lunedì 29 maggio 2017

L’IMPERIZIA DEL MEDICO UCCIDE, NON L’OMEOPATIA

E’ notizia di ieri la morte di un bambino per una otite batterica non curata. Si legge nella cronaca che il piccolo ha lamentato per due settimane dolore accompagnato da febbre molto elevata. Quale medico non avrebbe intrapreso una terapia antibiotica  dopo 48 massimo 72 ore? Solo uno sconsiderato od un incompetente. Certamente chi è specialista in pediatria sa che i bambini si ammalano con frequenza di infezioni respiratorie, spesso virali, e ciò comporta un accumulo di secrezioni nelle fosse nasali ed un’ostruzione tubarica con otalgia (dolore all’orecchio) limitato nel tempo, in assenza di febbre. Se il bimbo viene visitato  dal pediatra il giorno dopo si evidenziano un arrossamento o rigonfiamento  della membrana timpanica e i sintomi di una rinite acuta.
Questo quadro fa pensare ad un’otite di origine virale. Tuttavia il dolore persistente e la comparsa di febbre alta nei giorni successivi, sono indice di una sovrapposizione batterica che necessita obbligatoriamente una terapia antibiotica. Un medico che non prescrive una terapia antibiotica compie una grave negligenza e imperizia, al di là del suo pensiero e delle sue convinzioni.
Su questo tragico caso il primo capo d‘accusa è stato l’uso dell’omeopatia…
A questo proposito vorrei fare alcune considerazioni. L’uso delle Medicine Complementari, tra cui la medicina omeopatica,  ma non solo  (fitogemmoterapia, oligoterapia ecc.),  sono un bagaglio culturale aggiuntivo, che alcuni medici studiano, anche per molti anni, per aggiungere competenze e conoscenze che permettano di svolgere ancor meglio la propria professione. Stamattina alla radio un medico, intervistato a proposito di questa vicenda, asseriva che la medicina convenzionale, scientifica, era ed è l’unica che può dare risposte. Questo purtroppo è vero solo in parte; basti pensare all’uso sconsiderato di antibiotici e cortisonici, risposte date fin troppo spesso alle richieste di cura, soprattutto nelle forme virali dell’ infanzia. Non capita di rado che giungano alla mia osservazione bambini che all’età di 3 anni hanno già ricevuto 30 cicli di terapia antibiotica, senza contare assunzioni ingiustificate di cortisone… Questi sono i motivi per cui  i genitori ed alcuni medici si rivolgono alle  medicine complementari, ovvero ricercare un utilizzo appropriato di farmaci, facendo prevenzione ove possibile. L’uso della Medicina Complementare è ormai nella pratica clinica in Francia, Germania, Austria ecc. poiché ne è stata dimostrata l’utilità per ottimizzare la prescrizione di farmaci. Questo riconoscimento non è ancora avvenuto in Italia, nonostante vi siano numerosi studi scientifici accreditati che validano l’efficacia dell’omeopatia, per esempio il suo uso ha dimostrato benefici in animali o nei lattanti (nei quali è nullo l’effetto placebo). Pertanto ritengo sia utile per il medico conoscere la medicina complementare (omeopatia, fitoterapia ecc.), valutandone sia i limiti sia le potenzialità, in modo da non oscurare le conoscenze scientifiche attuali, ma fornendone un supporto.
Dott. Elena Bosi
Specialista in Pediatria
Esperta in Medicine Complementari

Milano

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