Amicomeopatia augura ai suoi lettori un sereno Natale e felice anno nuovo
Le pubblicazioni riprenderanno dopo le feste
Grazie a tutti voi per averci seguito fino ad ora
Arrivederci nel 2015!!!
mercoledì 24 dicembre 2014
martedì 23 dicembre 2014
TERAPIA DELLA SINDROME INFLUENZALE
Terapia convenzionale
La terapia convenzionale
della sindrome influenzale è preventiva e sintomatica.
La prevenzione è
realizzata soprattutto con il vaccino e, in minor misura, con lisati batterici
ad azione immunostimolante. Non ci soffermeremo in questa occasione ad
analizzare quali sono i vantaggi e gli svantaggi della vaccinazione
antiinfluenzale, ma ci limiteremo a ricordare che è consigliata ai soggetti con
età superiore ai 65 anni e a quelli portatori di gravi malattie croniche.
La terapia sintomatica è
prevalentemente costituita da farmaci ad azione antipiretica e
antiinfiammatoria quali il paracetamolo, l’ibuprofene e l’acido
acetilsalicilico, che seppur largamente utilizzati non sono scevri da effetti
collaterali anche gravi (reazioni da intolleranza, sanguinamento,
epatotossicità, lesioni gastro-duodenali).
Terapia omeopatica
La terapia omeopatica è
sia preventiva sia sintomatica ed inoltre può essere standardizzata o
individualizzata.
La terapia
standardizzata, cioè uguale per tutti i pazienti, è costituita dalle
preparazioni omeopatiche di fegato e di cuore di un particolare tipo di anatra,
l’Anas barbariae, che sono utilizzate in dosi globuli uniche alla
concentrazione 200 K.
In prevenzione, si
somministra una dose alla settimana, dal mese di ottobre fino alla fine di
marzo. Nella fase della sintomatologia conclamata si possono usare due schemi
diversi: uno in fase molto precoce con una dose ogni 8 ore per un totale di 3
dosi, l’altro in una fase un po’ successiva con una dose ogni 12 ore per 3
giorni.
Vi è inoltre la
possibilità di utilizzare, in fase preventiva, delle diluizioni omeopatiche del
vaccino anti-influenzale che viene preparato ogni anno dall’Istituto Pasteur,
in dosi globuli a diverse diluizioni (dalla 7 alla 30 CH) e con diversa
frequenza di somministrazione, in genere, settimanale o quindicinale per 3 mesi
circa.
La terapia
individualizzata presuppone l’uso di medicinali omeopatici unitari, ricavati da
sostanze che producono sull’uomo sano un quadro sintomatologico di tipo
influenzale simile a quello presentato dal paziente:
Ecco alcuni dei
medicinali più utilizzati.
Etichette:
influenza,
Medicinali omeopatici,
Patologie acute,
Pediatria
lunedì 15 dicembre 2014
La sindrome influenzale
In
questi giorni le morti che sono state correlate alla iniezione del vaccino
anti-influenzale hanno riportato alla ribalta questa malattia che pur essendo
ad andamento benigno interessa, con le sindromi parainfluenzali, qualche
milione di persone ogni anno, in Italia, e quindi riveste un interesse sociale
piuttosto elevato.
L’influenza
è una malattia acuta epidemica di origine virale indotta da orthomixovirus del
genere A, B, C, che sono in grado di infettare gli organismi umani. Il genere
più aggressivo è quello A, seguito dal B, mentre il genere C procura delle
infezioni asintomatiche.
Gli
orthomixovirus, come tutti i virus, sono dei parassiti endocellulari, cioè non
sono in grado di riprodursi da soli ma devono penetrare nelle cellule di
organismi umani o di altri animali per utilizzare le loro strutture per potersi
moltiplicare.
Essi
sono costituiti da una parte centrale costituita da RNA (come il virus
dell’AIDS e dell’epatite C) e una capsula proteica.
La
parte centrale costituita da RNA è stabile, cioè non muta mai, ma le attuali
biotecnologie non sono in grado di produrre un vaccino, verso questa
componente, che permetterebbe di ottenere un’immunità permanente. Bisogna
accontentarsi di produrre vaccini contro la capsula proteica che è oggetto di
mutazioni frequenti e quindi obbliga a cambiare il vaccino ogni anno.
La
parte capsulare del virus contiene diversi tipi di proteine, ma soprattutto due
sono importanti per la sua classificazione: sono l’emoagglutinina (H) e la neuramidasi (N),
l’una serve al virus per attaccarsi alla cellula e l’altra per penetrare dentro
di essa.
Quindi
ogni virus influenzale ha una codificazione HxNy, ad esempio il
virus che ha prodotto l’epidemia “di influenza suina” aveva una classificazione
H1N1. Esistono 16 neuramidasi (N) e 9 emoagglutinine (H)
e quindi le combinazioni sono moltepplici e costringono, ogni anno, ad
utilizzare una miscela di virus influenzali per la preparazione della vaccinazione.
La sintomatologia
Dal
punto di vista sintomatologico, la sindrome influenzale, che come abbiamo già
detto, ha andamento epidemico, cioè coinvolge il 10-15 % della popolazione, può
essere suddivisa in tre fasi:
·
Fase
di invasione
·
Fase
della sintomatologia conclamata o periodo di stato
·
Fase
della risoluzione
La fase di invasione è caratterizzata da
pochi sintomi: malessere vago, astenia, sensazione di calore inusuale…
La fase della sintomatologia conclamata è
quella più tipica e ricca di sintomatologia :
·
febbre
·
cefalea
·
mal
di gola, raffreddore
·
tosse
dapprima secca, poi catarrale
·
mialgie,
artralgie,
·
nausea,
diarrea (soprattutto nei più piccoli)
·
astenia
(stanchezza)
La fase
acuta può durare, in media da 2 a 5 giorni, mentre la febbre può persistere
fino a 5-6 giorni,
La fase della risoluzione è caratterizzata soprattutto da stanchezza e tosse moderatamente catarrale che possono
protrarsi anche per tre settimane.
La sindrome
influenzale è una malattia ad andamento benigno che si risolve spontaneamente
nei tempi sopraindicati, anche se può produrre delle complicanze in soggetti
piuttosto anziani o portatori di gravi malattie croniche quali la bronchite
cronica con enfisema, le cardiopatie e le nefropatie croniche, il diabete di
difficile compenso, ecc
domenica 7 dicembre 2014
Farina 00 per pane e dolci ?
Il Dott. Franco Berrino, medico, patologo ed
epidemiologo, ex direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva
dell'Istituto Tumori di Milano, spiega come la farina "00",
costituisca uno dei maggiori "rischi alimentari" per la nostra
salute.
La
farina bianca, così come tutti i prodotti raffinati, causa un aumento della glicemia e,
di conseguenza, un incremento dell’insulina, portando col tempo ad un maggior
accumulo di grassi depositati e al conseguente indebolimento del nostro
organismo, che diventa maggiormente esposto ad ogni tipo di malattie, anche
tumori.
Etichette:
Alimentazione,
Notizie,
patologie croniche,
prevenzione,
Stili di vita
Iscriviti a:
Post (Atom)