La sclerosi multipla colpisce 2,5 milioni di persone in tutto il mondo, ma si sa ancora poco sulle sue cause. La sclerosi multipla è una malattia autoimmune in cui le cellule immunitarie attaccano lo strato protettivo dei neuroni, interrompendo il flusso di informazioni provenienti dal cervello e al suo interno. Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto che le persone con sclerosi multipla attiva hanno alti livelli di particolari anticorpi intestinali nel sistema nervoso centrale. Questi anticorpi reagiscono anche a determinate specie di microbi intestinali, suggerendo che specifiche cellule immunitarie che hanno origine nell’intestino possono arrivare nel sistema nervoso centrale, dove contribuiscono a tenere sotto controllo le riacutizzazioni. I risultati, pubblicati su Science Immunology, potrebbero aprire la strada a nuovi approcci diagnostici e terapeutici per la sclerosi multipla che avranno come bersaglio il microbiota intestinale. Ricerche precedenti hanno identificato una specifica tipologia di anticorpi, chiamati immunoglobuline A (IgA), in campioni fecali di persone e topi con sclerosi multipla che soffrivano di neuroinfiammazione attiva. Per chiarire ulteriormente il legame tra IgA e sclerosi multipla, i ricercatori guidati da Anne-Katrin Pröbstel della University of Basel, in Svizzera, e Sergio Baranzini della University of California, a San Francisco, hanno studiato i livelli di IgA in campioni fecali, di sangue e di liquido cerebrospinale di persone con sclerosi multipla e li hanno confrontati con campioni di individui con malattie neurodegenerative e controlli sani. I ricercatori hanno scoperto che, rispetto alle persone sane e con malattie neurodegenerative, gli individui con sclerosi multipla hanno livelli più elevati di anticorpi IgA e un’alta frequenza di cellule immunitarie che producono IgA nel loro fluido spinale.
Tracce di anticorpi IgA sono state però trovate nel
liquido cerebrospinale di pazienti con sclerosi multipla solo durante le
riacutizzazioni, ma non nelle fasi di remissione.
«Solo al momento di un attacco è stato osservato un
aumento di queste cellule e degli anticorpi che producono», spiega Sergio
Baranzini. «Questo dato ha attirato la nostra attenzione». In ulteriori esperimenti, i ricercatori hanno
analizzato il ruolo delle cellule immunitarie che producono IgA nel sistema
nervoso centrale di 56 individui con sclerosi multipla durante le
riacutizzazioni della malattia.
Gli anticorpi IgA hanno reagito a determinate specie
di microbi intestinali, suggerendo l’origine intestinale di alcune cellule
immunitarie che producono IgA. Il team di ricercatori ha quindi ipotizzato
che queste cellule immunitarie intestinali possano migrare verso il
sistema nervoso centrale, dove contribuiscono a tenere sotto controllo le
riacutizzazioni. «Questo potrebbe spiegare perché la malattia peggiora se
queste cellule immunitarie vengono rimosse dal sangue con specifici farmaci»,
afferma Anne-Katrin Pröbstel. Non è ancora chiaro cosa attivi le cellule
immunitarie che producono IgA e stimoli la loro migrazione dall’intestino al
sistema nervoso centrale. «Una volta individuato il fattore scatenante,
potremmo usarlo per trattare la sclerosi multipla«, spiega Anne-Katrin
Pröbstel. Per esempio, i trattamenti basati sul microbiota per la sclerosi
multipla potrebbero cambiare la composizione della flora intestinale dei
pazienti per stimolare la funzione protettiva delle cellule immunitarie
produttrici di IgA durante le riacutizzazioni.
Tratto da Microbioma.it
8gennaio 2021
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