Cominciamo oggi con il primo
di due articoli nel quale vorremmo esplorare il fenomeno del sexting: partiremo
con il conoscere diffusione e comportamenti a rischio per arrivare a scoprire come
prevenire e come intervenire.
Il sexting è lo scambio
di messaggi ma soprattutto foto e video sessualmente espliciti e provocanti
attraverso social network o sistemi di messaggistica online ed è un fenomeno
che possiamo definire “sommerso”, uno di quei comportamenti che coinvolge molti
ma di cui, per pudore o per vergogna, si discute molto poco. E invece di
sexting è necessario parlare: le ricerche e le indagini statistiche mostrano la
sua presenza imponente sia tra i ragazzi (si parla di percentuali tra il 60 e
l’80 % per adolescenti e giovani adulti) sia tra gli adulti (qui le percentuali
sembrano superare l’80%).
La rete è il luogo dove moltissimi scoprono,
esprimono, esibiscono e sperimentano la propria sessualità e lo fanno, spesso,
con meno pudore e più libertà della vita reale, a causa delle caratteristiche
dell’ambiente virtuale. Certo, numeri di questo genere possono allarmarci, ma
non dobbiamo metterci sulla difensiva pensando, da un lato, che tanto non
riguarderà mai me né i miei figli oppure, al contrario, pensare che tutto sia
normale perché “tanto il mondo online è tutta una finta, un gioco”. Dobbiamo,
come genitori e come adulti, avere il coraggio di assumere il nostro ruolo
educativo e ricordarci dell’importanza di dare grande peso all’educazione
alle relazioni tra i generi, al rispetto dell’altro,
all’educazione affettiva e sentimentale. Perché spesso il sexting diventa un
problema: la foto o il video che doveva rimanere “privato” comincia ad essere
diffuso in rete, ad essere condiviso nei gruppi Whatsapp, nelle pagine di
Instagram e diventa di dominio pubblico, in pasto ad un pubblico che alimenta
la vittimizzazione di colui o colei le cui immagini sono state rese pubbliche.
Quali rischi corrono i nostri
figli (ma anche tutti quelli che, adulti, decidono di condividere le proprie
immagini sessualmente esplicite)?
- Non possono più tornare
indietro: tutto ciò che è online è impossibile da eliminare. Qualcuno
potrebbe scaricarle, salvarle ed inviarle ad altri pregiudicandone la
reputazione.
- Diventano più esposti e
ricattabili: un’immagine troppo spinta può essere facilmente usata da chi
vuole danneggiare la tua reputazione.
- Si espongono ai malintenzionati:
la condivisione di foto spinte può creare un’immagine di sé online diversa da
quella reale e, quindi, esporre al contatto con persone malintenzionate che
cercano di adescare e di fare del male.
- Infrangono la legge
(soprattutto se sono minorenni): possedere
o condividere foto e video sessualmente espliciti di minori, anche se fatto tra
pari, non solo può esser considerato detenzione di materiale pedopornografico,
ma anche diffusione di esso. Inoltre se esse vengono postate e condivise
da altre persone vi è anche la sussistenza della violazione della privacy della
persona presente nella foto e/o video.
Allora cosa fare come
genitori? Vietare di usare lo smartphone, controllare ogni azione on line dei
figli, proibire e punire? Forse non sono queste le strade giuste e nel prossimo
articolo scopriremo quali strategie educative si rivelano più efficaci per
prevenire e per intervenire nei casi di sexting.
Dott. Marco Bernardi
Psicoterapeuta Milano
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