domenica 24 novembre 2019

Sexting, come i genitori possono prevenire e curare ( seconda parte)


Continua oggi il nostro breve approfondimento sul sexting, un fenomeno molto diffuso sia tra i giovani che tra gli adulti che, se da un lato attrae per la sua dimensione di esplorazione della propria sessualità e condivisione erotica, dall’altro mette chi lo pratica di fronte a conseguenze molto gravi e difficili da gestire.
Nel precedente articolo ci siamo lasciati con una domanda: cosa possiamo fare da genitori per prevenire ed intervenire nel caso in cui i nostri figli fossero alle prese con problemi riguardanti il sexting?
Di sicuro sappiamo che ogni atteggiamento di divieto, di negazione, di punizione o disciplinare non è efficace se non è preceduto e seguito da un atteggiamento educativo di cura, di interesse per la vita digitale dei propri figli, di accompagnamento -alla giusta distanza- della loro vita. È difficile essere credibili e autorevoli se non siamo anche amorevoli, curiosi, interessati e vicini e se non riusciamo a distinguere le nostre proiezioni sui figli dalla loro vita di individui. È quindi centrale assumere un atteggiamento educativo di apertura al dialogo e di rispetto reciproco che permetta di mantenere una certa libertà nell’affrontare anche discorsi delicati ma importanti.

Allora come prevenire il sexting e le sue conseguenze negative?
- Promuoviamo in loro il rispetto di sé e degli altri, non solo a parole ma anche e soprattutto con il nostro esempio. Parliamo dell’importanza della propria immagine e della preziosità del proprio corpo che è come un’opera d’arte: da mostrare alle persone giuste, nel momento giusto e nel contesto appropriato. Mostrarsi, partecipare, essere presenti sui social non vuol dire dare in pasto la propria immagine intima a chiunque.
- Promuoviamo una buona educazione affettiva e sessuale: essere più sicuri e consapevoli dal punto di vista emotivo ed affettivo li aiuterà a non spingersi a ricercare il brivido o il rischio.
- Aggiorniamo il nostro modo di educare in base all’età dei nostri figli: i bambini piccoli vanno protetti evitando che incontrino situazioni che non capirebbero (video musicali con immagini o testi non adatti, videogame violenti, pagine internet e app), i ragazzi adolescenti vanno accompagnati a comprendere il mondo e ad esplorare con consapevolezza. Le regole vanno aggiornate, le consuetudini modificate, i discorsi anche tra genitori adeguati all’età dei figli (non tutto va condiviso con loro) perché imparino a riconoscere quello che è privato da quello che può essere condiviso.
- Interessiamoci della loro vita virtuale e insegniamo loro a valutare quali possono essere le conseguenze reali delle nostre azioni virtuali.
- Mostriamoci aperti e pronti ad accoglierli anche quando sbagliano: gli errori dei nostri figli non sono i nostri! Non siamo noi ad essere valutati a scuola, non siamo noi a dover vivere al posto dei figli per evitargli qualsiasi possibilità di sbagliare. Sbagliare serve per crescere: dobbiamo esserci prima come guide ed esempio e come porti sicuri in cui si sa di poter ritornare per far rifornimento o per curare le ferite e ripartire.
E nel momento in cui mio figlio o figlia dovesse trovarsi in situazioni di dolore, di pericolo più grandi di lui o lei, come intervenire?
- Siamo pronti a riconoscere il suo dolore e la sua situazione: non facciamo finta di niente solo per proteggere noi stessi dal dolore narcisistico, abbiamo il coraggio di affrontare il fallimento e gli errori per poter andare avanti. Stiamo loro accanto accudendoli prima che sgridandoli, perché prima si devono curare le ferite e solo successivamente si devono mettere in campo azioni disciplinari.
- Rivolgiamoci a chi può aiutarci: è molto utile confrontarsi tra amici, ma qualche volta serve la consulenza di uno psicologo o bisogna rivolgersi alla polizia. Non aspettiamo troppo tempo, perché è meglio arrivare presto che troppo tardi.

Dott. Marco Bernardi

Psicoterapeuta Milano


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