lunedì 27 settembre 2021

EFFICACIA E DURATA DEI VACCINI COVID


L'efficacia del vaccino mRna contro il Covid-19 è passato da oltre il 90% di marzo al 65,5% di luglio
. Sono i dati contenuti in un nuovo studio del New England Journal of Medicine condotto sui lavoratori della sanità dell'Università di San Diego, in California. La ricerca fa notare che in Inghilterra, dove l'intervallo tra le due dosi è stato esteso fino a 12 settimane, l'efficacia del vaccino si è mantenuta all'88%. "I nostri dati - spiega lo studio - suggeriscono che l'efficacia del vaccino è considerevolmente inferiore contro la variante delta e può diminuire nel tempo dalla vaccinazione". Lo dimostra il rialzo dei contagi tra i vaccinati in Israele e in California che ha misurato le reinfezioni dei sanitari negli ultimi mesi (in entrambi i casi dopo l’arrivo della Delta). Per questa ragione in alcuni Paesi si fa strada l'ipotesi terze dosi a persone fragili o che siano state vaccinate per prime.

Ma oltre a ciò va presa in considerazione anche la differenza di risposta tra i vari vaccini come Pfizer Moderna che, tuttavia, mantengono altissima la protezione da ricovero e decesso mentre invece decresce la loro capacità di frenare il contagio.

 Questo perché gli anticorpi decadono nel tempo ma lasciano cellule B e T del sistema immunitario pronte a intervenire nuovamente contro lo stesso tipo di virus: quando arriveranno nuovi rischi, risveglieranno le difese. Tra i due vaccini messi a confronto, si rileva subito che Moderna offre una risposta immunitaria più forte e i suoi effetti svanire più lentamente rispetto al vaccino omologo a mRNA di Pfizer. Uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association fa notare che gli operatori sanitari belgi che avevano ricevuto Moderna avevano un numero di anticorpi più che doppio rispetto a quelli che avevano ricevuto Pfizer. Secondo Deborah Steensels, una delle autrici dello studio, livelli di anticorpi più elevati subito dopo la vaccinazione dovrebbero portare a una protezione a lungo termine e a una maggiore resistenza rispetto alle varianti. Un altro studio di questa settimana dell’Università della Virginia ha scoperto che i destinatari del vaccino Moderna avevano più anticorpi di quelli dati da Pfizer, con differenze più marcate nelle persone anziane. Analoga situazione è emersa dagli studi di Fase 3 sui due vaccini: l’efficacia di Pfizer è scesa a un tasso dell’80% contro l’infezione sintomatica dopo quattro-sei mesi, contro il 93 per cento di Moderna dopo cinque-sei mesi.

 Tratto da FARMACI | REDAZIONE DOTTNET | 05/09/2021 

  

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