Dagli asintomatici ai 'guariti', ecco chi è a rischio in vista della
riapertura. Se i dati continuano a segnalare un aumento dei
contagi da nuovo coronavirus in Italia, e in modo particolare in Lombardia, è
soprattutto per effetto delle infezioni intra-familiari, ovvero dei contagi che
avvengono in uno stesso nucleo dove è presente un soggetto positivo. Un
fenomeno 'esplosivo', perchè conterebbe numeri altissimi, secondo il
virologo dell'Università di Padova Andrea Crisanti, che parla di un vero e
proprio 'effetto Diamond' sostenendo la necessità di effettuare più tamponi per
identificare i soggetti positivi. "I dati segnalano che i contagi
continuano ad aumentare e la fonte principale di contagio è a casa: stiamo
cioè vedendo - spiega Crisanti - un 'effetto Diamond Princess'". Come sulla nave Diamond, ferma in Giappone per giorni
con molti positivi a bordo e dove si è assistito ad un propagarsi di contagi
anche per l'ambiente circoscritto in cui erano confinate centinaia di
persone, allo stesso modo, secondo l'esperto, il contagio intra-familiare
nei nuclei con soggetti positivi è "molto alto". La
"probabilità che un soggetto si infetti se vive in casa con un positivo -
afferma - è oltre 100 volte maggiore".
Per questo, avverte, "vanno
fatti test e tamponi in modo massiccio". In vista
della 'riapertura' del Paese e delle varie attività, si pone dunque il problema di
come 'certificare' che un soggetto non sia positivo o sia 'guarito'. Dai
positivi agli asintomatici, varie sono le fasce 'a rischio' in vista della
riapertura che in ogni caso, non potrà avvenire a breve o prima di Pasqua.
- POSITIVI CON SINTOMI: restano contagiosi per un tempo medio
di 2-3 settimane dal momento del contagio. Solo dopo 2 test tampone negativi e
consecutivi a distanza di 24 ore, il soggetto è considerato guarito e non più
contagioso.
- ASINTOMATICI: rappresentano dei vettori
perchè la loro carica virale, afferma Crisanti, "è paragonabile, uguale o
maggiore a quella dei sintomatici". Il tempo di contagiosità è invece
incerto: secondo alcuni ricercatori potrebbe sempre essere di 2-3 settimane, ma
da studi cinesi sembrerebbe che la dispersione del virus da parte degli
asintomatici si verifichi per 4-5 giorni.
- POSITIVI CON SINTOMI LIEVI: la metà di tali pazienti ha
ancora il virus nell'organismo, e quindi è potenzialmente contagiosa, fino a 8
giorni dalla scomparsa dei sintomi. Emerge da uno studio sino-americano che
avverte: "Se hai avuto lievi sintomi respiratori, estendi la quarantena
per altre due settimane dalla scomparsa dei sintomi, per essere sicuro di non
contagiare".
- I RECIDIVI: si sono registrati casi, anche
in Cina, di soggetti che una volta guariti si sono reinfettati. Al momento sono
in corso studi sullo sviluppo dell'immunità al virus.
- UNA 'PATENTE' DI GUARIGIONE: la Lombardia,
ha detto il governatore Luca Zaia, sta lavorando alla soluzione del test
sierologico. "Stiamo cercando di ragionare in modo da dare una 'patente'
che attesta che tu hai avuto la risposta
anticorpale". Più tamponi vanno fatti anche
secondo il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, mentre il presidente
della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli considera una
possibile soluzione utilizzare i test rapidi, quando saranno validati dall'Iss,
prima del rientro a lavoro
Tratto da Doctor Net 30/03/2020
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