Cari lettori, mi piacerebbe iniziare questo articolo con una
domanda: quanto ancora ci metteremo a convincerci che il mondo virtuale e dei
social non è finzione? Che non esistono una vita reale e una vita virtuale, ma
una sola ed unica vita? Cosa aspettiamo ad educare i nostri figli -e noi per
primi- a prenderci cura della nostra vita che ormai si gioca online e offline
insieme?
Troppo spesso siamo indotti a credere che il mondo on line e
quello off line siano diversi. Abitualmente, infatti, parliamo di vita reale in
contrapposizione alla vita virtuale intendendo mettere una certa distanza di
sicurezza tra le relazioni di tutti i giorni, quelle faccia a faccia e ciò che
accade sul web, sui nostri profili social (Facebook per i grandi e Instagram
per i più giovani). Ci illudiamo di poter avere due vite separate. E allora
largo ai selfie di cenette romantiche, di serate pazze, di svestiti da sera, di
bambini e ragazzi minorenni…tutto come se non ci fossero regole, come se quello
che pubblico su Facebook non avesse conseguenze sulla mia vita, come se potessi
controllare tutto quello che faccio online.
Non so se sapete che nel momento in cui date il vostro
consenso all’iscrizione, con i famosi “accetto”, state cedendo tutti i diritti
di proprietà all’azienda proprietaria dei social: ebbene sì, tutto quello che
avete messo su Facebook o Instagram non è più vostro e il sig. Zuckerberg ci
può fare più o meno quello che vuole, con il vostro consenso! Non so se sapete
che niente si può veramente cancellare da internet, e che su internet tutto
rimane per sempre: come ha scoperto, suo malgrado, il giocatore del Barcellona
licenziato qualche ora dopo la firma del contratto per alcuni suoi tweet anti
Catalogna di 2 anni prima. Non so se sapete che Adecco, una delle più famose agenzie
per il lavoro, ha dichiarato che 1 candidato su 3 (ca 35%) non viene
selezionato a causa di contenuti o foto improprie sui profili social. Non so se
sapete delle centinaia di ragazzi vittime di insulti, scherni e violenze
psicologiche proprio sui social, con commenti alle loro foto, con condivisione
di video imbarazzanti e offensivi. Non so se sapete che tutto quello che
postate sui social si ripercuote, in un modo o nell’altro, sulla nostra vita.
Appunto. La vita è una sola e dobbiamo averne cura. E dobbiamo avere cura che i
nostri figli abbiano da noi adulti un esempio positivo di come si debba pensare
prima di postare, di come ci si debba chiedere “ma questo commento che sto
scrivendo con tanta leggerezza, questa foto di mio figlio minorenne o
addirittura neonato, questo link che condivido senza pensarci che conseguenze
avrà sulla mia vita e su quella degli altri?”. Qualche minuto in più per
pensare non fa male, un minuto in meno può invece rovinare delle vite…reali.
Dott.Marco Bernardi
Psicoterapeuta
Milano
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