Nel precedente
articolo di fine gennaio abbiamo analizzato il colesterolo nei suoi aspetti
positivi e negativi, scoprendo che è una molecola indispensabile alla vita
degli esseri umani, ma che rappresenta un importante fattore di rischio
cardiovascolare quando è presente nel sangue in quantità eccessiva, soprattutto
quando è legato a proteine a bassa densità (colesterolo LDL). In questo caso,
infatti, ha una spiccata tendenza a depositarsi sulle pareti dei vasi
arteriosi, fino ad occluderli con la compartecipazione delle piastrine.
Per capire
il meccanismo d’azione degli alimenti funzionali e degli integratori che
vengono utilizzati per il controllo dell’ipercolesterolemia, è necessario
conoscere il circolo entero-epatico del colesterolo.
Questa importante
sostanza viene introdotta con la dieta, in misura del 30 % circa del totale circolante
nel sangue, mentre il restante 70% è sintetizzato nel fegato e riversato nella
bile (sotto forma di acidi biliari), che a sua volta viene escreta nel duodeno.
A livello
dell’intestino tenue il 50% del colesterolo, sia di origine alimentare sia prodotto
dal fegato, è riassorbito e riportato, attraverso la circolazione venosa
portale, di nuovo al fegato dove è utilizzato, come abbiamo già visto, in
diverse funzioni metaboliche.
Sono quindi
diversi i punti di attacco delle strategie per la gestione dell’ipercolesterolemia
che rappresenta oggi giorno uno dei più importanti fattori di rischio cardio-vascolare.
Approcci terapeutici per l’ipercolesterolemia
I cardini
della gestione dell’ipercolesterolemia poggiano su questi quattro elementi fondamentali:
·
Cambiamenti dello stile di vita
§ Miglioramento dell’attività fisica
§ Ottimizzazione dell’alimentazione
·
Alimenti funzionali
·
Integratori alimentari
·
Farmaci specifici
Cambiamenti dello stile di vita
La
modificazione degli stili di vita scorretti resta il primo strumento per il
controllo dell’ipercolesterolemia. Ogni individuo deve condurre una vita sana
praticando attività fisica di tipo aerobico (camminata veloce, corsa, nuoto,
bicicletta, sci di fondo…) il più frequentemente possibile compatibilmente con
i propri impegni professionali e famigliari.
L’alimentazione
corretta rappresenta un altro elemento fondamentale dal momento in cui il 30%
del colesterolo circolante è di origine alimentare.
Possiamo
riassumere sinteticamente alcune buone regole:
·
Controllare
il peso con regolarità;
·
Mangiare
in modo vario ed equilibrato;
·
Ridurre
gli zuccheri semplici;
·
Aumentare
il consumo di carboidrati complessi privilegiando alimenti ricchi di fibre,
vitamine e sali minerali;
·
Limitare
il consumo di grassi animali, acidi grassi saturi (carni e formaggi) ed
aumentare il consumo di acidi grassi polinsaturi (oli vegetali, pesce) e non
eccedere nel consumo di sale;
·
Non
esagerare con i prodotti da forno
·
Bere
molta acqua e moderare il consumo di bevande alcoliche.
Gli alimenti funzionali
Con questo termine
vengono indicati i cibi ricchi o artificialmente arricchiti di sostanze
naturali vegetali con dimostrate proprietà salutistiche con azione
ipocolesterolemizzante ben documentata, come, ad esempio, gli alimenti contenenti
fibre, fitosteroli, omega-3, proteine della soia… Ne sono un classico esempio
gli yogurt arricchiti con fitosteroli e con probiotici.
Rappresentano
una buona opportunità per i soggetti con ipercolesterolemia lieve per i quali
una terapia farmacologica di sintesi o con integratori sarebbe eccessiva.
Gli integratori alimentari
Negli ultimi
anni è aumentato enormemente l’interesse verso gli integratori alimentari che hanno
conquistato aree sempre più estese anche nel settore della prevenzione del rischio
cardio-vascolare. Si intendono per «integratori alimentari» i
prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e
che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive.
Il primo
integratore alimentare che è stato utilizzato nella gestione dell’ipercolesterolemia
è la soia, che contiene diverse
sostanze che svolgono questa azione, quali fosfolipidi come la lecitina,
proteine ed
isoflavoni come la genicisteina, la daidzeina e gliciteina.
Anche i lupini, legumi ad alto contenuto di omega
3 e omega 6, sono stati studiati con interessanti risultati per il controllo
del colesterolo.
Ecco un
elenco di tutte le sostanze, di origine naturale, che sono state fino ad ora studiate
e commercializzate per il controllo dell’ipercolesterolemia:
ü Riso rosso
fermentato/Monacolina K
ü Berberina
ü Acidi
grassi omega-3 e -6
ü Fitosteroli
ü Coenzima
Q10
ü Acido
carnosico
ü Astaxantina
ü Fibre
viscose
ü Policosanoli
ü Gugulipide
ü Chitosano
Le più utilizzate nelle miscele di
integratori alimentari sono state la monacolina K, la berberina, gli acidi
grassi poli-insaturi (Omega 3 e Omega 6), i fitosteroli, i policosanoli e
l’astaxantina.
I fitosteroli (triterpenoidi lipofilici) hanno note proprietà di riduzione del colesterolo;
agiscono bloccando, in parte,
l’assorbimento del colesterolo nell’intestino. Gli steroli vegetali hanno una
struttura molto simile a quella del colesterolo e si trovano in natura, in
piccole quantità, in molti frutti, verdure, noci, semi, legumi, oli vegetali e
altre fonti vegetali. Sono componenti essenziali delle membrane cellulari dei
vegetali e sono ampiamente disponibili in una varietà di integratori per il
controllo del colesterolo.
Negli ultimi anni, però, il mercato degli integratori alimentari prodotti
per la correzione della dislipidemia è stato dominato soprattutto da tre tipi
di sostanze: acidi grassi poli-insaturi, riso rosso fermentato dal lievito monascus
purpureus e il coenzima Q10.
Gli omega 3 (EPA e DHA) sono
ricavati soprattutto da olio di pesce (pesce azzurro, salmone rosso). L’integrazione
con 2-3 grammi al giorno di olio di pesce, ricco di acidi grassi omega3 a
catena lunga, determina una riduzione, soprattutto di trigliceridi, del 25-30%.
L’acido alfa-linolenico è un altro omega 3, estratto invece da vegetali (olio
di semi, alcune verdure, kiwi…), che riduce, seppur in minor misura, il
colesterolo LDL e i trigliceridi.
Fino ad ora gli acidi grassi mono e poli-insaturi sono stati utilizzati
prevalentemente per il controllo dei trigliceridi.
Negli ultimi anni vi è stata una grande diffusione sul mercato di
integratori alimentari per il controllo dell’ipercolesterolemia che contengono
il riso rosso fermentato. Il quale
non è altro che riso comune da cucina (Oryza sativa) fermentato ad opera
di un particolare lievito, chiamato Monascus purpureus o lievito
rosso. Questo riso, che deve il suo nome alla caratteristica colorazione,
rappresenta un componente tradizionale della fitoterapia cinese
ma è diventato molto popolare anche in occidente da quando viene sfruttata la
sua interessante azione ipolipidemizzante.
Il riso fermentato da Monascus purpureus è titolato in Monacolina K,
che è il più conosciuto fra i principi attivi contenuti nel prodotto. La
titolazione di un prodotto fitoterapico o di un integratore alimentare è una
garanzia per il consumatore/paziente che la qualità del prodotto sia elevata.
La monacolina K è una statina vegetale, quindi non di sintesi, con una
struttura chimica simile alla lovastatina, che riduce la sintesi epatica del
colesterolo inibendo l’enzima idrossi-metil-glutaril CoA reduttasi, come le
statine di sintesi.
Inizialmente, gli integratori per il controllo dell’ipercolesterolemia
contenevano 3 mg di monacolina K per dose giornaliera. Successivamente questa
dose è stata aumentata fino a 10 mg, perché l’EFSA (European Food Safety
Authority) ha stabilito che questa è la dose giornaliera necessaria per poter
vantare un claim salutistico sul colesterolo, cioè per poter scrivere in
etichetta che il prodotto riduce i livelli di colesterolo. L
L'azione ipolipemizzante del riso rosso fermentato non è completamente
spiegata dalla sola monacolina, deriva probabilmente dalla sinergia con altre
sostanze (steroli, acidi grassi, oligoelementi, ecc.) contenuti nel fito-complesso.
L’azione ipolipemizzante della Monacolina è
stata studiata con numerosi lavori scientifici, uno tra i primi è stato quello
pubblicato da Herber e altri sull’American Journal of Clinical Nutrition, nel
1999, in cui è stato dimostrato come 9,6 mg di Monacolina al giorno riducevano
il colesterolo totale del 16%, il colesterolo LDL del 22%, mentre non era
significativa la riduzione dei trigliceridi
(-7.5%).
ll Coenzima Q10, conosciuto anche come
ubiquinone , è contenuto nei mitocondri di tutte le cellule, da questa ubiquità
ne deriva il nome; esso è un elemento fondamentale per il corretto
funzionamento di questa piccolo organo intracellulare che costituisce una vera
e propria centrale energetica. Il Coenzima Q10 è essenziale per mantenere
una buona efficienza fisica favorendo la produzione di energia e svolgendo
un’importantissima funzione anti-ossidante.
L'invecchiamento, alcune malattie croniche,
come l’insufficienza cardiaca, il morbo di Parkinson, la distrofia muscolare, il diabete, il cancro, l’ AIDS, e la terapia
con statine riducono la
concentrazione intracellulare di Coenzima Q10.
Questa molecola ha acquisito negli ultimi anni
un ruolo rilevante nell’area dell'integrazione nutrizionale, soprattutto nella
prevenzione delle malattie cardiache, dei danni da ipertensione arteriosa e
nella prevenzione delle malattie del tessuto nervose su base degenerativa.
La sua intensa azione antiossidante lo rende
molto efficace nel controllare la perossidazione dei lipidi della membrana
delle cellule e delle particelle di colesterolo LDL, riducendo la loro capacità
di produrre placche aterogene nelle arterie. Questo, associato all’azione
protettiva a livello epatico e muscolare nei confronti dei danni da statine a
medio e alto dosaggio, fa del coenzima Q10 un importante e frequente componente
degli integratori alimentari che riducono la colesterolemia.
Il suo dosaggio può variare da 20 a 100 mg al
giorno.
(Segue nel prossimo articolo: Il ruolo dei
probiotici)
Dott. Edoardo Felisi
Specialista in malattie dell’apparato
respiratorio
Docente al Master “Prodotti Nutraceutici:
progettazione, sviluppo formulativo, controllo e commercializzazione” del
Dipartimento di Scienze del Farmaco – Università degli Studi di Pavia
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