La
tosse è uno dei sintomi più frequenti
delle affezioni che provocano infiammazione delle vie aeree con variabile
produzione di muco, come le sindromi influenzali, le bronchiti, le tracheiti,
le laringiti etc. Secondo l’ultima indagine di ANIFA, Associazione Nazionale
dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione, il 25% degli italiani colpito
da influenza o da sindromi parainfluenzali dichiara di avvertire la tosse come
primo sintomo.
La
tosse è in realtà un meccanismo di difesa con cui l’organismo elimina elementi
irritanti dalle vie aeree, quali germi, muco, polvere, fumo, corpi estranei,
etc. Essa rappresenta, quindi, un'utile reazione naturale, anche se, purtroppo,
può generare uno spiacevole “circolo vizioso” soprattutto quando è secca e
stizzosa: ogni colpo di tosse, infatti, aggrava l’infiammazione della mucosa
respiratoria, irritandola ulteriormente e peggiorando il problema. Inoltre in
questi casi, specialmente quando ha andamento notturno, impedisce al paziente
di dormire determinando una stato di prostrazione con riduzione di efficienza
della risposta immunitaria.
La
tosse può essere classificata in modo diverso in funzione della presenza di
secrezioni, della modalità di comparsa, della durata del sintomo, della sua
aggressività ed intensità. La tosse
secca è caratterizzata dall'assenza di secrezioni catarrali, è di solito
irritativa e interessa, più spesso, faringe, laringe e trachea. La tosse produttiva, invece, (definita,
nel gergo famigliare, anche “grassa”) è caratterizzata dalla presenza di
catarro, nei diversi distretti delle vie aeree, che viene espulso con la tosse
stessa. Spesso, la tosse produttiva rappresenta la normale evoluzione di una
iniziale tosse secca.
Si
differenziano la tosse ad andamento acuto,
tipica della stagione invernale, che dura meno di 3 settimane e si associa di
frequente a un'infezione virale delle prime vie aeree, e tosse ad andamento cronico, quando dura per un periodo più lungo di
tre settimane. In genere, questo tipo di tosse può avere molteplici cause, in
particolare le broncopneumopatie croniche ostruttive, l’asma bronchiale, il
reflusso gastro-esofageo e la “sindrome da post nasal dripping”, caratterizzata
dal gocciolamento cronico di secrezioni dalla porzione nasale posteriore in
faringe.
È molto
importante precisare che la tosse è un
sintomo comune a malattie di ben diversa gravità e prognosi, quindi, se
dopo qualche giorno di trattamento non migliora, è opportuno rivolgersi al
medico per una corretta diagnosi e terapia.
Esistono diversi medicinali di sintesi chimica per contenere la
fastidiosa tosse secca stizzosa e medicinali mucolitici per fluidificare le
secrezioni e favorirne l’eliminazione. Non
sempre si rivelano efficaci e talora possono presentare effetti collaterali,
non gravi, ma fastidiosi.
La farmacologia omeopatica dispone di
molti medicinali per la tosse che coprono la vasta gamma delle reazioni
personali dei pazienti e che permettono quindi una terapia individualizzata. Mi
limiterò a ricordare i medicinali più frequentemente utilizzati nella mia
esperienza personale e citati nella letteratura omeopatica.
I
medicinali più prescritti nella tosse
secca di origine laringo-tracheale sono Bryonia
7 CH per la tosse secca con bruciore retrosternale, aggravata dal
movimento, con sete intensa e Spongia
tosta 7 CH, caratterizzata da tosse molto secca con tonalità acuta,
migliorata dalle bevande calde; per le crisi di tosse notturna, secca, con
timbro rauco e profondo, che provoca risvegli e fastidio, è consigliabile Drosera 9 CH. Anche Belladonna 9CH, medicinale della faringite eritematosa,
con arrossamento intenso della gola, è un eccellente rimedio della tosse secca
stizzosa correlata al dolore faringeo e alla febbre.
Quando è presente tosse
accessionale notturna con secrezioni laringee dense, che danno un senso di
soffocazione, è indicato Sambucus nigra
5 CH. Importanti anche alcuni medicinali quali Coccus cacti 5 CH e
Corallium rubrum 5 CH nei casi di tosse notturna ad accessi con secrezioni filamentose.
Anche i
medicamenti per la tosse catarrale sono numerosi, per esempio Ipeca 7 quando sono presenti accessi di
tosse, con secrezioni vischiose, che provocano sensazione di nausea e qualche volta vomito, più
facilmente nei bambini. Esistono poi soggetti, in particolare anziani e
bambini, che presentano il quadro di Antimonium
tartaricum 9 CH, caratterizzato da tosse produttiva abbondante, con
espettorazione facile e astenia.
In
commercio, esistono anche sciroppi che
contengono miscele di medicinali omeopatici noti per la loro azione
sull’infiammazione delle vie aeree, privi di effetti collaterali descritti; non
contengono sostanze ad azione sedativa, quindi non provocano sonnolenza e
possono essere assunti anche in concomitanza con altre terapie.
Per gli
sciroppi che contengono sostanze mucolitiche, l’AIFA, Agenzia Italiana del
Farmaco, ha adottato un provvedimento restrittivo che ne vieta l’uso nei
bambini al di sotto dei 2 anni di età. Gli sciroppi omeopatici, invece, non
contengono sostanze mucolitiche e possono quindi essere somministrati con
sicurezza anche ai bambini di età inferiore ai 2 anni.
Dott.
Edoardo Felisi
Medico
Chirurgo – Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio
Docente
del Seminario di Medicinali Omeopatici del Corso di Laurea in Farmacia
dell’Università degli Studi di Pavia
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