domenica 23 ottobre 2016

Vaccini: tra speranze, difficoltà e delusioni. Uno: streptococco di gruppo B

Lo streptococco di gruppo B (GBS) rimane una causa importante di sepsi neonatale. La strategia preventiva basata sullo screening (tampone vaginale) nel terzo trimestre di gravidanza e al parto e sul trattamento antibiotico dei casi positivi ha senz’altro portato a una riduzione significativa dei casi, ma rimane ancora una strategia incompletamente efficace specialmente nella prevenzione dei casi a esordio tardivo intorno al mese di vita.
         Studi preliminari dimostrano che l’immunizzazione materna comporta una effettiva protezione per il neonato e che vi è una correlazione diretta tra concentrazione di anticorpi specifici nella madre e nel neonato.
Commentato da uno splendido editoriale dei nostri amici modenesi (Berardi A, Ferrari F. Group B streptococcal maternal vaccination, the goal is near. Lancet Infect Dis 2016; 16:871-2), uno studio di fase 2 appena pubblicato dimostra l’efficacia di un vaccino coniugato contro i tre più importanti sierotipi (la, lb, lll) del GBS nell’indurre alti titoli di anticorpi protettivi sia nella madre che nel neonato fino all’anno di vita, quando somministrato in due dosi tra la 28a e la 35a settimana di gestazione (Madhi SA, et al. Safety and immunogenicity of an investigational maternal trivalent group B streptococcus vaccine in healthy women and their infants: a randomised phase 1b/2 trial. Lancet Infect Dis 2016; 16:923-34). Il profilo di sicurezza appare più che buono, le prospettive che il vaccino possa essere effettivamente efficace a prevenire anche la malattia tardiva sono realistiche. Ma, come sottolineato anche nell’editoriale, rimane qualche problema aperto. Il primo è quello che vaccinando dopo la 28a settimana rimangono scoperti i pretermine, che sono proprio la fascia a maggior rischio. C’è poi il problema che la vaccinazione, pur inducendo una risposta anticorpale protettiva dall’infezione, non impedisce la colonizzazione che sembra maggiormente influenzata invece da fattori ormonali. Infine, aggiungiamo noi, resta il fatto che se non si vaccina per tutti i sierotipi (quelli del GBS sono 10) c’è sempre il realistico rischio dell’emergenza e virulentazione di ceppi che ora se ne stanno quieti. Un po’ come è già successo per lo pneumococco. Al momento quindi non sembra proprio che, anche se partissimo con la vaccinazione, si potrebbe rinunciare alla strategia attualmente praticata dello screening e della terapia dei casi positivi.
Medico e bambino
Volume 35 numero 7
30 settembre 2016
La pagina gialla

  

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