lunedì 11 luglio 2011

Il cervello dei neonati è capace di ragionamenti e analisi sofisticate

 I neonati sono già capaci di 'ragionamenti puri' e analisi molto sofisticate del mondo che li circonda. E' quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology affiancati da due scienziati italiani, Vittorio Girotto, professore di Psicologia Cognitiva all’università Iuav di Venezia, e Luca Bonatti, professore presso l’università Pompeu Fabra di Barcellona. Ne dà notizia la Società italiana di neurologia (Sin) che esprime soddisfazione per il contributo italiano alla ricerca.La scoperta nasce dal progetto '3-6-12', all'interno dell’Intelligence Initiative del Mit (Massachusetts Institute of Technology) nel quale i bambini di tre, sei e dodici mesi vengono studiati per capire che cosa sanno del mondo fisico e sociale attorno a loro. In particolare, a bimbi di dodici mesi è stato mostrato un contenitore in cui quattro oggetti, tre blu e uno rosso, rimbalzavano liberi. Il contenitore veniva poi coperto per pochissimi istanti, durante i quali uno degli oggetti usciva di scena. Se il contenitore veniva 'oscurato' per un tempo infinitesimale (0.04 secondi) e a sparire di scena era l’oggetto più lontano dall’uscita, i neonati guardavano la scena più a lungo perché percepivano la minore probabilità dell’evento a cui avevano appena assistito. Se invece il contenitore era coperto per due secondi, la distanza dell’oggetto uscente dall’apertura non li sorprendeva più e restavano stupiti solo se l’oggetto rosso, quello raro, usciva di scena. "Questi studi hanno grande importanza – ha commentato Stefano Cappa, neurologo membro della Sin e professore ordinario di Neuroscienze Cognitive presso l’università Vita-Salute S. Raffaele di Milano - perché dimostrano, applicando classici metodi sperimentali come la durata delle fissazioni oculari, che il cervello 'pre-verbale' possiede elevate capacita' di ragionamento probabilistico. In altre parole, queste capacità sembrano essere in larga misura 'predisposte' nel nostro cervello, indipendentemente dall'esperienza o da qualsiasi apprendimento". Inoltre, ha concluso Cappa, "il contributo di due esperti ed illustri esponenti del mondo scientifico italiano ci rende particolarmente orgogliosi".



Tratto da Univadis 28/06/2011

Elena Bosi, Pediatra Milano

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