Uno
studio pubblicato sul server medRxiv preprint il 4 marzo suggerisce che i
bambini potrebbero avere lo stesso rischio degli adulti di contrarre
l’infezione da SARS-CoV-2, anche se spesso con manifestazioni così lievi da
sfuggire alla rilevazione. Questa conclusione è stata formulata in seguito
all’analisi dei casi pediatrici compresi nella casistica di 391 pazienti
registrati dal 14 gennaio al 12 febbraio a Shenzhen in Cina, e di 1.286 dei
loro contatti stretti. Nell'insieme, il tasso di contagio secondario
(percentuale di contatti successivamente confermati come infetti da SARS-CoV-2)
è stato del 14,9% tra i contatti familiari e del 9,6% nel complesso. Il tasso
di infezione nei bambini tra gli 0 e i 9 anni (7,4%) è stato simile alla media
della popolazione (7,9%). Questa scoperta potrebbe avere importanti
implicazioni nelle misure adottare per rallentare la diffusione del virus, tra
cui la chiusura delle scuole, come sottolineato in un commento apparso su
Nature. Uno studio retrospettivo uscito il 12 marzo sul New England Journal of
Medicine ed effettuato su 366 bambini ricoverati a Wuhan nella prima settimana
di gennaio dimostra che i primi casi pediatrici sono stati molto precoci, hanno
causato sintomi da moderati a gravi (febbre alta, tosse e vomito, polmonite) ma
con un recupero del 100% dopo una media di 7,5 giorni. Resta comunque
poco chiaro se, pur infettandosi, i bambini siano un elemento importante nella
diffusione del virus, come accade per l'influenza. Ad oggi non ci
sono stati decessi tra i bambini sotto i 10 anni di età e il tasso di letalità
tra i 10 e 19 anni è pari a 0,2% secondo uno studio pubblicato su The Lancet.
Gli
studi disponibili indicano che questi pazienti, in assenza di malattie
sottostanti, potrebbero essere spesso quasi asintomatici e presentare
manifestazioni cliniche moderate. Come per gli adulti, anche nei bambini
i sintomi più comuni di Covid-19 sono febbre, tosse secca e affaticamento.
Alcuni possono presentare sintomi delle vie respiratorie superiori, come
ostruzione nasale, secrezione nasale e mal di gola, e gastrointestinali, tra
cui nausea, vomito, dolore addominale e diarrea. I pazienti con sospetta
infezione da SARS-CoV-2, anche pediatrici, andrebbero posti in isolamento
prendendo in considerazione la co-infezione con altri patogeni. I casi
confermati o sospetti dovrebbero essere sottoposti a esame radiografico del
torace il prima possibile, mentre la TC è richiesta solo in caso di necessità.
Un’analisi condotta su 20 pazienti pediatrici a Wuhan ha mostrato che la
polmonite Covid-19 nei bambini è per lo più lieve e i suoi segni tipici sono
opacità subpleuriche unilaterali o bilaterali a vetro smerigliato e
addensamenti polmonari circondati da alone alla TC del torace. Viene
suggerita la necessità di effettuare la TC poiché in fase iniziale il tampone
faringeo potrebbe dare un falso negativo e, trattandosi soprattutto di casi non
gravi, la radiografia del torace potrebbe non rilevare le lesioni polmonari.
Il trattamento è legato all’esperienza clinica nei pazienti adulti, e
comprende soprattutto terapia sintomatica e di supporto.
Tratto
da UNIVADIS 17/03/20
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