La fisioterapia del pavimento pelvico è
la prima misura preventiva (durante la gravidanza e nell’immediato post partum)
e rieducativa nei confronti del prolasso e rappresenta un pilastro fondamentale
da affiancare sempre anche alle altre opzioni terapeutiche. Va condotto da
personale esperto ( solitamente fisioterapista o ostetrica) che accompagna la
paziente alla presa di coscienza e all’allenamento dei muscoli perineali che va
poi mantenuto nel tempo con costanza.
La riduzione del peso e la correzione
della stipsi sono un altro necessario corollario, da ottenere aumentando
l’ attività fisica e correggendo l’
alimentazione.
Anche una eccessivo carico lavorativo
della muscolatura addominale non adeguatamente bilanciato da una contemporanea
contrazione della muscolatura di sostegno può causare un improvviso peggioramento
della sintomatologia, a maggior ragione nel caso in cui venga iniziato o intensificato un allenamento in
palestra in periodo menopausale, quando la carenza di ormoni femminili rende
ancora più fragile l’apparato genitale ed urinario.
La terapia è ovviamente personalizzata,
dopo adeguata valutazione clinica ed analisi volte a verificare la funzionalità
dell’apparato urinario.
Le pazienti con situazione locale grave
o sintomatologia particolarmente invalidante sono candidate alla terapia
chirurgica. Accanto alla isterectomia ( rimozione dell’utero) con successiva
sospensione delle pareti vaginali esistono oggi tecniche mini-invasive eseguibili
in anestesia spinale, con riduzione dei tempi di degenza e di recupero.
Il pessario, un anello di lattice
inserito in vagina che fornisce sostegno ai visceri viene riservato alle
pazienti nelle quali sia controindicato l’intervento. Va sostituito ogni 4/6
mesi ed affiancato da terapia locale per ridurre eventuali infiammazioni.
Possono essere proposti anche farmaci in
grado di ridurre la eccessiva attività della vescica che causa la necessità di
urinare più frequentemente.
Di utile appoggio possono essere anche
medicinali omeopatici, come valido ausilio per la correzione dei fattori di
rischio ( stitichezza in primis) e per affiancare e potenziare il trattamento
fisioterapico.
Diverse sono le possibilità, di seguito
i più frequentemente utilizzati:
ALUMINA
quando sono presenti secchezza della pelle e delle mucose, in un
paziente in menopausa, con riduzione degli ormoni femminili, già disturbata da
stitichezza.
CAUSTICUM quando sia presente una
ridotta motricità della muscolatura intestinale ed urinaria. Quindi stitichezza
cronica da ridotta peristalsi intestinale ed incontinenza urinaria. E’ in
genere una donna magra, con frequenti rigidità e contratture muscolari.
CALCAREA FLUORICA è un medicinale adatto
a chi tende ad avere lassità dei legamenti, ossia articolazioni deboli ed
estremamente sciolte e facili distorsioni, scoliosi, varici. Questa tendenza
personale renderebbe più gravi ed evidenti le conseguenze di parti
difficoltosi.
SEPIA può essere simbolicamente indicato
come rimedio di “caduta”: del tono dell’umore, dei capelli, del controllo
dell’urina e dei visceri pelvici. E’ un grande aiuto in periodo del climaterio
e menopausa, quindi di calo di ormoni femminili, e in caso di cistiti
recidivanti.
Dott.Gabriella Maggi
Specialista in Ostetricia e Ginecologia , Endocrinologia
Sperimentale e Omeopata
Milano
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