domenica 17 novembre 2019

Adolescenza: Sexting, numeri e rischi di un fenomeno sommerso( prima parte)


Cominciamo oggi con il primo di due articoli nel quale vorremmo esplorare il fenomeno del sexting: partiremo con il conoscere diffusione e comportamenti a rischio per arrivare a scoprire come prevenire e come intervenire.
Il sexting è lo scambio di messaggi ma soprattutto foto e video sessualmente espliciti e provocanti attraverso social network o sistemi di messaggistica online ed è un fenomeno che possiamo definire “sommerso”, uno di quei comportamenti che coinvolge molti ma di cui, per pudore o per vergogna, si discute molto poco. E invece di sexting è necessario parlare: le ricerche e le indagini statistiche mostrano la sua presenza imponente sia tra i ragazzi (si parla di percentuali tra il 60 e l’80 % per adolescenti e giovani adulti) sia tra gli adulti (qui le percentuali sembrano superare l’80%).
La rete è il luogo dove moltissimi scoprono, esprimono, esibiscono e sperimentano la propria sessualità e lo fanno, spesso, con meno pudore e più libertà della vita reale, a causa delle caratteristiche dell’ambiente virtuale. Certo, numeri di questo genere possono allarmarci, ma non dobbiamo metterci sulla difensiva pensando, da un lato, che tanto non riguarderà mai me né i miei figli oppure, al contrario, pensare che tutto sia normale perché “tanto il mondo online è tutta una finta, un gioco”. Dobbiamo, come genitori e come adulti, avere il coraggio di assumere il nostro ruolo educativo e ricordarci dell’importanza di dare grande peso all’educazione alle relazioni tra i generi, al rispetto dell’altro, all’educazione affettiva e sentimentale. Perché spesso il sexting diventa un problema: la foto o il video che doveva rimanere “privato” comincia ad essere diffuso in rete, ad essere condiviso nei gruppi Whatsapp, nelle pagine di Instagram e diventa di dominio pubblico, in pasto ad un pubblico che alimenta la vittimizzazione di colui o colei le cui immagini sono state rese pubbliche.
Quali rischi corrono i nostri figli (ma anche tutti quelli che, adulti, decidono di condividere le proprie immagini sessualmente esplicite)?
- Non possono più tornare indietro: tutto ciò che è online è impossibile da eliminare. Qualcuno potrebbe scaricarle, salvarle ed inviarle ad altri pregiudicandone la reputazione.
- Diventano più esposti e ricattabili: un’immagine troppo spinta può essere facilmente usata da chi vuole danneggiare la tua reputazione.
- Si espongono ai malintenzionati: la condivisione di foto spinte può creare un’immagine di sé online diversa da quella reale e, quindi, esporre al contatto con persone malintenzionate che cercano di adescare e di fare del male.
- Infrangono la legge (soprattutto se sono minorenni): possedere o condividere foto e video sessualmente espliciti di minori, anche se fatto tra pari, non solo può esser considerato detenzione di materiale pedopornografico, ma anche diffusione di esso. Inoltre se esse vengono postate e condivise da altre persone vi è anche la sussistenza della violazione della privacy della persona presente nella foto e/o video.
Allora cosa fare come genitori? Vietare di usare lo smartphone, controllare ogni azione on line dei figli, proibire e punire? Forse non sono queste le strade giuste e nel prossimo articolo scopriremo quali strategie educative si rivelano più efficaci per prevenire e per intervenire nei casi di sexting.


Dott. Marco Bernardi
Psicoterapeuta Milano

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