In
questi giorni le morti che sono state correlate alla iniezione del vaccino
anti-influenzale hanno riportato alla ribalta questa malattia che pur essendo
ad andamento benigno interessa, con le sindromi parainfluenzali, qualche
milione di persone ogni anno, in Italia, e quindi riveste un interesse sociale
piuttosto elevato.
L’influenza
è una malattia acuta epidemica di origine virale indotta da orthomixovirus del
genere A, B, C, che sono in grado di infettare gli organismi umani. Il genere
più aggressivo è quello A, seguito dal B, mentre il genere C procura delle
infezioni asintomatiche.
Gli
orthomixovirus, come tutti i virus, sono dei parassiti endocellulari, cioè non
sono in grado di riprodursi da soli ma devono penetrare nelle cellule di
organismi umani o di altri animali per utilizzare le loro strutture per potersi
moltiplicare.
Essi
sono costituiti da una parte centrale costituita da RNA (come il virus
dell’AIDS e dell’epatite C) e una capsula proteica.
La
parte centrale costituita da RNA è stabile, cioè non muta mai, ma le attuali
biotecnologie non sono in grado di produrre un vaccino, verso questa
componente, che permetterebbe di ottenere un’immunità permanente. Bisogna
accontentarsi di produrre vaccini contro la capsula proteica che è oggetto di
mutazioni frequenti e quindi obbliga a cambiare il vaccino ogni anno.
La
parte capsulare del virus contiene diversi tipi di proteine, ma soprattutto due
sono importanti per la sua classificazione: sono l’emoagglutinina (H) e la neuramidasi (N),
l’una serve al virus per attaccarsi alla cellula e l’altra per penetrare dentro
di essa.
Quindi
ogni virus influenzale ha una codificazione HxNy, ad esempio il
virus che ha prodotto l’epidemia “di influenza suina” aveva una classificazione
H1N1. Esistono 16 neuramidasi (N) e 9 emoagglutinine (H)
e quindi le combinazioni sono moltepplici e costringono, ogni anno, ad
utilizzare una miscela di virus influenzali per la preparazione della vaccinazione.
La sintomatologia
Dal
punto di vista sintomatologico, la sindrome influenzale, che come abbiamo già
detto, ha andamento epidemico, cioè coinvolge il 10-15 % della popolazione, può
essere suddivisa in tre fasi:
·
Fase
di invasione
·
Fase
della sintomatologia conclamata o periodo di stato
·
Fase
della risoluzione
La fase di invasione è caratterizzata da
pochi sintomi: malessere vago, astenia, sensazione di calore inusuale…
La fase della sintomatologia conclamata è
quella più tipica e ricca di sintomatologia :
·
febbre
·
cefalea
·
mal
di gola, raffreddore
·
tosse
dapprima secca, poi catarrale
·
mialgie,
artralgie,
·
nausea,
diarrea (soprattutto nei più piccoli)
·
astenia
(stanchezza)
La fase
acuta può durare, in media da 2 a 5 giorni, mentre la febbre può persistere
fino a 5-6 giorni,
La fase della risoluzione è caratterizzata soprattutto da stanchezza e tosse moderatamente catarrale che possono
protrarsi anche per tre settimane.
La sindrome
influenzale è una malattia ad andamento benigno che si risolve spontaneamente
nei tempi sopraindicati, anche se può produrre delle complicanze in soggetti
piuttosto anziani o portatori di gravi malattie croniche quali la bronchite
cronica con enfisema, le cardiopatie e le nefropatie croniche, il diabete di
difficile compenso, ecc
L’epidemiologia
In
genere, l’influenza nell’emisfero boreale ha un andamento invernale; i primi
casi si manifestano a metà dicembre e l’epidemia si conclude alla fine di marzo.
Ma l’andamento temporale e il numero di persone interessate cambia di anno in
anno Vedi grafico).
(da
Influnet – Rapporto Italia aggiornato al 9 maggio 2010)
Quando
il contagio colpisce i 15-20 % della popolazione si parla di epidemia (ogni 2-3
anni si hanno epidemie da virus A, ogni 3-6 anni epidemie da virus B). Quando
invece è interessato almeno il 50% della popolazione l’epidemia assume i
caratteri della pandemia, cosa che avviene ogni 20-30 anni circa per modificazione
del virus A.
Ecco
gli esempi più noti di pandemia:
1918-1919
“Spagnola1743 e 1890 pandemie ” (20 milioni di morti) – virus A/H1N1
1957
“Asiatica” – virus A/H2N2
1968
“ Hong Kong” – virus A/H3-N2
2009
Suina – virus A/H1N1
La
velocità di diffusione della malattia è correlata alla rapidità dei mezzi di
trasporto che permettono al virus di trasferirsi da un continente all’altro
nell’arco di poche ore.
La trasmissione virale avviene tramite piccole gocce
d'acqua o particelle nebulizzate, espulse con la tosse e gli starnuti. La malattia
ha un periodo di incubazione tra le 18 e le 72 ore. Durante questo periodo la
persona contagiata, anche in assenza di sintomi, può diffondere il virus ad
altri soggetti e mantiene questa capacità per alcuni giorni dopo l'esordio dei
sintomi.
Occorre inoltre distinguere la sindrome influenzale
vera e propria dalle numerose sindromi parainfluenzali con sintomatologia
respiratoria prevalente, indotte da virua diversi quali i paramixovirus,
rinovirus, coronavirus, adenovirus, le quali sono spesso fonte di confusione
soprattutto tra i pazienti.
Nella tabella seguente sono evidenziate le
differenze tra la sindrome influenzale e le sindromi parainfluenzali.
In
questi giorni le morti che sono state correlate alla iniezione del vaccino
anti-influenzale hanno riportato alla ribalta questa malattia che pur essendo
ad andamento benigno interessa, con le sindromi parainfluenzali, qualche
milione di persone ogni anno, in Italia, e quindi riveste un interesse sociale
piuttosto elevato.
L’influenza
è una malattia acuta epidemica di origine virale indotta da orthomixovirus del
genere A, B, C, che sono in grado di infettare gli organismi umani. Il genere
più aggressivo è quello A, seguito dal B, mentre il genere C procura delle
infezioni asintomatiche.
Gli
orthomixovirus, come tutti i virus, sono dei parassiti endocellulari, cioè non
sono in grado di riprodursi da soli ma devono penetrare nelle cellule di
organismi umani o di altri animali per utilizzare le loro strutture per potersi
moltiplicare.
Essi
sono costituiti da una parte centrale costituita da RNA (come il virus
dell’AIDS e dell’epatite C) e una capsula proteica.
La
parte centrale costituita da RNA è stabile, cioè non muta mai, ma le attuali
biotecnologie non sono in grado di produrre un vaccino, verso questa
componente, che permetterebbe di ottenere un’immunità permanente. Bisogna
accontentarsi di produrre vaccini contro la capsula proteica che è oggetto di
mutazioni frequenti e quindi obbliga a cambiare il vaccino ogni anno.
La
parte capsulare del virus contiene diversi tipi di proteine, ma soprattutto due
sono importanti per la sua classificazione: sono l’emoagglutinina (H) e la neuramidasi (N),
l’una serve al virus per attaccarsi alla cellula e l’altra per penetrare dentro
di essa.
Quindi
ogni virus influenzale ha una codificazione HxNy, ad esempio il
virus che ha prodotto l’epidemia “di influenza suina” aveva una classificazione
H1N1. Esistono 16 neuramidasi (N) e 9 emoagglutinine (H)
e quindi le combinazioni sono moltepplici e costringono, ogni anno, ad
utilizzare una miscela di virus influenzali per la preparazione della vaccinazione.
La sintomatologia
Dal
punto di vista sintomatologico, la sindrome influenzale, che come abbiamo già
detto, ha andamento epidemico, cioè coinvolge il 10-15 % della popolazione, può
essere suddivisa in tre fasi:
·
Fase
di invasione
·
Fase
della sintomatologia conclamata o periodo di stato
·
Fase
della risoluzione
La fase di invasione è caratterizzata da
pochi sintomi: malessere vago, astenia, sensazione di calore inusuale…
La fase della sintomatologia conclamata è
quella più tipica e ricca di sintomatologia :
·
febbre
·
cefalea
·
mal
di gola, raffreddore
·
tosse
dapprima secca, poi catarrale
·
mialgie,
artralgie,
·
nausea,
diarrea (soprattutto nei più piccoli)
·
astenia
(stanchezza)
La fase
acuta può durare, in media da 2 a 5 giorni, mentre la febbre può persistere
fino a 5-6 giorni,
La fase della risoluzione è caratterizzata soprattutto da stanchezza e tosse moderatamente catarrale che possono
protrarsi anche per tre settimane.
La sindrome
influenzale è una malattia ad andamento benigno che si risolve spontaneamente
nei tempi sopraindicati, anche se può produrre delle complicanze in soggetti
piuttosto anziani o portatori di gravi malattie croniche quali la bronchite
cronica con enfisema, le cardiopatie e le nefropatie croniche, il diabete di
difficile compenso, ecc
L’epidemiologia
In
genere, l’influenza nell’emisfero boreale ha un andamento invernale; i primi
casi si manifestano a metà dicembre e l’epidemia si conclude alla fine di marzo.
Ma l’andamento temporale e il numero di persone interessate cambia di anno in
anno Vedi grafico).
(da
Influnet – Rapporto Italia aggiornato al 9 maggio 2010)
Quando
il contagio colpisce i 15-20 % della popolazione si parla di epidemia (ogni 2-3
anni si hanno epidemie da virus A, ogni 3-6 anni epidemie da virus B). Quando
invece è interessato almeno il 50% della popolazione l’epidemia assume i
caratteri della pandemia, cosa che avviene ogni 20-30 anni circa per modificazione
del virus A.
Ecco
gli esempi più noti di pandemia:
1918-1919
“Spagnola1743 e 1890 pandemie ” (20 milioni di morti) – virus A/H1N1
1957
“Asiatica” – virus A/H2N2
1968
“ Hong Kong” – virus A/H3-N2
2009
Suina – virus A/H1N1
La
velocità di diffusione della malattia è correlata alla rapidità dei mezzi di
trasporto che permettono al virus di trasferirsi da un continente all’altro
nell’arco di poche ore.
La trasmissione virale avviene tramite piccole gocce
d'acqua o particelle nebulizzate, espulse con la tosse e gli starnuti. La malattia
ha un periodo di incubazione tra le 18 e le 72 ore. Durante questo periodo la
persona contagiata, anche in assenza di sintomi, può diffondere il virus ad
altri soggetti e mantiene questa capacità per alcuni giorni dopo l'esordio dei
sintomi.
Occorre inoltre distinguere la sindrome influenzale
vera e propria dalle numerose sindromi parainfluenzali con sintomatologia
respiratoria prevalente, indotte da virua diversi quali i paramixovirus,
rinovirus, coronavirus, adenovirus, le quali sono spesso fonte di confusione
soprattutto tra i pazienti.
Nella tabella seguente sono evidenziate le
differenze tra la sindrome influenzale e le sindromi parainfluenzali.
Dott. Edoardo Felisi,
Specialista in Pneumologia , Esperto in Medicine Complementari
Milano
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