mercoledì 1 giugno 2011

Medicine complementari in ospedali pubblici

Use of complementary and alternative medicine at Norwegian and Danish hospitals,
(Bmc Complementary And Alternative Medicine).
In tale lavoro gli autori hanno voluto studiare l'offerta di medicine complementari in alcuni ospedali pubblici della Norvegia e della Danimarca.
Due sono i dati di rilievo, a mio parere.
La maggior parte degli ospedali a cui è stato sottoposto il questionario appositamente elaborato per indagare l'offerta di medicine complementari ha risposto (Danimarca 126 ospedali, 97%, Norvegia 99 ospedali pari al 85%) tra questi molti hanno evidenziato la presenza, tra i loro servizi, di medicine non convenzionali: in Danimarca 38 sono i centri presenti (33%); in Norvegia addirittura 50 (più del 50%).

Tali risultati indicano l'elevato tasso di interesse che le medicine complementari stanno suscitando in questi paesi e che ha portato ad un notevole aumento dell'offerta di trattamenti quali l'agopuntura, l'omeopatia, la fitoterapia la reflessologia ed altri ancora in strutture pubbliche. E' interessante notare che spesso è lo stesso personale sanitario che ha richiesto l'introduzione di specifici servizi di medicina complementare all'interno dell'ospedale.
Gli autori sottolineano che tale dato è sintomo della crescente stima che la medicina complementare sta ottenendo, in questi paesi, tra le figure professionali che si occupano di sanità (medici, fisioterapisti, infermieri...). Questa accettazione coincide con iniziative politiche che in entrambi i paesi hanno incentivato l'attività di ricerca e formazione (Centro di ricerca in Norvegia, finanziamenti della ricerca in Danimarca, Centri di formazione in entrambi i paesi).

Credo che questo articolo ci debba far riflettere: la diffusione delle medicine complementari può avvenire solo se si incentiva ricerca e formazione. La serietà di un atto medico (come dovrebbero essere considerate le medicine complementari) deriva dalla serietà con cui
l'operatore viene formato e con cui la ricerca viene portata avanti.
Ognuno di noi, per come può, con i mezzi e le competenze che ha, dovrebbe favorire la ricerca e la seria formazione per poter far crescere la stima e la fiducia in tale campo. Solo così potrà
aumentare, anche in Italia, la diffusione di servizi di medicina non complementare all'interno di strutture pubbliche.

Giulio Viganò, Pediatra Milano

Nessun commento: