Scopo della omeopatia nel travaglio di parto è quello di
favorire nei limiti del possibile lo svolgersi
naturale delle varie fasi che portano alla nascita.
Ancora una volta è utile ricordare che sarebbe utile
somministrare un medicinale di terreno, magari
a cadenza mensile, durante la gravidanza sulla base di eventuali dati
psichici o fisici emersi durante questo
periodo.
ACTAEA RACEMOSA 30
CH in granuli tre volte la settimana
durante l’ultimo mese può essere di aiuto a quelle gestanti che cominciano ad
avere paura, a temere per il parto, per la salute del nascituro. Questo stesso
medicinale ha anche effetto nel controllare le contrazioni uterine preparatorie
che si manifestano nel corso di questo periodo e che la gravida vive
ansiosamente nel timore di “non saper riconoscere il manifestarsi del travaglio
di parto o non riuscire ad arrivare in ospedale in tempo”.
Durante il travaglio attivo, quando le contrazioni si
manifestano con regolarità ed il collo dell’utero comincia a dilatarsi si
propone CAULOPHYLLUM 5 CH una dose
globuli ogni ora o in alternativa 10 granuli ogni 30 minuti per quattro o
cinque ore. Questo medicinale, utilizzato come fitoterapico dagli Indiani
d’America per questo scopo, tanto da meritarsi il nome: “erba delle squaw
(delle donne)” agisce favorendo e regolarizzando la dinamica del parto.
A parto espletato una
dose di ARNICA alla 200 CH favorisce
il recupero del trauma sia fisico che psichico e velocizza la cicatrizzazione
di eventuali piccole lacerazioni.
Dr Gabriella Maggi , Specialista in Ostetricia e Ginecologia
Specialista in
Endocrinologia Sperimentale
Esperta in Omeopatia , Milano
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