domenica 10 novembre 2024

DOVE RICAVARE OMEGA 3


Non esiste il concetto di "carenza" per gli omega-3 e i livelli non sono misurabili. Infatti non esistono per questo nutriente test standardizzati e validati, né livelli di riferimento affidabili, al contrario di quanto vale invece per altri nutrienti come la vitamina B12, la vitamina D, il ferro, ecc. Secondo l'Istituto Nazionale della Salute statunitense: non sono noti i livelli di concentrazione di DHA e EPA al di sotto dei quali risultano danneggiate funzionalità come ad esempio quella visiva, neurale, o del sistema immunitario; carenze di acidi grassi essenziali in individui sani sono virtualmente non esistenti negli USA. Pur non esistendo il concetto di carenza, l'assunzione di omega-3 è importante, in quanto questi acidi grassi sono antinfiammatori, sono importanti per la salute delle membrane cellulari del nostro organismo e servono a prevenire alcune malattie degenerative: malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore, malattie coronariche, malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Per ottenere i benefici degli omega-3 è sufficiente assumere 2 porzioni al giorno di cibi ricchi di omega-3, dove una porzione è, a scelta:

  • un cucchiaino di olio di lino da frigo (5 g);
  • 10 grammi di semi di lino macinati;
  • 15 grammi di semi di chia macinati;
  • 30 g di noci (6 noci).

mercoledì 23 ottobre 2024

Covid, come il lockdown ha agito sulla salute mentale dei giovani

 


La chiusura forzata in casa, quel lungo lockdown che ha costretto tutti quasi agli arresti domiciliari, ha inciso negativamente sulla salute mentale dei più giovani (e non solo, anche sui polmoniGli studi permettono una comprensione più completa degli effetti fisici, sociali e culturali che possono avere questi episodi, soprattutto sugli adolescenti che, tra l'altro, sono stati spinti verso il fumo. Secondo la University of Washington di Seattle Covid e lockdown hanno fatto invecchiare il cervello dei ragazzi accelerando il processo di maturazione del cervello degli adolescenti che sarebbe 'invecchiato' di 4,2 anni nelle femmine e di 1,4 anni nei maschi. "L'adolescenza è un periodo di radicali cambiamenti nello sviluppo emotivo, comportamentale e sociale", spiegano i ricercatori. Una situazione delicata che può avere effetti gravi per i più giovani. Gli effetti sulla salute mentale della popolazione sono stati chiari fin da subito. I sondaggi del 2020 hanno registrato un aumento del livello di ansia e depressione sia nei giovani che negli adulti. I Centers for Disease Control and Prevention, principale organismo di controllo della sanità mentale degli Stati uniti, hanno registrato un livello di stress molto elevato e un livello di  ansia e stress inversamente proporzionale all'aumento dell'età. I giovani, quindi, risultavano subire maggiormente l'impatto della pandemia e le sue conseguenze. Una delle domande poste riguardava una presa in considerazione seria del suicidio negli ultimi 30 giorni. Più di un intervistato su dieci ha detto sì e il 25,5% dei giovani adulti intervistati, tra i 18 ei 24 anni, ha risposto sì.

domenica 6 ottobre 2024

I genitori possono ridurre la dipendenza...

 


Prima sperimentazione clinica in Australia dei trattamenti per una nuova dipendenza sempre più diffusa tra i più giovani: la dipendenza dagli schermi di telefoni cellulari e computer. L'hanno condotta la Screens and Gaming Disorder Clinic e l'Università Macquarie di Sydney e i risultati indicano che i genitori possono avere successo nel ridurre l'impatto di tale dipendenza sul benessere dei figli regolando e limitando l'accesso ai loro dispositivi, piuttosto che sequestrandoli. I ricercatori hanno dato istruzioni a 689 coppie di genitori per cinque strategie: fissare limiti alla rete wifi di casa; limiti ai dati mobili; disconnettere il wifi all'ora di andare a letto; negoziare limiti di accesso ai dispositivi e stabilire conseguenze come limiti di accesso per violazione delle regole.

domenica 22 settembre 2024

Stop smartphone sotto i 14 anni e social sotto i 16


"Ogni tecnologia ha il suo giusto tempo
". E' la premessa con cui un gruppo di pedagogisti, psicoterapeuti, neurobiologi, neuropsichiatri infantili e altri esperti si è fatto promotore di una petizione per ottenere lo "stop a smartphone e social" per i ragazzi sotto una certa età. Un appello lanciato nelle scorse ore che - a metà mattina dell'11 settembre - ha superato il traguardo delle 5mila firme.

Lanciata sulla piattafoma 'Change.org', la petizione chiede "al Governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16.

Aiutiamo le nuove generazioni", chiedono i firmatari dell'appello promosso dal Centro psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti (Cpp). Le prime sigle sono quelle del pedagogista Daniele Novara, direttore del Cpp, e del medico e psicoterapeuta Alberto Pellai. Seguono le firme di 24 esperti e di diversi esponenti di Unita (Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo), tra cui molti attori, da Stefano Accorsi a Luca Zingaretti.

"Se è vero che spesso le tecnologie migliorano la qualità della vita, questo non accade quando si parla di educazione nella prima infanzia e nella scuola primaria - avvertono i promotori della petizione - I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza", e l'altro "indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale le esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita. E' ormai chiaro che prima dei 14 anni avere uno smartphone personale possa essere molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media".

Gli esperti precisano che non si tratta di "una presa di posizione anti-tecnologica", ma dell'accoglimento "di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l'apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale. Simili comportamenti in età prescolare portano ad alterazioni della materia bianca in quelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l'apprendimento della letto-scrittura".

mercoledì 11 settembre 2024

Antibiotici nelle infezioni respiratorie?

 


L'attenzione dell'OMS per la diagnosi corretta e la scelta del corretto approccio terapeutico è volta a garantire la qualità di vita del paziente e ottimizzare le risorse sanitarie.

L'uso di antibiotici in pazienti con infezioni delle vie respiratorie non ha avuto alcun impatto significativo sulla gravità o sulla durata della tosse, anche in presenza di un'infezione batterica . Questa è la conclusione tratta da uno studio prospettico condotto dal professor Merenstein e colleghi negli Stati Uniti su persone che hanno cercato cure primarie o di primo soccorso per le infezioni delle basse vie respiratorie (ALRTI). Dallo studio, pubblicato nel 2024, condotto da Merenstein e altri ricercatori, della Scuola di Medicina dell'Universitaria di Georgetown, si evince che anche se le infezioni del tratto respiratorio inferiore tendono ad essere potenzialmente più pericolose, poiché circa il 3-5% dei pazienti è affetto da polmonite, i medici continuano a somministrare antibiotici, senza avere nessuna prova che si tratti di un'infezione batterica. Tale approccio è motivato dal fatto che non tutti hanno un facile accesso ad una prima visita che include una diagnosi per immagini, pertanto in questa fase non è possibile avere un'evidenza che attesta la presenza di un'infezione batterica . Inoltre per curare la tosse, sono gli stessi pazienti che si aspettano la prescrizione di un antibiotico anche se i farmaci di base, utili ad alleviare i sintomi, portano nella maggior parte dei casi ad una risoluzione delle infezioni.

sabato 7 settembre 2024

Quali olii utilizzare per la cottura del cibo

 


Sappiamo  che l’olio si altera quando lo riscaldiamo e che questa alterazione può anche dare origine a sostanze tossiche. Pertanto, è molto importante scegliere l’olio più adatto ad ogni tipo di cottura per ridurre al minimo le perdite dei suoi preziosi componenti e non creare danni all’organismo.

Non dimentichiamo infatti che i componenti più preziosi degli oli vegetali sono gli acidi grassi monoinsaturi e più ancora gli acidi grassi polinsaturi omega-3, perché gli omega-6 li introduciamo già molto abbondantemente con il cibo attuale e sono acidi grassi che tendono a facilitare le infiammazioni, mentre gli omega-3 sono antinfiammatori. Parlando di oli adatti alla cottura bisogna comunque fare prima di tutto una premessa sul loro “punto di fumo”. Per “punto di fumo” si intende la temperatura alla quale un grasso alimentare (olio vegetale o grasso animale) inizia a ossidarsi, a rilasciare un fumo visibile e a produrre sostanze nocive (come l’acroleina, che è tossica per il fegato e gastrolesiva, ma è ritenuta anche cancerogena). Pertanto, per la cottura o friggitura del cibo è fondamentale scegliere un olio vegetale che abbia un alto punto di fumo e ovviamente fare in modo di non superarlo.

martedì 6 agosto 2024

BUONE VACANZE

 


LA REDAZIONE AUGURA AI SUOI LETTORI 

BUONE VACANZE