sabato 29 marzo 2008
Le droghe furbe
L' Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) è l'organo ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità che informa e forma in materia di tabagismo, alcolismo e tossicodipendenze. L'OssFAD si rivolge sia agli operatori sanitari che operando nell'ambito delle dipendenze cercano strumenti utili per lo svolgimento della propria attività, sia ai cittadini.
Canna da zucchero: policosanoli ed ipercolesterolemie primitive
giovedì 27 marzo 2008
Non usare farmaci da banco contro il raffreddore e tosse nei bambini.
La notizia che propongo viene dagli Stati Uniti ma può essere di lezione anche in Italia e si riallaccia all'ultimo post sulle preoccupazioni in Gran Bretagna sull'abuso di antibiotici nelle infezione delle alte vie respiratorie in cui il loro uso non è supportato da evidenze. La raccomandazione da parte della FDA è di non somministrare farmaci da banco contro la tosse o il raffreddore a bambini al di sotto dei sei anni. Il motivo è da un lato il dubbio sull'efficacia, dall'altro il rischio di tossicità.
Quindi usare i farmaci (qualunque) solo se necessari e di provata efficacia. Appare chiaro come l'uso di trattamenti alternativi quali l'omeopatia o la fitoterapia in questo ambito clinico sia di grande interesse.
FDA Advisors Propose Broader Withdrawal of Childhood Cold Medicines
Over-the-counter cold medicines, even those formulated for children, should not be given to those under the age of 6 years, an FDA advisory panel recommends.
The panel voted 13 to 9 to ban the marketing of pediatric products, including such popular brands as Robitussin and Triaminic, for children age 5 or younger, according to a New York Times story. The agency does not always follow its advisory panels' recommendations; if it does, it must follow a process that can take at least a year, according to the Times report.
The vote came after a citizens' petition from Maryland health officials and others in March. The petition says that in the light of "growing evidence for lack of efficacy and risk of toxicity," it is "simply not credible for FDA's position to remain that these products are 'generally recognized as safe and effective' for children under six
giovedì 20 marzo 2008
Antibiotici in Inghilterra: uso e abuso
È tutto oro quello che luccica?
È ovviamente da evitare qualsivoglia generalizzazione e non devono essere dimenticati o sottaciuti gli sforzi, talvolta titanici, effettuati da quanti con dedizione e competenza assicurano il costante progresso scientifico.
Al contempo però, è utile soffermarsi a riflettere sui dati che emergono, tra gli altri, dalle analisi effettuate dagli autori di questi due libri (A. Liberati1 e M. Bobbio2) e sulla denuncia da loro effettuata in merito alla dipendenza di buona parte della ricerca scientifica dai fondi assicurati dalle case farmaceutiche e dagli interessi commerciali a questi collegati.
Lo stesso Ministero della Salute (Sperimentazione Clinica dei medicinali in Italia. 3° Rapporto Nazionale. Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica dei risultati) ha pubblicato nel Dicembre 2003 alcuni dati che segnalano come la ricerca scientifica in ambito medico sia prevalentemente nelle mani dell’industria farmaceutica (su 1899 sperimentazioni approvate dai comitati etici locali nel corso del 2003, 1474 [78%] sono sostenute dall’industria farmaceutica, 144 [8%] da IRCCS pubblici o privati, 163 [9%] da ASL o aziende ospedaliere, 70 [4%] da associazioni scientifiche e 32 [2%] da università). Ed è ormai noto come le ricerche scientifiche così finanziate (e sulle quali si fonda spesse volte il paradigma alla base della Medicina Basata sulle Evidenze) siano caratterizzate da una pressoché nulla “incertezza” sui risultati (Djulbegovic B. et al., “The uncertainty and industry sponsored research”, Lancet 2000;356:635-8) ed, al contrario, da una maggiore probabilità di ottenere risultati favorevoli nei confronti del farmaco oggetto di studio (Bhandari M. et al., “Association between industry funding and statistically significant pre-industry findings in medical and surgical randomized trials”, Can Med Ass J 2004;170:477-80).
Ne consegue la messa in commercio e l’utilizzo in terapia di una quantità di medicinali che nel tempo mostrano i loro effetti dannosi, determinando drammatiche conseguenze per la salute dei pazienti o, nella migliore delle ipotesi, lo sperpero delle scarsissime risorse per l’utilizzo di principi attivi più costosi ma certo non più efficaci. Alcuni esempi noti in letteratura scientifica sono i casi della Levotiroxamina (Dong B., “Bioequivalence of generic and brand name levothyroxine products in the treatment of hypothyroidism”, JAMA 1997;277:1205-13) o del Verapamil (Psaty BM et al., “Stopping medical research to save money. A broken pact with researchers and patients”, JAMpA 2003;289:2128-31). Qualche altra curiosa indicazione sull’argomento potrebbe essere tratta da parecchi altri lavori, tra i quali ne segnalo due pubblicati sul Lancet: Langer A. et al., “Early stopping trials”, Lancet 1997;350:890-1 e “A curious stopping rule from Hoechest Marion Roussel”, Lancet 1997; 350:155.
Peraltro nel 2004 un’indagine ha dimostrato che un farmaco funziona soltanto nel 40% dei pazienti. In un ulteriore 20% funzionerebbe ma gli effetti collaterali patiti dai pazienti sono tali da costringerli ad interrompere la cura. Nel 30% dei casi il farmaco non funziona affatto, producendo soltanto effetti collaterali e nel 10% i pazienti non hanno né effetti terapeutici né effetti avversi. (Ufficio Studi IBM- Il Sole 24 Ore, maggio 2004).
Riportando queste osservazioni nel mondo omeopatico, potrebbero dedursene alcune considerazioni:
la ricerca scientifica rimane pur sempre uno strumento indispensabile per giungere ad una maggiore conoscenza dei meccanismi d’azione dei medicinali omeopatici e per dimostrare la loro efficacia terapeutica;
alcuni criteri di scientificità oggi imposti dalla comunità scientifica (randomizzazione in doppio cieco) non possono essere agevolmente utilizzati dal mondo omeopatico, in quanto contrastano con la stessa metodologia di approccio per l’individuazione della terapia omeopatica più corretta (basata sulla più profonda individualizzazione);
la carenza di fondi destinati alla ricerca, già così sentita da parte del mondo scientifico “allopatico”, è ancora più significativa per il mondo “omeopatico”;
non sempre la qualità delle ricerche scientifiche del mondo “allopatico” pubblicate, anche da parte di riviste particolarmente note e ad elevato impact factor, è così cristallina e aderente al gold standard, nonostante vengano assunte come base di riferimento della Evidence Based Medicine. Ciononostante, anzi a maggior ragione, è sempre più necessaria l’attenzione dei ricercatori in campo omeopatico al fine di evitare facili, quando non strumentali, attacchi da parte del mondo scientifico;
purtroppo non sempre è dato riscontrare un’analoga attenzione del mondo scientifico sulle ricerche finanziate da case farmaceutiche “allopatiche” e sull’indipendenza intellettuale di alcuni ricercatori.
1 “Etica, conoscenza e sanità – Evidence-based medicine fra ragione e passione” – A. Liberati – Il Pensiero scientifico Editore – Roma 2005
2 “Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza – Medici e industria” – M. Bobbio – Einaudi – Trento 2004
lunedì 17 marzo 2008
Il sito del Glasgow Homoeopathic Hospital
venerdì 14 marzo 2008
Omeopatia e vampate menopausali
Enrica Campanini
mercoledì 12 marzo 2008
Anche questo è Omeopatia!
Agopuntura e fecondazione in vitro
Questo interessante articolo riporta i risultati di una metanalisi che ha utilizzato i dati provenienti da studi che hanno coinvolto circa 1400 donne che si sottoponevanno a fertilizzazione in vitro. L'agopuntura era usata in Cina per regolare la funzionalità ormonale e mestruale femminile e il suo meccanismo di azione sembra legato (nel favorire la fertilizzazione) a tre elementi: il rilascio di neurotrasmettitori che favoriscono il rilascio di ormoni gonadotropi, la stimolazione del flusso ematico uterino inibendo l'attività simpatica dell'utero, il rilascio di oppioidi endogeni che inibiscono la risposta allo stress.
Il risultato di questa metanalisi è che l'agopuntura sembra favorire in modo statisticamente significativo l'attecchimento dell'ovulo fecondato e il proseguimento della gravidanza.
Amedeo Galassi
martedì 11 marzo 2008
Punica granatum L.
venerdì 7 marzo 2008
Appunti sui Medicinali Omeopatici, metologia e legislazione
giovedì 6 marzo 2008
Una pianta dalla Cina
Enrica Campanini
domenica 2 marzo 2008
Un frutto dal Giappone
Enrica Campanini
(1) Di Luca Gelardi, Citrus unshiu Marcowitz , agrume a elevata attività biologica, Erboristeria Domani, dicembre 2007)