domenica 16 settembre 2012

OSTEOPOROSI


Definizione

L'osteoporosi è una patologia seria, in genere un po’ sottovalutata, determinata da un progressivo processo di demineralizzazione della struttura scheletrica.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce  come” una malattia caratterizzata da ridotta densità della massa ossea e alterazione microstrutturale del tessuto osseo, responsabili di una incrementata fragilità dello stesso e di un conseguente aumento del rischio di fratture”.
Esistono differenti classificazioni dell’osteoporosi, quella di maggior utilità pratica la distingue in:

·         osteoporosi primaria , che non è associata a malattia particolari e può essere considerata quasi parafisiologica. A sua volta può suddividersi in osteoporosi primaria post-menopausale (o di tipo I), osteoporosi primaria senile (o involutiva o di tipo II)

·         osteoporosi secondaria che si associa a malattie (ad esempioiperparatiroidismo, ipertiroidismo, diabete) o a trattamenti farmacologici (lunghe terapie cortisoniche) che ne causano la comparsa.

Infatti un processo di rarefazione ossea inevitabilmente si accompagna all'invecchiamento e molti individui, superati i 45-50 anni, mostrano un certo grado di osteoporosi. Le donne vengono colpite più precocemente, forse a causa degli squilibri ormonali che accompagnano la menopausa.

Fattori favorenti sono le scorrette abitudini di vita quali il tabagismo, l’alcolismo e la sedentarietà.

 

Le cause

Le principali cause dell'osteoporosi sono le perdite di calcio e di sali minerali e l’alterazione della matrice che fa da collante delle diverse componenti minerali.

È opportuno fare una premessa su come funziona il tessuto osseo. Esso è oggetto, durante la vita, di un continuo rimodellamento, cioè il tessuto osseo è una struttura soggetta a processi continui di distruzione-formazione prodotti da due tipi di cellule: gli osteoclasti, che distruggono l’osso ormai invecchiato, e gli osteoblasti, che ricostruiscono quello nuovo.

Questo processo è ciclico. In situazione di normalità, nei soggetti giovani prevale la formazione di materiale osseo, nell'adulto, fino ai 40-45 anni, i fenomeni distruttivi e ricostruttivi si bilanciano ; dopo i 45 anni circa, i processi distruttivi prevalgono su quelli ricostruttivi e ciò dà inizio alla demineralizzazione ossea.
 
Sintomatologia ed epidemiologia

L'osteoporosi è una malattia che non manifesta sintomi per lunghi periodi di tempo; alcuni individui, pur essendone affetti dall’età matura non manifestano alcun disturbo. Quando, però, la diminuzione della densità ossea è molto marcata si può manifestare una sintomatologia dolorosa diffusa e persistente e possono comparire deformità ossee.

Proprio per la mancanza di sintomi per lungo tempo, la diagnosi e la terapia vengono differite fino a quando non si manifesta la complicanza più classica: la frattura ossea.

Le parti più coinvolte dal processo osteoporotico possono inoltre andare incontro a fratture, sia spontanee sia causate da traumi anche lievi. Le localizzazioni più frequenti delle fratture correlate all’osteoporosi sono: la colonna vertebrale, il collo del femore e il polso.

Alcuni dati epidemiologici:La prevalenza di questa patologia nella popolazione femminile italiana è tra il 20 e il 30 %, quindi circa 1 donna ogni 4. Il 15% dei maschi italiani, di età superiore ai 60 anni, sono osteoporotici. Nella popolazione femminile italiana, a 40 anni, 1 soggetto ogni 10 presenta osteoporosi, a 60 anni, 1 soggetto ogni 3 e, a 70 anni, 1 soggetto ogni 2.

Questi dati mostrano la grande rilevanza sociale di questa patologia.


 

Diagnosi

La diagnosi si avvale soprattutto della mineralometria ossea computerizzata (MOC) che esprime la densità dell’osso sottoforma di BMD che viene confrontato con quello medio di una popolazione giovane valutandone la deviazione standard (T score):

·         T score da       0 a -1             normale

·         T score da       -1 a -2,5          osteopenia (riduzione della densità ossea senza osteoporosi)

·         T score                       > 2,5                osteoporosi

Molto utili per completare la diagnosi e la prognosi gli esami ematologici e delle urine per valutare i processi di riassorbimento e sintesi dell’osso (fostatasi alcalina, idrossiprolina, telopeptide terminale del collagene, osteocalcina, PTH, CA, P, Mg nel siero e nelle urine, VitD3).

 

Prevenzione e terapia

La prevenzione dell’osteoporosi e delle sue complicanze si basa soprattutto su corretti modelli di vita nelle diverse età:

o   assicurare un adeguato apporto alimentare di Ca (negli individui tra 50 e 80 anni: 1500 mg al dì), P, Mg e Vit. D.

o   svolgere regolare attività fisica

o   evitare abitudini voluttuarie dannose (tabagismo, alcoolismo)

o   ridurre il rischio di cadute soprattutto negli anziani.

La terapia dell’osteoporosi si basa quindi in primis sulla somministrazione di Ca Mg e Vit D nei soggetti che ne sono carenti e non riescono a reintegrarli con la dieta.

Dal punto di vista farmacologico esistono diverse opzioni. Possiamo dividere i farmaci in tre categorie: gli inibitori del riassorbimento, gli stimolanti della formazione ossea e  quelli ad azione eterogenea.

Tra gli inibitori del riassorbimento i più conosciuti sono i bifosfonati e gli estrogeni. Il bifosfonati, di cui il più utilizzato è l’alendronato, hanno come importante effetto collaterale la gastrite e l’esofagite da reflusso. Gli estrogeni hanno perso interesse da quando è risultata chiara la loro azione favorente sul seno. Si considerano inibitori del riassorbimento anche la calcitonina (ormai caduta in disuso) e lo stesso calcio.

Recentemente sta prendendo piede l’utilizzo di una classe di , i SERM (Selective Estrogen Rececptor Moaulators), che sono stati dapprima utilizzati nella terapia dei tumori del seno ormono-sensibili. I più noti sono il tamoxifene (che può però favorire il  cancro dell’endometrio) e il raloxifene

Sono, invece, considerati stimolatori della formazione dell’osso il paratormone (PTH) e i floruri.

Nel gruppo dei farmaci o integratori ad azione eterogenea sono inclusi la vit D ed uno dei più recenti farmaci acquisiti nella terapia dell’osteoporosi: il ranelato di Stronzio.

 

La prevenzione e la terapia integrate dell’osteoporosi

Altrettanto numerose sono le possibilità che offrono le terapie complementari che  possono essere utilizzate in associazione ai farmaci citati precedentemente o come prima scelta nelle forme di osteoporosi  iniziale o moderata.

Dal punto di vista omeopatico rivestono grande importanza le calcaree, carbonica,  phosphorica  e sulfurica per la loro azione sul metabolismo dell’osso e per il loro carattere costituzionale.

La Calcarea carbonica 15 CH trova indicazione nei soggetti osteoporotici brevilinei, robusti , in sovrappeso, tendenzialmente freddolosi, i quali presentano facilmente malattie metaboliche ed ipertensione con arteriosclerosi. Posologia: 5 granuli, 1 volta al dì, 3 volte alla settimana, a cicli di 3 mesi, 3 volte all’anno.

La Calcarea phosphorica 15 CH è indicata nei soggetti osteoporotici longilinei, esili, tendenzialmente freddolosi, che presentano facilmente artrosi delle piccole articolazioni e facilità alle patologie delle prime vie aeree, del sistema venoso e con fenomeni di demineralizzazione frequente. Posologia come quella della Calcarea carbonica.

La Calcarea Sulfurica 15 CH è prescritta nei soggetti normolinei, ancora tonici, tendenzialmente calorosi, con patologie metaboliche e reazioni simil-allergiche. Stessa posologia.

Molto interessante è l’uso sintomatico della Calcarea fluorica perché i suoi costituenti rientrano nella composizione dell’osso, anche se i risultati  più significativi si ottengono nei soggetti con struttura ossea asimmetrica, iperlassità dei legamenti e delle capsule articolari. Posologia: 7 CH, 5 granuli tutti i giorni, 1 volta al dì, a cicli di 2 mesi con pausa di un mese.

Da non dimenticare Silicea 30 CH per la sua indicazione nei fenomeni di demineralizzazione, soprattutto nei soggetti esili, freddolosi, particolarmente inclini alle flogosi delle prime vie aeree. Posologia: 30 CH, 5 granuli, 1 volta al dì, 3 volte alla settimana, spesso in associazione a Calcarea phosphorica o fluorica.

Anche la fitoterapia offre delle importanti opportunità. Il medicinale remineralizzante per eccellenza è la tintura madre di Equisetum arvensis o erba cavallina, ricca di ac silicico, potassio, flavonoidi. Ha indicazione anche nelle infezioni delle vie urinarie e nella calcolosi renale. Posologia: 30 gocce, 2 volte al dì. Talora viene associato alla tintura madre di Foenum graecum o Trigonella, ricca di oli essenziali, che ha azione anabolizzante (30 gocce, 2 volte al dì).

Anche la gemmoterapia offre due medicinali interessanti nella terapia integrata dell’osteoporosi: Abies pectinata e Rubus fructicosus. Il primo particolarmente indicato nella demineralizzazione dell’adolescente (25 gocce, 2 volte al dì) e il secondo nell’osteoporosi senile con sintomatologia dolorosa.

Infine hanno avuto successo, negli ultimi anni, gli isoflavoni di soia, salvia e trifoglio rosso che hanno un’azione inibitrice sul riassorbimento osseo e che spesso vengono utilizzati al posto degli estrogeni perché non presentano gli effetti collaterali di questi ultimi.

Concludendo, oggigiorno esiste la possibilità di impostare delle efficaci terapie integrate ben individualizzate in funzione delle necessità e delle caratteristiche di ogni singolo paziente sofferente di osteoporosi. In genere è possibile scegliere una calcarea costituzionale da associare alla Silicea o alla Calcarea fluorica, al fito-gemmoterapico più opportuno e alla integrazione con calcio e vit. D. I farmaci convenzionali possono potenziare la terapia nei casi più gravi o in quelli che non rispondono significativamente alle terapie complementari.

 

 

Edoardo Felisi

Medico Omeopata

Docente di Medicinali omeopatici

Facoltà di Farmacia-Università degli Studi di Pavia 

 

 

 

 

 

4 commenti:

Unknown ha detto...

La corretta prevenzione?
Ciao, ho trovato questo test, molto interessante, misura il tuo grado di conoscenza sulla prevenzione all'ostoporosi e ti consiglia in caso cosa sbagli e cosa fare! http://goo.gl/v3d0bo

Anonimo ha detto...

Ho 64 anni, non avevo mai fatto una moc, dietro consiglio del medico di famiglia mi sono convinta e l'ho fatta.Risultato :T SCORE 3.4 Osteoporosi.Mi hanno consigliato le iniezioni "Prolia" che non ho preso in considerazione perchè i gravi effetti collaterali mi spaventano,un altro medico mi ha prescritto fosavance e natecal ma ho notato che in quanto a effetti collaterali non scherzano neanche questi.Cosa fare? Faccio presente che soffro di gastrite e colite.

Unknown ha detto...

Ciao

Unknown ha detto...

Ciao mi chiamo Melissa 36 anni ..163 cm 70 kg .. nasco con Sindrome di Morris.. ho una demineralizzazione ossea ..una cara amica chirurgia mi ha consigliato Silicea 30 ch ( 5 granuli a settimana) aggiungo anche la calcarea?? Quale tipo? Grazie di ♡