lunedì 10 dicembre 2012

Terapia omeopatica della sindrome rino-sinuso-bronchiale


Come abbiamo visto nel precedente articolo, la sindrome rino-sinuso-bronchiale è caratterizzata da infiammazioni croniche delle prime vie aree che sono le responsabili del deterioramento della funzionalità e dello stato immunitario del sistema bronchiale. Questa alterazione della funzionalità bronchiale sfocia nella iperreattività bronchiale che diventa l’elemento dominante del quadro clinico.

Malgrado l’asma sia l’elemento più appariscente e più pericoloso della sindrome, la risoluzione dei foci infiammatori rino-sinusali gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista terapeutico, perché la loro persistenza impedisce un adeguato controllo dell’iperreattività bronchiale.

La sindrome rino-sinuso-bronchiale presenta quindi un quadro clinico complesso e articolato dal punto di vista sintomatologico, che ben si presta ad un approccio terapeutico omeopatico fondato sulla possibilità di usufruire di una vasta gamma di medicinali sia sintomatici sia di terreno.

La terapia omeopatica è prevalentemente individualizzata e offre molte soluzioni per affrontare tale patologia, sia in associazione con i medicinali convenzionali, nell’ambito di una terapia integrata, sia in uno schema terapeutico prevalentemente omeopatico, quando possibile, soprattutto nelle fase di intervallo tra le riacutizzazioni.

 

 

Medicinali del focus sinusale

 

I medicinali omeopatici indicati nel trattamento dell’infiammazione sinusale hanno come comune minimo denominatore la presenza di secrezioni muco purulente nelle cavità naso-sinusali. Si differenziano per le caratteristiche delle secrezioni, per le modalità di miglioramento e peggioramento dei disturbi e per la sintomatologia concomitante. Queste differenze permettono di individualizzare la terapia scegliendo il medicinale più adatto ad ogni singolo paziente.

In questo articolo, per esigenze di spazio, analizzeremo solo i medicinali di più frequente prescrizione.


Hydrastis canadensis (pianta della famiglia delle ranuncolacee): le secrezioni nasali sono dense, muco-purulente, di colore giallastro, aderiscono alla parete posteriore della faringe e danno origine a concrezioni attorno alle narici. L’ostruzione nasale peggiora con il caldo ambientale.

Kalium bichromicum (bicromato di potassio): è prescritto in soggetti più robusti rispetto a quelli con la tipologia di Hydrastis. È presente secchezza del tessuto che riveste la parte interna del naso e pressione dolorosa alla radice nasale; l’ostruzione è notevole e la secrezione è molto vischiosa, giallo-verdastra, aderente, striata di sangue; spesso sono presenti croste nella parte anteriore del naso; il miglioramento con il caldo umido è evidente.

Kalium sulfuricum (solfato di potassio): ecco un diverso sale di potassio in cui sono presenti secrezioni muco-purulente, ostruzione nasale, che però peggiora col calore e migliora all’aria aperta, e incapacità di percepire gli odori; la tosse catarrale completa il quadro clinico e ne fa un medicinale particolarmente indicato per la sindrome rino-sinuso-bronchiale.

Cinnabaris (sulfuro rosso di mercurio): in questo caso, le secrezioni muco purulente sono posteriori, ma sono presenti dolori, a fitte; al dorso del naso e alla regione attorno agli occhi che appaiono particolarmente rossi e congesti.

Pulsatilla (pianta della famiglia delle Ranuncolacee): il quadro clinico è caratterizzato da secrezione muco-purulenta fluida associata a tosse catarrale, durante il giorno, e da ostruzione congestizia con tosse secca, di notte.

Tutti questi medicinali sono prescritti a media diluizione più volte al giorno in funzione della valutazione del quadro sinusale eseguita dal medico.

I medicinali della flogosi e dell’iperreattività bronchiale

 

Spesso la flogosi e l’iperreattività bronchiale richiedono la prescrizione dei medicinali convenzionali (antibiotici, cortisonici, broncodilatatori) che abbiano analizzato nell’articolo precedente.

I medicinali omeopatici, però, trovano indicazione sia in associazione ad essi, al fine di ridurne i dosaggi e quindi gli effetti collaterali, sia nei periodi in cui la componente asmatica è subliminale e

quindi controllabile con una terapia prevalentemente omeopatica.

Hepar sulfur (fiori di zolfo e calcare d’ostrica): rappresenta uno dei medicinali più importanti della sindrome rino-sinuso-bronchiale perché è indicato nelle sinusiti purulente e nelle tracheo-bronchiti con tosse secca e roca che diventa poi catarrale; il peggioramento è notturno e con l’aria fredda. Come è ben evidente il quadro clinico del medicinale copre sia la componente sinusale sia quella bronchiale. È prescritto, in genere, ad alta diluizione, più volte al dì.

 

I medicinali omeopatici utilizzabili per la componente bronchiale sono numerosi e, anche in questo caso, è necessario fare una selezione fra quelli più frequentemente indicati.

Antimonium tartaricum (antimonio tartrato di potassio): quando prevale l’ipersecrezione e vi è ingombro bronchiale con rantoli grossolani; la tosse procura dolore toracico e l’espettorazione è difficoltosa; il malato è astenico e poco reattivo.

Ipecacuanha (pianta della famiglia delle Rubiacee): sono presenti contemporaneamente ipersecrezione e broncospasmo, con tosse ad accessi che procura vomito; l’espettorazione è scarsa e difficoltosa per la costrizione bronchiale; può associarsi ad epistassi.

Kalium carbonicum (carbonato di potassio): in questo medicinale prevale nettamente il broncospasmo, l’espettorato, molto scarso e denso, è presente alla fine della crisi di tosse e di dispnea che compare, generalmente, tra le 2 le 4 del mattino; il paziente trae sollievo piegandosi in avanti appoggiato sui gomiti.

Un altro medicinale prescritto sovente è Blatta orientalis (scarafaggio nero comune), soprattutto quando sono presenti sia broncospasmo sia ipersecrezione.

Ritengo indispensabile ricordare che questi medicinali sono quasi sempre indicati in uno schema di medicina integrata, in associazione a medicinali convenzionali, per poter ridurre il dosaggio di questi ultimi. È bene inoltre precisare che scelta della terapia, in una patologia complessa e potenzialmente pericolosa come la sindrome rino-sinuso-bronchiale, è solo di pertinenza del medico.

 

 

Terapia omeopatica di fondo

 

I medicinali che abbiamo analizzato fino ad ora hanno carattere sintomatico, anche se la loro prescrizione è individualizzata e centrata o sul focus sinusale o su quello bronchiale.

Nella terapia omeopatica della sindrome rino-sinuso bronchiale esiste anche una vasta gamma di medicinali che sono selezionati sulle caratteristiche del terreno del paziente.

Il terreno è quell’insieme di caratteristiche morfologiche, caratteriali, di reattività all’ambiente e di tendenze ad ammalare di certe patologie che fanno di ciascuno di noi un essere praticamente unico.

Questi medicinali, selezionati in funzione del terreno del paziente, vengono comunemente definiti “medicinali di fondo”. Vista la loro spiccata individualizzazione è praticamente impossibile elencarli tutti con le loro caratteristiche; mi limiterò a citare qualche nome tra i più noti:

Calcarea carbonica (calcare d’ostrica), Silicea (silicio), Natrum sulfuricum (solfato di sodio), Thuja occidentalis (pianta della famiglia delle cupressacee), Natrum muriaticum (Sale marino, cloruro di sodio), Aviaire (tubercolina degli uccelli)-

Questi medicinali per la vastità del loro quadro clinico sono prescritti ad alta diluizione e con frequenza più bassa rispetto ai medicinali sintomatici.

In conclusione, l’omeopatia, con la sua vasta gamma di opzioni terapeutiche individualizzate a diversi livelli, può dare un interessante contributo alla terapia della sindrome rino-sinuso-bronchiale. Infatti, essa permette di modulare, con un sano pragmatismo, la terapia con medicinali convenzionali con l’azione sinergica delle sue sostanze diluite, offrendo ai pazienti maggior efficacia e sicurezza.

 

 

Dott. Edoardo Felisi, medico esperto in omeopatia e specialista in pneumologia-

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