domenica 11 febbraio 2018

Scelgo io o sceglie lui? Ambiente virtuale e libertà di scelta

Febbraio è il mese della Giornata Mondiale della Sicurezza in Rete e mi piacerebbe ritornare su un tema che riguarda tutti molto da vicino: la vita virtuale. Ma non vorrei, di nuovo, riflettere con voi sull’impatto della tecnologia, sulla pervasività del mondo virtuale, su quanto la rete possa essere positiva o negativa. Vorrei, invece, farmi e farvi una domanda: siamo ancora protagonisti della nostra vita e delle nostre scelte? Navigare sul web, postare e condividere sui social, chattare e videochiamare sono ancora nostre scelte o siamo diventati solo passivi spettatori di un mondo che va per la sua strada?


Mi capita, sempre più spesso, di incontrare -nel mio lavoro di formazione- ragazzi e ragazze adolescenti e preadolescenti che letteralmente “si trovano” a fare “qualcosa” sul web senza quasi rendersene conto. Fanno delle dirette su Instagram in cui si riprendono mentre imbrattano i muri e si stupiscono sinceramente quando qualcuno li punisce per questo. Condividono foto intime e private con i propri amici e non si spiegano come queste foto, poi, finiscano in tutti gli smartphone della scuola. Creano profili prima dell’età di legge falsificando la propria data di nascita e le proprie informazioni, chattano con persone sconosciute ma rimangono di stucco quando scoprono che dietro allo schermo quel “Luca di 13 anni” era invece Mario di 50 e non aveva, per così dire, buone intenzioni. Poi guardo tra i miei amici di facebook, i loro post, le chat di gruppo di noi adulti e faccio fatica a distinguere tra questi e quelli di una classe di quattordicenni. Ma cosa sta succedendo? Certo, l’ambiente virtuale ci condiziona con le sue caratteristiche di immediatezza, di superficialità, di illusione di anonimato, di distacco dall’altro ma noi dove siamo finiti in tutto questo? Riusciamo ancora a scegliere consapevolmente o siamo quasi completamente condizionati da quello che “si può” fare più che da quello che “vogliamo” o “si deve” fare? Condivido queste domande con voi perché credo che non ci sia modo migliore per progredire che confrontarsi, aprire dibattiti e dialogare tra adulti ad un livello diverso da quello superficiale e individualista tipico della rete. Così con i nostri figli: parliamo con loro della loro vita online (anche con grande semplicità: “com’è andata oggi su Instagram?” “cos’è successo sui tuoi gruppi whastapp?”); esploriamo insieme a loro il mondo virtuale, le app, i videogiochi, i loro siti preferiti; concordiamo con loro delle regole per l’utilizzo della rete: tutto deve essere graduale, così come non faremmo uscire di notte da soli i nostri ragazzi di 13 anni, allo stesso modo concordiamo regole perché non abusino della rete; guidiamo la vita on line dei nostri figli, dando loro consigli, stando vicini e non lasciandoli mai soli, così come già facciamo con la loro vita offline.

Dr Marco Bernardi 
Psicoterapeuta 
Milano 

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