giovedì 6 settembre 2012

CEFALEA E TERAPIA OMEOPATICA


Cefalee è il nome collettivo di un ampio raggruppamento di sindromi dolorose del capo, di frequentissima osservazione.

L'interpretazione della fisiopatologia delle cefalee è stato ed è tuttora un campo assai stimolante per gli studiosi, ed anche assai controverso:

moltissime  ipotesi sulle cause delle cefalee sono state costruite, ognuna portatrice di un po' di  “verità” … ma nessuna esplicativa completamente.

Attualmente si ritiene che le cause delle cefalee siano eterogenee e che le strutture cefaliche coinvolte siano moltissime .

 

Sul piano clinico si considerano le cefalee come un disturbo della capacità di adattamento.

 

Da una parte i tratti predisponenti, il “terreno”:
la soglia del dolore,il livello di vigilanza,il tono dell'umore,la reattività autonomica, neuroendocrina e circolatoria.

Dall'altra gli eventi scatenanti, i “triggers”:  situazioni relazionali, eventi climatici, eventi fisiologici, fattori alimentari e “stressors” in generale.

 

Il terreno reagisce ai triggers: ma la sua suscettibilità varia secondo ritmi circadiani, circamensili e anche in modo aritmico o legato a fattori non comprensibili.

I triggers si presentano anch'essi a volte in modo ritmico, a volte in modo casuale.

 

Se il terreno non riesce ad adattarsi al trigger, a neutralizzarne l'impatto, si ha l'accesso doloroso.

 

Le cefalee sono quindi considerabili come malattie croniche a manifestazione accessuale.

 

 

La terapia omeopatica può ben intervenire a modificare la reattività del terreno della persona ottenendo buoni risultati, e questo certamente richiede un approccio tipicamente mirato alla totalità dei sintomi e centrato sulla reattività del paziente, quindi l'intervento di un medico esperto in omeopatia.

 

E' invece un area dove gli interventi sintomatici danno soddisfazioni incostanti:

 è difficile trattare il dolore cefalico in atto con rimedi omeopatici , anche per la difficoltà di ottenere dettagli sintomatici da una persona che ha un dolore acuto e che lei sola può descriverci...

I buoni risultati si ottengono più spesso studiando il tipo di dolore e le sue caratteristiche quando l'episodio si è concluso , preparandosi per il successivo.

 

Vale comunque la pena di segnalare almeno alcuni medicamenti sintomatici:

 

Apis mellifica: dolore ad insorgenza rapida, migliorato da applicazioni fredde.

Belladonna: dolore pulsante, con testa calda, viso arrossato, bocca secca; luce , rumore, movimento aggravano il dolore, che migliora col riposo in luogo tranquillo e applicazioni fredde.

Glonoinum: cefalea simile alla precedente, in particolare se causata da colpo di calore o di sole.

Nux vomica: cefalea a seguito di abuso di alcolici o di abbuffate.

 

Il seguente gruppetto è invece da segnalare nelle situazioni di cefalea connesse a tensioni muscolari nella zona cervico-nucale, più o meno evidenti che siano:

 

Arnica : cefalee post-traumatiche in generale : trauma cervicale, microtraumatismo posturale etc.

Natrum sulfuricum: post-trauma cranico.

Actaea racemosa: cefalea con rigidità nucale, aggravata dal freddo e durante il ciclo mestruale.

Bryonia: cefalea con vertigini aggravate al minimo movimento.

 

Una cefalea di recente insorgenza nella storia di un paziente che non ne ha mai sofferto non va mai trascurata dal punto di vista dell'inquadramento diagnostico, specie se persistente o recidivante sul breve periodo.

 

Dott.Paolo Belli Milano

 

 

 

 

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