Asma e allergie
sono le malattie più diffuse e stanno aumentando fra i piccoli anche i casi di
dipendenza da smartphone e tablet. Monitorare le patologie causate
dall’inquinamento ambientale che possono colpire i bambini è l’obiettivo del
protocollo d’intesa siglato tra la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP)
e ANTER, associazione no profit che promuove e tutela le energie rinnovabili
Non solo aria inquinata, dentro e fuori casa, ma
anche cibo nocivo, raggi del sole e abuso cellulari e tablet. Sono tutti
fattori ambientali potenzialmente tossici per i bambini. Ricordiamo che in alcuni Paesi come la Danimarca è
vietato l’utilizzo degli smartphone negli under 12
Da oggi
i pediatri si impegnano, più che mai, per proteggere i più piccoli da questi
danni.
“Per la
prima volta in Italia – ha affermato Giampietro Chiamenti, presidente FIMP -,
grazie alla rete capillare dei pediatri presenti su tutto il territorio, viene
realizzato un progetto per studiare l’influenza dell’ambiente sulla crescita
del bambino. Il protocollo ha la finalità di promuovere, di comune accordo,
formazione e informazione, sensibilizzare e coinvolgere le istituzioni sui
danni dell’inquinamento ambientale nello sviluppo dei bambini. Vogliamo
sensibilizzare la popolazione, in particolare i genitori, sui fattori di
rischio ambientali insegnando le regole della prevenzione.
La prima iniziativa
è un poster che sarà distribuito negli ambulatori dei pediatri, continueremo
con corsi di formazione, lezioni nelle scuole, eventi nelle piazze, questionari
indirizzati ai genitori e diffusione di opuscoli. ANTER ha istituito un Comitato scientifico del
quale fa parte Maria Grazia Sapia, Referente Nazionale della FIMP per
l’Ambiente. “È per noi un grande traguardo avere stipulato questo protocollo –
ha spiegato Sapia - in primis a dimostrazione che la FIMP si sta muovendo in
maniera corretta e a 360 gradi per far prendere coscienza delle problematiche
ambientali in relazione all’età pediatrica.
Le patologie da 0 a 5 anni
Secondo
le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), più del 33% delle
malattie nei bambini al di sotto dei 5 anni è dovuto a fattori ambientali.
Prevenire l’esposizione a questi fattori di rischio salverebbe nel mondo circa
4 milioni di vite all’anno solo fra i piccoli, soprattutto nei Paesi in via di
sviluppo. “In Italia non sono disponibili dati epidemiologici certi – ha
continuato Sapia -, uno degli obiettivi di questa intesa è l’istituzione di un
vero e proprio registro delle malattie provocate dall’ambiente nei neonati, nei
bambini e negli adolescenti.. Ad esempio, in alcune Regioni del Nord le
patologie respiratorie fra i piccoli sono aumentate negli ultimi 10 anni in
percentuali comprese fra il 5 e il 15%. Ma è sufficiente un incremento del 2%
per allertare i clinici e indurli a mettere in atto misure preventive”.
I campanelli d'allarme
Prevenzione
che dovrebbe iniziare prima della nascita. “L’ambiente – ha spiegato Sapia -
influisce sul genoma e, già nel corso della gravidanza, il corredo genetico dei
feti può essere contaminato da elementi inquinanti che la madre assorbe
attraverso il cibo ingerito e trasmette al feto stesso. Le sostanze più nocive
sono i pesticidi, contenuti negli
alimenti. Seguono i metalli pesanti,
presenti nelle città, e i cosiddetti interferenti
endocrini, in grado di alterare il sistema endocrino e di influenzare negativamente
diverse funzioni vitali”.
“Asma e allergie sono alcune delle patologie
più influenzate dall’inquinamento e oggi si osservano tutto l’anno, non solo in
primavera come in passato. E sono sempre più gravi i danni visivi e
comportamentali legati all’abuso dei dispositivi elettronici e del computer. In
alcuni casi ci troviamo di fronte a bambini che hanno sviluppato forme di vera
e propria dipendenza da questi apparecchi, come avviene negli adulti. È
importante che i genitori riconoscano i campanelli d’allarme per intervenire
tempestivamente con il supporto psicologico. Si sta diffondendo fra i bambini
anche la dipendenza da telefonino. L’abuso dei cellulari può causare perdita di
concentrazione, difficoltà di apprendimento e aggressività. In alcuni Paesi
come la Danimarca è vietato l’utilizzo degli smartphone negli under 12, anche
l’Italia – ha concluso - dovrebbe introdurre una norma di questo tipo per
tutelare i piccoli”.
Tratto
da Quotidiano sanità.it 16 marzo ’17
Dr.
Elena Bosi
Specialista
in Pediatria
Esperta
in Omeopatia e Medicine Complementari
Milano
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