Il 2,9% della popolazione studentesca
dell'anno scolastico 2016-2017 ha Disturbi specifici dell'apprendimento
(Dsa). Alunne e alunni delle scuole italiane di ogni ordine e grado
con Dsa sono complessivamente 254.614, stando ai dati pubblicati dal Miur sul
suo sito. Il disturbo mediamente più diffuso è la dislessia (42,5%), anche se più disturbi possono coesistere in
una stessa persona. Seguono la disortografia (20,8%), la discalculia (19,3%) e
la disgrafia (17,4%). Il cervello di un bambino dislessico è diverso da
quello dei bambini che riescono a leggere normalmente, ma questo non vuol dire
avere una malattia. Lo stesso vale per gli alunni con disgrafia, disortografia,
discalculia : l'importante è arrivare a una diagnosi veloce, che si può già fare tra la fine della seconda
elementare e la terza, e fornire ai bambini gli strumenti che portano a
una riorganizzazione del cervello.
A parlarne
è Stefano Vicari, responsabile dell'Unità operativa complessa di
neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.
"Questi disturbi non si correggono con la terapia, ma con strumenti
compensativi, facendo usare ai bambini disgrafici il computer dove trovano la
tastiera con le lettere già pronte senza impegnare la loro energia per
scriverle, audiolibri per i dislessici, la calcolatrice per i discalculici, per
fare solo alcuni esempi", spiega. E sottolinea che i bambini, diventati adolescenti, si porteranno al liceo
questo bagaglio. Se non vengono aiutati correttamente, "il 60% presenta
disturbi d'ansia o depressione, espressione della loro esperienza di
insuccesso scolastico e frustrazione". "Questi disturbi, che nella
maggior parte sono genetici, durano tutta la vita - aggiunge Vicari - nella
maggior parte dei casi i genitori si rivolgono a centri di psicologia privati,
ma in realtà dovrebbe essere la scuola a fornire tutti gli strumenti necessari,
visto che difficilmente il Servizio sanitario nazionale può farsi carico di
questo problema". La legge
170 del 2010 ha introdotto la possibilità della certificazione per gli studenti
con Dsa, e ha individuato una linea per garantire il diritto allo studio in
tutte le sue forme. Con una direttiva del 2012 è stato poi inserito
il concetto di "bisogno di linee educative speciali e della
personalizzazione del percorso di studio", spiegano al Miur.
Tuttavia, non sempre le cose vanno per il verso
giusto, lamentano presidi e genitori: spesso i disturbi
dell'apprendimento vengono diagnosticati in ritardo o non individuati dai
docenti; per ottenere le certificazioni dall'Asl da presentare a scuola i tempi
sono troppo lunghi; le istituzioni private che possono rilasciare i certificati sono costose e le
famiglie finiscono anche per rinunciare.
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