domenica 25 marzo 2018

LE PIANTE CHE CURANO : ARTIGLIO DEL DIAVOLO(Harpagophytum procumbens)

“Artiglio del Diavolo” è il nome comune con cui è conosciuta questa pianta perenne rampicante appartenente alla famiglia delle Pedaliacee. Diffuso nell’Africa Sud Occidentale ed in particolare nel deserto del Kalahari, in Namibia  e in Botswana, l’Artiglio del Diavolo deve il suo nome alle appendici dure che caratterizzano i suoi frutti ovoidali. Queste escrescenze sono dotate di robusti uncini che, penetrando nel corpo o nelle zampe degli animali, procurano serie ferite  e li costringono a compiere una specie di ballo scatenato per cercare di liberarsene. Il nome della pianta deriva appunto da “harpagos”, cioè uncino, riferito alle protuberanze acuminate dei suoi frutti legnosi. Nella medicina tradizionale sud africana l’Artiglio del Diavolo è utilizzato da secoli per la cura di malattie reumatiche, dolori articolari, febbre e problemi gastroenterici, dove viene sfruttata la sua azione di tonico amaro utile nei disturbi digestivi.
L’uso nella medicina empirica è stato poi confermato dagli studi effettuati in Germania negli anni ’50, che hanno condotto alla scoperta dei tre principali glicosidi iridoidi contenuti nella pianta :arpagoside e procumbide, ritenuti tra i principali responsabili degli effetti analgesici e antipiretici dell ‘Artiglio
Proprietà:  l’Harpagophytum  procumbens è noto soprattutto per la sua attività analgesica, antinfiammatoria ed antireumatica . Il suo fitocomplesso è per questo motivo ad oggi utilizzato nel trattamento sintomatico dell’osteoartrite, nell’artrosi e di altre malattie reumatiche , oltre che come antinfiammatorio a largo spettro.
Indicazioni cliniche :  Artrosi, artriti, Lombalgie, sciatalgie, Dolori articolari acuti e cronici. Tendiniti ed infiammazioni del tessuto connettivo, traumatismi osteoarticolari.
Tossicità, interazioni con farmaci: La tossicità della pianta è molto bassa, tuttavia attenzione deve essere posta nelle persone affette da ulcera gastroduodenale . E’ consigliabile comunque assumere la pianta sempre a stomaco pieno. Non è consigliata in gravidanza, a causa del possibile effetto ossitocico, inoltre attenzione al concomitante uso di farmaci ipoglicemizzanti.
Forme farmaceutiche :  estratto secco (titolato in iridoidi totali espressi come arpagoside) 600-1200 mg al giorno.
Tintura Madre : 50 gocce, diluite in acqua 1/3 volte al giorno.


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