Continua oggi il nostro breve
approfondimento sul sexting, un fenomeno molto diffuso sia tra i giovani che
tra gli adulti che, se da un lato attrae per la sua dimensione di esplorazione
della propria sessualità e condivisione erotica, dall’altro mette chi lo
pratica di fronte a conseguenze molto gravi e difficili da gestire.
Nel precedente articolo ci
siamo lasciati con una domanda: cosa possiamo fare da genitori per prevenire ed
intervenire nel caso in cui i nostri figli fossero alle prese con problemi
riguardanti il sexting?
Di sicuro sappiamo che ogni
atteggiamento di divieto, di negazione, di punizione o disciplinare non è
efficace se non è preceduto e seguito da un atteggiamento educativo di cura, di
interesse per la vita digitale dei propri figli, di accompagnamento -alla
giusta distanza- della loro vita. È difficile essere credibili e autorevoli se
non siamo anche amorevoli, curiosi, interessati e vicini e se non riusciamo a
distinguere le nostre proiezioni sui figli dalla loro vita di individui. È
quindi centrale assumere un atteggiamento educativo di apertura al dialogo e di
rispetto reciproco che permetta di mantenere una certa libertà nell’affrontare
anche discorsi delicati ma importanti.
Allora come prevenire
il sexting e le sue conseguenze negative?
- Promuoviamo in loro il
rispetto di sé e degli altri, non solo a parole ma anche e soprattutto con
il nostro esempio. Parliamo dell’importanza della propria immagine e della
preziosità del proprio corpo che è come un’opera d’arte: da mostrare alle
persone giuste, nel momento giusto e nel contesto appropriato. Mostrarsi,
partecipare, essere presenti sui social non vuol dire dare in pasto la propria
immagine intima a chiunque.
- Promuoviamo una buona
educazione affettiva e sessuale: essere più sicuri e consapevoli dal punto
di vista emotivo ed affettivo li aiuterà a non spingersi a ricercare il brivido
o il rischio.
- Aggiorniamo il nostro
modo di educare in base all’età dei nostri figli: i bambini piccoli vanno
protetti evitando che incontrino situazioni che non capirebbero (video musicali
con immagini o testi non adatti, videogame violenti, pagine internet e app), i
ragazzi adolescenti vanno accompagnati a comprendere il mondo e ad esplorare
con consapevolezza. Le regole vanno aggiornate, le consuetudini modificate, i
discorsi anche tra genitori adeguati all’età dei figli (non tutto va condiviso
con loro) perché imparino a riconoscere quello che è privato da quello che può
essere condiviso.
- Interessiamoci della loro
vita virtuale e insegniamo loro a valutare quali possono essere le
conseguenze reali delle nostre azioni virtuali.
- Mostriamoci aperti e
pronti ad accoglierli anche quando sbagliano: gli errori dei nostri figli
non sono i nostri! Non siamo noi ad essere valutati a scuola, non siamo noi a
dover vivere al posto dei figli per evitargli qualsiasi possibilità di
sbagliare. Sbagliare serve per crescere: dobbiamo esserci prima come guide ed
esempio e come porti sicuri in cui si sa di poter ritornare per far
rifornimento o per curare le ferite e ripartire.
E nel momento in cui mio
figlio o figlia dovesse trovarsi in situazioni di dolore, di pericolo più
grandi di lui o lei, come intervenire?
- Siamo pronti a
riconoscere il suo dolore e la sua situazione: non facciamo finta di niente
solo per proteggere noi stessi dal dolore narcisistico, abbiamo il coraggio di
affrontare il fallimento e gli errori per poter andare avanti. Stiamo loro
accanto accudendoli prima che sgridandoli, perché prima si devono curare le
ferite e solo successivamente si devono mettere in campo azioni disciplinari.
- Rivolgiamoci a chi può
aiutarci: è molto utile confrontarsi tra amici, ma qualche volta serve la
consulenza di uno psicologo o bisogna rivolgersi alla polizia. Non aspettiamo
troppo tempo, perché è meglio arrivare presto che troppo tardi.
Dott. Marco Bernardi
Psicoterapeuta Milano
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