Eco
viveva nei boschi e amava intrattenersi a chiacchierare con tutti quelli che
incontrava sulla strada. Un giorno il divino Zeus la incarico di intrattenere
sua moglie Era mentre lui, con tutta tranquillità, poteva dedicarsi ai suoi
incontri amorosi, per così dire, extra coniugali. La dea Era, gelosa e
vendicativa, non ci mise molto a scoprire l’inganno e punì la bella Eco
togliendole l’uso della parola e condannandola a ripetere solo l’ultima parola
che le veniva rivolta o che udiva.
Marzia
viveva in città e amava intrattenersi a chattare e navigare sul web. Un giorno
cominciò a mettere like e a condividere post di informazioni e argomenti che
tanto la interessavano e che avrebbe voluto mostrare agli altri. E non ci mise
molto a scoprire “l’inganno”: dopo un certo periodo tutto sul web sembrava
darle ragione, ogni post era proprio quello che confermava la sua ipotesi,
pagine, persone e contenuti erano proprio conformi ai suoi gusti e idee,
sembrava quasi che qualcuno le leggesse nel pensiero.
Si chiese stupita «Com’è
possibile tutto questo?». Marzia era una donna intelligente e dopo poco capì il
meccanismo: la chiamano “echo chamber” o “camera dell’eco”. Il social network
funziona proprio nel momento in cui riesce a metterti in contatto con persone,
contenuti e pagine che siano affini a te e alle tue idee. Con i miei amici
virtuali (anche quelli poco conosciuti nella realtà) condivido gusti, idee,
convinzioni e pensieri. Mi sento parte di un gruppo che la pensa come me, che
condivide le mie idee, anche quando queste non sono supportate da una
veridicità oggettiva. Ma poco importa: se tanti la pensano come me vorrà dire
che è vero. Marzia, però, non si accontentò di queste facili risposte e scoprì
che il funzionamento digitale la stava chiudendo dentro ad un gruppo ristretto,
non per numero ma per libertà di opinioni. Si sentiva chiusa dentro ad una
camera in cui non sentiva altro che la ripetizione dei suoi pensieri e delle
sue opinioni. Si sentiva una Eco del mondo digitale. Marzia sapeva come si era
conclusa la storia della Eco mitologica e non voleva fare la stessa fine. Eco,
che non poteva più comunicare, abbandonata da tutti, si consumò nel corpo e
diventò la sua stessa voce. Marzia si era accorta che la camera dell’eco esisteva per darle
ragione e confermare che tutto quello che pensava e che le piaceva era giusto
perché profondamente suo, e suo perché profondamente giusto. Si era accorta che
questo la faceva sentire tanto protetta e al sicuro in un mondo dove,
oggettivamente, si rischia di sentirsi tutt’altro che protetti e al sicuro. Era
confortante ma anche deprimente: Marzia a furia di condividere post
complottisti stava diventando sempre più sospettosa della gente, a furia di
guardare pagine su come educare i figli si stava perdendo il piacere di stare
con loro in semplicità, a furia di sentirsi dare ragione stava smettendo di
farsi domande. E così decise di uscire dalla camera e di riprendere a pensare,
decise di non limitarsi a parlare con quelli che la pensano come lei, di
confrontarsi con gli altri. Decise di riprendere in mano il gioco per ricominciare
prendersi cura della sua identità, online e offline.
Dr. Marco
Bernardi
Psicoterapeuta
Milano
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