Terapia convenzionale
La terapia convenzionale
della sindrome influenzale è preventiva e sintomatica.
La prevenzione è
realizzata soprattutto con il vaccino e, in minor misura, con lisati batterici
ad azione immunostimolante. Non ci soffermeremo in questa occasione ad
analizzare quali sono i vantaggi e gli svantaggi della vaccinazione
antiinfluenzale, ma ci limiteremo a ricordare che è consigliata ai soggetti con
età superiore ai 65 anni e a quelli portatori di gravi malattie croniche.
La terapia sintomatica è
prevalentemente costituita da farmaci ad azione antipiretica e
antiinfiammatoria quali il paracetamolo, l’ibuprofene e l’acido
acetilsalicilico, che seppur largamente utilizzati non sono scevri da effetti
collaterali anche gravi (reazioni da intolleranza, sanguinamento,
epatotossicità, lesioni gastro-duodenali).
Terapia omeopatica
La terapia omeopatica è
sia preventiva sia sintomatica ed inoltre può essere standardizzata o
individualizzata.
La terapia
standardizzata, cioè uguale per tutti i pazienti, è costituita dalle
preparazioni omeopatiche di fegato e di cuore di un particolare tipo di anatra,
l’Anas barbariae, che sono utilizzate in dosi globuli uniche alla
concentrazione 200 K.
In prevenzione, si
somministra una dose alla settimana, dal mese di ottobre fino alla fine di
marzo. Nella fase della sintomatologia conclamata si possono usare due schemi
diversi: uno in fase molto precoce con una dose ogni 8 ore per un totale di 3
dosi, l’altro in una fase un po’ successiva con una dose ogni 12 ore per 3
giorni.
Vi è inoltre la
possibilità di utilizzare, in fase preventiva, delle diluizioni omeopatiche del
vaccino anti-influenzale che viene preparato ogni anno dall’Istituto Pasteur,
in dosi globuli a diverse diluizioni (dalla 7 alla 30 CH) e con diversa
frequenza di somministrazione, in genere, settimanale o quindicinale per 3 mesi
circa.
La terapia
individualizzata presuppone l’uso di medicinali omeopatici unitari, ricavati da
sostanze che producono sull’uomo sano un quadro sintomatologico di tipo
influenzale simile a quello presentato dal paziente:
Ecco alcuni dei
medicinali più utilizzati.
Aconitum napellus 7 CH, 5 granuli 4 volte al dì, all’esordio della sintomatologia
quando i sintomi sono ancora vaghi, ma la febbre, ad insorgenza rapida, è
elevata e, spesso, fa seguito ad un colpo di freddo. La cute è asciutta.
Belladonna 7 CH, 5 granuli, 4 volte al dì in caso di febbre elevata, con
cefalea e faringite, tosse con mal di gola intenso, sudorazione profusa.
Bryonia alba 7 CH, 5 granuli 4 volte al dì. E’ il medicinale che riproduce in
modo più completo il quadro della sindrome influenzale con febbre elevata ad
insorgenza graduale, tosse secca stizzosa con dolore retrosternale, cefalea,
sudorazione e dolori muscolari peggiorati dal movimento.
Rhus toxicodendron 7 CH, 5 granuli 3-4 volte al dì nei casi in cui il quadro
sintomatologico è dominato dai dolori artro-muscolari che migliorano con il
movimento, la tosse è quasi assente e la febbre mediamente elevata.
Eupatorium perfoliatum
7 CH, nelle
forme meno aggressive con febbricola, dolori muscolari moderati e leggera
nausea, Stessa posologia.
Gelsemium sempervirens 30 CH, 5 granuli 4 volte al dì, nei quadri
influenzali in cui la sintomatologia prevalente è neurologica con cefalea
intensa, profonda astenia, mancanza di sete malgrado la profonda sudorazione.
Arsenicum album 9 CH, 5 granuli 3-4 volte al dì, quando la sintomatologia è
prevalentemente addominale, con febbre,
diarrea, dolori addominali brucianti e profonda astenia.
Nella fase di
convalescenza due medicinali occupano la scena: Sulfur iodatum e Pulsatilla.
Sulfur iodatum 15 CH, 5 granuli 2 volte al dì per una settimana, in caso di
astenia post-influenzale e Pulsatilla 15
CH, 5 granuli 1-2 volte al dì, per 1 settimana, in caso di tosse catarrale
persistente.
Dott.Edoardo Felisi
Specialista in
Pneumologia, Esperto in Medicine Complementari
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