Ogni anno circa 5 milioni di bambini vengono visitati nei Pronto soccorso italiani. Solo nel 10% dei casi si tratta di codici gialli e rossi, ovvero quelli che identificano i casi di reale emergenza e urgenza, mente i codici verdi (le urgenze considerate minori) rappresentano invece il 60-70% degli accessi. "Tra questi ultimi circa la metà può essere considerato un accesso appropriato per la necessità di escludere gravi complicanze e/o evoluzioni della malattia, mentre la restante metà di questi accessi è inappropriato e può creare disservizi che possono ostacolare l’assistenza a chi ne ha veramente bisogno", spiega Antonio Urbino, presidente della Società italiana di emergenza e urgenza pediatrica (Simeup).
Se è vero che tutti sanno cos’è un pronto soccorso,
Simeup ricorda anche ciò che non è un pronto soccorso, per scoraggiarne un
utilizzo improprio . "Innanzitutto non va confuso con un ambulatorio
pediatrico - spiega Urbino - e non sostituisce il pediatra di famiglia che
sarebbe bene consultare, se possibile e almeno telefonicamente, prima di
recarsi in pronto soccorso. Non è nemmeno un ambulatorio poli-specialistico
infatti le visite specialistiche urgenti richieste dal medico curante vanno
comunque prenotate al Centro unico prenotazioni (Cup) e di norma non hanno
luogo in pronto soccorso, che non è la struttura preposta per approfondire
aspetti clinici non urgenti o cronici". Dalla Simeup arrivano anche alcuni
suggerimenti utili in situazioni frequenti che possono invece richiedere una
visita in pronto soccorso.
1)Febbre
Necessario in caso di febbre nel lattante con età inferiore a tre mesi se non è stato possibile farlo visitare al curante. Nei bambini più grandi se la febbre è elevata, persistente, risponde poco alla terapia antipiretica e si associa a stato di sofferenza e condizioni generali compromesse. O infine se in presenza di febbre il bambino presenta crisi convulsive soprattutto se di età inferiore ad un anno.