Cari lettori, come procede il viaggio?
Siamo solo all'inizio, direte voi, come dovrebbe andare? Ma l'inizio è importante, molto
importante. Nella tappa precedente abbiamo guardato da vicino il nostro
cucciolo in fasce e il suo naturale bisogno di tenerezza: il bambino non ha
solo bisogno di vedere soddisfatti i suoi bisogni fisiologici, ha soprattutto
bisogno del nostro calore, dei nostri abbracci che lo contengono e della nostra
presenza che dà sicurezza e senso
alle cose. Ha bisogno di tenerezza: un surplus di amore che solo noi genitori
possiamo dare. Non di preoccupazione, nè di perfezione, nè di tecnicismi da
professionisti dell’educazione.
Lasciamo ora il nostro cucciolo tra le
braccia della sua mamma e del suo papà, per passare a guardare il bambino in
età scolare. E qui le
cose cambiano. I nostri cuccioli diventano degli scolaretti. Me li vedo lì, tutti in fila,
con il loro zainetto sulle spalle, pronti a voler imparare tutto.
Si, perché una delle
caratteristiche di questa età è proprio la voglia
di scuola. Che detta così sembra un'assurdità, a vedere molti
dei nostri figli che a tutto pensano tranne che alla scuola! Ma è proprio così: in questa età si sviluppa, e deve
svilupparsi, quella parte della mente che è ragionamento, logica, apprendimento,
regole. Il bambino deve imparare. Tutto. A leggere e scrivere, a fare i conti,
la storia, la geografia, lo sport, le regole della convivenza civile, le regole
dei giochi, a vestirsi e a lavarsi da solo. È questo un impegno enorme per loro ma
anche per i genitori. Quanto tempo passato a fare i compiti, a ripassare le
tabelline, a spiegare come ci si comporta in questo o in quest'altro luogo. Il
bambino ha bisogno dei "grandi". Ancor meglio se i grandi sono
proprio mamma e papà. Il nostro
scolaretto è tutto sommato
ancora un bambino, non dimentichiamolo! Noi adulti, e la nostra società, tendiamo a voler
rendere i nostri bambini autonomi, responsabili, capaci di fare da sè fin da subito,
appena tolto il ciuccio. Li trattiamo alla pari. Ma questo non fa bene ai
nostri bambini. Loro hanno bisogno di sentire la netta differenza tra i due
mondi, hanno bisogno di sapere che ci sono i "grandi" a proteggerli,
a dare tutte le risposte che loro non conoscono, ad insegnare loro a vivere nel
mondo, a dare regole. Vi sembrerà strano, ma anche i vostri figli, che
tutto sembrano volere tranne che regole, invece ne hanno un disperato bisogno.
E hanno bisogno che ci siate voi a farle rispettare. In questa fase della loro
vita -senza dimenticarci mai delle coccole, dei baci, delle lotte sul tappeto,
dei momenti passati insieme a giocare a far finta di essere principesse e
cavalieri- ci rendiamo conto che quello che abbiamo chiamato
"abbraccio" (cioè contenimento
amorevole) passa anche attraverso il dare e far rispettare le regole, il
chiarire bene che noi siamo i grandi e loro i piccoli, che noi sappiamo e loro
no, che noi abbiamo il coraggio di fare scelte e loro devono ancora fare tanta
strada. Mai questo deve trasformarsi in prevaricazione o sottomissione dei
piccoli. Mai. Ma neanche dobbiamo metterli al nostro livello. Si sentirebbero
spaesati e perduti, in un mondo che non è il loro, con responsabilità che non possono
assumersi, con risposte che non saprebbero dare: non faremmo il loro bene.
Certo, dobbiamo chiedergli di diventare responsabili, devono capire che ci sono
cose giuste e cose sbagliate, che ci sono momenti e luoghi per ogni cosa. Ma
non dimentichiamo che non possono ancora fare da soli: sono piccoli e, per essere
tali, hanno bisogno dei grandi. Di voi, mamma e papà. Non perfetti, ma
adulti.
Dott.Marco Bernardi
Psicologo
Milano
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