Cefalee è il nome collettivo di un ampio raggruppamento di
sindromi dolorose del capo, di frequentissima osservazione.
L'interpretazione della fisiopatologia delle cefalee è stato
ed è tuttora un campo assai stimolante per gli studiosi, ed anche assai
controverso:
moltissime ipotesi
sulle cause delle cefalee sono state costruite, ognuna portatrice di un po'
di “verità” … ma nessuna esplicativa
completamente.
Attualmente si ritiene che le cause delle cefalee siano
eterogenee e che le strutture cefaliche coinvolte siano moltissime .
Sul piano clinico si considerano le cefalee come un disturbo
della capacità di adattamento.
Da una parte i tratti predisponenti, il “terreno”:
la soglia del dolore,il livello di vigilanza,il tono dell'umore,la reattività autonomica, neuroendocrina e circolatoria.
la soglia del dolore,il livello di vigilanza,il tono dell'umore,la reattività autonomica, neuroendocrina e circolatoria.
Dall'altra gli eventi scatenanti, i “triggers”: situazioni relazionali, eventi climatici,
eventi fisiologici, fattori alimentari e “stressors” in generale.
Il terreno reagisce ai triggers: ma la sua suscettibilità
varia secondo ritmi circadiani, circamensili e anche in modo aritmico o legato
a fattori non comprensibili.
I triggers si presentano anch'essi a volte in modo ritmico,
a volte in modo casuale.
Se il terreno non riesce ad adattarsi al trigger, a
neutralizzarne l'impatto, si ha l'accesso doloroso.
Le cefalee sono quindi considerabili come malattie croniche
a manifestazione accessuale.
La terapia omeopatica può ben intervenire a modificare la
reattività del terreno della persona ottenendo buoni risultati, e questo
certamente richiede un approccio tipicamente mirato alla totalità dei sintomi e
centrato sulla reattività del paziente, quindi l'intervento di un medico
esperto in omeopatia.
E' invece un area dove gli interventi sintomatici danno
soddisfazioni incostanti:
è difficile trattare
il dolore cefalico in atto con rimedi omeopatici , anche per la difficoltà di
ottenere dettagli sintomatici da una persona che ha un dolore acuto e che lei
sola può descriverci...
I buoni risultati si ottengono più spesso studiando il tipo
di dolore e le sue caratteristiche quando l'episodio si è concluso ,
preparandosi per il successivo.
Vale comunque la pena di segnalare almeno alcuni medicamenti
sintomatici:
Apis mellifica: dolore ad insorgenza rapida, migliorato da
applicazioni fredde.
Belladonna: dolore pulsante, con testa calda, viso
arrossato, bocca secca; luce , rumore, movimento aggravano il dolore, che
migliora col riposo in luogo tranquillo e applicazioni fredde.
Glonoinum: cefalea simile alla precedente, in particolare se
causata da colpo di calore o di sole.
Nux vomica: cefalea a seguito di abuso di alcolici o di
abbuffate.
Il seguente gruppetto è invece da segnalare nelle situazioni
di cefalea connesse a tensioni muscolari nella zona cervico-nucale, più o meno
evidenti che siano:
Arnica : cefalee post-traumatiche in generale : trauma
cervicale, microtraumatismo posturale etc.
Natrum sulfuricum: post-trauma cranico.
Actaea racemosa: cefalea con rigidità nucale, aggravata dal
freddo e durante il ciclo mestruale.
Bryonia: cefalea con vertigini aggravate al minimo
movimento.
Una cefalea di recente insorgenza nella storia di un
paziente che non ne ha mai sofferto non va mai trascurata dal punto di vista
dell'inquadramento diagnostico, specie se persistente o recidivante sul breve
periodo.
Dott.Paolo Belli Milano
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