Il problema dell'antibiotico resistenza (AR), da diverso tempo
all'attenzione della classe medica e delle Istituzioni Sanitarie a livello internazionale,
ha assunto negli ultimi anni particolare rilevanza: il sistema di sorveglianza
Global Antimicrobial Surveillance System (GLASS), allertato dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità nell'ottobre 2015, segnala un'emergenza crescente di batteri
che non rispondono agli antimicrobici utilizzati per debellarli. Alcune
esperienze hanno messo in evidenza che l'uso delle Medicine Complementari (MC)
nell'ambito di setting terapeutici improntati al modello della Medicina
Integrata è in grado di consentire una riduzione di prescrizione di terapia
convenzionale e anche di antibiotici, con ricadute positive per il problema
dell'antibiotico resistenza: Van der Werf et al. hanno dimostrato come presso i
medici di Medicina Generale che nel Regno Unito utilizzano le CAM in
associazione alla medicina ufficiale si registra una riduzione del 22% della
prescrizione di antibiotici.
In un recente articolo
Alison Fixsen riporta i risultati di una revisione della letteratura dal 1994
al 2017, dedicata alla verifica dell'efficacia dell'omeopatia nella terapia
delle infezioni delle alte vie respiratorie. La revisione è condotta su
numerosi database e porta alla valutazione di 17 lavori, 9 Clinical Trial (CRT)
e 8 di tipo osservazionale; dei 9 CRT, 7 sono stati effettuati con farmaci
complessi, degli 8 osservazionali 7 sono su pazienti pediatrici. Le conclusioni
sono che esiste almeno una equivalenza tra gli effetti dell'omeopatia e quelli
della terapia convenzionale; in estrema sintesi, l'omeopatia è in grado di
ottenere una risoluzione rapida dei sintomi, ma anche di apportare benefici a
lungo termine, comportando inoltre una riduzione della prescrizione della
terapia antibiotica.
Francesco Macrì
Homeopathy, 2018, 107, (2), 99
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