martedì 27 gennaio 2009

Hypericum perforatum, una nuova arma contro l’Alzheimer

Ricercatori dell'Istituto di Biofisica del CNR di Pisa hanno messo in evidenza la possibilità dell'ipericina, pigmento naturale estratto dall'Hypericum perforatum, di perturbare ed inibire i processi di aggregazione dei peptidi beta-amiloidi, responsabili dell'insorgere del morbo di Alzheimer. Lo rivela uno studio in vitro effettuato da ricercatori dell’Istituto di Biofisica del Cnr di Pisa (IBF-Cnr) e pubblicato sulla rivista internazionale FEBS Letters.
I risultati di questa ricerca hanno evidenziato che l’ipericina non solo è in grado di inibire la formazione di fibrille interagendo col peptide beta-amiloide in stadi precoci del processo di fibrillogenesi, ma anche di rivelare, emettendo luce di fluorescenza, la formazione di oligomeri pre-fibrillari.
Negli ultimi anni l'interesse scientifico si è indirizzato alla comprensione dei meccanismi molecolari che guidano, fin dai primi stadi, l'aggregazione proteica patologica e alla ricerca di molecole naturali in grado di inibirla e ridurne gli effetti citotossici: molto studiati, in questo senso, sono i polifenoli naturali che si trovano ad alte concentrazioni in prodotti come il vino rosso, il the verde, il ginkgo biloba e molte piante. Come l’ipericina, sono molecole aromatiche che, grazie alle loro proprietà chimico-fisiche, possono interagire coi peptidi beta-amiloidi, sequestrando e inattivando le forme tossiche.
Enrica Campanini, medico, Firenze

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