L’Arnica montana è più
efficace del placebo quando viene usata in diverse condizioni cliniche
caratteristiche dell’ambiente post-operatorio. In ogni caso, l’arnica potrebbe
essere una valida alternativa ai farmaci antiinfiammatori non steroidei, almeno
nel trattamento di alcune specifiche condizioni. È la conclusione a cui è
arrivata una review coordinata
da Tommaso Iannitti,
dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, e pubblicata sull’American Journal of Therapeutics.
Si tratta di una revisione sistematica di tipo narrativo senza
meta-analisi in cui è stata ricercata tutta la letteratura attualmente
disponibile sull’utilizzo dell’Arnica montana sia a dosi omeopatiche sia in
formulazione ad uso topico.
Nella revisione è stato analizzato in primis il meccanismo
d’azione di Arnica montana e, dalla numerosa letteratura scientifica in merito,
è evidente che i sesquiterpeni lattonici, in particolare l’elelanina e la
diidroelelalina siano le molecole responsabile dell’effetto biologico sul
dolore, sull’infiammazione e sulle ecchimosi.
L’evidenza cumulativa suggerisce che sia Arnica m. in
formulazione gel e in diluizioni omeopatiche siano più efficaci del placebo nel
trattamento di diversi stati infiammatori, nella gestione del dolore e
nell’impiego postoperatorio. La sua efficacia clinica in questi ambiti e la sua
elevata tollerabilità lo rendono una potenziale alternativa terapeutica agli
anti-infiammatori non steroidei.
L’effetto
dell’Arnica montana ad
uso topico si esercita, in particolare, a livello dei muscoli, delle
articolazioni, riducendo gonfiore e dolore associato a disturbi reumatici, e di
capillari e vene, riducendo ematoma ed ecchimosi e proteggendo i vasi
sanguigni. L’arnica potrebbe dunque essere un’alternativa all’ibuprofene per
l’elevata concentrazione di sesquiterpeni, e in particolare di elenalina,
sostanza attiva con effetto antiinfiammatorio. La variabilità nei contenuti dei
sesquiterpeni a livello di diverse parti della pianta, infine, potrebbe
influenzare l’efficacia della preparazione di arnica. Per garantire l’efficacia
dei medicinali contenenti Arnica montana, è necessario ottenere un
fitocomplesso con livelli ottimali di sostanze attive.
Tratto da Popular Science 3/05/2019
Nessun commento:
Posta un commento