e denso, è presente alla fine della crisi di tosse e di dispnea che
compare, generalmente, tra le 2 le 4 del mattino; il paziente trae sollievo
piegandosi in avanti appoggiato sui gomiti.
Un
altro medicinale prescritto sovente è Blatta orientalis (scarafaggio
nero comune), soprattutto quando sono presenti sia broncospasmo sia
ipersecrezione.
Ritengo
indispensabile ricordare che questi medicinali sono quasi sempre indicati in
uno schema di medicina integrata, in associazione a medicinali convenzionali,
per poter ridurre il dosaggio di questi ultimi. È bene inoltre precisare che
scelta della terapia, in una patologia complessa e potenzialmente pericolosa
come la sindrome rino-sinuso-bronchiale, è solo di pertinenza del medico.
Terapia omeopatica di fondo
I
medicinali che abbiamo analizzato fino ad ora hanno carattere sintomatico,
anche se la loro prescrizione è individualizzata e centrata o sul focus
sinusale o su quello bronchiale.
Nella
terapia omeopatica della sindrome rino-sinuso bronchiale esiste anche una vasta
gamma di medicinali che sono selezionati sulle caratteristiche del terreno del
paziente.
Il
terreno è quell’insieme di caratteristiche morfologiche, caratteriali, di
reattività all’ambiente e di tendenze ad ammalare di certe patologie che fanno
di ciascuno di noi un essere praticamente unico.
Questi
medicinali, selezionati in funzione del terreno del paziente, vengono
comunemente definiti “medicinali di
fondo”. Vista la loro spiccata individualizzazione è praticamente
impossibile elencarli tutti con le loro caratteristiche; mi limiterò a citare
qualche nome tra i più noti:
Calcarea carbonica (calcare d’ostrica), Silicea
(silicio), Natrum sulfuricum (solfato di sodio), Thuja
occidentalis (pianta della famiglia delle cupressacee), Natrum muriaticum
(Sale marino, cloruro di sodio), Aviaire (tubercolina degli
uccelli)-
Questi
medicinali per la vastità del loro quadro clinico sono prescritti ad alta
diluizione e con frequenza più bassa rispetto ai medicinali sintomatici.
In
conclusione, l’omeopatia, con la sua vasta gamma di opzioni terapeutiche
individualizzate a diversi livelli, può dare un interessante contributo alla
terapia della sindrome rino-sinuso-bronchiale. Infatti, essa permette di
modulare, con un sano pragmatismo, la terapia con medicinali convenzionali con
l’azione sinergica delle sue sostanze diluite, offrendo ai pazienti maggior
efficacia e sicurezza.
Dott.
Edoardo Felisi, medico esperto in omeopatia e specialista in pneumologia-
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