E’ notizia di
ieri la morte di un bambino per una otite batterica non curata. Si legge nella
cronaca che il piccolo ha lamentato per due settimane dolore accompagnato da
febbre molto elevata. Quale medico non avrebbe intrapreso una terapia
antibiotica dopo 48 massimo 72 ore? Solo
uno sconsiderato od un incompetente. Certamente chi è specialista in pediatria
sa che i bambini si ammalano con frequenza di infezioni respiratorie, spesso
virali, e ciò comporta un accumulo di secrezioni nelle fosse nasali ed un’ostruzione
tubarica con otalgia (dolore all’orecchio) limitato nel tempo, in assenza di febbre.
Se il bimbo viene visitato dal pediatra il
giorno dopo si evidenziano un arrossamento o rigonfiamento della membrana timpanica e i sintomi di una
rinite acuta.
Questo quadro fa pensare ad un’otite di origine virale. Tuttavia il
dolore persistente e la comparsa di febbre alta nei giorni successivi, sono
indice di una sovrapposizione batterica che necessita obbligatoriamente una
terapia antibiotica. Un medico che non prescrive una terapia antibiotica compie
una grave negligenza e imperizia, al di là del suo pensiero e delle sue
convinzioni.
Su questo
tragico caso il primo capo d‘accusa è stato l’uso dell’omeopatia…
A questo
proposito vorrei fare alcune considerazioni. L’uso delle Medicine Complementari,
tra cui la medicina omeopatica, ma non
solo (fitogemmoterapia, oligoterapia
ecc.), sono un bagaglio culturale
aggiuntivo, che alcuni medici studiano, anche per molti anni, per aggiungere
competenze e conoscenze che permettano di svolgere ancor meglio la propria
professione. Stamattina alla radio un medico, intervistato a proposito di
questa vicenda, asseriva che la medicina convenzionale, scientifica, era ed è l’unica
che può dare risposte. Questo purtroppo è vero solo in parte; basti pensare all’uso
sconsiderato di antibiotici e cortisonici, risposte date fin troppo spesso alle
richieste di cura, soprattutto nelle forme virali dell’ infanzia. Non capita di
rado che giungano alla mia osservazione bambini che all’età di 3 anni hanno già
ricevuto 30 cicli di terapia antibiotica, senza contare assunzioni ingiustificate
di cortisone… Questi sono i motivi per cui
i genitori ed alcuni medici si rivolgono alle medicine complementari, ovvero ricercare un
utilizzo appropriato di farmaci, facendo prevenzione ove possibile. L’uso della
Medicina Complementare è ormai nella pratica clinica in Francia, Germania,
Austria ecc. poiché ne è stata dimostrata l’utilità per ottimizzare la
prescrizione di farmaci. Questo riconoscimento non è ancora avvenuto in Italia,
nonostante vi siano numerosi studi scientifici accreditati che validano l’efficacia
dell’omeopatia, per esempio il suo uso ha dimostrato benefici in animali o nei lattanti
(nei quali è nullo l’effetto placebo). Pertanto ritengo sia utile per il medico
conoscere la medicina complementare (omeopatia, fitoterapia ecc.), valutandone
sia i limiti sia le potenzialità, in modo da non oscurare le conoscenze
scientifiche attuali, ma fornendone un supporto.
Dott. Elena
Bosi
Specialista
in Pediatria
Esperta in
Medicine Complementari
Milano
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