Chi non ha lamentato almeno
saltuariamente i disturbi tipici della gastrite quali dolore alla bocca dello
stomaco, bruciore gastrico, senso di pienezza poco dopo aver cominciato il pasto,
aerofagia, acidità, rigurgiti? Spesso questi fastidi sono correlati alle
modalità con cui ci alimentiamo sia quantitativamente, perché mangiamo troppo,
sia qualitativamente, perché assumiamo troppi alimenti che il nostro sistema
digerente fatica a trasformare (latte vaccino e derivati, carboidrati ricchi di
glutine, carne rossa, grassi saturi, troppi pomodori e patate…).
Però, negli ultimi decenni, è stato
messo in evidenza dai ricercatori un ospite che ci ha accompagnato nella
evoluzione della nostra specie, albergando nel nostro stomaco, e che ora è
diventato indesiderato perché produce gastrite molto fastidiosa con tutto il
corteo di sintomi, sopra citati, rende più lesivo il reflusso gastro-esofageo e
può provocare ulcera gastro-duodenale e in casi più rari, per fortuna, un certo
tipo di linfoma gastrico, un tumore maligno.
Ma chi è questo ospite, per lungo
tempo silenzioso, che si annida nello stomaco del 40% degli italiani, 24
milioni di persone, e che può attivarsi procurando tutti questi guai?
E’ l’Helicobacter pylori. Si tratta
di un batterio flagellato (con la coda) che ha la capacità di produrre un
enzima che gli permette di sopravvivere e svilupparsi in un ambiente pur così
acido come quello dello stomaco, che impedisce la crescita della maggior parte
degli altri batteri.
Si trasmette da uomo a uomo per via
oro-orale od oro-fecale oppure può essere contratto con gli alimenti. Per lungo
tempo resta annidato nello stomaco, proteggendosi sotto il muco che tappezza le
pareti gastriche, senza dare segni di sé fin quando trova le condizioni
favorevoli per crescere e sviluppare i sintomi della gastrite.
La sua presenza può essere
evidenziata dosando, nel sangue, gli anticorpi che l’organismo produce contro
di lui, oppure con un test che misura, nel respiro, la sostanza che produce per
sopportare l’acidità gastrica (urea), oppure ricercandolo nelle feci.
Non solo è resistente all’acidità
gastrica, ma anche agli antibiotici. Già qualche anno addietro ne occorrevano
almeno due contemporaneamente per poterlo eradicare e spesso era necessario
ripetere la cura con antibiotici diversi per la comparsa di ricadute. Ora sono
comparse delle forme mutate che resistono agli antibiotici, precedentemente
usati, e si è costretti ad utilizzare uno schema terapeutico di eradicazione
dell’infezione da Helicobacter che comprende tre antibiotici, da ruotare in 15
giorni.
Ma non possiamo fare altro per
difenderci da questo ospite invadente e sgradito? Per fortuna è stato scoperto
che nello stomaco stesso abbiamo degli “amici” che sono dei competitori degli
Helicobacter: i Lactobacilli!
Per lungo tempo si è pensato che
l’acidità gastrica impedisse la crescita di una popolazione batterica autonoma
nello stomaco, invece è stato evidenziato che anche i Lactobacilli acidophli vivono
e si moltiplicano in questo tipo di ambiente sottraendo substrati nutritivi e
recettori cellulari agli Helicobacter e rappresentando un importante
opportunità terapeutica sia a scopo preventivo, per i soggetti non portatori,
sia terapeutica per i soggetti infetti che non rispondono alla terapia
antibiotica o rispondono in modo insoddisfacente.
A sostegno dell’efficacia dei
probiotici e dei Lactobacilli, in particolare, nel controllo della infezione da
Helicobacter pylori è stata pubblicata, quest’anno, una revisione di diversi
lavori scientifici (“Efficacy and
safety of probiotics as adjuvant agents for Helicobacter pylori infection:
A meta‑analysis”. ZHIFA LV, BEN WANG, XIAOJIANG ZHOU, FUCAI WANG, YONG
XIE, HUILIE ZHENG and NONGHUA LV) effettuata presso la Nanchang University,
Cina, in cui si dimostra questa azione protettiva dei fermenti lattici
(probiotici).
Sempre nel 2015, un altro lavoro
scientifico, eseguito sui topi, in
un’università giapponese, ha evidenziato l’azione antibatterica di una specie
del genere Lactobacillus nei confronti del Helicobacter pylori e la sua
capacità di ridurre l’acidità gastrica (“A highly acid-resistant novel strain
of Lactobacillus johnsonii No. 1088 has antibacterial activity, including that against
Helicobacter pylori, and inhibits gastrin-mediated acid production in mice -Yuji
Aiba, Yasuhiro Nakano, Yasuhiro Koga,
Kenji Takahashi & Yasuhiko Komatsu).
Possiamo, quindi, ben sperare che in
futuro i “nostri amici probiotici” ci aiutino a difenderci o, per lo meno, a
convivere senza danni con i germi che popolano numerosi il nostro apparato
digerente.
Dott. Edoardo Felisi – Medico
Chirurgo esperto in Omeopatia
Specialista in Malattie dell ‘Apparato
Respiratorio
Docente presso il Master in Prodotti Nutraceutici
Dipartimento di Scienze del Farmaco –
Università degli Studi di Pavia
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