I
bambini che suonano regolarmente uno strumento musicale hanno maggiori
opportunità di sviluppare le loro capacità mentali: la pratica costante sin da
piccolissimi, infatti, potenzia le funzioni esecutive del cervello, quelle che
li rendono in grado di adattarsi a situazioni nuove e complesse, come indica
uno studio realizzato dai team dei neuroscienziati della Harvard University e
dell’Ospedale Pediatrico di Boston.
I
piccoli musicisti, secondo gli scienziati, risultano mentalmente più
flessibili: hanno una maggiore tendenza a fare scelte tra più opzioni invece
che attenersi alla scelta consueta nelle funzioni pratiche. Un dato che era già
stato evidenziato in studi precedenti che però non avevano chiarito se questa
caratteristica fosse legata all’estrazione sociale, quasi sempre più elevata
dei giovani musicisti, o alla pratica delle sette note. In questo caso, invece,
valutando i bambini anche attraverso test psicometrici, considerando il
quoziente intellettivo e l’ambiente socioeconomico di provenienza, è stato
dimostrato che la maggiore flessibilità mentale rimane nei bimbi che studiano
musica.
Inoltre
i ricercatori, utilizzando la risonanza magnetica funzionale, hanno evidenziato
una maggiore attività delle aree prefrontali del cervello implicate nelle funzioni
esecutive. Queste ultime sono molto complesse e numerose ma secondo lo studio,
la musica ne migliora due in particolare: la flessibilità mentale e la capacità
di aggiornare la memoria di lavoro con nuove informazioni.
Da ciò
se ne deduce che sarebbe auspicabile inserire la musica nelle attività di gioco fin dalle
prime età della vita negli asili nido e nelle scuole materie .
Tratto
da Quotivadis 25 giugno ’14
Dott.
Elena Bosi,
Specialista
in Pediatria , esperta in Omeopatia e Medicine Complementari
Milano
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