Il collo è la parte più
facilmente vulnerabile del corpo umano: è via obbligata di comunicazione
bidirezionale cervello/ corpo, ma anche tra aria ed apparato respiratorio, ed
anche via obbligata di accesso di alimenti e acqua.
In termini di essenzialità
per la sopravvivenza, possiamo resistere, grosso modo:
5 minuti senz'aria
5 giorni senz'acqua
5 settimane senza cibo.
Vediamo bene che attraverso
il collo passano tutte le connessioni indispensabili per il mantenimento della
vita: esse sono respiratorie, circolatorie, nervose e legate alla nutrizione.
Le funzioni di trasporto
dell'aria ai polmoni e quella di trasporto del'ossigeno al cervello sono quelle
la cui interruzione può provocare molto rapidamente danni molto gravi.
Non a caso le tecniche per
ottenere questo risultato sono parte integrante di numerose tecniche di lotta:
fra le arti marziali
tradizionali che le contemplano ,le più note sono il Judo ed il Ju-jitsu.
Essendo metodi molto efficaci,vengono
anche insegnate in sistemi di combattimento corpo a corpo di più recente
sviluppo, quali MMA (Mixed Martial Arts), il Grappling, il Valetudo, ed in
numerose metodiche volte all'autodifesa, come ad esempio il Krav Maga.
In tutti questi contesti,
queste tecniche vengono insegnate da esperti ad allievi già parzialmente
formati: le necessarie esercitazioni devono venir condotte in un contesto il
più possibile controllato e sotto costante vigilanza da parte degli istruttori.
Sono infatti momenti in cui
si mette letteralmente la propria vita nelle mani di un altra persona, o si ha
in mano la vita di un altro.
Si distinguono le azioni di soffocamento , attuate
comprimendo laringe e trachea, da quelle di strangolamento propriamente dette,
attuate riducendo il flusso di sangue diretto verso il cervello.
Le tecniche di soffocamento
necessitano di una pressione 6 volte superiore a quella necessaria per
l'occlusione di una arteria, e di un tempo di applicazione della forza
generalmente attorno ai 2 minuti.
Sono estremamente pericolose
perché possono produrre gravi danni traumatici (rotture di laringe/trachea, fratture
dell'osso ioide), e ridurre a tal punto la perfusione cerebrale da produrre
danni neurologici irreversibili da anossia.
Le tecniche di strangolamento
agiscono invece sul cosiddetto triangolo carotideo: questa zona contiene
strutture fondamentali alla sopravvivenza ed al corretto funzionamento delle
funzioni cerebrali e corporee ( nervo vago, arterie carotidi, vene giugulari,
seno carotideo...)
E'una zona molto vulnerabile,
perché a proteggere queste strutture vi sono solamente il sottile muscolo
platisma e uno strato di cute e grasso sottocutaneo.
Basta poca pressione (300
mm/Hg) , portata per 6-10 secondi, per provocare lo svenimento di un adulto.
La compressione sulle
strutture nervose può provocare, poco prevedibilmente e di solito in persone
predisposte, turbe del ritmo cardiaco (bradicardia o tachicardia) ed
alterazioni pressorie ( ipertensione o ipotensione).
Lo stato d'incoscienza è conseguenza di una condizione
ipossica corticale temporanea:
l'occlusione della arteria carotide determina
riduzione del flusso sanguigno, mentre l'arteria vertebrale non viene
interessata;
l' ostruzione della vena giugulare gioca un ruolo
importante, creando un sovraccarico del circolo cerebrale che ostacola
ulteriormente la perfusione.
Se la pressione viene prontamente rilasciata, di
solito la ripresa della conoscenza
avviene entro 10-20 secondi, spesso senza alcuna conseguenza.
Possono però sopravvenire convulsioni e vomito,
entrambe in grado di potenziare l'ipossia e quindi creare danno cerebrale,
oltre al rischio insito nel prolungare troppo a lungo la compressione del
triangolo carotideo.
E' evidente che le tecniche di strangolamento non
possono essere usate con improvvisazione e leggerezza, tantomeno per
provocare sensazioni di “sballo” il più
delle volte assolutamente assenti alla ripresa di conoscenza.
E comunque MAI senza la presenza di un esperto, non
solo della loro applicazione, ma anche delle basilari tecniche di rianimazione.
Dott. Paolo Belli
Specialista in Neurologia, Esperto in Omeopatia
Milano
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