giovedì 19 marzo 2009

Consumo di caffé e rischio di ictus nella donna

Diversi studi clinici indicano che il consumo di caffé non solo non aumenta il rischio cardiovascolare, ma al contrario può avere effetti favorevoli come la riduzione degli eventi e la prevenzione del diabete. Ad esempio, nello studio NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) è stata osservata una riduzione significativa della mortalità cardiovascolare negli anziani normotesi che bevevano caffè. Meno chiara è la Correlazione tra consumo di caffé e Ictus, soprattutto nella popolazione femminile per la quale non sono disponibili studi clinici specifici. In questo studio prospettico, in più di 83000 donne inizialmente sane partecipanti al Nurses' Health Study e seguite per 24 anni è stata valutata la Correlazione tra il consumo di caffè e l' Incidenza di Ictus, del quale sono stati registrati 2280 casi (1224 di origine ischemica). Il Rischio relativo era significativamente ridotto già con un consumo di 2 o 3 tazze di caffè al giorno (RR 0,81, p=0,003) e la riduzione di eventi è risultata particolarmente marcata nei non fumatori o negli ex-fumatori (RR 0,57 per 4 tazze al giorno). Al contrario non è stato osservato nessun beneficio nei fumatori. Altre bevande contenenti Caffeina non hanno evidenziato effetti né negativi né protettivi. Un effetto protettivo, seppur in misura ridotta, è stato osservato anche per il consumo di caffé decaffeinato. Nel complesso questi risultati dimostrano che il consumo di caffé non aumenta il rischio di Ictus nelle donne e provvede un seppur limitato beneficio (NFI).
Enrica Campanini, medico, Firenze

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