lunedì 5 marzo 2018

Tumori, i cibi molto lavorati possono aumentare il rischio

Esiste una possibile associazione tra assunzione di alimenti altamente lavorati e sviluppo di cancro, secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal. «Sono necessari ulteriori approfondimenti, in quanto il nostro è stato uno studio osservazionale, ma questi risultati suggeriscono che il rapido aumento del consumo di cibi ultra-lavorati potrebbe causare un crescente impatto del cancro nei prossimi anni» sottolinea Thibault Fiolet, del Sorbonne Paris Cité Epidemiology and Statistics Research Center (CRESS), autore principale dello studio.
Gli alimenti ultra-lavorati, tra cui si annoverano prodotti da forno confezionati e snack, bevande frizzanti, cereali zuccherati, piatti pronti e prodotti ricostituiti a base di carne, rappresentano fino al 50% delle calorie totali assunte in diversi paesi sviluppati.
I ricercatori hanno cercato di valutare le associazioni tra l'assunzione di cibo ultra-lavorato e il rischio di cancro in generale e di cancro del seno, della prostata e del colon-retto in particolare, in 104.980 adulti francesi sani (22% uomini, 78% donne) con un'età media di 43 anni, che avessero completato almeno due questionari dietetici online sull'assunzione abituale di 3.300 prodotti alimentari diversi (studio di coorte NutriNet-Santé). I risultati, aggiustati per i fattori di rischio oncologico noti, mostrano che un aumento del 10% nella percentuale di alimenti ultra-lavorati nella dieta si associa a una crescita del 12% nel rischio di cancro globale e dell'11% nel rischio di cancro del seno. Nessuna associazione significativa è stata invece riscontrata per i tumori della prostata e del colon-retto.
Ulteriori valutazioni non hanno rilevato neppure un'associazione significativa tra consumo di alimenti meno lavorati, tra cui verdure in scatola, formaggi e pane sfuso, e rischio di cancro, mentre il consumo di alimenti freschi o minimamente lavorati, come frutta, verdura, legumi, riso, pasta, uova, carne, pesce e latte, era associato a rischi più bassi di cancro in generale e carcinoma mammario. «Bisogna fare attenzione a trasmettere i punti di forza e i limiti di queste recenti analisi al grande pubblico per aumentare la comprensione della complessità associata alla ricerca nutrizionale nelle popolazioni» scrivono in un editoriale collegato Martin Lajous e Adriana Monge, del National Institute of Public Health, Città del Messico.




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