La luce ultravioletta a lunghezza d’onda corta, o radiazione UV-C,
quella tipicamente prodotta da lampade a basso costo al Mercurio (usate ad
esempio negli acquari per mantenere l’acqua igienizzata) ha un’ottima
efficacia nel neutralizzare il coronavirus SARS-COV-2. Lo conferma uno
studio sperimentale multidisciplinare effettuato da un gruppo di
ricercatori, con diverse competenze, dell’Istituto Nazionale di
Astrofisica (INAF), dell’Università Statale di Milano, dell’Istituto Nazionale
dei Tumori di Milano (INT) e dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi. È ben noto il potere germicida della luce UV-C (che ha
tipicamente una lunghezza d’onda di 254 nanometri, ovvero 254 miliardesimi di
metro) su batteri e virus, una proprietà dovuta alla sua capacità di rompere
i legami molecolari di DNA e RNA che costituiscono questi microorganismi.
Diversi sistemi basati su luce UV-C sono già utilizzati per la
disinfezione di ambienti e superfici in ospedali e luoghi pubblici.
mercoledì 17 giugno 2020
martedì 2 giugno 2020
Zangrillo e Bassetti: clinicamente il virus non esiste più, ha perso la sua potenza
Il nuovo coronavirus "clinicamente non esiste più" ed
"ha perso la sua potenza di fuoco iniziale", tanto che attualmente i pazienti
si presentano in condizioni meno gravi ed il decorso della malattia è più
leggero. A sostenere che il SarsCov2 abbia cambiato volto, perdendo molta
della sua virulenza, sono gli esperti Alberto Zangrillo (nella
foto) e Matteo Bassetti. Ma tale fotografia rischia di essere fuorviante
secondo lo pneumolgo Luca Richeldi, componente del Comitato scientifico, che
avverte: "il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi
fuorvianti". Ed anche per il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa
è "un messaggio sbagliato che rischia di confondere gli italiani".
Ad accendere il dibattito sono le dichiarazioni di Zangrillo, direttore
della terapia intensiva del San Raffaele di Milano: "Clinicamente il nuovo
coronavirus non esiste più. Circa un mese fa - ha sostenuto - sentivamo
epidemiologi temere per fine mese o inizio giugno una nuova ondata e chissà
quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di
vista clinico non esiste più. Qualcuno terrorizza il Paese". E che il
virus non sia più lo stesso lo sostiene pure il direttore della clinica
di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti,
partendo dalla sua esperienza sul campo.
Vaccino anti-Covid: si teme l’effetto calo dei contagiati sulla sperimentazione
Il rapido declino dei
contagi nel Regno Unito rischia di rallentare se non compromettere
la sperimentazione per la messa a punto del vaccino anti-Covid, sul quale sta
lavorando da mesi l'Università di Oxford in tandem con l'azienda Advent Irbm di
Pomezia. Un vero paradosso, quello in cui si trovano i ricercatori del
Jenner Institute, dove sono in corso i test al momento più avanzati
in Europa su un prototipo: se il virus circolerà a bassi livelli, gli
scienziati non potranno controllarne l'efficacia. "E' una corsa contro il
tempo prima che il virus sparisca - ha dichiarato il professor Adrian Hill,
coordinatore del programma di test, citato dai media britannici -. In
precedenza avevamo detto che c'era l'80% di possibilità di sviluppare un
vaccino efficace entro settembre. Ma ora quelle possibilità si sono ridotte al
50%. Ci troviamo in questa bizzarra situazione che vogliamo che il Covid
resista, almeno ancora per un po'".
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