Parlare
di come curare lo stress è molto di moda, soprattutto tra gli psicologi che
scrivono su blog. Con una semplice ricerca on line potrete trovare centinaia di
articoli in cui psicologi o presunti tali vi propinano i rimedi più efficaci
per affrontare un nuovo anno di lavoro, di fatica, di sacrifici, con capi
tirannici, colleghi sclerati e figli impossibili. Mi sono sempre chiesto quanto
riuscissero a dare quello che a parole promettono, ma ancora non ho capito se
funzionano. E allora eccomi qui, cari lettori, a scrivervi di stress da
rientro. Si, perché mi chiedo: ma esiste veramente?
Lasciandomi
interrogare dalla riflessione di uno dei più grandi studiosi della nostra
società, il sociologo polacco Zygmunt Bauman, mi è venuto qualche dubbio.
Viviamo in un momento storico in cui il tempo è compresso: tutto deve stare dentro all’attimo presente. Non servono
passato e futuro, non c’è continuità, tutto deve essere consumato ora. Devo
stare bene ora, non domani e non ieri. Devo comunicare tutto ora, non posso
aspettare o rimandare. Devo essere felice ora, devo avere un buono stipendio
ora, i miei figli devono andare bene a scuola ora, devo coltivare i miei hobby
ora, devo uscire con gli amici ora… La compressione è necessaria a vendere la
maggior quantità possibile di oggetti consumabili all’uomo (abbonamenti in
palestra, universitari per le ripetizioni, giornate alle terme per rilassarsi,
smartphone sempre più social) ma soprattutto tiene noi uomini-consumatori
perennemente concentrati sulle possibilità di acquisto del qui ed ora.
Pensateci:
se ci fermassimo, anche solo un attimo, a domandarci se veramente abbiamo
bisogno di acquistare una certa merce o un certo servizio ci accorgeremmo che
di moltissime cose potremmo tranquillamente fare a meno o, perlomeno,
rimandarle a tempi futuri e il mercato collasserebbe. E allora mi chiedo, non è
che anche con lo stress finiamo per fare così? Non è che, visto che le vacanze
sono finite e quindi tutti dovremmo sentire lo stress da rientro, anche io mi
sento stressato pur non essendolo? Non è che mi sto concentrando,
involontariamente, a vedere tutto il negativo della mia vita perché devo consumare
la cura e i consigli ora?
Non
sono così ingenuo da non accorgermi di questa grande semplificazione e mi scuso
con chi davvero soffre. Ma sono certo che chi soffre davvero sarà grato a chi,
invece, avendo una vita oggettivamente meno complicata, la smetterà di
lamentarsi per ogni cosa. Ricordiamoci che lamentarsi e parlare solo delle
nostre disgrazie non fa aumentare il nostro benessere, anzi, lo abbatte. Allora
mi chiedo, possiamo iniziare questo nuovo anno con più serenità? Credo di si,
ma possiamo farlo solo se ci proviamo: se proviamo a fermarci e a chiederci “ma
davvero la mia vita è così orribile? Ma davvero il rientro porta con se solo
cose negative? Ma davvero i miei figli mi danno solo preoccupazioni e non sono
mai come li vorrei? Ma davvero devo fare tutto subito? Ma davvero non ho un
passato da ricordare né un futuro in cui progettare? Ma davvero il primo di
settembre sono già così stressato?” Forse no.
Dott. Marco Bernardi
Psicologo
Milano
Psicologo
Milano
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