martedì 28 luglio 2009
Vaccinare contro il Papillomavirus?
Papillomavirus un reale pericolo o un'altra operazione di Marketing?
Questo il tema dibattuto nel nuovo libro di Roberto Gava,medico tossicologo ed Eugenio Serravalle, pediatra, edito da Salus Infirmorum.
E' in atto infatti una campagna di vaccinazione rivolta alle ragazze dodicenni che pone serie perplessità. Ci sono fortissime pressioni commerciali da parte delle Ditte produttrici, sia a livello politico che dei mass media, ma a livello scientifico ci sono grandi dubbi e preoccupazioni sul reale rapporto rischio/beneficio di questo vaccino.
L’infezione da HPV è comune, ma il rischio di sviluppare un carcinoma è eccezionale, richiede decenni e può essere evidenziato precocemente da periodici e innocui Pap-test che in ogni caso devono essere eseguiti anche nei vaccinati, perché il vaccino copre solo 2 dei 15 ceppi ad alto rischio tumorale.
Mancano studi clinici longitudinali condotti da ricercatori indipendenti dall’Industria farmaceutica sull’efficacia del vaccino ed anche informazioni corrette ed esaustive sui reali effetti indesiderati di questa vaccinazione, diventano sempre più numerose le segnalazioni di gravi danni da vaccino.
Non ci sono ancora informazioni sulla durata della protezione e sulla reale capacità di prevenire veramente, non le lesioni precancerose ma il carcinoma del collo dell’utero e soprattutto non si sa come si modificheranno i numerosissimi tipi virali non coperti dal vaccino che potrebbero, secondo alcuni ricercatori, diventare ancora più cancerogeni.
Scopo di questa pubblicazione è fornire un’informazione aggiornata e indipendente ai medici (specialmente pediatri) e ai genitori che vorrebbero vaccinare le proprie figlie e a tutti coloro che vogliono conoscere i vantaggi e i limiti di questa vaccinazione, in modo tale da poter esprimere il proprio consenso o diniego.
Elena Bosi,pediatra
Milano
martedì 21 luglio 2009
Comunicato stampa - Medicine Non Convenzionali a L'Aquila
La Protezione Civile ha recentemente stipulato un contratto con la FIAMO (Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati), membro della LMHI (Liga Medicorum Homeopathica Internationalis), per fornire alla popolazione terremotata il sostegno delle Medicine Non Convenzionali, prima tra tutte l’Omeopatia.
lunedì 20 luglio 2009
Libri di Medicina e capitoli sulle MNC (1)
In questo capitolo gli autori esaminano le medicine non convenzionali e non lo fanno con un taglio da “curiosità” ma con l'idea che sia una realtà con la qualche anche lo specialista deve confrontarsi, spesso per le richieste del malato.
Quello che colpisce è proprio come un testo ultraspecialistico, la Bibbia della Cardiologia mondiale, dedichi un non piccolo spazio ad un argomento fino ad alcuni anni fa neanche considerato. Segno inequivocabile che i tempi cambiano.
Ecco un esempio tratto dal testo sulle evidenze riguardo l'uso di Commiphora guggul
“Guggulipid has a long history of use in Ayurvedic medicine. In the first randomized controlled trial of guggulipid in the United States, 103 healthy adults with hypercholesterolemia given 1000 or 2000 mg guggulipid containing 2.5 percent guggulsterones experienced no improvement in their lipid levels. A hypersensitivity rash was reported in a small number of subjects.[15] Effects of guggulipids on high-density lipoproteins (HDLs) were mixed. A standard dose of guggulsterones containing 75 to 150 mg has been given as 1000 to 2000 mg guggulipid two or three times daily. Guggulipids can cause gastrointestinal upset, headache, mild nausea, belching, hiccups, and rash. Concomitant oral administration can reduce propranolol and diltiazem bioavailability and might reduce the therapeutic effects of these drugs. Guggulipid may also exert antiplatelet and anticoagulant effects. Definitive safety and efficacy data are lacking in subjects on Western diets.”
Al prossimo post i due successivi consigli di lettura.
mercoledì 8 luglio 2009
EPILESSIA E MEDICINE NON CONVENZIONALI?
La risposta a questi quesiti può, almeno parzialmente, essere reperita nell’interessante articolo di McElroy-Cox C. del Columbia Comprehensive Epilepsy Center della Columbia University di New York, recentemente pubblicato sul Current neurology and neuroscience reports, dal titolo “Alternative approaches to epilepsy treatment” (Qui).
Questo articolo passa in rassegna le modalità di approcci terapeutici non convenzionali (CAM) quali la meditazione, lo yoga, le tecniche di rilassamento, il biofeedback, i supplementi nutrizionali, la fitoterapia, gli approcci alimentari, la chiropratica, l’agopuntura, il Reiki e l’omeopatia e cosa sia noto circa la loro potenziale efficacia in pazienti con epilessia.
L’autore parte dalla considerazione che l’utilizzo delle CAM risulta attualmente aumentato rispetto agli ultimi 20 anni, e che diversi studi hanno dimostrato che oltre il 44% dei pazienti con epilessia fanno uso dei trattamenti non convenzionali sopra elencati.
Una mia considerazione a margine è che da ormai diversi anni il mondo scientifico internazionale ha cominciato a interrogarsi sui multiformi approcci non convenzionali, non tanto nella prospettiva di una loro demonizzazione ma anche, se non soprattutto, nel tentativo di una migliore comprensione del fenomeno sia nell’ottica della ricerca di prove di efficacia che anche nel tentativo di spiegarne il fenomeno sociologico. Analogo sforzo dovrebbe essere messo in atto anche da parte di quanti utilizzano professionalmente le CAM, per riuscire a fornire quelle prove di efficacia che sole potrebbero rappresentare la chiave di accesso ad un confronto sereno e basato su principi scientifici.
G. Di Leone – Medico - Bari
giovedì 2 luglio 2009
Silvio Garattini, direttore dell'istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, afferma «Non cerchiamo in farmacia la soluzione di tutti i problemi …Pochi principi attivi funzionano nel 100% dei pazienti. Spesso i loro effetti si limitano al 70%, o magari solo al 15. Ma chi sono quelle 15 persone? Individuarle una a una non è possibile…. I farmaci ci hanno risolto grossi problemi di salute, è innegabile. Ma questo non giustifica una società che sta diventando farmacocentrica. Crediamo che basti una medicina per ogni problema, invece bisognerebbe adottare uno stile di vita corretto per prevenire le malattie». (Fonte: La Repubblica, 29 giugno 2009)