mercoledì 9 febbraio 2022

SOCIETA’ ITALIANA DI PEDIATRIA : dopo un mese dal Covid una visita ai bimbi

 

 


Visitare tutti i bambini e gli adolescenti con una diagnosi sospetta o provata di Covid dopo 4 settimane dalla fase acuta dell'infezione per verificare la presenza di possibili sintomi di long Covid.
E programmare, in ogni caso, anche in assenza di questi sintomi, un ulteriore controllo dopo 3 mesi dalla diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 per confermare che sia tutto normale o affrontare i problemi emergenti
, attraverso una valutazione approfondita degli stessi. Sono le principali raccomandazioni della Società Italiana di Pediatria rivolte ai pediatri di famiglia e ai genitori per monitorare e gestire i possibili casi di Covid a lungo termine tra i bambini e gli adolescenti. Le raccomandazioni sono contenute in un Documento di Consenso redatto dalla SIP, su proposta del suo Tavolo Tecnico Malattie Infettive e Vaccinazioni e della Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), in collaborazione con la Società Italiana di Malattie Infettive Pediatriche (SITIP), la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP), la Società Italiana di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP) e la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS).. “La reale diffusione del long Covid tra bambini e adolescenti non è determinata , varia dal 4 al 60 per cento a seconda degli studi, peraltro molto eterogenei. Negli Stati Uniti sono stati diagnosticati oltre 6 milioni di casi di long Covid in bambini e adolescenti (al 10 ottobre 2021) pari al 16% di tutti i casi di long Covid segnalati nell'intera popolazione” afferma la Presidente SIP Annamaria Staiano. “Sono necessari ulteriori non solo per definire la malattia reale del trattamento del lungo Covid nei bambini, ma anche per comprendere meglio questa malattia e migliorare il trattamento. Al momento esistono non cure standardizzate ( POSSIBILE VICEVERSA UN GRANDE AIUTO DALLE MEDICINE COMPLEMENTARI NDR)dopo gli accertamenti di routine si praticano le terapie sulla base del sintomo prevalente. Ma cosa si intende esattamente per lungo tempo Covid? fino a non esistere una definizione completamente condivisa da tutte le autorità sanitarie, si può parlare di long Covid dopo tre mesi dalla diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 in presenza di sintomi che perdurano da almeno 2 mesi e non possono essere spiegati da un' altra diagnosi. È importante valutare la possibile presenza di sintomi al termine della fase acuta tra la quarta e la dodicesima settimana. “Come per gli adulti, anche per i bambini uno dei sintomi più comuni riscontrato nei lavori scientifici è l'affaticamento persistente che riportano fino all'87% dei pazienti con long Covid”,spiega Susanna Esposito Responsabile del Tavolo Tecnico Malattie infettive e Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria. “Altri sintomi ai quali prestare attenzione sono: cefalea, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, dolore addominale, mialgia o artralgia, dolore toracico, mal di stomaco, diarrea, palpitazioni cutanee cardiache e lesioni cutanee. I sintomi neuropsichiatrici persistenti sembrano essere i disturbi più comuni nei bambini e negli adolescenti che hanno avuto il Covid-19”, chiarisce. Questi sintomi possono manifestarsi sia da soli che in combinazione, possono essere transitori o intermittenti, cambiare nel tempo o rimanere costanti. sebbene queste manifestazioni siano più frequenti in coloro che hanno un'infezione acuta sintomatica o grave, sono state presenti anche in pazienti asintomatici o pauci-sintomatici. “Queste manifestazioni sono solo in parte legato al danno tessutale dovuto alla presenza del virus. In massima parte sono la conseguenza dello stress causato dalla pandemia, in relazione dall'azione patogena del virus”, aggiunge Esposito.  TALI SINTOMI SONO NETTAMENTE RIDOTTI SE VENGONO UTILIZZATE TERAPIE COMPLEMENTARI NELLA FASE ACUTA DEL COVID ndr

Non sembrano esserci invece nei bambini conseguenze importanti a lungo termine sull'apparato respiratorio associato al Covid. Spiega Fabio Midulla, Presidente della Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI): “Abbiamo realizzato un follow up che da febbraio 2021 a oggi ha coinvolto circa 1000 bambini seguiti da vari centri pneumologici di tutta Italia con lo scopo di monitorare gli effetti dell' infezione a lungo termine. Abbiamo riscontrato che questi sono stati soprattutto di tipo psicologico (quali ansia e depressione sino ad arrivare all'autolesionismo) in linea con quanto emerge da altri studi.Non a caso il documento di Consenso raccomanda che i bambini con evidenti sintomi di stress mentale hanno un supporto psicologico personalizzato”. Il documento di consenso sarà ulteriormente discusso tra specialisti ospedalieri e territoriali in modo da condividere le definizioni cliniche e l'approccio diagnostico-terapeutico.

 

 

 Tratto da PEDIATRIA  | REDAZIONE DOTTNET | 07/02/2022 

Nessun commento: