Quest’anno l’influenza dovrebbe essere
di media intensità. La stagione 2017-2018 sarà dunque simile per intensità a
quella dell’anno precedente, ma con una variante del virus AH1N1, detta Michigan, per il resto
avrà la stessa composizione di quello 2016-2017, con i ceppi H3N2 e B. Lo
prevede l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), pubblicata in Gazzetta
Ufficiale, che autorizza l’aggiornamento della composizione dei vaccini
influenzali per la stagione 2017-2018.
Nella stagione 2016-2017, stando ai dati
dell’Istituto superiore di sanità (Iss), l’influenza ha messo a letto 5,5
milioni circa di persone, con un’incidenza di 93 casi per 1000 abitanti
(durante la pandemia del 2009-2010 furono 99 casi per 1000). Il numero di casi
gravi confermati di influenza sono stati 162 e 68 i decessi. Tuttavia,
avvisa Caterina Rizzo, epidemiologa dell’Istituto Superiore di
Sanità, “fare previsioni sull’influenza è molto difficile, perché il virus è
imprevedibile e può trasformarsi in qualcosa di diverso”.
Quello che si può fare è basarsi “sui virus circolati
nell’emisfero australe, dove l’inverno è appena finito, e si sono osservati
livelli di influenza abbastanza elevati. In Australia e Nuova Zelanda è
circolato principalmente l’H3N2 e il B, mentre in Asia meridionale, c’è stata
una grande attività dell’H1N1, quello della pandemia del 2009”, continua. La
stagione influenzale appena conclusa nell’emisfero australe “è più o meno
sovrapponibile a quelle precedenti per intensità. Non è stata molto grave”,
evidenzia Rizzo. “Sulla base di questi
dati quindi anche da noi, teoricamente, dovrebbe essere così. Ma le previsioni
– osserva – spesso vengono smentite, come accaduto in passato anche in Italia”.
La campagna vaccinale, ricorda l’Aifa, sulla base del nostro clima e
l’andamento delle passate epidemie, va fatta in autunno, da metà di ottobre
fino a fine dicembre. La protezione del vaccino comincia circa due settimane
dopo la vaccinazione e dura per 6-8 mesi circa, per poi calare ed è
esclusivamente per il virus dell’Influenza e non per gli altri numerosi virus circolanti che
colpiscono le vie respiratorie. La composizione dei vaccini influenzali segue
le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Comitato per
i Medicinali per Uso umano dell’Agenzia europea dei farmaci. Sulla base del
nostro clima e l’andamento delle passate epidemie, precisa l’Aifa, la campagna
di vaccinazione va fatta in autunno, da metà di ottobre fino a fine dicembre.
La protezione del vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e
dura per 6-8 mesi circa, per poi decrescere. Per chi si avvale delle cure omeopatiche
, apprezzate e riconosciute in paesi
come la Germania, Francia e Svizzera, ci si può orientare su trattamenti preventivi
o sintomatici . Dei trattamenti sintomatici
parleremo in un prossimo articolo.
Per quanto riguarda la terapia preventiva
essa è costituita da preparazioni
omeopatiche di fegato e cuore d’anatra, l’Anas barbariae( portatrice sana di
virus influenzali)utilizzate in dosi globuli uniche alla diluizione 200K.
In prevenzione , si somministra una dose alla
settimana, dal mese di ottobre fino alla fine di marzo. Nei sintomi iniziali di
sindrome influenzale si può usare una
dose ogni 8/12 ore per un totale di 3 dosi. Esistono anche altri preparazioni
omeopatiche a base di derivati da altri
ceppi batterici (Branhamella
catarrhalis, Klebsiella Pneumoniae, Steprococcinum, Staphylococcinum ecc. sempre alla 200K) che si utilizzano
sempre in fase preventiva in particolare sulle complicanze delle infezioni
respiratorie .
Nella prevenzione della sindrome influenzale
vi è la possibilità di utilizzare inoltre, diluizioni omeopatiche del vaccino
anti-influenzale che viene preparato ogni anno dall’Istituto Pasteur, in dosi
globuli a diverse diluizioni( dalla 9CH alla 200CH ) e con diversa frequenza di
somministrazione, in genere, quindicinale o mensile per tre mesi circa .
Tratto da Univadis Settembre 25,2017
Dott. Elena Bosi,
Specialista in Pediatria ,
Esperta in Medicine Complementari,
Milano
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