Il ruolo dei probiotici
Sappiamo oggi che l’intestino rappresenta un
ecosistema complesso che costituisce un crocevia ove si intrecciano molte
funzioni essenziale al nostro stato di salute che vanno ben oltre la funzione
digestiva. La barriera intestinale, coordinata dal secondo cervello, svolge una
funzione selettiva molto importante nell’interazione con il mondo esterno.
Il microbiota intestinale, cioè quella che un
tempo veniva chiamata microflora intestinale, ha un ruolo fondamentale
all’interno della barriera intestinale garantendo diverse funzioni e prevenendo
l’infiammazione cronica intestinale, che è responsabile di varie malattie
dell’apparato digerente, della cute, delle prime vie aeree, delle vie genito-urinarie.
Purtroppo molte situazioni possono alterare
l’equilibrio del microbiota (infezioni dell’apparato digerente, diete
incongrue, terapie prolungate con cortisone, gastroprotettori, anticoncezionali
orali…) determinando la perdita di tutti i benefici prodotti dal microbiota.
Il modo
più efficace per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale è quello di
correggere la dieta e assumere probiotici.
Per probiotico si intende “supplemento dietetico a base di
organismi microbici vivi, che, quando assunto in quantità adeguata, conferisce un effetto benefico
all'organismo ospite, migliorando l'equilibrio microbico intestinale" (Ilya Ilyich Mechnikov).
Recentemente sono stati realizzati molti studi
scientifici sulla relazione tra alterazione dell’equilibrio del microbiota,
definita disbiosi, e la comparsa di malattie metaboliche come
l’ipercolesterolemia, il diabete di tipo 2 e l’obesità, dimostrando come la
disbiosi favorisca la comparsa di queste malattie.
Sono comparsi quindi molti studi sulla
prevenzione e il trattamento con probiotici
di condizioni sistemiche, patologiche o comunque associate a rischio
primario di malattia cardiovascolare associate all’ipercolesterolemia. Su
PubMed, che è la più grande banca di dati scientifici mondiale, la combinazione
di "probiotic" e "cholesterol" evidenzia oltre 470
documenti.
Le specie che sono state più studiate sono Streptococcus
termophilus, Enterococcus faecium, Lactobacillus acidophilus, Bifidobacterium
longum, Lactobacillus casei Lactobacillus plantarum e Lactobacillus reuteri.
E’ ipotizzabile che il meccanismo d’azione dei
probiotici sia legato al metabolismo dei sali biliari che essi scinderebbero
dal colesterolo, riducendone l’assorbimento intestinale.
Un’altra possibilità è l’assimilazione del colesterolo da parte della membrana cellulare batterica, che lo sottrarrebbe all’assorbimento. Infine il colesterolo potrebbe essere trasformato dal microbiota in acidi grassi a catena corta (SCFA).
Un’altra possibilità è l’assimilazione del colesterolo da parte della membrana cellulare batterica, che lo sottrarrebbe all’assorbimento. Infine il colesterolo potrebbe essere trasformato dal microbiota in acidi grassi a catena corta (SCFA).
Gli studi, fino ad ora realizzati, hanno
mostrato dei risultati contrastanti, ma in alcuni casi incoraggianti,
come Andrade e Borges nel 2009. Questi autori, ad esempio, hanno
dimostrato che 375 grammi al giorno di yogurt addizionato con Lactobacillus
acidophilus e Bifidobacterium longum riducono il colesterolo LDL del 16%.
In generale si può affermare che nell’insieme
gli studi realizzati sull’azione dei probiotici nel controllo dell’ipercolesterolemia
mostrano un razionale forte, dei risultati in parte contrastanti, una notevole
sicurezza a lungo termine, ma anche la necessità di nuove conferme.
Dott. Edoardo Felisi
Specialista in malattie dell’apparato
respiratorio
Docente al Master “Prodotti Nutraceutici:
progettazione, sviluppo formulativo, controllo e commercializzazione” del
Dipartimento di Scienze del Farmaco – Università degli Studi di Pavia
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